ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 6 maggio 2021

La caratteristica distintiva dei nostri tempi

            LA CIVILTÀ DELLA MENZOGNA E IL SUO                                           RIFIUTO DELLE EVIDENZE


La civiltà della menzogna è responsabile di uno dei peggiori rifiuti della verità nella storia. Come Ponzio Pilato, molti si chiedono: “Che cos’è la verità?” e cinicamente voltano le spalle a Gesù.

Le epoche storiche, come le persone, hanno i loro tratti distintivi. C’è sempre una particolare virtù o un vizio, un eroe o un cattivo, una guerra o una rivoluzione che segna indelebilmente un intero anno, un decennio o addirittura un secolo, rendendo facile riassumere queste epoche con una sola frase. 

L’Ancien Régime, quel periodo della storia francese prima della Rivoluzione, è stata una di queste epoche. Sebbene non perfetta, molti storici oggi ammettono la sua raffinatezza culturale e sociale e il suo benessere generale. Se l’opinione popolare è un indicatore, i tre milioni di turisti che ogni anno affollano la reggia di Versailles – per non parlare dei tanti libri, commedie e film che romanticizzano il periodo – rivelano una generalizzata simpatia per un tempo che aveva, nelle parole di Talleyrand, molta douceur de vivre, “dolcezza della vita”. 

D’altra parte, il nome “Roaring Twenties” – i ruggenti anni Venti – descrive bene lo spirito dissoluto della società occidentale del primo dopoguerra. “Les années folles”, cioè gli anni pazzi, come li chiamano i francesi, videro  un materialismo senza precedenti, cambiamenti culturali e immoralità sessuale. La filosofia, l’arte, la musica, la letteratura degli anni Venti del secolo scorso, così come l’appena inventato mezzo cinematografico, erano saturi di un entusiasmo per tutte le cose “moderne” e di un rifiuto della tradizione. 

Ogni epoca, ovviamente, viene giudicata dalle generazioni successive. Che nome daranno i nostri bis-bis-nipoti all’attuale? Molto tempo dopo che la NFL (ndt, Lega nazionale del football), Wall Street, Hollywood e la Silicon Valley saranno scomparse nelle sabbie del tempo, queste caratteristiche rimarranno, per così dire, come le rovine di Pompei, senza che noi potremo dare spiegazioni. Cosa riveleranno le nostre ossa di noi stessi? 

Che cos’è “La civiltà della menzogna

Di sicuro, non avranno molte cose positive da raccontare. La società occidentale del Ventunesimo secolo ha perlopiù apostatato dalla fede cattolica che l’ha costruita. Le religioni pagane come la Wicca (ndt, religione neopagana i cui raduni rituali proliferano nel mondo anglo-sassone), il Buddismo e persino il Satanismo sono diventate di moda, riempiendo il vuoto. 

L’apostasia dalla fede va di pari passo con il rifiuto della morale cristiana. A partire dal divorzio e dalla contraccezione, la rivoluzione sessuale è progredita costantemente fino a quando l’aborto, la pornografia, l’omosessualità e ora il transgenderismo – impensabile pochi decenni fa – sono stati imposti alla società convenzionale. 

Il socialismo, una volta considerato inimmaginabile nella politica americana, sta facendo breccia. In occasione del centesimo anniversario della rivoluzione bolscevica, una ricerca della Victims of Communism Memorial Foundation ha mostrato che più millennial (ndt, i nati in Occidente trai i primi anni ‘80 fino a metà degli anni ‘90) preferirebbero vivere in un paese socialista (44%) rispetto a uno capitalista (42%), e il 7% preferisce addirittura un paese comunista1. Se non esplicitamente socialista, un gran numero di millennial sostiene politiche socialiste come il controllo delle armi, la prevalenza dello Stato nell’assistenza sanitaria, il “matrimonio” omosessuale e una confiscatoria redistribuzione della ricchezza. 

Un numero considerevole di americani è disposto a ricorrere alla violenza per raggiungere questi fini. “Antifa”, l’ala militante della sinistra, ha commesso atti di terrorismo interno mai visti dagli anni Settanta. Un sondaggio del Brookings Institute ha riferito che uno studente universitario su cinque appoggia l’uso della violenza per negare la parola a conferenzieri controversi2. La violenza politica, un fenomeno prevalentemente liberal, è diventato ormai quasi un evento quotidiano. 

Sia la sinistra che la destra sono più polarizzate che mai. Questa polarizzazione non è più esclusiva del mondo della politica o delle trincee di prima linea della guerra culturale. Ai nostri giorni, è quasi inevitabile che le casalinghe abbiano controversie politiche con i parenti durante le riunioni di famiglia, o che gli uomini perdano il posto di lavoro per aver rivelato una posizione conservatrice ai colleghi. Queste controversie sono così accese, le due parti così inconciliabili, che spesso si ha l’impressione che i liberal socialisti neghino la realtà stessa che sta davanti a loro. 

E forse è questa la caratteristica distintiva dei nostri tempi. La guerra empia condotta dai “talebani” della sinistra contro l’America tradizionale non si basa semplicemente su questo o quell’errore, ma sull’errore più radicale possibile: la negazione della verità auto-evidente. Inoltre, i liberali intraprendono una guerra implacabile contro le istituzioni, i monumenti e le tradizioni rappresentative della nostra civiltà cristiana occidentale. Peggio ancora, cercano di sostituirle con una caotica anti-civiltà. La potrebbero chiamare civiltà del politicamente corretto. Noi preferiamo chiamarla Civiltà della Menzogna. 

