ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 17 febbraio 2021

La fantasia dei cristiani più che il loro spirito si inventa qualsiasi tipo di rinuncia

Il vescovo di Magonza apre alla benedizione per le coppie gay


 
Il vescovo di Magonza, diocesi tedesca sita nell’omonima città, ha aperto alla possibilità di benedire e di accompagnare le coppie omosessuali. La notizia è rimbalzata su tutte le principali agenzie, per quanto non sia la prima volta che un membro di un episcopato, soprattutto in Germania, si esprima in questi termini. Le dichiarazioni del presule vanno interpretate a partire dal più ampio contesto del “Concilio interno” o “Sinodo biennale” che l’episcopato teutonico sta celebrando.

Tra i punti sollevati prima e durante l’appuntamento della Chiesa tedesca, del resto, c’è proprio un rinnovato rapporto tra dottrina cattolica e omosessualità. Di pastorale Lgbt si parla anche in Italia, per esempio a Bologna, dove l’arcivescovo e cardinale Matteo Maria Zuppi si è dimostrato aperto a questo genere d’iniziative, ma i vescovi della Germania sembrano avere un obiettivo in grado di dare vita ad una vera e propria rivoluzione culturale. Almeno per quel che riguarda gli ambienti ecclesiastici. Dalle nostri parti il dibattito è limitato, mentre in Germania è difficile comprendere se e come sia azionabile un freno rispetto ai dettami del Catechismo.


Monsignor Peter Kohlgraf, il vescovo balzato agli onori delle cronache in queste ore, ha detto la sua attraverso una rivista diocesana, ma è solo una voce tra le tante: esiste una vera e propria spinta, proveniente peraltro anche se non soprattutto dal laicato progressista che è vicino agli ambienti episcopali, che punta, dal punto di vista dei conservatori, allo sconvolgimento dottrinale, con aperture sempre più marcate verso regole e prassi che destrutturerebbero il cattolicesimo per come lo abbiamo conosciuto.

Stando a quello che abbiamo appreso qualche anno fa in relazione al discusso tema delle benedizioni, uno dei primi fautori della bontà di procedere con la concessione nei confronti delle coppie gay era stato il cardinale Schonborn, che era tuttavia considerato un ratzingeriano, e anzi un papabile per la successione in continuità di Benedetto XVI, prima dell’avvento di papa Francesco. Insomma, si tratta di una “battaglia” già in corso. E il vescovo di Magonza ha soltanto aggiunto un capitolo. Anche il vescovo di Dresda, un altro teutonico, ha rilasciato dichiarazioni più che possibiliste qualche anno fa.

Il Sinodo tedesco sta discutendo di questo aspetto come della possibilità di creare delle sacerdotesse o di quella di allargare il campo della gestione dei sacramenti ai laici: in gioco, a ben vedere, c’è più dell’eventualità di benedire o meno le persone che decidono di contrarre un’unione civile. Anche Jorge Mario Bergoglio, del resto, ha espresso il proprio favour pubblico alle legislazioni che prevedono d’intervenire con dei provvedimenti sulla “convivencia civil”. A stupirsi ormai è soprattutto la cosiddetta destra ecclesiastica, mentre il sentiero tracciato per il futuro della Chiesa cattolica appare evidente ai più.

A Limburg, all’inizio del 2021, è iniziato un percorso di discernimento interno alla realtà ecclesiastica per consentire ai consacrati di decidere sulle benedizioni alle coppie gay: un’altra delle tante circostanze in cui quella sensibilità, che è osteggiata pure da qualche cardinale vicino all’ortodossia dottrinale, viene declinata. A conti fatti, è abbastanza facile prevedere che l’episcopato tedesco adotti in larga parte l’estensione del rito liturgico in oggetto. Difficile è invece provare a prevedere la reazione di Roma, nel senso della Santa Sede.

Non a caso, nel corso di questi ultimi due-tre anni, in tanti hanno iniziato a parlare di “pericolo scisma”. I vescovi tedeschi sembrano decisi ad apportare delle modifiche strutturali tanto alla dottrina quanto alla prasi. E il tutto potrebbe avvenire prescindendo dall’opinione del vescovo di Roma. Il Papa ha lasciato intendere, mediante una lettera, di non essere troppo incline ad assecondare fughe in avanti, ma il processo avviato in Germania si sta dimostrando acquisito nel basso delle realtà parrocchiali o diocesane. Non solo il cardinale Reinhard Marx e gli alti ecclesiastici: buona parte dei consacrati sembra ormai convinta della bontà dei cambiamenti ipotizzati.

