ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 16 marzo 2021

Tanto tuonò che piovve

DUBBI SUL VACCINO

Stop Astrazeneca: è l'8 settembre del mito vaccinista

L’impatto della notizia del ritiro di Astrazeneca secondo la miglior tradizione di panico post sconfitta: una sorta di 8 settembre, con conseguente confusione della gente. Le istituzioni ostentano tranquillità, ma nessun vaccino ha tali e tante reazioni avverse. Che cosa sappiamo finora? La decisione del governo tedesco dopo che il Paul-Ehrlich-Institut ha raccomandato la sospensione per un aumento di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale in concomitanza delle vaccinazioni. Ostentare una fede granitica non è scientifico. 



Tanto tuonò che piovve. Dopo giorni di notizie sulle reazioni avverse del vaccino Astrazeneca, comprese alcune morti in persone giovani e sane, dopo la sospensione del vaccino in diversi Paesi, da quelli scandinavi all’Irlanda, ieri Germania, Francia, Spagna e Italia hanno sospeso le somministrazioni di quello che i media superficiali continuano a definire “l’antidoto” per il Covid. Per quanto riguarda l’Italia, l’impatto della notizia è stato degno della tradizione nazionale di panico post sconfitta: una sorta di 8 settembre, con la conseguente confusione e smarrimento della gente. Nei grandi centri si è potuto assistere a scene poco edificanti. A Roma la gente già in coda per sottoporsi al vaccino intorno alle 16, quando è arrivato dall’Aifa l’ordine del rompete le righe è stata mandata a casa dagli operatori della Protezione Civile. Dapprima la costernazione, poi le proteste, e infine la Rete ha fatto rimbalzare la notizia che ha stupito molti: Astrazeneca è stato ritirato su tutto il territorio nazionale.

Qualcuno già parla di vittoria dei sedicenti No Vax. La realtà è ha prevalso il buon senso scientifico. Certo, molti, a partire dai politici inebriati dall’avanzata militaresca delle operazioni di vaccinazioni a tappeto, già si affretta a rassicurare il popolo: è solo uno stop momentaneo, una ritirata strategica. Presto torneremo nelle strade a vaccinare uno per uno tutti gli italiani. Luca Zaia ha definito la sospensione “un duro colpo”. Per chi? Si tratta in realtà di un atto dovuto, motivato dal numero anomalo di effetti collaterali, anche gravi. Nessun vaccino utilizzato ad esempio per le vaccinazioni pediatriche ha tali e tante reazioni avverse, con l’eccezione molto parziale del Vaccino Morbillo Parotite Rosolia e Varicella. Un vaccino che ha in comune con l’Astrazeneca per il Covid un dettaglio: avere utilizzato nella sua preparazione cellule di feti umani abortiti. Un dato su cui dovrebbero riflettere quei cattolici che con acrobatiche evoluzioni teologiche e ben poche conoscenze scientifiche hanno disquisito sulla liceità morale di questi vaccini. Ma le ipotesi sul perché di questa reattogenicità del vaccino anglo svedese devono essere ancora accertate, a partire da ipotesi molto interessanti e già documentate sulla loro capacità di creare gravi reazioni vascolari. Fuori dall’Italia, una analisi scientificamente molto interessante sugli effetti collaterali di Astrazeneca è quella che è giunta dal prestigioso Paul-Ehrlich-Institut, in Germania.

La decisione del governo tedesco, che finora aveva cercato di minimizzare i dati relativi alle reazioni avverse, è venuta dopo che il Paul-Ehrlich-Institut ha raccomandato la sospensione delle vaccinazioni con AstraZeneca a seguito dell’analisi dei casi finora verificatisi. Gli esperti del Paul-Ehrlich hanno identificato un notevole aumento di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale molto rara (trombosi della vena sinusale) in connessione con una carenza di piastrine (trombocitopenia) e sanguinamento temporale in concomitanza alle vaccinazioni. I dati verranno trasmessi, ulteriormente analizzati e valutati dall'Agenzia europea per i farmaci (EMA). Le vaccinazioni con il vaccino di AstraZeneca in Germania saranno dunque sospese fino al completamento della valutazione dell'EMA. Il Paul-Ehrlich-Institut consiglia infine che le persone che hanno ricevuto il vaccino di AstraZeneca e si sentono sempre più male più di quattro giorni dopo la vaccinazione, ad esempio con mal di testa grave e persistente o sanguinamento puntuale della pelle, dovrebbero cercare immediatamente un trattamento medico

La decisione tedesca ha influenzato anche le politiche di altri Paesi, compreso il nostro, che sembra tuttavia aver preso questa decisione con molta riluttanza. “Finora in Italia sono state somministrate quasi 7 milioni di dosi di vaccino. La sorveglianza di Aifa e del nostro Servizio sanitario nazionale ha registrato limitatissimi eventi avversi gravi. La sospensione temporanea delle somministrazioni del vaccino AstraZeneca è stata decisa in via soltanto precauzionale in accordo con Germania e Francia”. Così ha dichiarato non senza un certo imbarazzo il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. Mentre i già vaccinati cominciano a farsi qualche domanda sulla sicurezza di quanto gli è stato iniettato, mentre altri si chiedono che ne sarà della seconda dose prevista, il Ministero si dice certo che l’Ema confermerà a breve la bontà del vaccino e chiarirà ogni dubbio “in modo da poter ripartire al più presto e in completa sicurezza con la campagna vaccinale”.

Una fede granitica, dove ogni dubbio è assente.

