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lunedì 26 aprile 2021

Zac-Zan|

Danilo Castellano: la Legge Zan va contro Libero Pensiero e Verità.


Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un’amica del nostro blog ci ha inviato questa importante e interessante riflessione del prof. Danilo Castellano, un eminente giurista veneto, sul Disegno di Legge Zan, e sulle affermazioni fatte in proposito dal leader della Lega, Matteo Salvini, e dal governatore della Regione Veneto, Zaia, appare sul portale Informazione Cattolica. Buona lettura. 

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Il giurista ha fatto le pulci alle affermazioni di Matteo Salvini (Lega), contrario alla proposta di legge perché sarebbe “illiberale”, spiegando che sono due le cose che non vanno in queste affermazioni del leader della Lega. La prima è che “la legge (positiva) non ha per fondamento la volontà, ma la razionalità (intesa in senso classico)”.

Ricordando che la differenza tra razionalità classica e razionalità moderna è data dal fatto che la prima è “contemplativa”, la seconda “operativa” (la razionalità classica, infatti, “è coglimento dell’ordine naturale e conformità all’ordine naturale delle cose” mentre “la razionalità moderna è mero calcolo, ricerca della via più breve per arrivare a conseguire il risultato che ci si è prefissi di raggiungere”), il professor Castellano ha spiegato che è irrilevante per la legittimità di una legge positiva il consenso (il “consenso volontaristico” che ritiene inutile l’argomentazione. Non si tratta, quindi, né del “consenso dialettico”, vale a dire dato dopo ampia discussione e approfondita riflessione, né del “consenso” del “senso comune”, ovvero del “buon senso” naturale degli esseri umani). 

Per il professor Castellano, infatti, “il consenso può essere dato anche a leggi inique: si pensi, per esempio, alle leggi razziali, all’aborto procurato e via dicendo. Tutte le leggi (positive) – giuste e ingiuste – sono approvate nei sistemi liberal-democratici dai Parlamenti. Quindi esse godono del consenso della maggioranza. A maggior ragione esse godono di questo consenso nel caso di approvazione per via referendaria. Il consenso (volontaristico) non ha il potere di cambiare la natura delle ‘cose’, di costituire la giustizia. Per esempio un creditore non può essere trasformato in debitore per norma, ope legis. Anche se ciò è avvenuto. Si pensi, a questo proposito, alla normativa vigente relativa al cosiddetto bail-in“. 

Inoltre il noto giurista ha ricordato a Matteo Salvini che “la legge (positiva), essendo o dovendo essere un comando razionale privo di passione, deve prescrivere il bene e vietare il male. Perciò essa deve inevitabilmente pronunciarsi su ciò che è bene e su ciò che è male, sul giusto e sull’ingiusto. La sua ‘neutralità’ è impossibile”. 

Il professor Castellano ricorda che ha ragione Salvini nell’affermare che la legge “non condivisa” va contro la dottrina giuridica liberale ma lo stesso Salvini “sembra non considerare che la teoria liberale della legge è, in ultima analisi, insostenibile, perché è necessariamente destinata a portare o all’anarchia o al totalitarismo. Tertium non datur. La teoria liberale della legge, infatti, vanifica (almeno virtualmente) il diritto, riconoscendo alla persona una sovranità sulla stessa legge, persino sulla Costituzione”. 

All’opposto, spiega il professor Castellano, “la stessa teoria liberale della legge, al fine di evitare l’anarchia, è stata costretta a proporre la dottrina del repubblicanesimo (magistralmente teorizzato da Rousseau), il quale tutto fa dipendere dallo Stato, persino l’esistenza dell’individuo. Esso, pertanto, – cioè lo Stato – è signore non solo del diritto ma della stessa realtà”. 

Il giurista ha attaccato anche le dichiarazioni di Luca Zaia (Presidente del Veneto) a proposito della Proposta di legge Zan. 

Zaia, secondo quanto ha scritto il quotidiano La Verità lo scorso 9 aprile, ha dichiarato che “prima o poi passerà” ma questa affermazione fa dire al professor Castellano che “il cosiddetto ‘principio di effettività’ non” può essere “assunto a criterio di giudizio. Altrimenti si finirebbe per accogliere l’assurda teoria hegeliana secondo la quale ciò che è ‘reale’ (cioè effettivo) è ‘razionale’, facendo così della sociologia la scienza sovrana alla luce della quale operare le cosiddette ‘scelte’ politiche (che ‘scelte’ non sarebbero, essendo semplici ‘registrazioni’)”. 

