ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 22 settembre 2018

Redde rationem?

ABUSI SESSUALI
Caso McCarrick, anche il Vaticano deve rendere conto

Un'indagine trasparente sul caso McCarrick è doverosa, ma siccome anche la Segreteria di Stato è pesantemente coinvolta, sarebbe necessaria una commissione indipendente composta da laici, diaconi, sacerdoti e vescovi per dare risposte adeguate alle domande che i fedeli si pongono.


L'ex cardinale McCarrick


Rappresentanti dei vescovi americani hanno ora incontrato papa Francesco per discutere della più che necessaria indagine sull'affare McCarrick. Ciò è comprensibile dal momento che qualsiasi processo che coinvolga l'ex cardinale e altri prelati richiede il permesso del papa. Comunque una cosa è chiedere il sostegno del papa per un'indagine, e un'altra affidarsi invece ai funzionari vaticani per gestirla, dato ciò che ora sappiamo.

Perché ora sappiamo - dall'ex vescovo Metuchen P.G. Bootkoski e dal cardinale Leonardo Sandri - che la Segreteria di Stato vaticana ha ricevuto credibili accuse contro McCarrick più di dieci anni fa. Eppure il Vaticano non gli ha impedito l'accesso a seminaristi e sacerdoti. Pertanto, un'indagine incentrata su McCarrick e sui vescovi americani rischia di ignorare il ruolo centrale dei funzionari di alto rango a Roma.

Bootkoski ha recentemente riconosciuto che nel dicembre 2005 ha informato il nunzio negli Stati Uniti, l'arcivescovo Gabriel Montalvo, di tre denunce contro McCarrick. Le accuse comprendevano sia contatti fisici inappropriati con un prete sia contatti sessuali con seminaristi. Due di queste accuse si sono risolte in risarcimenti alle vittime.

È venuta alla luce una lettera dell'ottobre 2006 in cui Sandri, che lavorava direttamente sotto il cardinale Segretario di Stato, faceva riferimento a "questioni serie" che coinvolgevano i seminaristi a Seton Hall, e che erano state riferite a Montalvo da p. Boniface Ramsey nel 2000. Ramsey ha ripetutamente affermato di aver informato il nunzio delle accuse verso McCarrick, secondo cui il cardinale molestava i seminaristi e aveva condiviso il letto con loro nella sua casa al mare.

La Segreteria di Stato, pertanto, ha ricevuto credibili accuse nel 2000 e nel 2005 secondo cui McCarrick ha molestato e "adescato" sacerdoti e seminaristi, sfruttando sessualmente questi ultimi. Se a Roma hanno indagato, ora dovrebbero condividere i risultati e risparmiarci la fatica di ripetere il loro lavoro. Se non hanno indagato, devono rendere conto della loro incapacità di proteggere seminaristi e sacerdoti.

Anche se Roma ha indagato, sorge comunque un'altra domanda cruciale: le diocesi coinvolte sono state informate delle accuse e della possibilità che i loro seminaristi e sacerdoti siano stati sfruttati? Il che comprende ogni diocesi che abbia usato seminari frequentati da McCarrick, specialmente i seminari in cui ha risieduto dopo il 2005. I minori potevano essere stati a rischio poiché i seminaristi possono entrare nei college prima dei 18 anni.

Il cardinale Wuerl insiste sul fatto che né lui né l'arcidiocesi di Washington erano a conoscenza delle accuse. Ciò significherebbe che Roma non ha detto nulla. Per confermare il silenzio di Roma, cattolici e giornalisti dovrebbero chiedere al cardinale Dolan se lui o l'Arcidiocesi di New York siano stati informati.

Si noti che la dichiarazione di Bootkoski e la lettera di Sandri non sono state scritte per sostenere la recente testimonianza dell'arcivescovo Viganò. In realtà, Viganò ha accusato entrambi di insabbiamenti. A differenza di Viganò, le loro testimonianze sulla conoscenza di Roma delle accuse non avevano lo scopo di suggerire la complicità del Vaticano nell'affare McCarrick.

Qualunque sia l'intenzione originale, tuttavia, la lettera di Sandri costituisce ora una prova documentale che Ramsey ha parlato a Montalvo nel 2000. La lettera implica anche che la Segreteria di Stato, non più tardi del 2006, ritenesse tali preoccupazioni credibili.

Inoltre, la dichiarazione di Bootkoski dimostra che le accuse sono state giudicate credibili dal momento che è sulla base di queste accuse che sono state risarcite le vittime. Sfortunatamente, la sua dichiarazione fornisce solo una sintesi del memo inviato al nunzio nel 2005, che è stato presumibilmente trasmesso alla Segreteria di Stato.