Il comunismo è stato uno dei grandi esempi di questa falsa civiltà. L’autore anticomunista Fred Schwarz ha scritto che “la maturità di un comunista può essere giudicata dalla misura in cui si allontana dall’evidenza dei suoi sensi per identificarsi totalmente con il verdetto del Partito Comunista”3. Nel Ventesimo secolo, quando le politiche economiche comuniste causarono enormi carestie nell’Unione Sovietica, in Cina e in altri paesi comunisti, la colpa non fu mai attribuita alle cattive politiche. I colpevoli erano il maltempo o i “sabotatori”. I rivoluzionari comunisti preferivano mandare a morte decine di milioni di persone piuttosto che riconoscere la realtà innegabile che stava di fronte a loro. La Civiltà della Menzogna e i suoi partigiani non solo sono sopravvissuti alla caduta del muro di Berlino, ma sono più forti che mai. Lo vediamo in ogni questione sociale ed economica che divide gli animi; i suoi militanti e agenti possono essere ascoltati ogni sera nei notiziari e spuntano tra le cariche elettive e nel mondo accademico. 

Menzogna numero uno 

Prendiamo l’aborto. Mai prima d’ora nella storia abbiamo avuto così tante prove scientifiche che i bambini non nati in realtà sono esseri umani viventi che respirano, hanno il proprio DNA al momento del concepimento, il battito cardiaco a 3 settimane, producono onde cerebrali a 6 settimane e provano dolore a 16 settimane4. A 24 settimane della gestazione i nascituri possono ascoltare, sentire, gustare, sognare, reagire agli stimoli, imparare e ricordare e persino riconoscere il timbro e il tono unici della voce della loro madre5. Grazie alla tecnologia moderna, i bambini possono sopravvivere al di fuori dell’utero già a 22 settimane.

Ciò nonostante, messi di fronte a evidenze così schiaccianti, i sostenitori dell’aborto induriscono la loro posizione. La presidente di Planned Parenthood Cecile Richards  afferma che la questione di quando inizia la vita “sarà discussa nel corso dei secoli”, aggiungendo che “per me, la vita è iniziata quando ho partorito” (i suoi tre figli). Nel 2002, l’allora senatore dello stato dell’Illinois Barack Obama votò contro una legge che estendeva le protezioni per i bambini nati vivi sopravvissuto all’aborto6. Il bioetico e filosofo canadese Udo Schuklenk sostiene l’aborto “post-parto” per i neonati con una “scarsa qualità di vita”7. Il professore dell’Università di Chicago Jerry Coyne dice che “è ora di aggiungere alla discussione l’eutanasia dei neonati che non hanno capacità o facoltà di decidere se porre fine alla propria vita. Sebbene discutere l’argomento ora sembri vietato, credo che un giorno la pratica sarà diffusa e lo sarà per il meglio”8.

La cosa più cinica e inquietante è l’uso crescente della religione per negare l’umanità dei bambini non ancora nati. La leader della minoranza democratica della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi, alla domanda di una giornalista sulla questione dell’aborto tardivo nell’ambito del processo Kermit Gosnell, ha risposto: “Come cattolica praticante e rispettosa, questa materia, quando ne parliamo, è un terreno sacro per me … Ciò non dovrebbe avere nulla a che fare con la politica”9. Joyce Arthur, Direttore esecutivo della Abortion Rights Coalition of Canada (ndt,  Coalizione per i diritti di aborto), ha scritto che “l’aborto è una benedizione e un valore morale sacro”10. A Northland, nel Michigan, i Family Planning Centers pubblicizzano i loro servizi con un video in cui si qualifica l’aborto come “lavoro sacro”11. L’attivista abortista della Florida Patricia Baird-Windle definisce l’aborto “una grande benedizione” e “un sacramento nelle mani delle donne”, le quali a volte “abortiscono per amore del bambino”12. E la ex-candidata presidenziale Hillary Clinton, nel suo libro What Happened, ha scritto che l’aborto è “sacrosanto” e non negoziabile per i Democratici.

Il Satanic Temple, noto per le sue messe nere in pubblico, ha citato in giudizio lo stato del Missouri per aver approvato leggi che limitano l’aborto, sostenendo che l’aborto (così come il “matrimonio” omosessuale) è un “sacramento” di Satana e perciò degno di protezione religiosa. Zachary King, un ex alto “sacerdote” satanico convertitosi al cattolicesimo, ha detto che “l’aborto è un sacramento satanico nel senso che come degli uomini cattolici sono attratti al sacerdozio dalla santità e dalla dedizione a Dio, così una struttura sanitaria abortiva attrae i satanisti al sacerdozio satanico”13.

Menzogna numero due

L’ aborto è lungi dall’essere l’unico esempio della civiltà della menzogna. La palese negazione della verità è altrettanto inerente alla rivoluzione omosessuale. Infatti, l’accettazione del peccato omosessuale e del “matrimonio” omosessuale è possibile solo grazie alle più ciniche negazioni della realtà della stessa natura umana. 

