ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 4 dicembre 2020

«Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò»

Monsignor Viganò: “Ore decisive. Preghiamo, recitiamo il Santo Rosario, nutriamoci della Santissima Eucaristia, facciamo penitenza”


Cari amici di Duc in altum, monsignor Carlo Maria Viganò mi ha inviato la versione italiana della sua meditazione pubblicata in inglese da Inside the Vatican.

***

O Dio, tu sei tremendo dal tuo santuario;

il Dio d’Israele dà forza e potenza al suo popolo.

Sal 68, 35

Il 19 novembre 2020 il fondatore del World Economic Forum, Klaus Schwab, ha dichiarato che «Il Covid è l’occasione per un reset mondiale». In realtà Schwab ripete pedissequamente ciò che il 3 maggio 2009, sul settimanale francese L’Express, disse Jacques Attali: «La storia ci insegna che l’umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura: allora essa inizialmente sviluppa meccanismi di difesa; a volte intollerabili (dei capri espiatori e dei totalitarismi); a volte inutili (della distrazione); a volte efficaci (delle terapeutiche, che allontanano se necessario tutti i principi morali precedenti). Poi, una volta passata la crisi, la paura trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale ed iscriverli in una politica di salute democratica». Allora si trattava della febbre suina, che secondo i media avrebbe dovuto causare milioni di vittime e per la quale gli Stati acquistarono da BigPharma milioni di dosi di vaccini mai utilizzati perché rivelatisi inutili. Inutili per tutti, fuorché per coloro che li hanno venduti con enormi profitti.

Ci si potrebbe chiedere come mai un virus influenzale che secondo i dati recenti dell’OMS ha una mortalità (0,13%) di poco superiore a quella di una normale sindrome influenzale stagionale (0,10%) possa aver portato alla dichiarazione della pandemia e ad una serie di contromisure praticamente identiche in quasi tutti gli Stati europei e del continente americano. Ci si potrebbe chiedere anche la ragione per cui le cure per il Covid-19 siano generalmente screditate, minimizzate o proibite, mentre il vaccino viene considerato la soluzione più efficace; e sarebbe da comprendere come sia possibile creare un vaccino, dal momento che – secondo le dichiarazioni del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) statunitense – il virus non è stato ancora isolato: quale antigene viene utilizzato, se non si può isolare e replicare il SARS-CoV-2? e quale affidabilità possono avere i tamponi, dal momento che essi sono calibrati solo sul Coronavirus generico? E se il 19 ottobre l’ospedale Spallanzani di Roma ha annunciato la sperimentazione di un test che distingue tra normale influenza e Covid-19, finora a cosa risultano positivi i pazienti che vi si sottopongono? Forse è per questo che alcuni membri del board di Moderna e della Pfizer hanno venduto parte delle proprie azioni.

Torniamo così alle domande che molti si erano posti mesi orsono, e alla mia denuncia contenuta nelle due lettere aperte al presidente Trump: appare nella sua sconcertante realtà un piano mondiale i cui artefici, creando un ingiustificato allarme sociale su una presunta pandemia che oggi vediamo non essere più grave di una normale sindrome influenzale come confermano i dati ufficiali di tutto il mondo, viene utilizzata per creare una tremenda crisi sociale ed economica globale e legittimare la drastica riduzione dei diritti basilari della popolazione. È quello che viene definito dai suoi stessi autori il Great Reset, il resettaggio globale dell’economia, della società, delle masse.

In questo progetto il Covid gioca un ruolo fondamentale, come alibi che giustifica – dinanzi al totem di una scienza prostituitasi agli interessi dell’élite dopo aver abdicato alla sua missione di salvare vite umane – la privazione della libertà, l’intromissione dei governi nella vita privata dei cittadini, l’instaurazione di un regime pseudo-sanitario in cui, contro ogni evidenza scientifica oggettiva, viene deciso dall’alto il numero di commensali, la distanza tra le persone, la possibilità di comprare, vendere, respirare e addirittura di pregare. Qualcuno, nel silenzio assordante della Gerarchia, ha imposto la chiusura delle chiese o la limitazione delle celebrazioni religiose, considerando la Casa di Dio come un cinema o un museo, ma allo stesso tempo dichiarando “servizi essenziali” le cliniche abortive. Sono i paradossi di un potere traviato, gestito da persone corrotte nell’anima e vendute a Satana, che dopo aver ripetuto ossessivamente il mantra della democrazia e del potere che appartiene al popolo si trova oggi costretto ad imporre la dittatura contro lo stesso popolo, in nome del raggiungimento di obbiettivi volti a tutelare gli interessi politici e finanziari dell’élite. I ricchi si stanno arricchendo sempre di più, mentre viene falciato via quel ceto medio che costituisce il tessuto sociale e l’anima stessa delle nazioni.