Paolo Gulisano

- VACCINI E FETI ABORTITI, L'ALTERNATIVA C'È di Marco Lepore 

https://lanuovabq.it/it/stop-astrazeneca-e-l8-settembre-del-mito-vaccinista

IL PIANO DEL GOVERNO

Studenti ostaggio del vaccino, ma è in DaD che si ammalano

Il governo manda avanti un sottosegreario (Sasso, Lega) per iniziare a instillare il messaggio che ad aprile non si tornerà tra i banchi: «Scuole insicure, costretti alla DaD, puntiamo a settembre col vaccino». Ma non ha la più pallida idea di quali siano i numeri dei contagi a scuola. L'avversario degli studenti non è il Covid, ma una classe politica che non si rende conto dei disastri psicologici ed educativi che sta facendo la didattica a distanza. 

Secondo il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso, le scuole sono state chiuse perché non sono luoghi sicuri e riapriranno soltanto a settembre a patto che nel frattempo si sia proceduto col vaccino.

Il potere dei sottoposti. Non si può affidare una notizia come questa a un sottosegretario, e per giunta a un sottosegretario che non conosce la differenza tra Topolino e Dante Alighieri.

Però, quando il giornalista dell’Adnkronos che lo ha intervistato gli ha chiesto qualche dato sui contagi lui ha detto di non averne e di essere fermo a novembre. Dunque: dicembre, gennaio, febbraio e marzo. Mancano 4 mesi all’appello, ma Sasso, membro del governo Draghi in quota Lega, non ha la più pallida idea di che cosa sia successo in questi mesi tra i banchi.

Mesi nel corso dei quali gli studenti hanno fatto didattica in presenza solo per metà settimana. Affermare, quindi, come ha fatto, che le scuole non sono luoghi sicuri come ci hanno detto per un anno, per il solo gusto di attaccare il precedente governo (i cui azionisti erano gli stessi con cui ora lui governa) non è solo ridicolo, ma anche irresponsabile. Certo, ci sono stati casi di covid tra gli studenti, ma questo ha portato a focolai stile Codogno? No.

Frasi dette un po’ così, per avere un titolo d’agenzia, che non hanno alcun senso, ma che hanno uno scopo: mandare avanti intanto il sottosegretario per preparare il terreno e cominciare a far entrare la gente nell’ottica del non ritorno a scuola. Poi sarà il turno del ministro e infine del premier.

Il messaggio è chiaro: ad aprile non si tornerà sui banchi e le scuole non riapriranno in presenza, perché per riaprire a settembre serve il vaccino. Da un sottosegretario all’Istruzione ci si aspetta invece che comunichi con certezza quando suonerà di nuovo la prima campanella, invece la sua risposta è agghiacciante: «La partita in vista del rientro a settembre si gioca innanzitutto sulle vaccinazioni. Occorre accelerare per poter ripartire in presenza». E scusi, Sasso, ma di aprile e maggio che cosa ne facciamo? Non pervenuto.

Far rientrare anche la scuola nella logica delle vaccinazioni significa tenere in ostaggio i ragazzi che stanno pagando il prezzo più alto di questa pandemia. E poi: vaccineranno gli anche gli studenti? Mancano informazioni, l’importante è far partire il messaggio che «forse dopo Pasqua non si riapre». È già successo, questa è la tecnica: adombrare chiusure ulteriori con i personaggi minori e poi colpire con i titolari quando il cittadino è ormai entrato nell’ottica.

Sulla base di che cosa Sasso, che di mestiere fa l’insegnante, ma non l’epidemiologo e che – ripetiamo – dice di non avere dati a diposizione da novembre, sostiene che la scuola non sia un luogo sicuro?

Invece la scuola è uno dei luoghi meglio controllabili, come ha spiegato anche alla Bussola il professor Paolo Crepet: «Una classe ha al massimo 30 alunni, la professoressa può far rispettare le norme sul distanziamento e sull’utilizzo delle mascherine immediatamente, a fine lezione si può cambiare l’aria». Insomma: la scuola in realtà è un luogo assolutamente controllabile. Ma che non si vuole controllare perché l’investimento dei venditori di tecnologia deve essere soddisfatto ancora a lungo.

Infatti, il nostro Sasso se ne esce anche con un assist alla didattica digitale: «Oggi va fatto un passo in più: dobbiamo formare dirigenti e docenti anche affinché puntino all'empatia digitale più che al nozionismo. Ed anche rilevare i problemi di connettività, costruendo un'anagrafe digitale che riguarda circa 40mila edifici». Tutto chiaro? Gli obiettivi del Governo sono di digitalizzare ancora di più, dotare ogni scuola di ogni possibilità tecnologica per proseguire così l’esperienza della DaD, che ormai tutti i genitori possono constatare è malsana e pessima.

Empatia digitale, poi, è un’espressione che fa venire l’orticaria e che è detta da chi, sicuramente, ignora come la DaD sia principalmente un problema educativo e psicologico.

Si moltiplicano gli appelli di psichiatri e educatori: i ragazzi si stanno ammalando, di solitudine, di depressione, di disturbi del sonno e dell’alimentazione, di motivazione, di on line brain, di dipendenza, chiusi nella loro caverna. Un solo mese in più di DaD sarà un trattamento mortale riservato ai ragazzi e Sasso non trova niente di meglio da fare che esprimere la propria vicinanza alle famiglie e pensare all’empatia digitale, ai problemi di connettività nelle scuole?

È l’infinito pandemico che dovrà proseguire sotto forma di DaD anche per la scuola. Frutto di una classe politica che non vede che il Paese sta soffrendo non per colpa di un virus, curabile, ma per colpa loro. Per i ragazzi, è il governo il principale avversario, non il covid.

Andrea Zambrano

https://lanuovabq.it/it/studenti-ostaggio-del-vaccino-ma-e-in-dad-che-si-ammalano

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