Il motivo addotto per presentare un riassunto è che "i richiedenti non hanno dato il permesso alla diocesi" di pubblicare le accuse dettagliate. Forse la diocesi o i giornalisti potrebbero chiedere ai ricorrenti di consentire la pubblicazione del memo, evitando qualsiasi parte che essi ntendessero mantenere riservata. In questo modo, l’opinione pubblica potrebbe vedere le evidenze documentali del rapporto di Bootkoski in Vaticano.

A meno che Sandri non avesse protetto McCarrick, avrebbe prontamente informato il Segretario di Stato, il cardinale Angelo Sodano, delle accuse trasmesse dal nunzio da parte di Ramsey e Bootkoski. Quando Sandri scrisse la lettera del 2006, avrebbe dovuto già avere informato il nuovo Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone.

Non abbiamo prove che le accuse nel 2000 o nel 2005 abbiano raggiunto San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, o - prima delle recenti rivelazioni - Francesco. Però se i papi non fossero stati informati, i funzionari vaticani a maggior ragione non potrebbero essere considerati affidabili per sovrintendere alla prossima inchiesta.

L'incapacità della Segreteria di Stato di indagare sulla questione o di riferire, come parte dell’indagine, le accuse alle diocesi interessate, dimostrerebbe uno sconsiderato disprezzo per la sicurezza e il benessere di sacerdoti e seminaristi, compresi i minori.

Un vescovo che sfrutta seminaristi e sacerdoti per la propria gratificazione è una offesa che grida al cielo. Come poteva la Segreteria di Stato voltare le spalle? E nessun altro ufficio del Vaticano ha ricevuto segnalazioni? Esistevano ragioni legittime per le quali un'inchiesta non era stata avviata oppure non aveva portato a conclusioni certe? Dopo decenni di scandali di abusi, come potevano i funzionari avere ignorato la gravità delle accuse? Oppure alcuni funzionari erano disposti a tollerare questi mostruosi mali?

Le risposte e l’assunzione di responsabilità sono vitali per i cattolici di tutto il mondo, non solo in America. In Cile, gli appelli dei cattolici sono stati ripetutamente ignorati o denunciati da Roma. Alla fine, i vescovi del Cile si sono offerti di dimettersi, ma nessun funzionario del Vaticano ha seguito il loro esempio. Questo scenario non deve essere ripetuto.

Queste circostanze rendono impossibile per il Vaticano di presentarsi come un garante credibile nel prossimo riesame del caso McCarrick. L'approvazione e la cooperazione del Papa sono necessarie, ma dal momento che i vescovi americani e i funzionari vaticani sono ora sotto esame, il processo investigativo deve essere indipendente da entrambi. Affinché l'indagine sia efficace, il papa deve collaborare liberando i funzionari della Chiesa dal Segreto pontificio e invitandoli a rispondere alle domande legittime degli investigatori.

La revisione dovrebbe essere trasparente e supervisionata da una commissione composta da laici, religiosi, diaconi, sacerdoti e vescovi. In questo modo l'intera Chiesa sarebbe rappresentata nel valutare e nel rimediare ai problemi. Ciò dovrebbe implicare il fatto di scagionare gli innocenti, di punire i colpevoli, di riparare i danni e di cambiare le strutture e le politiche amministrative. Una commissione come questa potrebbe diventare un modello per affrontare altri fallimenti dei vescovi e del Vaticano.

Timothy V. Vaverek

L'articolo originale è stato pubblicato in inglese da The Catholic Thing, con il titolo "Rome Failed on McCarrick – and Needs to Change"