La Rivoluzione francese cancellò l’aristocrazia occidentale; la Rivoluzione industriale cancellò i contadini e diffuse la proletarizzazione che portò alla sciagura del Socialismo e del Comunismo; la Rivoluzione del Sessantotto demolì la famiglia e la scuola. Questo Great Reset, voluto dall’élite globalista, rappresenta l’ultima rivoluzione con la quale creare una massa informe e anonima di schiavi connessi alla rete, confinati in casa, minacciati da una serie infinita di pandemie progettate da chi ha già pronto il miracoloso vaccino. Proprio in questi giorni, con la sincronia di un piano orchestrato nei minimi particolari sotto un’unica regia, da più parti si va teorizzando l’imposizione del vaccino, del quale peraltro non si conosce la reale efficacia né le conseguenze che esso potrà avere. A quest’obbligo dovrebbe accompagnarsi anche un passaporto sanitario, in modo che quanti ne sono provvisti possano muoversi senza limitazioni, mentre coloro che lo rifiutano non dovrebbero poter usare i mezzi di trasporto, frequentare ristoranti e locali pubblici, scuole e uffici. Che questo rappresenti una intollerabile violazione delle libertà dell’individuo non pare costituire un problema: i legislatori non esitano ad esautorare i Parlamenti per imporre le loro norme tiranniche, sapendo che il loro potere sussiste finché obbediscono all’agenda del Great Reset, fatta propria dalle istituzioni internazionali come l’Unione Europea e l’ONU.

Dinanzi a uno spiegamento di forze così massiccio e coordinato rimaniamo attoniti, sconcertati dalla sfacciataggine di chi ci sta dicendo, in sostanza, che dobbiamo accettare in silenzio la dittatura di un gruppo di potere senza volto, perché così esso ha deciso. Restiamo sconcertati dall’asservimento della Sinistra mondiale – e dei Dem negli Stati Uniti – a questa agenda, che non conosce nessun limite, nessun freno alla propria esecuzione; al punto da organizzare un colpo di stato elettorale di tale portata e gravità da lasciare inorriditi. Ai brogli manuali delle schede duplicate, dei voti di persone defunte, dei cittadini che scoprono di aver votato mille volte e degli impiegati che manomettono i risultati oscurando le finestre dei seggi con pannelli di cartone si affianca l’uso di un apparato di computo dei voti che sta dimostrando non solo il suo uso fraudolento, ma di esser stato addirittura progettato a livello di software per consentire lo spostamento di voti da un candidato all’altro, sulla base di un complesso algoritmo.

Scopriamo che le persone dietro a questa frode macroscopica sono sempre le stesse, sempre della stessa parte politica, sempre asservite alla stessa ideologia. Persone corrotte nell’intelletto e nella volontà, perché si sono rese schiave di un tiranno spietato, dopo aver rifiutato di obbedire a un Signore buono, giusto e misericordioso. Così, come costoro hanno accettato la schiavitù del peccato e della ribellione a Dio, essi oggi vorrebbero trascinare l’intera umanità in un baratro di morte e disperazione: è la miserabile vendetta di Satana, che non potendo sconfiggere Colui che lo ha scacciato negli inferi, cerca di trascinare con sé quante più anime possibile, nel tentativo di vanificare l’opera della Redenzione.

Noi, credenti in Cristo Nostro Unico Signore, non abbiamo motivo di temere, anche contro ogni ragione umana: noi sappiamo che, rinati nel Battesimo, non siamo più servi ma figli di Dio, e che conservando con la Grazia l’amicizia del nostro Signore possiamo confidare in Lui, nel Suo provvidente soccorso, nella Sua potente protezione. Questa è, in definitiva, la vera libertà: la libertà dei figli di Dio, che obbediscono alla Sua legge non per timore ma per amore, non per costrizione ma perché nell’adesione alla volontà divina essi troveranno il proprio perfetto compimento e la loro piena realizzazione. Poiché ogni anima è creata per la maggior gloria di Dio, per la beatitudine eterna come premio della fedeltà al Salvatore.

