La Chiesa tedesca, il rischio di scisma e la barca di Pietro nella tempesta
Nell’ottobre 2014 pubblicai (qui) un articolo per commentare un piccolo opuscolo di Ronald Knox, scritto nel 1914, nel quale in modo satirico venivano mostrate le possibili conseguenze delle aperture, rivelate in un incontro ecumenico tenutosi nella città africana di Kikuyo, che alcuni settori minoritari della Chiesa anglicana esibivano in quel momento. Pochi decenni dopo, la Chiesa anglicana andò ben oltre la satira immaginata da Knox.
Non smetto di verificare come la Chiesa cattolica, a meno di un secolo di distanza, stia seguendo le orme anglicane, e temo molto che, se continueremo sulla stessa strada, finiremo come loro. Negli anni Ottanta nemmeno il più acido dei commentatori religiosi avrebbe potuto immaginare che quarant’anni dopo ci sarebbe stata una seria discussione sulla liceità e l’opportunità di benedire, se non di sposare, coppie dello stesso sesso.
Gli anglicani, tuttavia, avevano un vantaggio su di noi. Accanto alla nave che affondava disponevano di una scialuppa di salvataggio che avrebbe permesso a coloro che lo volevano di salvarsi dal naufragio. Quando la Chiesa d’Inghilterra nel 1993 decise di ordinare donne prete, Graham Leonard, vescovo di Londra, decise di lasciare quella comunione e convertirsi alla Chiesa di Roma, dove poco dopo fu ordinato sacerdote. E quando nel 2010 gli anglicani fecero un ulteriore passo, decidendo di ordinare anche donne vescovo, cinque vescovi anglicani tornarono alla Chiesa cattolica, e questo movimento non si è fermato. Poco più di un anno fa, un altro vescovo del Sud dell’Inghilterra, ex cappellano della regina, si è convertito. E lo stesso è accaduto con molti sacerdoti e fedeli. Sono saliti sulla scialuppa e si sono allontanati dal relitto.
Il problema è che noi cattolici non disponiamo di una scialuppa e ci troviamo nella barca che sta affondando rapidamente sotto il comando di papa Francesco. Qualche giorno fa abbiamo discusso dello scisma tedesco che probabilmente avrà luogo dopo che il famoso “sentiero sinodale” sarà terminato, e abbiamo detto che non succederà nulla. I tedeschi non faranno alcuna dichiarazione ufficiale di separazione dal quartier generale di Pietro e metteranno in atto le risoluzioni che raggiungeranno con maggiore o minore fretta. E non sarà strano se fra un paio d’anni, o anche prima, un vescovo ordinerà diaconesse, e poco dopo sacerdotesse. E non sarà nemmeno strano se qualche prete cattolico sposerà persone divorziate e omosessuali, e chissà quali altre sciocchezze ancora. E Roma non farà nulla, né con Francesco né con chi gli succederà. Non lo farà non per mancanza di convinzione, ma per mancanza di forza. Roma sa perfettamente che qualsiasi sanzione o divieto che stabilirà sarà ignorato. Oppure le aperture tedesche passeranno al vaglio dei discernimenti sui quali Bergoglio ha tanto insistito, ei vescovi tedeschi finiranno per dire che tali ordinanze non si applicano nei loro territori. Gli unici che obbediscono a Roma sono i vescovi e i cattolici conservatori.
L’ultimo intervento di questo blog, sulla diffusione della comunione sulla mano, è un buon esempio. Al di là della volontà di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ampiamente documentata in decreti e provvedimenti volti a limitarla o sopprimerla, la pratica della comunione sulla mano si è imposta, alle indicazioni papali si è disobbedito da parte dei vescovi di tutto il mondo e Roma non ha fatto nulla, non tanto perché non l’abbia voluto, ma perché non ha potuto. E oggi siamo al punto che è obbligatorio ricevere la comunione sulla mano.
