Germania: un cattolico su tre
pensa di lasciare la Chiesa
Cattedrale di Friburgo in Brisgovia, Germania
Le cifre sono ostinate: secondo i risultati di un sondaggio condotto dall’istituto di sondaggi INSA Consulere, pubblicato l’11 marzo 2021, un terzo dei cattolici tedeschi penserebbe di lasciare puramente e semplicemente la Chiesa cattolica. Questi risultati confermano un sondaggio precedente.
Nel 2019, un totale di 272.771 cattolici tedeschi hanno ufficializzato la loro decisione di abbandonare la Chiesa: un numero record. Per quanto riguarda il 2020 probabilmente le cifre non saranno inferiori, ma saranno rese note prima dell’estate prossima.
La tendenza che emerge dal sondaggio pubblicato per conto del Die Tagepost preoccupa molte persone oltre il Reno.
Le ragioni addotte per tale decisione sono soprattutto centrate sulla percezione di una cattiva gestione degli abusi sessuali nella Chiesa tedesca: questa ragione è addotta dal 33% dei cattolici.
Ma questa causa in molti ne nasconde un’altra, la quale è espressa dai più giovani: il pagamento dell’imposta ecclesiastica obbligatoria.
In Germania, quando uno si dichiara cattolico – o protestante – paga un’imposta ecclesiastica pari all’8 o 9% della sua imposta sul reddito. Tale imposta viene versata alla Chiesa cattolica o alla confessione protestante indicata.
Il solo modo per evitare tale imposta consiste nel presentare una dichiarazione in cui si dichiara di essere senza religione.
In questo caso, il dichiarante non è più autorizzato a ricevere i sacramenti e si vede privato del diritto di avere una sepoltura ecclesiastica. Tali conseguenze pesano ben poco nelle scelte dei giovani tedeschi, che hanno un tenore di vita largamente secolarizzato.
La questione del mantenimento di una tassa ecclesiastica, che spinge molti giovani attivi ad apostatare, è stata sollevata da alcuni vescovi tedeschi, senza molto successo: bisogna dire che alla vigilia della crisi del Covid-19, la crescita dell’economia tedesca ha permesso alla Chiesa d’oltre Reno di incassare 6,76 miliardi di euro. Cosa senza precedenti.
La conferenza episcopale preferisce concentrarsi su un processo sinodale che dovrebbe attrarre i fedeli: il ruolo dei laici e delle donne, un aggiornamento della morale, una revisione del giudizio sull’omosessualità e un cambiamento nelle strutture di potere nella Chiesa.
Una vana fuga in avanti
Questa via è senza uscita, per due motivi.
Da un lato, perché la tendenza al ribasso dovrebbe continuare nei prossimi anni: secondo uno studio dell’Università di Friburgo pubblicato nel 2019, il numero di cristiani che pagano la tassa di culto in Germania dovrebbe dimezzarsi da qui al 2060. Questo tenendo conto del numero di battesimi, dell’attuale tendenza ad uscire dalla Chiesa e del calo della popolazione tedesca.
Per altro verso, perché il cammino sinodale è un vicolo cieco. I danni saranno considerevoli: perché o il processo sarà rivisto per rimanere nei limiti della fede cattolica, e questo sarà un’immensa delusione per molti dei protagonisti che lasceranno la Chiesa; oppure si formalizzerà lo scisma tedesco e la Chiesa in Germania si scioglierà.
Tristi prospettive…
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