Non sia turbato il nostro cuore! Le manovre di chi opera nelle tenebre stanno venendo alla luce, mostrandosi in tutto il loro orrore e svelando la loro matrice perversa e infernale. Menzogne, inganni, violenze, morte: questa è la cruda realtà del male dinanzi alla quale le persone di buona volontà non possono che inorridire. Se Nostro Signore si degnerà di ascoltare le preghiere dei Suoi figli, questo castello di menzogne e di frodi crollerà miseramente, e i suoi artefici dovranno tornare a nascondersi per sfuggire ai rigori della giustizia e all’esecrazione dei popoli.

Queste sono ore decisive: continuiamo a pregare, a recitare il Santo Rosario, a nutrirci della Santissima Eucaristia, a fare penitenza. La voce corale che si leva fino al trono della divina Maestà non rimarrà inascoltata. Non lasciamoci scoraggiare, perché è nel momento della prova che il Signore ci dà la possibilità di mostrare la nostra fiducia in Lui e di vedere la grandezza della Sua misericordia.

«Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio» (Gv 14, 13). Nostro Signore ce l’ha detto chiaramente: qualsiasi cosa. Chiediamo dunque al Padre, nel nome del Figlio nostro Signore e Redentore, per l’intercessione della Sua santissima Madre nostra potente Mediatrice, di mostrare la Sua gloria, di concedere l’esaltazione della Santa Chiesa, la pace e la prosperità ai popoli cristiani, la conversione dei peccatori, la disfatta dei Suoi nemici.

«Si alzi Dio, e i suoi nemici saranno dispersi, e quelli che l’odiano fuggiranno davanti a lui» (Sal 68, 1).

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

25 novembre 2020

S. Catharina, Virgo et Martyr

https://www.aldomariavalli.it/2020/12/04/monsignor-vigano-ore-decisive-preghiamo-recitiamo-il-santo-rosario-nutriamoci-della-santissima-eucaristia-facciamo-penitenza/

L’ossessione del distanziamento il contagio più pericoloso


Mentre mi aggiro nel negozio sotto casa, assisto a questa scena. Un’anziana signora, che si avvia verso la cassa, si avvicina a un signore che sta a sua volta pagando.

“Ma che fa?” dice il signore voltandosi.

“Mi metto in fila” risponde la signora.

“E mi deve stare così vicino?” replica il signore.

“Mah… non mi sembra… mi scusi…” balbetta la signora, sorpresa.

“Mantenga il metro di distanza, se non le dispiace” intima l’uomo sventolando la mano e mostrando tutto il suo disappunto.

E la signora, mortificata, fa un passo indietro.

Episodio banale, direte. Forse. Però mi succede sempre più spesso di assistere a scene del genere.

Giorni fa, in una grande supermercato, quando mi sono rivolto a un addetto per chiedergli dove fosse un certo prodotto, l’uomo, un giovane sui trent’anni, prima di rispondermi ha fatto un passo indietro. E poco dopo, mentre stavo in fila in attesa di arrivare alle casse, sono stato testimone di un battibecco fra due clienti, perché l’uno accusava l’altro di non mantenere la distanza sociale.

Perfino in chiesa è divampata una discussione, davanti ai mei occhi, quando una signora ha accusato una ragazza di essersi seduta sulla sua stessa panca senza prestare attenzione al distanziamento.

Fra tutti gli effetti a lungo termine che il Covid ci lascerà, e con i quali dovremo fare i conti anche se e quando, voglia il Cielo, il virus si sarà tolto di mezzo, mi sa che questa faccenda della distanza sociale sarà tra le più evidenti. E pesanti.

Non che prima vivessimo esattamente in un mondo pieno di cordialità, disponibilità e fiducia reciproca. Però, a meno che tu non ti aggirassi armato di pistola o di clava, in genere non succedeva che mentre ti accostavi a un tuo simile quello per prima cosa arretrasse di un passo e ti guardasse con malcelato orrore.

Oggi, invece, per i nostri simili siamo tutti quanti potenziali untori. Anche se indossi la mascherina d’ordinanza, chi ti sta accanto non vede in te un suo simile, ma un nemico. Siamo alla versione riveduta e corretta, in peggio, del vecchio homo homini lupus.

Può darsi che le mie osservazioni siano segnate dal fatto che vivo in una metropoli, dove c’è maggiore possibilità di trovarsi a contatto con altre persone. Comunque, temo che la strada sia segnata.