Per decenni, il movimento LGBT ha spinto per l’accettazione dell’omosessualità sulla base di tre argomenti principali: che gli omosessuali sono “nati in questo modo”, che hanno il “diritto” di praticare l’omosessualità e che nessuno può imporre la propria moralità a un altro. 

Dalla biologia è chiaro che gli esseri umani nascono esclusivamente con uno di due sessi: maschio o femmina. Ogni cellula del corpo umano contiene cromosomi sessuali XY maschili o XX femminili. Lo scopo principale della sessualità umana e lo scopo principale dell’anatomia sessuale umana sono entrambi evidenti dai risultati naturali del rapporto sessuale: il concepimento e la nascita dei bambini. Gli atti omosessuali, che sono sterili per loro natura, violano questo scopo.

La propaganda omosessuale ha iniettato il mito del “gene gay” nell’opinione pubblica, trasformando l’omosessualità in una caratteristica biologica innata come il colore dei capelli e degli occhi. Secondo il sondaggio del Pew Research Center del 2015, il 41% degli americani crede a questa teoria, rispetto al 20% del 198514.

Eppure non c’è mai stato nessuno studio che dimostri l’esistenza di un tale gene. Al contrario, uno studio del 2016 del Dr. Lawrence S. Mayer della John Hopkins University e del Dr. Paul R. McHugh dell’Arizona State University e pubblicato su The New Atlantis ha concluso: “L’idea che le persone siano ‘nate in quel modo’ non è supportata da prove scientifiche”15. Il dott. McHugh dal canto suo afferma che “non esiste un gene gay. E ci sono fattori più influenti della biologia … Se sei un uomo e cresci in un ambiente rurale, hai quattro volte meno probabilità di avere relazioni omosessuali che se cresci in un’area metropolitana”16.

Menzogna numero tre 

Dopo l’imposizione del “matrimonio” omosessuale, il transgenderismo è il logico passo successivo. Come esprime l’acronimo LGBT, entrambi fanno parte dello stesso movimento organizzato e si basano sulla stessa ideologia rivoluzionaria: la teoria gender. Introdotta per la prima volta dal sessuologo John Money negli anni ’50 e resa popolare dal movimento femminista negli anni ’60 e ’70, la “teoria del genere” afferma che le tradizionali manifestazioni esterne di mascolinità e femminilità, i modi di vestirsi, di parlare, agire e pensare (p.es. il proprio “genere”) sono costrutti sociali imposti, scollegati dalla biologia (p.es. il proprio sesso). 

Stephanie Brill, autrice di The Transgender Child: A Handbook for Families and Professionals (ndt, Il bambino transgenico, un manuale per famiglie e professionisti) spiega: “Per molte persone, i termini “genere” e “sesso” sono intercambiabili. In particolare nelle società occidentali, questa idea è diventata così comune, che raramente viene messa in discussione. Tuttavia il sesso biologico e il genere sono cose diverse; il genere non è intrinsecamente connesso alla propria anatomia fisica. (I corsivi sono miei) 

Secondo la teoria gender,  l’ “identità di genere” di una persona è del tutto soggettiva, determinata dai suoi sentimenti ed emozioni. Se un uomo sente di essere una donna, quel sentimento prevale automaticamente su qualsiasi prova biologica contraria. Una persona può essere biologicamente maschio, ma la sua “identità di genere” può essere femminile o maschile, oppure un insieme di entrambi o nessuno dei due. Ciò che conta è quello che il “senso interno” impone. 

In quanto veri figli della Civiltà della Menzogna, non sorprende che la teoria del genere si contraddica spudoratamente. L’omosessualità, affermano, è innata e immutabile. Gli omosessuali non possono violare ciò che è naturalmente pre-programmato nel loro DNA, anche se lo desiderano. 

Ma con il transgenderismo, questa teoria sull’omosessualità va convenientemente adattata. Il proprio sesso non viene determinato dai veri cromosomi sessuali che si trovano in ogni cellula del corpo umano, ma dai capricci e dalle emozioni dell’individuo. L’ “orientamento sessuale” è presumibilmente innato, ma una persona può “auto-identificarsi” con uno qualsiasi degli oltre 70 “generi” già individuati  e cambiarlo tutte le volte che le sue emozioni glielo suggeriscano. 

In altre parole, non solo l’omosessualismo stesso è una menzogna, ma la stessa propaganda usata per promuoverlo è in contraddizione con l’ideologia gender sottostante. Questa propaganda è stata utilizzata solo come strumento per ingannare l’opinione pubblica fino a quando la società non sarà pronta per la fase successiva della rivoluzione sessuale.

Menzogna numero quattro

Ancora più eclatante è la menzogna sulla “tolleranza”. La maggior parte delle persone ha una vaga idea che la “tolleranza” sia una sorta di versione secolare della regola aurea della bontà, aggiornata al Ventunesimo secolo. In realtà, è una preziosa arma psicologica nella guerra culturale. La cosiddetta “tolleranza” mette a tacere gli oppositori della rivoluzione sessuale che temono di essere definiti “intolleranti”, sgombrando il campo per imporre una delle più radicali rivoluzioni della storia.