http://www.lanuovabq.it/it/caso-mccarrick-anche-il-vaticano-deve-rendere-conto 


 
ACCATTOLI-RUSCONI:SCINTILLE A VALLE AURELIA
L’undecimo confronto Accattoli-Rusconi si è svolto giovedì 20 settembre presso la Biblioteca comunale ‘Valle Aurelia’ di Roma. Diversi e delicati i temi d’attualità discussi. Violenti e indignati attacchi di Accattoli a Carlo Maria Viganò, “uno che vive con la pensione vaticana”. Molto vivace il dibattito. Applausi per tutti.
Riferendosi al suo contendente, scriveva il 19 settembre 2018 nel suo blog http://www.luigiaccattoli.it/blog/ il vaticanista storico del Corriere della Sera mascherato in questo caso da Rugantino in salsa marchigiana: “Ho buone possibilità di mandarlo al tappeto”. Conclusosi però anche l’undecimo duello Accattoli-Rusconi – avvenuto in campo neutro presso la Biblioteca comunale di Valle Aurelia – la rugantinata si è rivelata (per l’ennesima volta) solo una spavalderia. Il confronto, secondo una ormai collaudata tradizione, si è infatti dipanato vivace ed equilibrato, riscuotendo il consenso palese (vedi applausi) da parte dei presenti (quasi quaranta, nonostante un acquazzone dispettoso poco prima dell’inizio).
Tutt’altro che di circostanza il benvenuto di Rosarita Digregorio, responsabile della Biblioteca, che ha dato ragione della scelta dell’ente pubblico di ospitare un dibattito sul capo della Chiesa cattolica: “Papa Francesco è una figura che parla a tutti, credenti e non credenti, come dimostra ad esempio il famoso dialogo con Eugenio Scalfari”. E’ un Papa “di portata rivoluzionaria”, la cui conoscenza merita di essere approfondita: in tal senso va spiegata l’esposizione di libri di e su papa Bergoglio che la Biblioteca offre alla curiosità dei visitatori. Riflettere su Francesco significa riflettere anche sul futuro della Chiesa cattolica, del cristianesimo, dell’identità occidentale.
Ricca di informazioni e nel contempo misurata l’introduzione del collega Ciro Fusco, che ha posto ai duellanti domande concernenti il ‘caso Viganò’, la recente visita pastorale del Papa in Sicilia, l’attività e il futuro del Consiglio dei cardinali ( ‘C 9’), il pensiero del cardinale Angelo Scola su Jorge Mario Bergoglio, la questione degli abusi sessuali. Nella seconda parte (con le domande del pubblico) si è parlato in particolare di ‘populismo’ di Bergoglio, del tema delle migrazioni, del ‘caso’ Viganò’ e delle opposizioni diffuse a papa Francesco, dei politici in via di beatificazione.
Da Accattoli è venuta un’indiscrezione di portata rilevante: secondo le sue informazioni la prospettata ‘risposta’ della Santa Sede al memoriale di Carlo Maria Viganò è stata presentata al Papa lunedì 17 settembre dal cardinale Parolin e approvata il giorno successivo. Dovrebbe dunque essere questione di ore o di pochi giorni per la sua pubblicizzazione.

