Persecuzione-Cristiani-Antica-Roma-Pagana-Jean-Léon-Gérome
Persecuzione Cristiani Antica Roma Pagan, di Jean-Léon Gérome

di Un sacerdote

Questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre” (Lc 22, 53)

Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero d’assedio l’accampamento dei santi e la città diletta” (Ap 20, 9)

Caro Sabino è un sacco di tempo che desideravo scriverti, ma è come se il susseguirsi travolgente di tutti gli eventi di questi ultimi tempi, sia nel campo ecclesiale che sociale, politico e sanitario, non mi desse il tempo di focalizzarmi su qualche punto particolare. Specialmente attendevo un segnale positivo dalla vicenda delle lezioni americane, ma ormai sappiamo come è andata a finire. Sembra proprio che tutti i nemici interni ed esterni della Chiesa (ma che sono inevitabilmente anche nemici dell’uomo in quanto creato da Dio) circondino da ogni parte ogni segno che tenti di testimoniare la presenza di Cristo in quanto Giudice sovrano della storia: un potere più o meno direttamente satanico si sta insediando in ogni dove.

È un processo che sembra inarrestabile, una sorta di schiacciasassi travolgente che dà l’idea che l’ora delle tenebre abbia appena iniziato a scandire la sua malefica cronologia. Mi sembra che di fronte a questa forma di impero satanico noi cristiani ci troviamo in una situazione analoga a quella a cui si trovarono i primi cristiani al tempo delle persecuzioni. Veniva loro proposto di bruciare incenso al cesare di allora, come segno che riconoscevano la sua divinità. Ora il nuovo cesare è questa forma di statalismo moderno che, divinizzando se stesso, vuole obbligarci a consegnare a questo Leviatano divoratore ogni aspetto della nostra libertà personale, così da ottenere come risultato di questa schiavitù accettata la sopravvivenza di tutti come unica forma di liberazione dalla altrimenti inevitabile guerra di tutti contro tutti (homo homini lupus). Orrida scimmiottatura menzognera di quanto propose Cristo dicendo: “Se rimanete fedeli alla mia parola [cioè accetterete di riconoscere la mia divinità], sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8, 31-32). Non più servi ma amici (cfr. Gv 15, 15)!

In particolare, il piano mondiale di vaccinazione si sta dimostrando sempre più come una vera e propria religione pandemica (sono in tanti, grazie a Dio, a denunciarlo), una religione che ha pure trovato nel papa il suo sommo cappellano, un papa del resto prono ormai ad apporre la sua firma ai piani distruttivi del mondialismo / globalismo supremo che allunga i suoi tentacoli sul mondo. Oltre quindi alle motivazioni di carattere scientifico ed etico (non scontate) che portano a rifiutare di diventare cavie di una sperimentazione dai confini più che nebulosi e con conseguenze potenzialmente gravissime nel medio e lungo termine (ma neanche nell’immediato c’è da stare tranquilli!) credo sia necessario sottolineare che una motivazione forte da aggiungere (direi anche la più importante, da un certo punto di vista) è che non possiamo accettare questa vaccinazione perché in fondo è come se accettassimo di bruciare una nuova forma di incenso sull’altare di questo potere che deifica se stesso  e che, sorta di Minosse dantesco, “giudica e manda secondo ch’avvinghia” (Inferno, V, 6), decidendo del colore dei gironi in cui richiuderci, delle modalità di toglierci il respiro con le famigerate mascherine e via dicendo, crepi pure l’economia e la salute mentale di tanti in nome di una sopravvivenza ad un virus di cui nessuno nega l’esistenza ma che le statistiche ufficiali mediche sulla effettiva mortalità restituiscono alla realtà di una influenza certo infettiva e dalla gravità non trascurabile, ma curabilissima a casa con farmaci dal basso costo, come ampiamente dimostrato. Ma il sinedrio dei Big Pharma questo non può certo accettarlo e censura e condanna a morte mediatica ogni tentativo in proposito.

Caro Sabino, come sono attuali le parole dell’apostolo Pietro, quando scrive: “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede” (1 Pt 5, 8-9)! Fede, ci vuole tanta fede. Dio ce la doni. Imploriamolo di più tutti insieme, noi che, pur nella nostra piccolezza, vogliamo che sia lui il vero Dio della nostra vita. La qual fede poi ci assicura che l’illusione feroce di chi circonda l’accampamento dei santi, simili alle orde schiaccianti degli orchi che circondavano il manipolo di valorosi che stava davanti alle porte di Mordor per l’ultima battaglia, saranno sorprendentemente annientate dall’azione di grazia di Dio, misteriosa, certo, nei tempi e nei modi, ma sicura: “un fuoco scese dal cielo e li divorò” (Ap 20, 9). Questo sarà naturalmente quando Dio vorrà. Invochiamo che sia presto: “Vieni Signore Gesù” (Ap 22, 20). Temo che la notte delle tenebre sarà molto lunga, aiutiamoci a tenere alta la guardia: “custos quid de nocte?” “sentinella quanto resta della notte?” (Is 21, 11). Il Signore ci interroga, chiedendoci di testimoniarlo in questa prova.

Grazie sempre del tuo splendido lavoro.

https://www.sabinopaciolla.com/siamo-come-i-primi-cristiani-al-tempo-delle-persecuzioni/