Gli unici esseri viventi con i quali intratterremo un rapporto ravvicinato saranno i nostri animali domestici. Parleremo sempre di più con cani, gatti, pappagallini e tartarughine, e sempre meno con i rappresentanti della nostra stessa specie. E magari, per garantire il distanziamento sociale, ci affideremo ad appositi robot, pronti a intervenire, con le buone o le cattive, ogni qualvolta infrangeremo le norme dettate per il contenimento delle epidemie.

Il distanziamento sta prendendo piede a ogni livello. E da molti sintomi sembra di poter concludere che sia in corso soprattutto una presa di distanze dal buon senso.

Artefice primo di tale distanziamento è il terrore, diffuso a piene mani dai mass media. E così siamo obnubilati dal contagio emotivo, contro il quale non c’è vaccino che tenga.

“Il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”. Parola di Alessandro Manzoni, che di epidemie si intendeva. Ma rispetto alle vicende narrate dal vecchio don Lisander la situazione sembra di gran lunga peggiore. Il buon senso non c’è, o ce n’è pochissimo. E di giorno in giorno rischia l’estinzione. Al suo posto, ecco l’ossessione del distanziamento e l’illusione che lì ci sia la salvezza.

Mentre i drappi appesi alle finestre, con la scritta “Andrà tutto bene”, sono sempre più sbrindellati e sbiaditi,  pare proprio che abbiano ragione quei buontemponi del sito dedicato ai luoghi comuni al contrario, quando dicono che siamo tutti su barche diverse.

A.M.V.


Sui morti per Covid, sul vaccino e sul Natale – Danilo Quinto – 04.12.2020

993 morti contabilizzati il 3 dicembre 2020, dicono i dati ufficiali. Un record! Dopo 10 mesi dall'inizio dei “conteggi” non sappiamo – e non sapremo mai, a meno che non vi sia un “giudice a Berlino” che lo scopra e lo denunci – quali sono i morti “per Covid” o “con Covid”. Quel che sappiamo è che a fronte dei 993 italiani, i morti della stessa giornata sono stati 3.000 negli Stati Uniti, che ha più di 5 volte la popolazione italiana e che non vive i divieti italiani. Sarebbe anche interessante capire perchè solo in Italia - a differenza degli altri Paesi europei - aumentino i morti nonostante il lockdown duri ormai da oltre tre settimane. Sappiamo anche che l'attribuzione delle morti per Covid viene fatta sulla base delle indicazioni “larghe” dell'Istituto Superiore di Sanità, che – come avviene in altri Paesi, Francia, Spagna, per citarne solo alcuni – contribuiscono in maniera determinante a seminare terrore e ad eludere qualsiasi tipo di dibattito sulle misure che vengono prese e reiterate dal Governo, che non sono paragonabili neanche a quelle adottate durante la seconda guerra mondiale.

Qualche domanda. Quale protocollo di cure (e se centralizzato o affidato alle singole regioni o addirittura ai singoli direttori generali) viene praticato negli ospedali prima che la situazione della malattia precipiti e i pazienti siano ricoverati in terapia sub-intensiva e poi intensiva? Ai primi sintomi, viene fatta fare ai pazienti a casa dai medici di famiglia la cura (e quale cura?) o si attende che la situazione peggiori per ricoverare le persone in ospedale? Quale assistenza preventiva viene data ai milioni di italiani che sono da considerare “categorie a rischio”, per altre patologie o per età?

Non è tollerabile
 che il Governo NON INDICHI chiaramente ai cittadini con quali medicinali devono curarsi ai primi sintomi. Il Governo, attraverso le centinaia di esperti e "scienziati" di cui si avvale, sa che esistono medicinali per contrastare il virus al suo inizio. Perchè non dà queste informazioni e non chiede ai canali televisivi pubblici e privati di darle, lasciando che i cittadini (e tra questi, solo coloro che sono in grado di farlo) le cerchino da soli? A quale strategia e a quale condotta risponde questo di governare l'emergenza?

Questo Governo, che sta contando morti su morti, nonostante le norme liberticide che emana (l'Italia è tra i primi Paesi al mondo per numero di morti; sono ad oggi, più di 58.000 le persone dichiarate colpite e morte con causa Covid), sta iniziando una campagna ossessiva su fantomatici vaccini, di cui non si conosce nulla, se non il fatto che alcuni di essi modificano in modo irreversibile il patrimonio genetico umano, come denunciano scienziati liberi di tutto il mondo, che per grazia di Dio ancora esistono.