Dai pasticceri, ai fotografi e agli imprenditori, molti perdono i propri mezzi di sussistenza e persino le proprie case per aver rifiutato di partecipare a “matrimoni” omosessuali. Aaron e Melissa Klein dell’Oregon sono stati multati con 144.000 dollari per aver rifiutato di preparare una torta nuziale per una coppia omosessuale. Una coppia di Albany, New York, è stata costretta a pagare 10.000 dollari allo stato e altri 3.000 dollari di danni a una coppia lesbica per essersi rifiutata di ospitare il ricevimento del loro “matrimonio” nella propria tenuta. Memories Pizza, a Walkerton, nell’Indiana, è stata costretta a chiudere dopo che i proprietari hanno espresso il loro sostegno alla legge di restaurazione della libertà religiosa (Religious Freedom Restoration Act). Innumerevoli insegnanti, medici, funzionari governativi e persino amministratori delegati stanno perdendo il lavoro in nome della “tolleranza”, per essersi rifiutati di violare la loro coscienza17.

La rivoluzione LGBT non è mai stata tollerante nel vero senso della parola. Jeffrey Levi, ex direttore esecutivo della Task Force nazionale per gay e lesbiche (National Gay and Lesbian Task Force) , ha dichiarato: “Noi [omosessuali] non stiamo più cercando solo il diritto alla privacy e il diritto alla protezione dal male. Abbiamo il diritto – come hanno già gli eterosessuali – di vedere che il governo e la società proclamino le nostre (forme di) vite”. Paula Ettelbrick, ex direttore legale del Lambda Legal Defense and Education Fund, ha dichiarato:

“Essere queer significa spingere i parametri del sesso, della sessualità e della famiglia e … trasformare il tessuto stesso della società … Dobbiamo tenere ben in vista gli obiettivi di fornire vere alternative al matrimonio e di riordinamento radicale della visione che la società ha della realtà” [corsivi miei]18.

La spiegazione più esplicita della “tolleranza” è venuta dall’attivista omosessuale miliardario Tim Gill. In un’intervista con la rivista Rolling Stone descrive la strategia del movimento LGBT sulla scia della vittoria per il “matrimonio” omosessuale, grazie alla sentenza Obergefell versus Hodges della Corte Suprema. “Stiamo andando negli Stati più difficili del Paese”, dice. “Puniremo i malvagi”19.

Menzogna numero cinque

Anche il femminismo è un frutto della teoria gender. Dagli anni ’60, la rivoluzione sessuale ha intrapreso una guerra implacabile per cancellare le evidenti differenze sessuali. Le femministe insegnano alle donne a disdegnare gli uomini, la maternità, la femminilità e a desiderare ad ogni costo una carriera fuori casa. Agli uomini viene insegnato che la mascolinità tradizionale e l’oppressione delle donne sono la stessa cosa. La legge e i costumi sociali vengono stravolti per riflettere questa nuova ortodossia.

Una inevitabile conseguenza dell’attivismo femminista fu la decisione dell’amministrazione Obama, nel 2013, di aprire alle donne posizioni di combattimento nell’esercito. Ignorando le prove incontrovertibili che le donne sono fisicamente, emotivamente e psicologicamente non adatte al combattimento, la sinistra acclama la decisione come una vittoria per le donne.

La civiltà cristiana occidentale ha nobilitato la donna da schiava dell’uomo a  compagna dignitosa e piena coerede dei frutti della redenzione di Cristo. Ha permesso il fiorire di un’autentica femminilità cristiana modellata sulle virtù della Vergine Maria. La civiltà della menzogna, tuttavia, considera una donna veramente “libera” solo quando ha la possibilità di essere colpita, ferita, catturata, torturata, violentata e uccisa dai nemici dell’America.

 

Menzogna numero sei

L’ecologia è un altro importante fronte della civiltà della menzogna. Per quarant’anni gli ambientalisti e i loro sostenitori nei media hanno diffuso l’idea che la Terra si sta riscaldando, che l’umanità ne è la causa principale e che causerà disastri se non verranno prese drastiche misure. Un sondaggio Gallup del 2017 ha riportato che il 62% degli americani crede nel riscaldamento globale, il 68% degli americani crede che questo riscaldamento sia dovuto principalmente alle attività umane e il 42% degli americani ritiene che il riscaldamento globale rappresenterà una seria minaccia nella loro vita: i livelli più alti ottenuti dall’inizio dei sondaggi di opinione20. L’ex vicepresidente americano Al Gore sostiene che è finito il tempo del dibattito. Mettere anche solo in questione il riscaldamento globale antropico ti fa diventare un “negazionista”.

Ancora una volta, vediamo che la realtà è molto diversa dalla propaganda. La scienza del clima semplicemente non è del tutto definita; il clima della Terra è notevolmente in linea con le oscillazioni storiche; non ci sono prove che l’uomo sia la causa di quel riscaldamento che si sta verificando; le affermazioni sul riscaldamento globale si basano su vere frodi e il vero programma dietro la teoria è politico: la distruzione del sistema economico occidentale. 

Oltre 31.000 scienziati americani, compresi oltre 9.000 con il grado di Ph.D., hanno firmato la petizione dell’Oregon nel 1999 in cui si affermava che “non ci sono prove scientifiche che il rilascio umano di … gas serra stia causando o causerà un riscaldamento catastrofico dell’atmosfera terrestre …”. I modelli climatici elaborati da computer, i nostri unici strumenti per misurare le tendenze future in materia di riscaldamento, non sono affidabili. Negli ultimi 20 anni, il 95% dei modelli  computeristici più importanti ha previsto un riscaldamento molto maggiore di quello che si è poi effettivamente verificato. 

