Cure domiciliari coronavirus: la decisione a sorpresa del Consiglio di Stato che ribalta quella del Tar di marzo. A tal proposito rilanciamo un articolo di Francesco Servadio, pubblicato su buongiornosuedtirol.it 

Tachipirina
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“È stata una notizia inaspettata: purtroppo il Consiglio di Stato ha accolto l’appello del Ministero della Salute e di Aifa, relativamente alla sospensione dell’efficacia del provvedimento del Tar, sulla somministrazione del paracetamolo e sull’osservanza della “vigile attesa”, nel trattamento domiciliare del Covid”. Questo il commento dell’avvocato e presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, Erich Grimaldi, dopo il pronunciamento del massimo giudice amministrativo. “Secondo il Consiglio di Stato che, a mio avviso, non ha approfondito la questione delle cure domiciliari, non è possibile attendere il merito della causa innanzi al Tar (la trattazione di merito del ricorso è fissata per il prossimo 20 luglio, ndr), senza avere delle linee guida ministeriali, linee guida che avrebbero comunque una parvenza di evidenze scientifiche. Ciò mi lascia davvero basito”, prosegue il legale.
 
Si ricorda, infatti, che il 2 marzo scorso il Tar del Lazio decise di accogliere l’istanza cautelare promossa dai medici del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, per opera dell’avvocato Erich Grimaldi, insieme alla collega Valentina Piraino, nei confronti del Ministero della Salute e della stessa Aifa. Il giudice amministrativo bocciò la nota dell’Agenzia Italiana del Farmaco dello scorso 9 dicembre, contenente i “principi di gestione dei casi di Covid-19 nel setting domiciliare”, nella parte in cui nei primi giorni di malattia da SARS-CoV-2 prevede unicamente una “vigilante attesa” e somministrazione di fans e paracetamolo e nella parte in cui pone indicazioni di non utilizzo di tutti i farmaci.
 
“Sono rimasto sorpreso innanzitutto perché non esistono evidenze scientifiche né su alcuni farmaci, tra cui anche alcuni antinfiammatori utilizzati nella lotta al Covid, né sul paracetamolo. Oggi, in piena emergenza, non possono essere condotti studi randomizzati per il trattamento del Covid in fase precoce: ciò vale sia per farmaci quali idrossiclorochina e ivermectina, ma anche per il paracetamolo. Allora: perché si preferisce continuare comunque con la somministrazione del paracetamolo e con l’osservanza della “vigile attesa”?”. Il secondo interrogativo posto dal legale: “Perché il Ministero della Salute e Aifa hanno deciso di ricorrere al Consiglio di Stato? In un mese siamo riusciti a ottenere un incontro istituzionale con il sottosegretario al Ministero della Salute, Pierpaolo Sileri, incontro che ci ha consentito di incontrare i vertici di Agenas, in data odierna. Nel frattempo, l’8 aprile scorso il Senato ha espresso, con votazione praticamente unanime, la necessità di impegnare il Governo nell’istituzione di un tavolo di lavoro finalizzato alla revisione delle linee guida nazionali per la cura del Covid in fase precoce, tenendo conto delle esperienze dei medici del territorio. Il Consiglio di Stato non ha preso in considerazione nemmeno lo studio dell’Istituto “Mario Negri”, che sostiene l’importanza degli antinfiammatori nella fase precoce della malattia, per scongiurare l’ospedalizzazione. Non si comprende assolutamente l’atteggiamento delle Istituzioni”.
 
L’attività del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 prosegue incessante. I suoi rappresentanti hanno incontrato, in data odierna, i professori Matteo Bassetti e Giuseppe Remuzzi (quest’ultimo uno degli autori dello studio del “Mario Negri”). Il primo, infettivologo, è docente all’Università degli Studi di Genova e presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva (SITA); il secondo, nefrologo e ricercatore di fama internazionale, è direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano e negli ultimi mesi ha manifestato più volte il proprio disappunto sull’utilizzo del paracetamolo contro il Covid. L’appuntamento, calendarizzato da Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali), aveva come fine la discussione sulle terapie domiciliari e la proposta di giungere a un nuovo protocollo nazionale, che tenga conto delle esperienze sul campo dei medici appartenenti al Comitato. Oltre all’avvocato Grimaldi e alla portavoce del gruppo, Valentina Rigano, hanno preso parte all’incontro il professor Luigi Cavanna (pioniere della cura domiciliare del Covid, nonché direttore del dipartimento di oncologia-ematologia dell’ospedale di Piacenza) e il dottor Andrea Mangiagalli, specialista in microchirurgia e chirurgia sperimentale e medico di medicina generale di Pioltello (Milano), da sempre in prima linea contro il Covid. La delegazione rappresentata dall’avvocato Grimaldi ha relazionato i presenti circa l’importanza del lavoro degli oltre mille medici del gruppo, impegnati sul territorio, sulla necessità di strutturare un approccio domiciliare precoce e di valutare nuovi, diversi ed efficaci approcci terapeutici. Il colloquio è terminato con l’impegno, da parte del professor Bassetti, di informare scrupolosamente il sottosegretario al Ministero della Salute, Pierpaolo Sileri, in merito allo scambio di vedute di oggi. “Abbiamo messo a disposizione delle Istituzioni e degli enti sanitari tutto il lavoro del nostro gruppo”, ha dichiarato il legale, il quale ha aggiunto: “È importante che le evidenze raccolte su tutto il territorio nazionale dai medici di base e dagli specialisti (circa un migliaio attivi nel nostro gruppo), diventino un patrimonio dal quale attingere per lavorare a un nuovo approccio domiciliare precoce”. Infine, l’auspicio che “medici come Luigi Cavanna e Andrea Mangiagalli, in veste di rappresentanti delle due realtà, medicina generale e ospedaliera e che nel Comitato hanno lavorato fianco a fianco, vengano coinvolti nei tavoli di lavoro per la cura domiciliare precoce”.
 
La portavoce del Comitato, Valentina Rigano, considera un altro aspetto: “Sarebbe straordinario se questa realtà efficace e organizzata, creata da Grimaldi, si trasformasse in un modello virtuoso da replicare, per l’assistenza domiciliare in presenza e mediante la telemedicina. La politica ha espresso il suo voto a favore della creazione di un tavolo di lavoro grazie all’impegno di tutti coloro che si spendono nella rete creata dal presidente del Comitato: si tratta di tradurlo in pratica”.
 
L’avvocato Grimaldi non può non tornare sulla decisione del Consiglio di Stato: “A seguito di questa pronuncia numerosi medici di base faranno un passo indietro, trascurando la libertà prescrittiva del medico e timorosi riprenderanno ad applicare le linee guida ministeriali che impongono il paracetamolo e la “vigile attesa”. Noi, comunque, andremo avanti: continueremo a dialogare con le Istituzioni, nella speranza di dare vita a un tavolo di lavoro sulle cure domiciliari precoci. Non abbiamo intenzione di trasformare la tematica in una questione politica: non farò mai giocare la politica con il diritto alle cure. Tuttavia, se proprio ci costringeranno a farlo, non avremo problemi a scendere in piazza con due milioni di persone. Non è ammissibile che, con la mano destra, lo Stato favorisca il dialogo con le sue Istituzioni, mentre con la sinistra decida di ricorrere in appello contro la decisione del Tar”.