Questi scienziati sanno bene che a distanza di circa un anno dalla sua diffusione, di questo virus non si conosca nulla, se non quello che è emerso dalle autopsie, “sconsigliate” dal Ministero della Salute italiano e disposte – ad onore della loro professione – da medici italiani che hanno trasgredito a quella disposizione. Così come, molti medici liberi di tutto il mondo hanno già dichiarato che non si sottoporranno ai vaccini, perchè ancora non si conoscono le modalità con cui sono stati prodotti, la loro efficacia e la loro sicurezza. Questo Governo ha già dichiarato in Parlamento, attraverso il Ministro Speranza, che valuterà nel corso del tempo se rendere obbligatorio il vaccino e che il suo obiettivo è che il Paese, con il vaccino, raggiunga la cosiddetta immunità di gregge. Cosa che non è affatto certa, sempre a parere degli scienziati liberi, i quali sostengono che il Covid-19 avrà una storia analoga a quella di molti altri virus: durerà a lungo, come durò a lungo, all'inizio del secolo scorso, l'influenza spagnola.

Ieri sera, il commissario dell'emergenza – sapete, quello delle mascherine di cui non sono stati dotati gli operatori sanitari, che per questo, nei mesi febbraio, marzo e aprile, sono morti a centinaia, quello dei banchi con le rotelle, sui quali gli studenti non si sono mai seduti, quello che non ha garantito che in 6 mesi, dopo la prima ondata del virus, l'Italia si attrezzasse per affrontare questa pseudo-pandemia (si può chiamare così perchè perfino l'OMS ha dichiarato, sconfessando se stessa, che non si tratta di una pandemia) - ha dichiarato che il Governo si appresta a fare una “GRANDE CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE, SCIENTIFICAMENTE INATTACCABILE, AL VACCINO”. Ha aggiunto che che entro settembre 2021 sarà possibile vaccinare tutti gli italiani, anche con l'aiuto dell'esercito e che non è sua/loro intenzione obbligare gli italiani.

Gli italiani sanno che questo non è vero. Gli italiani già sanno che questo Governo, magari sollecitato dai suoi "padroni" dell'Unione europea, OBBLIGHERA' ALLA SOMMINISTRAZIONE DEL VACCINO. Molti italiani sanno di essere DISINFORMATI SULLE POSSIBILITA' DI CURE DOMICILIARI, CHE PUR ESISTONO. D'altra parte, questo è un Governo che ha già dimostrato di non voler avvalersi della cura con il plasma iper-immune, la cui efficacia è stata scientificamente documentata e che insieme agli anticorpi monoclonali sarebbe fondamentale per la cura del virus.

Sono innumerevoli gli errori commessi e le responsabilità gravissime di questo Governo nel corso dell'intero anno (dalla dichiarazione dello stato di emergenza del 31 gennaio 2020 ad oggi), sia sul piano sanitario, sia sul piano del disastro economico e sociale che è stato provocato e che sarà ulteriormente aggravato con l'ipotesi della patrimoniale, che prende sempre più corpo e che equivale a ledere il diritto alla proprietà privata. Del resto, anche l'uomo vestito di bianco si dice contrario alla proprietà privata. Che si vuole di più?

Di fronte a questi clamorosi errori e a queste gravissime responsabilità del Governo – purtroppo, ma è comprensibile, non venute ancora pienamente alla luce attraverso le indagini della magistratura, che pur sono in corso da parte di molte Procure della Repubblica – occorre mobilitarsi. Non può più trascorrere altro tempo. In altre situazioni storiche e politiche, un Governo come quello attuale – sorretto dall'ideologia catto-comunista che si è alleata con il pressapochismo demagogico dei grillini - sarebbe stato costretto alle dimissioni.

Non si può contare su una rappresentanza politica alternativa. Il centrodestra ieri ha fatto in piazza a Roma una timida protesta contro l'ultimo DPCM e contro lo smantellamento dei Decreti Sicurezza di Salvini. Non ha fatto, quindi, nulla. E nulla farà. Quello che “doveva” fare l'ha già fatto: sostenere con il voto il Governo nello scostamento di bilancio di 8 miliardi. Una follia!

Occorre mobilitarsi come singoli individui. Uno più uno. Con dignità e responsabilità. Con coraggio e determinazione.