Nel 2009, degli hacker hanno fatto conoscere migliaia di e-mail del professor Philip Jones della Climatic Research Unit dell’Università di East Anglia, il principale centro mondiale per la ricerca sul clima. Queste e-mail mostravano che il professor Jones e i suoi collaboratori hanno falsificato i dati climatici per far sembrare che la Terra stesse vivendo una tendenza al riscaldamento, quando in realtà non era così. Questo scandalo, noto come “Climategate”, danneggiò seriamente la credibilità degli scienziati del clima pro-riscaldamento globale. 

Ma, va bene lo stesso, giacché il movimento per il riscaldamento globale ha poco a che fare con la scienza. L’ex ministro dell’Ambiente canadese Christine Stewart ha dichiarato in un’intervista al Financial Post che “non importa se la scienza è tutta fasulla, ci sono benefici ambientali collaterali…. la lotta al il cambiamento climatico [fornisce] la più grande possibilità di realizzare giustizia e uguaglianza nel mondo”. L’attivista di estrema sinistra Naomi Klein, nel suo libro del 2014 This Changes Everything: Capitalism vs. the Climate (ndt. Questo cambia tutto: Capitalismo versus il Clima), va oltre:

“Mentre ricostruiamo le nostre economie per rimanere all’interno del nostro budget globale di carbonio, abbiamo bisogno di contemplare meno consumi … meno scambi … e meno investimenti privati ​​…. Ciò implica molta più ridistribuzione, affinché il numero più grande di noi possa vivere comodamente entro le capacità del pianeta. Questo è precisamente il motivo per cui, quando i negazionisti del cambiamento climatico affermano che il riscaldamento globale è un complotto per ridistribuire la ricchezza, non è (solo) perché siano paranoici. È anche perché stanno prestando ben attenzione … Il cambiamento climatico è la nostra occasione per rimediare finalmente a quei torti marci: l’impresa incompiuta della liberazione”21.

 

Quid Est Veritas? 

Sarebbero quasi illimitati ulteriori esempi della civiltà della menzogna. Il movimento Black Lives Matter (BLM) ha ben poco a che fare con la prevenzione della morte prematura dei neri americani, ma riguarda piuttosto il fomentare la “liberazione” marxista e la distruzione della “struttura familiare nucleare prescritta dall’Occidente”, il “pensiero eteronormativo” e il “patriarcato”. Quando morì Fidel Castro, il BLM pubblicò un necrologio di fuoco, ringraziandolo per la sua “visione della libertà” e della “pace che arriva solo con la giustizia”.

“Quid Est Veritas?” (Cos’è la verità?), chiese Ponzio Pilato. Il Creatore del Cielo e della Terra, l’Alfa e l’Omega, la seconda Persona della Santissima Trinità, l’operatore di miracoli, Colui in cui le profezie si adempivano, la Verità stessa era in piedi davanti a Lui. La moglie di Pilato lo supplicava, la sua coscienza lo infastidiva, ma alla fine scelse di rifiutare la Verità. Non c’è mai stata né ci sarà mai nella storia alcuna menzogna come quella scelta dal governatore romano della Giudea.

Sebbene diversa, la civiltà della menzogna è responsabile di uno dei peggiori rifiuti della verità nella storia. Ma come Ponzio Pilato, innumerevoli cattolici di oggi – sia del clero sia del laicato – si chiedono: “Che cos’è la verità?” e cinicamente voltano le spalle a Nostro Signore.

Tuttavia, ci sono persone disposte ad alzarsi e a opporsi a questa follia. Sempre più fedeli cattolici pregano il Rosario, combattono la Rivoluzione Culturale e riparano il Sacro Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria. I 21.570 Raduni del Rosario promossi dalla TFP americana nello scorso ottobre ne sono una prova.La Madonna di Fatima potrebbe essere chiamata l’Apostola della Verità. Ella spiegò la crisi, fornì la soluzione e dimostrò la sua identità compiendo il più grande miracolo pubblico della storia dalla Risurrezione. Per le 70.000 persone che lo vissero, il Miracolo del Sole non si poteva negare. Gli atei che erano presenti alla Cova da Iria furono costretti a descrivere esattamente ciò che vedevano e molti si convertirono. Solo tenendo lo sguardo fisso su di Lei possiamo aspettarci di perseverare fino al giorno in cui la Civiltà della Menzogna sarà distrutta e sostituita con il Regno di Maria, la madre stessa della Verità.