La barca della Chiesa sta affondando e il peggio del temporale si avvicina. I suoi ufficiali hanno scelto i capitani più sciatti e improvvisati che riuscirono a trovare, gente che invece di ordinare di ammainare le vele ed evitare la tempesta, vi entrò con tutte le vele spiegate. E noi a bordo: spaventati, stanchi e tristi. Sappiamo, naturalmente, che c’è Qualcuno che dorme e si sveglierà al momento opportuno, ma nel frattempo dobbiamo sopportare di essere sballottati dalle onde e dai venti.
di The Wanderer
Biden annulla adesione USA alla Dichiarazione pro vita firmata da Trump – che afferma che non esiste alcun diritto internazionale all’aborto – con 34 nazioni
In un articolo a firma di Lisa Correnti, The Center for Family and Human Rights (C-Fam)/Friday Fax il 29 aprile 2021 [QUI] ha reso noto che il governo Biden-Harris, attraverso la Missione degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, il 12 febbraio 2021 ha inviato una lettera agli ambasciatori delle Nazioni Unite annunciando il ritiro degli Stati Uniti dalla storica dichiarazione a favore della vita – Dichiarazione di consenso di Ginevra sulla promozione della salute delle donne e il rafforzamento della famiglia – avviato dal governo Trump e co-sponsorizzato da 34 Paesi che rappresentano le regioni di tutto il mondo.
Nella lettera resa nota dal Friday Fax [QUI], il governo Biden-Harris afferma di “avere l’onore di informare che gli Stati Uniti hanno revocato la loro co-sponsorizzazione e approvazione della Dichiarazione di consenso di Ginevra”. La lettera diplomatica è stata inviata ai firmatari della Dichiarazione alla vigilia della riunione della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne.
La Lettera cita il Memorandum presidenziale firmato dal Presidente Biden il 28 gennaio 2021, che ordina al Segretario alla salute e ai servizi umani (HHS) di “ritirare la co-sponsorizzazione e la firma dalla Dichiarazione di consenso di Ginevra” e di “informare gli altri co-sponsor e firmatari di la Dichiarazione e altre parti appropriate del ritiro degli Stati Uniti” [QUI].
Questa stessa azione esecutiva denominata “Memorandum sulla protezione della salute delle donne a casa e all’estero” ha ripristinato i finanziamenti dei contribuenti statunitensi ai gruppi internazionali pro aborto e alle agenzie multilaterali che promuovono l’aborto. Il Presidente Biden ha annunciato che i fondi sarebbero stati ripristinati al Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, ha revocato la politica di Città del Messico e si è impegnato a finanziare adeguatamente “le esigenze di salute delle donne a livello globale, compresa la salute sessuale e riproduttiva e i diritti riproduttivi”. Ciononostante che la legge statunitense proibisce ancora il finanziamento diretto dell’aborto all’estero.
Nonostante la Lettera degli Stati Uniti e le posizioni pro-aborto assunte dai negoziatori statunitensi durante il dibattito di 4 settimane della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne, i Paesi più conservatori, inclusi i firmatari della Dichiarazione, hanno respinto l’agenda sui diritti sessuali promossa dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea con il pretesto dell’uguaglianza e del rafforzamento delle donne [QUI].
USA insieme a 31 Nazioni hanno firmato una storica dichiarazione che rifiuta il presunto “diritto umano” internazionale all’aborto. Italia N.P. – 23 ottobre 2020
Dal 2017, il Presidente Donald Trump aveva cancellato il trasferimento di decine di milioni di dollari delle tasse statunitensi per il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), perché spinge la politica pro aborto in altri Paesi e ha lavorato con la Cina per decenni per attuare le sue politiche di controllo della popolazione oppressive. Sotto il governo abortista Obama, i contribuenti statunitensi hanno versato più di 300 milioni di dollari all’UNFPA.
Poi, il 22 ottobre 2020 gli Stati Uniti hanno ospitato la cerimonia della firma della “Dichiarazione di consenso di Ginevra sulla promozione della salute delle donne e il rafforzamento della famiglia”. Il Segretario di Stato Michael R. Pompeo e il Segretario alla salute e ai servizi umani (HHS) Alex Azar hanno partecipato alla firma virtuale di questo documento storico, che rafforza ulteriormente una coalizione in corso per ottenere una migliore salute per le donne, la conservazione della vita umana, il sostegno alla famiglia come fondamento di una società sana e la protezione della sovranità nazionale nella politica globale. Il documento è stato co-sponsorizzato da Stati Uniti, Brasile, Egitto, Ungheria, Indonesia e Uganda, e co-firmato da 32 paesi in totale, che rappresentano oltre 1,6 miliardi di persone e ogni regione del mondo. La Dichiarazione, che afferma che non esiste alcun diritto internazionale all’aborto, era rimasta aperta per ulteriori firme e ne ha accolto altre. L’Italia non pervenuta.