Oggi, anche parlare e soprattutto ascoltare le persone, è di per sé un fatto rivoluzionario. Chi parla con le persone? Chi le ascolta? Chi le conforta? Milioni di persone sono sole. Smarrite. Impaurite, Terrorizzate. Non potrebbe essere diversamente dopo 10 mesi di bombardamento quotidiano di notizie sul “terrore”. Milioni di persone vivono il deserto intorno a loro. Non hanno più nessuno che parli loro del Cielo, della necessità di rivolgersi a Dio, di pregare, di pensare alla morte come paradigma della vita sulla Terra. Dei Sacramenti e delle Sante Messe, di cui questa Chiesa mondana e modernista può fare tranquillamente a meno. Che se ne fa, d'altra parte? Crede forse questa Chiesa (intesa come gerarchia ecclesiastica) in Dio che si è fatto Uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi? Crede in Cristo, che si è immolato sulla Croce per emendare dal peccato originale chi in Lui crede e dare una speranza di vita eterna? Crede nelle ammonizioni che la Santissima Vergine Maria ha rivolto a coloro che amano Suo Figlio? Crede nell'esistenza dell'Inferno e di Satana, che è il dominatore di questo mondo, che ha insidiato Cristo nei 40 giorni del deserto, così come insidia gli uomini – con il permesso di Dio – tutti i giorni della loro vita? Crede nel giudizio particolare e universale o pensa che saremo tutti salvati dopo aver vissuto su questa Terra una grande “stagione” - un “grande abbraccio” - di Fratellanza e Umanesimo Universale. La Chiesa fa da scendiletto al potere civile, perchè nel suo potere e nella Sua Santità, che discende direttamente da Cristo, non crede più.

Può credere nei piani di digitalizzazione e di controllo di massa affidati al “Grande Fratello” di Zuckerberg o di Bill Gates o alle parate ambientaliste di Greta Thunberg o agli obiettivi di sostituzione della popolazione che sono alla base del fenomeno migratorio favorito dalle elite massoniche e mondialiste o alle teorie di stampo comunista di redistribuzione delle ricchezze del pianeta – che si collocano nella strategia del “grande reset” del debito pubblico mondiale, discusso e deciso nelle riunioni di Davos del World Economic Forum, della Trilaterale del Club Bildeberger, dove non a caso partecipa il Segretario di Stato – o alla fenomenale propaganda “gender”, che induce decine di Parlamenti a promuovere leggi in netto contrasto con i princìpi del diritto naturale o alla demagogica, populista ed aberrante teoria per cui “basta essere poveri per essere salvi” o al piano in atto di eliminazione di tutte le iniziative di lavoro che conosciamo, per affidarle a sistemi di distribuzione planetari come quelli di Amazon, che nell'ultimo anno ha assunto circa 500.000 nuovi dipendenti.

Crede in queste o in tante altre cose, ma non crede più in Cristo. Per questa ragione – perchè crede in cose diverse dalla Parola del Signore – la gerarchia ecclesiastica non combatte la più grande operazione satanica della storia dell'umanità, che si sta svolgendo sotto i nostri occhi con il permesso di Dio, a partire da un virus creato in laboratorio in un Paese come la Cina, che rappresenta la più grande minaccia oggi esistente al mondo.

Solo Dio, se vorrà, potrà fermare l'empietà di questo “disegno del diavolo”, ma quelli che fino a poco tempo fa il “Gloria” chiamava “uomini di buona volontà” sono chiamati a combattere per la Verità e a rendersi martiri, se necessario, disobbedendo alle leggi ingiuste degli uomini e avendo il Padre che nei Cieli come loro unica ancóra di speranza e di salvezza.

Continui pure, signor Conte, a raccomandare quante persone devono ricevere nelle loro case gli italiani a Natale e a Capodanno, ad utilizzare la diretta televisiva per propagandare la “lotteria degli scontrini” - “Festa, farina e forca”, si diceva una volta - e per difendere se stesso e la sua fidanzata dall'accusa di aver utilizzato a fini personali l'auto di servizio, sulla quale c'è un'inchiesta in corso. A noi, signor Presidente del Consiglio, il suo presepe non piace.
https://gloria.tv/post/1YAWyHCXnZHbBiS3v9ggsSq8S

Dal trattato sui «Vantaggi della pazienza» di san Cipriano, vescovo e martire.   (Nn 13. 15; CSEL 3, 406-408)


Ciò che non vediamo, speriamo

«Chi persevererà sino alla fine sarà salvato» (Mt 10, 22; 24, 13): questo è comando salutare del nostro Signore e Maestro. E ancora: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8, 31, 32).

Bisogna perciò avere pazienza e perseverare, fratelli carissimi, perché, ammessi alla speranza della verità e della libertà, possiamo davvero arrivare alla verità e alla libertà. Il fatto stesso di essere cristiani è questione di fede e di speranza; ma perché la speranza e la fede possano arrivare a portare frutto, è necessaria la pazienza.