  1. http:/victimsofcommunism.org/annual-poll-release-shows-americans-still-have-a-lot-to-learn-about-communism/
  2. https://www.brookings.edu/blog/fixgov/2017/09/18/views-among-college-students-regarding-the-first-amendment-results-from-a-new-survey/
  3. Schwarz, Fred, You Can Trust the Communists to be Communists (Prentice Hall: 1960) p. 10
  4. https://www.lifesitenews.com/resources/abortion/fetal-development
  5. https://www.babyq.com/latest-topics/can-my-baby-hear/
  6. http://www.nationalreview.com/article/380602/abortion-activists-deny-science-dustin-siggins
  7. https://www.lifesitenews.com/news/canadian-ethicist-advocates-post-birth-abortion-for-newborns
  8. https://www.lifesitenews.com/news/professor-if-abortion-is-morally-acceptable-infanticide-should-be-too
  9. https://www.lifesitenews.com/news/nancy-pelosi-issue-of-late-term-abortions-is-sacred-ground
  10. https://www.lifesitenews.com/blogs/abortion-is-a-sacred-value-the-pro-choice-movement-finds-religion
  11. https://www.lifesitenews.com/news/michigan-abortion-facility-advertizes-abortion-as-sacred-work
  12. http://www.lifenews.com/2014/12/26/abortionist-calls-abortion-a-sacrament-and-a-blessing/
  13. http://www.lepantoinstitute.org/abortion/former-satanist-i-performed-satanic-rituals-inside-abortion-clinics
  14. http://www.pewresearch.org/fact-tank/2015/03/06/americans-are-still-divided-on-why-people-are-gay/
  15. http://www.thenewatlantis.com/publications/executive-summary-sexuality-and-gender
  16. https://www.cnsnews.com/blog/michael-w-chapman/johns-hopkins-psychiatrist-there-no-gay-gene
  17. https://www.lifesitenews.com/blogs/if-you-think-christians-arent-being-persecuted-in-the-u.s.-its-because-your
  18. Reilly, Robert; Making Gay OK: How Rationalizing Homosexual Behavior is Changing Everything (San Francisco: Ignatius Press, 2015), p. 7
  19. http://www.rollingstone.com/politics/features/meet-tim-gill-megadonor-behind-lgbtq-rights-movement-wins-w489213
  20. http://news.gallup.com/poll/206030/global-warming-concern-three-decade-high.aspx
  21. Naomi Klein, This Changes Everything: Capitalism vs. The Climate (Simon & Schuster) 2014, p. 92-93, 459

Fonte: Return to Order, Gennaio 2018

https://fatimatragedyhope.info/it/2021/05/05/la-civilta-della-menzogna-e-il-suo-rifiuto-delle-evidenze/

Ddl Scalfarotto Zan: un attacco al sistema giuridico

Il ddl Scalfarotto Zan si avvia a realizzare un capolavoro di diabolica astuzia politica e giuridica. Dove nulla è stato affidato al caso, ma anzi, tutto dimostra la ammirevole acribia impiegata nello studio della teoria, insieme alla consumata conoscenza del meccanismo politico e dei fenomeni mediatici. Mentre anche i tempi di realizzazione sono stati studiati con precisione cronometrica.

Possiamo affermare, senza pericolo di smentite, che questa coppia di fatto legislativa abbia realizzato un’arma perfetta, capace di minare un intero ordinamento giuridico e scardinarne senza troppo clamore tutte le colonne portanti in vista della sua distruzione definitiva, mentre la gravità della cosa per certi versi arriva ad essere sottovalutata persino da chi si oppone con forza a questo ultimo parto abortivo della sedicente democrazia rappresentativa.

Infatti si stanno levando le ultime voci non rassegnate alla introduzione nell’ordinamento di questo monstrum giuridico che è destinato a produrre enormi sconquassi etici e sociali e una degenerazione ulteriore degli assetti culturali e dei rapporti di potere. Tuttavia ormai ci si concentra soprattutto sull’annichilimento del diritto alla libera manifestazione del pensiero garantito dalla Costituzione, e sull’attacco obliquamente portato alla famiglia e al diritto naturale che la sostiene.

Ma il ddl Scalfarotto Zan va combattuto con tutte le forze anche da un diverso punto di vista e per ragioni che vanno addirittura più in profondità, perché riguardano lo stravolgimento di principi basilari su cui si regge l’ordinamento giuridico, e in particolare quello penale. Un ordinamento che, pur varato in tempi di dittatura, ha un impianto garantista e nella sua intelaiatura concettuale riflette una statura culturale, propria dei giuristi che l’hanno elaborato, imparagonabile a quella che affligge l’attuale cosiddetto legislatore. 

La legge penale, come è noto, presidia le condizioni essenziali etico sociali di coesistenza degli individui all’interno di una comunità organizzata. Dunque si prefigge di difendere questa, sanzionando i comportamenti che vanno a ledere i beni sentiti come fondamentali per una ordinata vita comunitaria e per la sua naturale sopravvivenza. Il reato tutela la vita, come la proprietà, l’onore come la libertà personale, la famiglia come la incolumità pubblica ecc., ovvero quelli che sono considerati come “beni giuridici”, cioè valori e interessi comuni meritevoli di una tutela giuridica, appunto, che risponde ad esigenze profonde della collettività. 

D’altra parte, poiché il potere statuale di applicare la pena può trasformarsi anche in uno strumento di arbitrio tirannico, il cittadino delle società cosiddette democratiche è tutelato contro il suo abuso dal principio per cui possono essere puniti come reato soltanto i comportamenti materiali, cioè i fatti che possano essere oggettivamente accertati. Principio che pone al riparo sia dall’arbitrio del legislatore come da quello del giudice. Non per nulla tutti i regimi cosiddetti totalitari, quelli che il novecento ha conosciuto in modo esemplare, hanno previsto la punizione anche dell’atteggiamento interiore, delle intenzioni ostili al partito, all’ideologia del regime, alla persona del comandante supremo ecc. 