Francesco Boezi
17 FEBBRAIO 2021

IN QUARESIMA SENZA DIO

La Chiesa austriaca apre al “digiuno” ambientalista

I vescovi austriaci hanno proposto di privarsi dell’uso della macchina in rispetto per l’ambiente come penitenza quaresimale. Ma l’ascesi senza di Dio è idolatria. Dal Medioevo in poi la disciplina è mutata, dimostrando come l’assenza di una proposta lasci spazio al criterio del mondo che allontana i fedeli da Cristo facendoli concentrare su di sé.

Non è una novità che la Quaresima attivi ormai la fantasia dei cristiani più che il loro spirito: ci si inventa qualsiasi tipo di rinuncia, pur di non abbracciare con serietà e rigore la disciplina tradizionale della Chiesa, ormai ridotta ufficialmente a ben poca cosa.

L’iniziativa della Chiesa cattolica austriaca, mano nella mano con i fratelli separati protestanti, è semplicemente il segno dello “pneumicidio” consumato: lo spirito del mondo ha definitivamente soffocato e soppiantato lo Spirito di Cristo.

La proposta Autofasten è quanto di più triste e sconsolante si possa vedere in questo avvio di Quaresima; il “digiuno” proposto dalla “commissione ambiente” (sic!) della Chiesa austriaca e della comunità protestante è quello di lasciare l’auto nel proprio garage e girare a piedi, in bicicletta o utilizzando i mezzi pubblici. E’ possibile iscriversi all’iniziativa anche come scuole o gruppi giovanili e valutare il proprio profilo “ambientale” con un test rapido da compilare online. Un “esame di coscienza” facile, comodo e veloce: basta inserire il proprio nome, la regione in cui si vive, i chilometri che mediamente si fanno in auto, con mezzi pubblici o a piedi, specificare se l’automobile è a gasolio, benzina o metano e in un batter d’occhio avrete chiaro di quanta emissione di CO2 siete responsabili. Potrete così verificare se, dopo l’impegno quaresimale, sarete diventati più virtuosi, più amici dell’ambiente e festeggiare degnamente la rinascita primaverile della natura, che, coincidenza vuole, si verifichi proprio in concomitanza con la vetusta e monotona festa cristiana della Pasqua. Ovviamente i dati sensibili sono tuelati dalla privacy, termine barbaro che pare intenda sostituire, con maggiori tutele legali, l’antiquato segreto confessionale.

La diocesi di Innsbruck cavalca subito l’iniziativa riportando il “magistero” della VCÖ, l’organizzazione austriaca sulla mobilità ed il trasporto, di taglio chiaramente ecologista: "L'Austria è il paese delle brevi distanze - e dei brevi viaggi in auto. 1/5 degli spostamenti in auto è più breve di due chilometri e mezzo". Orrore! Bisogna correre ai ripari, dunque; e quale occasione migliore della Quaresima? La diocesi invita così a prendere parte alla campagna "digiuno d'auto - muoversi in modo sano" ricca di “proposte settimanali on-line, che incoraggiano a scoprire consapevolmente il proprio potenziale di mobilità in questa Quaresima - soprattutto per quanto riguarda le brevi distanze” e “per convincere il loro "AUTOmatismo" interiore che possono anche gestire più di uno o due chilometri (con qualsiasi tempo metereologico) a piedi o in bicicletta, e affrontare le voci (interne ed esterne) di dissenso”.

In apertura della pagina web di Autofasten c’è persino l’immancabile faccione sorridente del Cardinal Schönborn (nella foto in alto) a rassicurare e incoraggiare tutti: “I quaranta giorni di preparazione alla Pasqua devono essere una vera Quaresima. A fianco della rinuncia ad alcuni cibi, dev’esserci anche la modifica di alcune abitudini di vita. Il digiuno dell’automobile propone una buona opportunità di ripensare le proprie abitudini e di rimodulare nuovamente il rapporto con l’ambiente”. Che una vera Quaresima possa consistere in una rimodulazione del rapporto con l’ambiente è l’ammissione che ormai il rapporto con Dio è un optional. Si dirà che questa è una delle tante iniziative, che non intende sostituirsi alla disciplina ecclesiastica; si dirà che, dopotutto, avendo il peccato incrinato anche il rapporto dell’uomo con la creazione, non c’è niente di male a proporre digiuni “ecologici” e così via.