Il professor Castellano, commentando certe affermazioni di Zaia, ha aggiunto che va respinta “la rivendicazione di vedere riconosciuta la pratica dell’omosessualità come diritto soggettivo. Il che comporterebbe, a cascata, il riconoscimento di altri ‘diritti’: dal cosiddetto ‘matrimonio’ omosessuale alle adozioni”. 

Secondo il giurista, diversi benpensanti contemporanei, basano le loro opinioni, forse inconsapevolmente, sulla dottrina kantiana. “La dottrina liberale, che si ispira al pensatore di Königsberg, sostiene, infatti, che la tua libertà termina dove inizia la libertà degli altri. Perciò nessuna interferenza nel ‘privato’ è lecita. Il primo problema, però, – anche prescindendo da altre questioni – è la definizione di ‘privato’, la sua perimetrazione. Il secondo problema è rappresentato dalla richiesta di far assurgere a ‘pubblico’ ciò che sarebbe da considerarsi ‘privato’: la Proposta di legge Zan, infatti, postula il ‘riconoscimento’ (e ciò segna già il passaggio dal ‘privato’ al ‘pubblico’) del ‘diritto all’omosessualità’, rectius il riconoscimento del diritto alla sua pratica: non meramente a quella di fatto ma a quella pubblicamente riconosciuta. Il che porta al ‘superamento’ della dottrina kantiana o, meglio, al suo coerente sviluppo, il quale incorre in una radicale contraddizione e, perciò, segna la sua fine. Infine va preso atto di una terza, significativa, dichiarazione di Zaia: ‘le libertà – egli dice – devono essere garantite a tutti’. Non c’è dubbio. Di quali libertà, però, parliamo? Il contesto delle dichiarazioni del Governatore del Veneto consente di rilevare con certezza che le libertà, di cui parla Zaia, sono quelle ‘liberali’, la cui applicazione è rivendicata con maggiore coerenza e maggiore profondità dai ‘radicali’, dall’anima, cioè, più liberale del liberalismo. La libertà liberale è, propriamente parlando, la ‘libertà negativa’, quella libertà, cioè, che è regolata nel suo esercizio solamente dalla libertà e che, quindi, non ha criteri. L’unico criterio/non-criterio è la volontà/potere. Non si tratta del riconoscimento della ‘libertà di scelta’, ma della ‘libertà di autodeterminazione’ assoluta”. 

Per il professor Castellano il Presidente del Veneto Zaia dovrebbe invocare “non il riconoscimento delle libertà per tutti (il riconoscimento è già limite e regola per l’esercizio della libertà e, quindi, è – almeno parziale – negazione della dottrina giuridica liberale) e la loro garanzia (che è già richiamo ad un ‘potere’ sovraindividuale), ma l’assenza totale della legge. Invece, egli, contraddicendosi, ha prospettato (in un’altra recente occasione) l’opportunità di ricorrere al TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) in presenza della pandemia da coronavirus”.

Per il giurista Castellano “questa contraddizione del Governatore del Veneto è oggettivamente rilevante, perché è dimostrazione dell’impossibilità dell’assenza della legge (positiva) e della sua neutralità. Resterebbe, comunque, da considerare che anche in assenza della legge positiva, la legge non scompare, essendo ineliminabile quella naturale e quella divina”.