“Il rapido ritiro degli Stati Uniti dalla Dichiarazione di consenso di Ginevra da parte del governo Biden conferma che la Dottrina Biden sull’aborto è di preminente importanza nella sua politica estera, utilizzando erroneamente l’influenza del governo federale come braccio di difesa di interessi speciali”, ha detto Valerie Huber al Friday Fax. Huber, Consigliere Speciale sulla Salute Globale delle Donne del governo Trump, che lavorava sotto il Segretario Azar, ed era stata l’architetto della Dichiarazione di consenso di Ginevra, ha dichiarato che la Dichiarazione “rimane la forza storica di questa voce unita a sostegno della salute, della vita e della famiglia delle donne si riverbera in tutto il mondo e nelle sale del Nazioni Unite”.
Lo scorso dicembre l’ambasciatore statunitense presso le Nazioni Unite Kelly Craft aveva presentato la Dichiarazione al Segretario generale António Guterres chiedendo che fosse assunto come atto formale delle Nazioni Unite e che fosse distribuito a tutti i 193 Stati membri. Nessuno degli altri firmatari ha ritirato il proprio sostegno alla Dichiarazione.
Pezzo Grosso: Bergoglio, Biden, Draghi, Buoni Vecchi Leader? Ma Dai….
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Pezzo Grosso ha letto ieri questo commento su Avvenire del prof. Mauro Magatti, e si è davvero indignato e infuriato…vediamo perché, e come! Buona lettura.
§§§
Il prof. Magatti come Fedez et Irrazio, (citazione di Fides et Ratio, n.d.r.) meglio di Fedez. Fedez esalta ZAN, Magatti esalta Bergoglio. Stesso valore e stesso modello di esaltazione.
Caro Tosatti suggerisco la lettura di questo “succulento pezzo” del prof Magatti (Sociologo alla università ex Cattolica, ora luterana) sul quotidiano (ex cattolico, ora bergogliano) Avvenire.
Magatti è un esempio di talenti “prostituiti “ alla ambizione di potere.
Come abbia potuto scrivere che Bergoglio “E’ diventato una autorità morale globale oltre i confini della Chiesa”, senza bagnarsi il pannolone dalla vergogna, non lo so proprio.
Come abbia potuto dichiarare che Bergoglio è uno dei tre grandi vecchi leader al mondo, con Biden e Draghi, che dimostra che i vecchi sanno governare, senza aver un collasso di prostata immediato, non lo so.
Certo quello che dice potrebbe anche esser interpretato correttamente spiegando che Bergoglio è diventato una autorità morale LUTERANA globale, una controfigura o reincarnazione di Martin Lutero.
Magari Bergoglio lo avrebbe anche apprezzato dicendo: “finalmente qualcuno ha capito chi sono e a che servo….”. Che il Magatti sia così astuto?
Come Fedez et Irrazio difende Zan senza saper di che parla, ma sapendo solo che ciò lo farà crescere in popolarità, così il Magatti sa bene di CHI parla e quanto lo farà crescere di popolarità, al punto di potere superare persino Andrea Tornielli nel “leccacalzinismo”.
Scommetto che è pronta alla università (ex) Cattolica una cattedra di Sociologia della Adulazione, tutta per Magatti.
In questo articoletto su Avvenire Magatti non si limita a esaltare Bergoglio, arriva ad inserirlo fra i tre vecchi leader per mostrare la grandezza di tre giganti che governano pur essendo “vecchi”, diciamo anzianotti: Draghi, Biden, Bergoglio.
Tutti e tre accomunati da una medesima caratteristica che il Magatti ha trascurato: nomina per sostituzione COATTA del predecessore.
Draghi per sostituire Conte. Biden per sostituire Trump. Bergoglio per sostituire Ratzinger.
Ora Draghi secondo me si sarà pure risentito nel vedersi paragonare agli altri due, poiché differentemente dagli altri due la sua elezione a sostituzione di Conte è stata apprezzata e considerata miracolosa.
Diversamente da Biden, vecchio cattoabortista ed anche un po’ “rinco”, che è stato “imposto”, più che eletto, proprio perché “vecchio e rinco”, per tener caldo il posto sottratto a Trump.
Diversamente anche da Bergoglio, “eletto” (?) proprio per rivoluzionare il “posto” sottratto a Ratzinger. Accomunare Bergoglio a Biden e Draghi equivarrebbe, per uno storico opportunista, a qualificare Enrico Letta quale genio che ha fatto la storia in età matura- giovanile, accomunandolo a Giulio Cesare e Napoleone.
L’unica cosa, in questo articoletto lustrascarpe di Magatti è che si lascia immaginare o sperare uno spazio di sopravvivenza per i vecchietti che secondo taluni avrebbero dovuto essere vittime del Covid, direttamente o grazie alla vaccinazione.
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/questi-vecchi-buoni-leader
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