In verità sono proprio queste giustificazioni a rivelare quale grave malanno affligga la Chiesa. E’ una specie di malattia autoimmune, che porta i cattolici – in particolare i pastori – ad aggredire tutto ciò che è proprio del Corpo mistico e permettere invece ad ogni genere di patogeno del mondo di entrare. E con l’ascesi, in particolare quella propria della Chiesa universale nel tempo quaresimale, è successo esattamente così.

La Quaresima era caratterizzata da sei settimana di astinenza totale, incluse le domeniche, dalla carne e da ogni cibo di provenienza animale, eccezion fatta, almeno in Occidente, per il pesce. Era prescritta anche l’astinenza dal vino. Inoltre il digiuno doveva essere osservato ogni giorno, tranne la domenica, e consisteva in un unico pasto da consumare a Vespro. Le mitigazioni vennero introdotte dapprima moderatamente, per consentire un piccolo sollievo per le fatiche del lavoro dei campi; per lo più si trattò di anticipare l’ora del pasto a Nona e poi a Sesta, introducendo una frugale collatio serale, ossia un bicchiere di vino con un po’ di pane, ai quali di seguito venne aggiunta anche della verdura. In Occidente, nel periodo medievale si iniziò anche a concedere la manducazione di latticini, seguita poi dalle uova, rimanendo però rigorosamente proibito l’uso delle carni.

Pur decisamente affievolito, il digiuno e l’astinenza quaresimali continuavano a caratterizzare tutto il popolo cristiano, nel suo cammino penitenziale e di purificazione per l’intera durata della Quaresima; la normativa più recente ha inferto un colpo mortale a questa pratica del popolo di Dio, portando gradualmente, ma inesorabilmente, alla scomparsa di una disciplina comune degna di questo nome: l’astinenza dalle sole carni è osservata esclusivamente nei venerdì di Quaresima (in teoria, anche negli altri venerdì dell’anno, ma con la scusa della possibilità di essere commutata, quasi più nessuno la osserva), mentre il digiuno è sopravvissuto in soli due giorni all’anno (Mercoledì delle Ceneri e Venerdì Santo)!

Questa retrocessione progressiva e inesorabile della disciplina alimentare tradizionale ha lasciato immensi spazi aperti, dentro i quali si è riversato il mondo, con le sue logiche che nulla hanno a che vedere con quelle cristiane. Fa riflettere vedere come i laici delle chiese ortodosse, nemmeno troppo praticanti la vita sacramentale, siano però più attenti all’osservanza delle pratiche quaresimali: anche i più semplici sanno quando iniziare l’astinenza delle carni, quando quella dei latticini e delle uova e cerchino di prestarvi attenzione, modificando le proprie abitudini in modo significativo, non secondo il verbo ambientalista e salutista, ma secondo il comando di Cristo. Nessuna idealizzazione del mondo ortodosso, ma sicuramente fa riflettere vedere come anche nel 2021, persone laiche che devono lavorare otto o più ore al giorno, possono osservare comunque un digiuno e un’astinenza certamente più consistenti di quanto ormai si faccia nel mondo cattolico. Disciplina che ha già il vantaggio di risparmiarli dalla stupidità del digiuno dell’automobile e altre invenzioni simili. E non è poco.

Si fa veramente fatica a comprendere come i vescovi austriaci non riescano ad accorgersi dell’evidenza: con questa iniziativa (e similari) l’ascesi, che ha come suo scopo fondamentale la purificazione dell’uomo dalle passioni, perché possa essere più recettivo della grazia di Dio, nella chiamata alla divinizzazione, viene finalizzata ad altro. Ma l’ascesi o è per Dio o è meretricio. Tutto quello che deriva da essa, inclusa una relazione con la creazione (non l’ambiente!) più ordinata, è l’effetto del ristabilimento del rapporto con Dio. E’ il Regno di Dio che dev’essere cercato e il resto è dato in più e non il contrario. E’ così difficile da capire?

Luisella Scrosati

https://lanuovabq.it/it/la-chiesa-austriaca-apre-al-digiuno-ambientalista

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