Il reato deve avere quale elemento costitutivo un “fatto”, mentre gli elementi psicologici, i motivi che corredano l’azione lesiva, possono soltanto aumentarne o attenuarne la gravità e vanno a incidere solo sulla quantità della pena da infliggere in concreto. 

Dunque un disegno di legge come quello della accoppiata in questione istituisce figure di reato che contraddicono principi giuridici fondamentali di civiltà, e a rigore, non avrebbe dovuto neppure arrivare alla discussione parlamentare, pur nel degrado che colpisce attualmente tutte le istituzioni repubblicane. 

Ma i suoi estensori non sono sprovveduti, non sono dediti all’improvvisazione incosciente. Hanno cercato l’ariete per penetrare nella cittadella del sistema. E l’hanno trovato bell’e fatto nella legge Mancino, che un parlamento già minato ideologicamente e culturalmente aveva approvato in anni passati senza porsi il problema della sua anomalia e della sua pericolosità. Infatti quella legge ha introdotto il reato determinato da motivi razziali, trasformando appunto il “motivo” nell’elemento costitutivo del “fatto” che deve essere punito, sicché il fatto ricava la propria specifica identità proprio dal motivo che ha mosso l’autore.

In altre parole, è stata creata una figura autonoma di reato, caratterizzata dal motivo, accanto a quella ordinaria, cioè al reato comune, che di norma viene punito indipendentemente dai motivi che l’hanno determinato: accanto all’omicidio commesso per qualunque motivo, viene previsto l’omicidio commesso per determinati motivi qualificanti. Ed è evidente che, così, il contenuto dei motivi individua il bene giuridico violato. Così, ad esempio, l’omicidio commesso per un motivo qualunque si configura diversamente rispetto a quello commesso per quel motivo “qualificato”, con una conseguenza paradossale: anche la vita umana offesa, che dovrebbe rimanere l’unico valore in gioco, acquista un peso diverso a seconda dei motivi che hanno mosso chi l’ha distrutta.

La legge Mancino ha introdotto anche la surreale figura del reato di atti di discriminazione compiuta sempre per certi motivi qualificati. E qui la distorsione giuridica diventa surreale, quasi metafisica. Infatti discriminare vuol dire scegliere, esercitare la facoltà di giudizio, applicare criteri di valutazione a una qualunque scelta naturalmente libera. Infatti ogni scelta operata nella vita quotidiana implica una discriminazione, che si tratti del bar sotto casa, della scuola dei propri figli, del voto politico, di uno spettacolo, di una squadra del cuore. Appartiene alle facoltà degli esseri viventi non ridotti in schiavitù, quella di scegliere tra possibilità diverse, con le conseguenze che ogni scelta comporta. Ogni diritto di libertà è esso stesso un diritto di scelta.

Invece il principio di non discriminazione riguarda e può riguardare soltanto la legge, come prescrive articolo dall’articolo 3 della Costituzione che, proclamando appunto l’uguaglianza di fronte alla legge, impone a questa di non riservare ai cittadini trattamenti disuguali a parità di condizioni, e pur sempre secondo un criterio di ragionevolezza. Il privato invece è naturalmente libero di operare le proprie scelte lecite indipendentemente dai motivi da cui sono indotte. Confondere i due piani significa non soltanto alimentare un errore grossolano, significa mettere in piedi una truffa inaudita ai danni di chi non vede il pericolosissimo equivoco. 

Infine sono previste come reato quelle manifestazioni di pensiero in cui si riflettono sentimenti che nessuno deve osare coltivare in se stesso. Anche se per tanto tempo si è ritenuto che solo l’occhio di Dio fosse abilitato a guardare dentro ai pensieri umani. 

La legge Mancino nasce fra l’altro quale distorta applicazione di pregressi impegni internazionali, mal interpretati e mal digerirti. E diventa come un corpo estraneo inserito nell’ordinamento vigente. Ma sopravvive curiosamente, sia perché non viene abrogata, sia perché, non avendo mai trovato applicazione, nessun giudice ha potuto sollevare la relativa questione di legittimità costituzionale. 

Ecco allora l’idea folgorante che ha illuminato la mente di Scalfarotto e compagni, guidati dalla lobby omosessualista ben radicata nei palazzi delle istituzioni nazionali e internazionali. L’idea di sfruttare la ancora vigente legge Mancino per innestarvi il piano di imposizione manu militari della ideologia omosessualista e genderista. È bastato estendere i motivi “omofobici” a quelli già previsti, che avevano a che fare con l’odio razziale, e creare una nuova serie di reati capaci di incidere sulla tenuta etica dell’intera società.

Con la differenza che, se la legge Mancino non ha mai trovato applicazione perché riguardava un problema di fatto inesistente, oggi la macchina dell’omosessualismo ha creato il problema, imponendo in via mediatica e istituzionale il modello omoerotico e genderista con la invasione inarrestabile nel terreno della educazione e della scuola, con la perversione dei criteri valutativi, con la penetrazione in ogni ganglio vitale della società. Il tutto, dopo che i mezzi di comunicazione hanno creato giorno dopo giorno, attraverso una propaganda martellante, la normalizzazione di ciò che normale non è. Dopo che la manipolazione del linguaggio ha introdotto concetti fasulli, parole vuote di senso come quella di discriminazione o quella di diritto che, usate a vanvera, creano però suggestioni e inducono convinzioni senza contenuto di senso, al pari di realtà inesistenti come una presunta minoranza oppressa, ancorché gaia. 