Dopo aver ricordato che in ogni epoca l’omosessualità è stata praticata, e che talvolta è stata esaltata altre volte punita, il professor Castellano ha ricordato che oggi l’Occidente, “figlio del protestantesimo e del liberalismo che è la sua secolarizzazione” rivendica il “diritto” al “libero esercizio della miseria morale dell’uomo e propone la sua debolezza come forza. Lo fa sulla base di un’illuministica (e astratta) eguaglianza agli stessi ‘diritti’ che diritti propriamente non sono, essendo essenzialmente pretese. Ciò che si ritiene favorisca l’eguaglianza dei ‘diritti’ è la ‘libertà negativa’ la quale è negazione della libertà. Il riferimento, perciò, a Salvini e a Zaia (che, nonostante le diverse apparenze, sono figli di questa cultura) non è motivato da ragioni personali: le loro posizioni, infatti, sono condivise trasversalmente. Il riferimento non è alla Lega in sé o a suoi uomini. Le questioni sollevate dalle dichiarazioni di Salvini e di Zaia e poste, ancor prima, dalla Proposta di legge Zan, investono un problema nodale e decisivo per la definizione di civiltà, in particolare per la definizione di civiltà giuridica. Il diritto, infatti, non è imposizione di norme tendenti alla realizzazione di un’astratta e vuota eguaglianza (non rinvenibile nell’esperienza), ma determinazione di ciò che è giusto”.

 Concludendo la sua riflessione giuridica il professor Castellano ha ribadito che la proposta di legge Zan, istituendo il reato di omofobia, offende la libertà di pensiero (dogma del liberalismo) e la libertà del pensiero, che è diritto della verità. Secondo il giurista, inoltre, “pretende di imporre il nichilismo (teoretico, morale, giuridico) per norma e di annullare l’ordine morale per legge”.

Marco Tosatti 

26 Aprile 2021 Pubblicato da  5 Commenti

https://www.marcotosatti.com/2021/04/26/danilo-castellano-la-legge-zan-va-contro-libero-pensiero-e-verita/ 

Sempre acceso il dibattito sul Ddl liberticida Zan. Un manuale con contributi di dieci giuristi fa chiarezza su contenuti e obiettivi della proposta



Dopo che martedì 20 aprile scorso la calendarizzazione del Disegno di legge contro “l’omotransfobia” (Ddl Zan) in Senato è stata di nuovo rinviata (grazie ai partiti di centro-destra), se ne discuterà domani, martedì 27 aprile, sempre nell’Ufficio di presidenza della Commissione Giustizia. Intanto in queste ultime settimane – come abbiamo riferito nell’articolo precedente [QUI] – anche a sinistra si sono manifestate diverse voci duramente critiche nei confronti dell’attuale testo, cui si rimprovera ad esempio di utilizzare l’espressione ‘identità di genere’, ritenuta inammissibile perché “ha un grave impatto sulla vita delle donne”.


Incomincia pubblicamente anche il dibattito all’interno del Pd, riemerso dopo il tentativo – riuscito per diversi mesi – di soffocamento in culla operato a livello nazionale. Vedremo che succederà, sempre che la legge venga calendarizzata. Se ciò avvenisse e se almeno alcuni senatori di sinistra fossero sensibili alle critiche espresse da non pochi tra i loro elettori, il Ddl Zan sarebbe o affossato o modificato profondamente, così da dover richiedere un secondo passaggio alla Camera con tutte le incognite prevedibili sui tempi di approvazione definitiva.

Intanto, non sarebbe male che i senatori piddini, pentastellati e di Liberi e uguali (oltre alle loro propaggini mediatiche) trovassero il tempo di acculturarsi leggendo l’analisi approfondita del Ddl Zan, che dieci giuristi propongono nell’antologia curata da Alfredo Mantovano, dal titolo Legge omofobia, perché non va. La proposta Zan esaminata articolo per articolo (Cantagalli) [di cui questo blog ha già parlato: Bloccato al Senato l’iter del Ddl Zan liberticida, inutile, dannosa e pericolosa. #RestiamoLiberi – 31 marzo 2021]. Nelle 250 pagine del volume – frutto di una riflessione comune all’interno del Centro Studi Rosario Livatino – vengono esaminati dettagliatamente e puntigliosamente i 10 articoli del testo unico, dopo due capitoli iniziali in cui si situa la novità del Ddl Zan nel contesto legislativo attuale.

Oltre ad Alfredo Mantovano, hanno dato il loro contributo alla completezza della disanima Domenico Airoma, Aldo Rocco Vitale, Mauro Ronco, Carmelo Leotta, Angelo Salvi, Daniela Bianchini, Francesco Farri, Francesco Cavallo, Roberto Respinti.