Noi non miriamo infatti alla gloria presente, ma alla futura, secondo quanto ammonisce l'apostolo Paolo, quando dice: «Nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza» (Rm 8, 24-25). L'attesa e la pazienza sono necessarie perché portiamo a compimento quello che abbiamo cominciato a essere e raggiungiamo quello che speriamo e crediamo perché Dio ce lo rivela.

In un altro passo lo stesso Apostolo, rivolgendosi ai giusti e a coloro con le buone opere e mettendo a frutto i doni ricevuti si procurano tesori per il cielo, insegna loro a essere pazienti dicendo: «Poiché dunque ne abbiamo l'occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede. E non stanchiamoci di fare il bene, e a suo tempo mieteremo» (Gal 6, 10. 9).

Egli ammonisce tutti a non venir meno nell'operare per mancanza di pazienza; nessuno distolto e vinto dalle tentazioni, desista nel bel mezzo del cammino della lode e della gloria, e rovini così le azioni precedentemente compiute, perché non porta a compimento quelle incominciate.

Infine l'Apostolo, parlando della carità, le unisce anche la sopportazione e la pazienza: «La carità», dice, «è paziente; è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, ... non si adira, non tiene conto del male ricevuto. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13, 4-5). Egli ci fa vedere così che essa può perseverare tenacemente per il fatto che sa sopportare tutto.

E altrove: «Sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace» (Ef 4, 2). Con ciò ha voluto dimostrare che non si può conservare né l'unità né la pace se i fratelli non si sostengono vicendevolmente con la mutua sopportazione e non serbano il vincolo della concordia con l'aiuto della pazienza.

https://www.maranatha.it/Ore/avv/avv1/letSABpage.htm

Morti di Covid, cosa c'è dietro le cifre della paura
Ormai risulta chiaro che sulle cifre della mortalità da Covid diffuse quotidianamente pesa enormemente l'incertezza sulle reali cause del decesso per chi risulta in qualche modo positivo al tampone. Ma quei numeri vengono usati per imporre regimi di emergenza, che a loro volta alimentano il panico per conservare il consenso.