Qualche spunto (non esaustivo) dal dibattito.
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Accattoli: “Si dice che il Papa non risponde? Cavolate”.
Accattoli ha così definito, in vari momenti della serata, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò e le sue dichiarazioni: “Non è un personaggio attendibile, è totalmente inattendibile”, “La sua è un’invettiva incentrata sul tema dell’omosessualità, ha una fissazione sul tema dell’omosessualità”, “La sua è una sfida globale al Pontificato”, “Paranoico”, “Surreale”, “Uno che vive con la pensione vaticana”, “Uno che va a nascondersi con il cappellino da baseball e gli occhiali da sole per non essere riconosciuto”, “Ha un atteggiamento incredibile, assurdo… chiede che il Papa si dimetta”, “Lui ce l’ha con il Papa”.
Rusconi, a tale proposito, ha detto di aver conosciuto già diversi anni fa Carlo Maria Viganò. Ha sempre avuto l’impressione di avere davanti a sé una persona seria e dal carattere forte. Se era un ‘omuncolo’, se era una persona priva di valore, come mai è stato nominato nunzio apostolico presso lo Stato più potente del mondo? Si continua a denigrare Viganò anche per vicende di famiglia: su beghe del genere però si dovrebbe essere molto più cauti, essendo per natura assai complesse (del resto, se due fratelli accusano Carlo Maria, gli altri quattro l’hanno difeso con una lettera nel 2013).
Accattoli ritiene di grande rilevanza ecclesiale ed evangelica il pellegrinaggio del Papa a Palermo per don Puglisi, “il primo pellegrinaggio alla tomba di un martire italiano del nostro tempo”.
Accattoli pensa che la rinnovata condanna della mafia da parte di papa Bergoglio possa avere effetti importanti nelle carceri: “E’ un tema di discussione e anche di conversioni”.
Rusconi non crede che la visita del Papa in Sicilia possa incidere sulla mentalità dell’opinione pubblica. Ha invece letto un passo, per lui molto significativo, del discorso papale ai giovani, laddove Bergoglio li esorta ad avere radici, identità, appartenenza.
Rusconi constata che il Consiglio dei cardinali non ha dato di sé in questi anni un’immagine particolarmente brillante, minato com’è del resto al suo interno da presenza molto controverse (e indagate anche dalla giustizia terrena).
Accattoli spera “di vedere un Consiglio dei cardinali più efficace, più presente, più in grado di aiutare il Papa nel governo della Chiesa universale” (“e questo non s’è visto, seppure l’abbia fatto”).
Accattoli ha grandemente lodato il cardinale Angelo Scola “per la sua evoluzione”, che l’ha portato a dare un giudizio “molto positivo sul ‘Papato inedito’ “. Ha citato l’autobiografia di Scola: “Il comparire di un Papa come Francesco è stato un salutare colpo allo stomaco che lo Spirito Santo ci ha assestato per svegliarci”. Ancora: “Coloro che guardano con diffidenza a Francesco e lo sospettano o addirittura l’accusano apertamente di favorire posizioni ereticali sono fuori dalla realtà”. Detto da colui che “discepolo  di Ratzinger, era dato dai media nel 2013 come il più probabile eletto di provenienza europea”, è sicuramente rilevante.
Rusconi ritiene invece che il cardinale Scola, come del resto Comunione e Liberazione da cui proviene, sia in sostanza un ‘gattopardo’. Ricorda ad Accattoli che proprio il suo giornale, il ‘Corriere della Sera’, ha condotto nel 2013 una forte campagna pro-Scola, si pensa ‘insufflato’ come altri media dalla Curia milanese; e ricorda anche il clamoroso infortunio della Cei che il 13 marzo 2013 sera aveva inviato un telegramma di congratulazioni (evidentemente già predisposto) al nuovo Papa proprio al cardinale Scola.
Accattoli prevede che anche in Italia esploderà (come è già accaduto altrove) il ‘caso’ degli abusi sessuali.
Rusconi pensa che Jorge Mario Bergoglio nel suo agire sia molto condizionato anche dall’aver respirato in gioventù l’aria peronista.
Rusconi corregge un’affermazione di uno dei presenti: “Non è vero che i cosiddetti ‘populisti, sovranisti’ non vogliono i migranti. Come ha detto qualche giorno fa a Poznan il vicepresidente dei vescovi europei, arcivescovo Gadiecki, c’è chi fugge dalla guerra e va doverosamente accolto; mentre chi emigra per guadagnare di più (certo è legittimo) può essere accolto se c’è posto,  come del resto ha evidenziato anche papa Francesco, ad esempio nel suo ultimo discorso al Corpo diplomatico. L’accoglienza va coniugata con l’integrazione. Quella che si vede spesso oggi in Italia non è vera accoglienza, tantomeno cristiana, ma un aiuto alla criminalità organizzata”. 
Accattoli, rispondendo a un’altra domanda, si augura che il Papa vada anche a Caltagirone sulla tomba di don Sturzo e rileva che sono nove i ‘santi’ che sedevano nella Costituente italiana e per i quali è in corso una causa di beatificazione.
Rusconi si dichiara scettico sulla beatificazione di politici, considerato come – al di là delle loro buone intenzioni - essi siano spesso costretti a compromessi al ribasso. Lo stesso anche per quanto riguarda la ‘moda’ di beatificare gli ultimi Papi. Ad esempio, come si è constatato sia nel caso dei Legionari di Cristo e del loro losco fondatore Marcel Maciel sia nel caso del molto sporcaccione ex-cardinale Mc Carrick, anche i Papi o almeno i loro più stretti collaboratori (in ogni caso chi ‘governa’ de facto la Chiesa) sono soggetti al potere del denaro…
Accattoli constata che contro papa Bergoglio si è scatenata ogni sorta di opposizione: contro la “sua figura di papa inedita”, sull’ “accoglienza dei migranti”, “per ragioni dottrinali”, “per il suo scandaloso comportamento nel caso degli abusi sessuali”… e “domani sarà per l’accordo tra Cina e Vaticano”. Insomma “qualsiasi argomento va bene” per ingrassare l’opposizione. In effetti “c’è una vera paranoia clericale da parte di ambienti che non hanno accettato l’elezione di papa Bergoglio”.
Alla fine soddisfazione generale, applausi per tutti e richiesta di proseguire i confronti. La registrazione della serata (con altri commenti) è disponibile su http://www.luigiaccattoli.it/blog/.
ACCATTOLI-RUSCONI: SCINTILLE A VALLE AURELIA – di GIUSEPPE RUSCONI –www.rossoporpora.org – 21 settembre 2018

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