Nell’introduzione si mette subito in chiaro che lo sguardo con cui nel libro si è affrontato il tema è “laico e non confessionale”. E, non meno importante, si evidenzia l’obiettivo degli attivisti LGBT, “che va ben al di là dei ‘diritti’ delle minoranze sessuali”. È infatti quello, “una volta de-costruita la sessualità, di ri-costruirla secondo il desiderio di ciascuno, disincarnandola del tutto dal corpo, e facendone parte di una concezione dell’uomo definitivamente sganciata da ogni ordine oggettivo”.

Sempre nel capitolo introduttivo si ricorda che “nell’autunno 2013 la proposta di legge contro l’omofobia, che portava come prima firma quella dell’On. Scalfarotto, fu approvata alla Camera con larghissima maggioranza, ma poi si perse per strada e non venne più esaminata dal Senato” [QUI]. Le ragioni? “Certamente grazie alle proteste che si sollevarono nelle piazze italiane (Ndr: in particolare con la Manif pour tous Italia e le Sentinelle in piedi), ma anche perché il fronte ampio dei suoi promotori preferì, dopo quel tentativo di inizio legislatura, optare per qualcosa di più sostanzioso: la legge sulle unioni civili (Ndr: ricordate lo Spavaldo di Rignano e la Garrula Ministra?), cui è stato conferito un regime simile nella sostanza al matrimonio same sex”.

Altra constatazione (ahimè) significativa sul Ddl Zan: “Avrebbe, se approvato, un significato politico e culturale diverso rispetto alla proposta Scalfarotto”. Perché “chiuderebbe il cerchio, mettendo ‘in sicurezza i risultati ottenuti sul fronte dei cosiddetti nuovi diritti. La piena espansione del relativismo pone in discussione la fondamentale relazione uomo-donna fin dall’adolescenza: regala gli strumenti chimici, tecnici e giuridici per superarla, e fa sì che la ri-creazione del mondo attraverso la realizzazione di un indistinto magmatico non sia più il desiderio di qualche filosofo gnostico, né l’ansia elitaria di ‘illuminati’ tanto potenti quanto sconosciuti ai più”. Infatti “sta diventando persuasione di massa, mediaticamente egemone: nessuna fiction va in prima serata sui una tv di Stato se non racconta una storia omosessuale e se non fa l’apologia della canna” (Ndr: poche le eccezioni, come ad esempio la fiction su Chiara Lubich).

L’introduzione si chiude con un’altra constatazione amara e inquietante, riferita alla discussione del Ddl Zan in prima lettura alla Camera. “Vedere un Parlamento che si affanna per approvare le norme del testo unico Zan, giungendo in Commissione Giustizia della Camera – è accaduto nella seduta iniziata il 28 luglio 2020 – fino alle ore 1.45 della notte, e contingentando i tempi degli interventi in Aula, dà l’idea che il totalitarismo non esiga l’autoblindo. Gli è sufficiente la Gazzetta Ufficiale”.

Se la lettura attenta del testo a cura di Mantovano è fortemente consigliata per i senatori piddini, pentastellati, di Leu, non lo è da meno per i senatori di centro-destra: per confermarli solidamente nelle loro convinzioni oppure – e qui il riferimento a quelle senatrici di Forza Italia che hanno già annunciato il loro sì al Ddl Zan – perché riesaminino la loro decisione e ritornino nell’alveo liberale contro una normativa che si prospetta – oltre che inutile – liberticida.

Legge omofobia, perché non va è naturalmente una lettura consigliata non solo ai parlamentari, ma a tutti quelli che hanno a cuore il destino della comunità e il futuro delle nuove generazioni, in particolare a livello educativo. Speriamo che siano in tanti.

Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2021 sul blog dell’autore Rossoporpora.org.

http://www.korazym.org/60202/sempre-acceso-il-dibattito-sul-ddl-liberticida-zan-un-manuale-con-contributi-di-dieci-giuristi-fa-chiarezza-su-contenuti-e-obiettivi-della-proposta/

CASO KAFKIANO

Licenziata perché no-trans (e con una legge alla Zan)

Regno Unito: Maya Forstater, consulente fiscale, viene licenziata per aver twittato che «gli uomini non possono trasformarsi in donne». Lei fa ricorso appellandosi all’Equality Act contro le discriminazioni, ma il giudice di primo grado le dà torto, ritenendo che nel suo caso la libertà di opinione non valga. Una vicenda istruttiva anche per gli italiani alle prese con il Ddl Zan e l’illusorio emendamento «salva idee».