Nuove tombe in Grecia per i morti di Covid
Uno spettro si aggira da molti mesi per l'Italia afflitta dalla pandemia di Covid: quello dei criteri con i quali vengono calcolati i morti del virus.
La situazione in merito è davvero paradossale. Da lungo tempo, anche da parte delle autorità sanitarie, si ammette che vengono considerati morti per Covid anche quanti erano affetti da altre patologie, ma sono risultati positivi al tampone diagnostico, pur senza avere alcuna certezza che l'infezione virale in questione sia stata la causa effettiva dei decessi. Eppure non soltanto questa esplicita ammissione non conduce le autorità a rivedere i criteri di conteggio per offrire cifre più affidabili, ma al contrario quei numeri tanto opachi vengono utilizzati spregiudicatamente dal governo, dal comitato tecnico-scientifico e dai grandi media come mezzo principale per indurre allarme nell'opinione pubblica e giustificare l'adozione di misure restrittive generalizzate alle attività economiche e alle libertà personali dei cittadini: come si sta verificando per l'ennesima volta proprio in questi giorni.
Già nello scorso giugno un report dell'Istituto Superiore di Sanità chiariva che per dichiarare un decesso da Covid occorreva la compresenza di quattro fattori: l'essere risultato positivo al tampone, un quadro clinico compatibile col virus, la “assenza di una chiara causa di morte diversa dal Covid”, e l'”assenza di un periodo di ricovero clinico” tra la malattia e il decesso. In pratica, se qualcuno era positivo al tampone, aveva febbre o altri sintomi propri anche del virus e non era certo fosse morto di altro,  pur soffrendo di altre patologie gravi (cancro, malattie caridovascolari, altre infezioni), poteva essere classificato automaticamente, a discrezione dei sanitari, come morto di Covid.
E non ci sono dubbi che i decessi siano stati, da allora, enumerati secondo queste maglie incredibilmente larghe. Lo dimostrano i dati forniti recentemente dalle regioni Lombardia e Piemonte, secondo i quali solo il 10% dei morti classificati come Covid proviene dalle terapie intensive. Il che significa che tutti gli altri sono etichettati come tali perché risultati positivi al tampone o al momento del ricovero o dopo la morte, e che il loro trapasso non è stato causato dal virus ma da altri fattori.
L'ambiguità nella conta delle vittime, e dunque la manipolabilità estrema di essa, non è soltanto italiana, ma comune ad altri paesi dell'Europa occidentale, nei quali si è instaurato da tempo un vero e proprio circolo vizioso tra “narrazione” allarmista ed enfatica sull'epidemia di Covid e politiche ormai note come “lockdown”.
In Italia, Francia, Regno Unito, Belgio, Spagna (oltre che in alcuni stati della costa Est degli Usa) il virus ha avuto, tra febbraio e maggio, un impatto in termini di mortalità e letalità molto maggiore che nel resto del mondo: soprattutto perché il Covid attacca con particolare forza soggetti molto anziani e debilitati da altre patologie legate all'età; e non soltanto le popolazioni di quei paesi figurano tra le più anziane del mondo, ma più spesso, per la disgregazione dei nuclei familiari, i loro anziani sono ospitati in strutture comunitarie come gli ospizi.
A ciò si aggiunge il fatto che nella fase iniziale dell'epidemia i governi di quei paesi hanno seguito in maniera pedissequa indicazioni  provenienti dall'Oms rivelatesi poi del tutto sbagliate, come quella di limitare lo screening diagnostico ai sintomatici, causando così una dicotomia tra ammalati abbandonati a casa senza nemmeno una diagnosi e pazienti disordinatamente ospedalizzati, con una vera e propria esplosione dei casi proprio tra i soggetti in cui il virus faceva maggiori danni.
Il panico prodotto dai picchi di mortalità segnati in primavera è stato il motore fondamentale che ha spinto quei governi ad adottare come principale misura per contrastare il virus il “distanziamento sociale”: non soltanto sospensione della didattica nelle scuole e degli eventi di massa, ma un vero e proprio confinamento esteso all'intera società, lasciando operative soltanto le attività essenziali. Nella fase successiva, però, i regimi di eccezione instaurati a partire dall'adozione di quelle misure – per cui in Italia si è giunti alla proroga ripetuta di uno stato di emergenza già non previsto dalla Costituzione – hanno cominciato ad autoalimentarsi e conservarsi proprio grazie alla “narrazione” catastrofista: veicolando la tesi di una costante minaccia pandemica pronta a riesplodere, poi identificata con la tante volte evocata “seconda ondata” autunnale, e indicando la fine della minaccia soltanto nell'arrivo del vaccino, evocato con toni escatologico-millenaristici.
In sintesi, il panico ha alimentato i regimi di emergenza, e a loro volta i regimi di emergenza, per giustificarsi e conservare il consenso, hanno alimentato il panico.
A tale scopo sono stati utilizzati in maniera spregiudicata sia i risultati dei tamponi (con la equiparazione indebita tra positivi, in realtà per la quasi totalità asintomatici, e ammalati), sia i numeri dei ricoveri (gonfiati enormemente dall'ammissione di positivi paucisintomatici che avrebbero potuto molto meglio essere seguiti a domicilio) sia, infine, le cifre dei morti, fornite senza le necessarie specificazioni, ma in realtà costruite in base ai criteri amplissimi esposti sopra.
La dimostrazione di ciò è data dal fatto che da quando, con la stagione autunnale, in tutta Europa i contagi sono decisamente aumentati si riscontra una sensibile differenza, nel numero delle vittime, tra i citati stati euro-occidentali e il resto del continente; o, per essere più precisi, tra gli Stati che hanno continuato ad adottare politiche di lockdown e quelli che hanno rifiutato di farlo, promuovendo alcune restrizioni ma mantenendo in massima parte la normalità della vita economica e sociale (paesi scandinavi e slavi in primo luogo, ma anche in misure diverse Germania, Austria, Svizzera, Belgio, Olanda). Mentre nei primi il tasso di letalità, pur decisamente inferiore a quello di primavera, sale spesso su livelli superiori all'1%, nei secondi si mantiene bassissimo, spesso tendente più ai millesimi che ai centesimi.
E' evidente, dunque, che in questi ultimi il computo avviene con criteri molto più restrittivi e selettivi. In tal caso, si deve giungere alla conclusione che i lockdown sono figli di una campagna manipolatoria di disinformazione. E se pure per avventura non fosse così, allora vorrebbe dire che la gestione del contrasto all'infezione, nel primo gruppo di nazioni, è talmente inefficiente da provocare molti più morti, e che dunque le politiche di lockdown sono del tutto sbagliate.
In entrambe le eventualità, l'emergenzialismo sanitario emerge inequivocabilmente come una risposta sbagliata: o per dolo, o per colpa. 
Eugenio Capozzi

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