In questo racconto alla Kafka i personaggi sono tre. Abbiamo la signora Maya Forstater, consulente fiscale presso la sede londinese del Center for Global Development. Mrs Forstater ha inopportunamente ma coraggiosamente twittato: «Gli uomini non possono trasformarsi in donne». Jacques de La Palice avrebbe annuito. Secondo personaggio, il suo datore di lavoro che, letto il tweet transfobico, l’ha licenziata. Infine abbiamo la giustizia inglese. A fine 2019 la Forstater ha perso il ricorso contro il licenziamento perché, in sintesi, la sua libertà di opinione finisce dove inizia la tutela delle rivendicazioni del mondo Lgbt che ha una estensione inversamente proporzionale ai diritti delle persone eterosessuali-non transessuali di dire la loro.

Il paradosso sta nel fatto che Mrs Forstater per chiedere il reintegro del posto di lavoro si appellò all’Equality Act, legge del 2010 che dovrebbe tutelare tutti i sudditi di Sua Maestà dalle discriminazioni. Licenziata perché discrimina, lei cercò un’àncora di salvezza nella legge contro le discriminazioni. Àncora che invece la trascinò sul fondo. Infatti i giudici, nel caso Grainger plc v Nicholson che riguardava le discriminazioni religiose sul posto di lavoro, indicarono alcuni criteri, utili per l’interpretazione della sezione 10 di quella stessa legge dedicata a religione e credo, affinché un’idea legata al proprio credo possa venire espressa liberamente. Citiamo due di questi criteri. Il parere deve essere espressione di una convinzione profonda e non una mera opinione e inoltre deve essere «degno di rispetto in una società democratica, non incompatibile con la dignità umana e non in conflitto con i diritti fondamentali».

Vediamo come il giudice di primo grado ha interpretato il messaggio su Twitter della Forstater alla luce di questi due criteri. Secondo il giudice la donna ha espresso solo una mera opinione e, in secondo luogo, tale opinione è capace di creare «un clima degradante, intimidatorio, ostile, umiliante e offensivo». Inoltre, per soprammercato, il giudice ha aggiunto che vi sarebbero «prove scientifiche significative» in merito al fatto che i sessi sono più di due.

Come ha rilevato il giornalista Luca Marcolivio sull’International Family News: «I criteri stabiliti dalla sentenza Grainger plc v Nicholson hanno permesso di applicare le tutele della sezione 10 dell’Equality Act a chi crede nel nazionalismo scozzese, al veganismo su base etica, alla necessità di agire in fretta per fermare i cambiamenti climatici della Terra e pure allo stoicismo greco antico», ma non a chi afferma che un uomo non potrà mai diventare donna. Martedì si aprirà l’appello. Infatti la nostra eroina d’oltremanica non si è di certo arresa.

La vicenda inglese è istruttiva anche per noi italiani. L’emendamento «salva idee» contenuto nel Ddl Zan è solo uno specchietto per le allodole. Il trucchetto in sede di contenzioso sarà semplice: il criterio della libertà di opinione troverà un limite nel divieto di discriminazione. Il punto di forza del Ddl Zan sta proprio in come è stato concepito il criterio di discriminazione che è necessariamente unilaterale.

Facciamo un esempio. Tizio, presidente di un’associazione pro family, afferma che una famiglia è costituita solo da un uomo e da una donna. Caio, presidente di un’associazione Lgbt, trascina in giudizio Tizio. Il giudice applicherà la Legge Zan e affermerà che tale affermazione è discriminatoria perché offende le persone omosessuali. Tizio verrà condannato a un anno e mezzo di carcere. Caso rovesciato. Caio afferma che una famiglia può essere costituita anche da due uomini o da due donne. Tizio trascina in giudizio Caio e perde. Per quale motivo? Perché Caio non ha discriminato nessuno. Tizio ha infatti sostenuto che la famiglia è solo quella formata da un uomo e una donna. Caio, all’apposto, ha affermato che famiglia non è solo quella formata da uomo e donna, ma anche quella formata da due uomini e da due donne. Non ha discriminato le famiglie eterosessuali. Parimenti, discrimina chi sostiene che esistono solo due sessi; non discrimina chi sostiene che oltre al sesso maschile e femminile ne esistono altri. Discrimina chi, come la signora Forstater, afferma che donna è solo quella biologica; non discrimina chi afferma che donna è anche quella biologica, ma non solo. Discrimina chi sostiene che sia naturale solo l’orientamento eterosessuale; non discrimina chi sostiene che sia naturale anche l’orientamento eterosessuale esistendo pure quello omosessuale. L’ideologia Lgbt è, almeno all’apparenza, omnicomprensiva. Il pensiero cristiano no, non gli va bene tutto.

Interpretato in tal modo il concetto di discriminazione, le affermazioni e le iniziative Lgbt saranno sempre inclusive perché non escludono l’eterosessualità e la concordanza tra sesso biologico e percezione psicologica (sono maschio e mi sento uomo) con tutti i loro relativi addentellati. Di converso chi rifiuta l’omosessualità e la transessualità è escludente, quindi non inclusivo e perciò discrimina. In breve il gay e il trans non dicono «No» alla persona etero e alla donna che si sente donna, e quindi mai potranno discriminare alcuno e alcunché. All’opposto il cattolico, rifiutando omosessualismo e transessualismo, non potrà che venire qualificato come «omofobo» e «transfobo». Un trucchetto, quello inserito nel Ddl Zan, efficacissimo per mettere con le spalle al muro la libertà di pensiero e quella religiosa.

Ma l’autentica libertà di pensiero si realizza proprio quando giudica negativamente queste due condizioni e le relative derive, cioè quando, per l’appunto, discrimina, ossia, letteralmente, discerne, distingue indicando alcune radicali differenze tra differenti scelte e condizioni ed esprime un giudizio di valore su di esse, pur nel doveroso rispetto della dignità delle persone omosessuali e transessuali.  La vera libertà vuole dunque discriminare, cioè discernere condotte e condizioni, ma tutelando la preziosità intrinseca delle persone che assumono tali condotte e vivono tali condizioni.

Tommaso Scandroglio

https://lanuovabq.it/it/licenziata-perche-no-trans-e-con-una-legge-alla-zan

Follie del politicamente corretto / Cartone animato per bambini criticato perché privo di “disabili, gay, poveri e cani di colore”


Succede in Australia, dove il cartone Bluey sta sollevando polemiche in quanto privo di figure come “cani disabili, queer, poveri, gay, di colore e con un solo genitore”.

Bluey è in effetti un cucciolo di Blue Heeler, razza canina australiana. Ha sei anni e vive con la sua famiglia a Brisbane, dove i personaggi della storia nei  vari episodi imparano importanti lezioni di vita. Solo che, appunto, la famiglia e il contesto sarebbero troppo normali.

A sollevare il problema è stata sul sito ABC Everyday la giornalista Beverley Wang. Pur affermando di amare Bluey, Wang si chiede perché il mondo descritto nel cartone animato non sia “più rappresentativo” della realtà e specialmente della capitale del Queensland, caratterizzata da “ampia diversità”. 

“Dove sono – si chiede l’autrice – i disabili, i queer, i poveri, i diversi sessi, i cani di colore e le famiglie di cani con un solo genitore? Se sono sullo sfondo, lascia che si facciano avanti”.

Beverley Wang riconosce che i creatori di Bluey potrebbero “non vedere il loro prodotto attraverso una lente politica”, ma sostiene che è importante che la programmazione per bambini sia più “rappresentativa”. Il cartone è “tenero e gioioso” e si è dimostrato profondo, ma potrebbe esserlo di più.

Dice la giornalista: “Come genitore di colore, sono sempre consapevole della presenza, o dell’assenza, di rappresentazioni diverse nella cultura pop dei bambini, di cosa significhi per i bambini e delle discussioni che abbiamo su questo”.

“La maggior parte dei personaggi della televisione per bambini – dice ancora Beverley Wang – è bianca”, mentre la televisione, come la letteratura per bambini, potrebbe essere usata per rispecchiare le esperienze vissute dagli spettatori.

L’articolo ha suscitato molti commenti. Una persona ha chiesto che al personaggio principale del cartone animato sia presto fornito almeno  un amico trans e una zia gay.

 Fonte: www.pinknews.co.uk

https://www.aldomariavalli.it/2021/04/26/follie-del-politicamente-corretto-cartone-animato-per-bambini-criticato-perche-privo-di-disabili-gay-poveri-e-cani-di-colore/

YouTube censura il video del dottor Gulisano che parla di una donna curata dal covid

Il breve video che vedete qui sotto, girato ieri 25 aprile a Varese, è da guardare perché evidenzia come il dott. Gulisano, in una manifestazione di ieri, non abbia fatto altro che descrivere semplicemente un caso di una donna data per spacciata dall’ospedale ma che è stata da lui curata. La donna era presente all’evento di ieri in cui ha parlato il dott. Paolo Gulisano. Questo fatto viene censurato da YouTube che cancella il video. Guardatelo e condividetelo se potete.


se il video qui sotto non si apre cliccare qui

qui il link al video caricato su YouTube.

Di Sabino Paciolla


Cos’è l’indottrinamento LGBT nelle scuole? Ecco un esempio.

Rilancio volentieri un post del sito nellenote.

 

Indottrinamento LGBT a scuola in Gran Bretagna
Indottrinamento LGBT a scuola in Gran Bretagna

 

Questa pagina è tratta da un libro per la Secondary School (corrispondente alle nostre scuole medie) della Gran Bretagna (fonte: SafeSchools_UK su twitter): è un condensato di propaganda LGBT e ideologia gender che potremmo presto vedere nelle nostre scuole e nei cui confronti, se dovesse essere approvato il ddl Zan, non ci si potrà opporre pena il rischio di una denuncia per discriminazione e incitamento all’odio


Traduzione:

OBIETTIVI FORMATIVI:

Identificare correttamente le diverse identità LGBTQAI e che cosa la comunità vuole che noi sappiamo su di esse.Descrivere le differenze tra queste identità e usare i nuovi termini in modo articolato e nel contesto corretto
Spiegare i problemi delle stereotipie di genere e perché non si può sempre capire il genere di una persona semplicemente guardandola

BOX 1: 

Attività iniziale

Sfida: cosa indica questa bandiera (rainbow)? Chi la usa?

Super-sfida: perché questa particolare comunità ha scelto l’arcobaleno come bandiera? Spiega.

Mega-sfida: cosa significano le lettere nella sigla LGBTQAI+ ? Spiega cosa significa il termine “questioni di genere”?

BOX 2: 

Lavoro di gruppo

Sfida: fai un minuto di gioco di ruolo con un compagno interpretando una persona non binaria o trans che parla ai suoi amici della sua identità

Super-sfida: come sopra ma devi includere i termini cis-gender, travestitismo e LGBTQAI

Mega-sfida: dovrai inoltre spiegare al tuo amico che problemi causati dagli stereotipi di genere.

 

ATTIVITÁ VIDEO

Guarda attentamente il video (*) e rispondi alle domande delle sfide.


Sfida

1) genere e sesso sono la stessa cosa? Spiega la tua risposta

2) quali sono le TRE CATEGORIE DEL SESSO BIOLOGICO [???????]

3) il genere è la stessa cosa dell’orientamento sessuale?  Spiega la tua risposta4) di che sesso era Adamo? 


Super-sfida:

1) qual è la differenza tra genere e orientamento sessuale?

2) qual è il termine per chi si identifica con TUTTI i generi?

3) perché essere una persona trans-gender non significa che si sia stato operato?

4) come puoi aiutare le persone trans-gender ad essere più accettate dalla società?

Mega-sfida

1) che cosa diresti ad una persona che dice “Ci sono solo due generi”?

2) indica cinque modi in cui Adamo potrebbe aver sperimentato del pregiudizio nella sua vita che una persona cis-gender non sperimenta

3) indica cinque cose che le persone cis-gender possono fare per essere alleate delle persone trans-gender

 

[probabilmente nel video proposto si fa intendere, come alcune teorie gnostiche sostengono, che Adamo -prima della “separazione” di Eva- fosse un essere androgino]

Di Annarosa Rossetto

https://www.sabinopaciolla.com/cose-lindottrinamento-lgbt-nelle-scuole-ecco-un-esempio/

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