Ma nonostante questa ben riuscita eversione culturale, occorre ora annichilire sul nascere ogni forma di opposizione soprattutto per portare a termine il progetto di indottrinamento alla religione omosessualista e genderista nelle scuole, specie della prima infanzia, dato che dopo è più difficile deviare le tendenze naturali. Ecco dunque la minaccia della pena per chi osi intralciare la marcia trionfale di un canone etico rovesciato che l’opportunismo politico, laico o chierico, senza scrupoli e senza cervello, non esita ad avallare. Ecco il ddl Scalfarotto Zan. 

Un’operazione che, da spericolata qual era, ha guadagnato astutamente terreno secondo un piano orchestrato ad ampio raggio. Che ha battuto il passo soltanto quando motivi di tattica politica suggerivano di non dare troppo nell’occhio e ha una portata addirittura più devastante di quanto non vedano anche i suoi valorosi e accorati oppositori. Come dicevamo, qui non è in gioco soltanto la libertà di manifestazione del pensiero e l’attacco aperto al valore etico della famiglia e della legge naturale che la regola. 

Da una simile novità normativa deriva tecnicamente che l’omosessualità e la famosa libertà di genere entrano di diritto nella rosa dei “beni giuridici” tutelati dalla legge penale, con quel che ne segue sul piano interpretativo e quindi sui futuri, anzi, già presenti, orientamenti giurisprudenziali. 

Ne deriva che non viene più punito il fatto, ma l’intenzione. Che tutti dovremmo censurare pensieri parole e omissioni. Che dovremmo condizionare la scelta di uomini e cose solo dopo avere cancellato dalla nostra mente ogni pregiudizio “omofobico” antipederastico e alla fine antipedofilo. Sicché in virtù del divieto di discriminazione, un genitore si vedrà punito per avere licenziato il maestro di musica che riservava all’allievo attenzioni troppo particolari. 

Dunque la carica distruttiva che verrà attivata riguarda l’intero sistema penalistico di cui si vanno ad erodere principi inderogabili e in cui si aprono falle destinate a prepararne il crollo totale. 

Un sistema penale è il barometro che misura l’evoluzione di una civiltà giuridica, e di un’etica comunitaria, come può diventare la spia di ogni degenerazione del potere verso l’arbitrio. In esso confluiscono correnti di pensiero, si rispecchiano contingenze storiche, si determinano le condizioni per un affinamento della sensibilità sociale o del suo ottundimento. Non si identifica con la morale, ma può condizionarne gli andamenti nel bene e nel male, a seconda che i valori difesi dalla legge siano quelli su cui si costruisce una società sana e vitale, o siano meri interessi di parte mossi da un pensiero distruttivo. Cesare Beccaria non è passato invano e oggi guardiamo con orrore a strumenti giudiziari che sono stati cancellati anche grazie a quel pensiero. 

Ma la pena rimane sempre l’arma insidiosa di cui può impadronirsi il potere. Se la legge penale non assolve il compito di incoraggiare un’etica costruttiva e di garantire l’individuo dalle insidie del potere, essa si trasforma in una forza irresistibile che precipita la società verso il caos. Qui la posta in gioco è lo scardinamento di un sistema giuridico e l’apertura verso l’arbitrio di forze ormai dominanti quanto deviate.

Intanto, contro il diritto positivo e il diritto naturale hanno puntato le proprie degenerate batterie anche gli agonici e miserabili lacerti di quella che è stata per duemila anni la Chiesa di Cristo, e che ha finito per chiamare un magniloquente esecutore fallimentare ad avviare la relativa procedura. Senza che il popolo di Dio, annichilito, sembri avere il coraggio di liberarsi di usurpatori e collaborazionisti. 

Sorvoliamo sulle festività che si intendono istituire per celebrare questi nuovi valori collettivi, come sul programma di pene rieducative. La democrazia del nuovo millennio è troppo nostalgica per non essere anche commovente, oltre che commossa. 

La pericolosità di questo astuto marchingegno legislativo forse non poteva non sfuggire agli ottusi rappresentanti di una democrazia in dissoluzione e a quella chiesa che le fa vergognosamente da spalla. Ma non deve sfuggire a chiunque senta il dovere di difendere l’oggi e il domani delle nuove inermi generazioni.

Patrizia Fermani

Maggio 5, 2021


https://www.ricognizioni.it/ddl-scalfarotto-zan-un-attacco-al-sistema-giuridico/

1 commento:

  1. L'autore sostiene che "il reato deve avere quale elemento costitutivo un “fatto”, mentre gli elementi psicologici, i motivi che corredano l’azione lesiva, possono soltanto aumentarne o attenuarne la gravità e vanno a incidere solo sulla quantità della pena da infliggere in concreto". Queste affermazioni sono delle semplici mostruosità giuridiche!!!
    Fra gli elementi costitutivi del reato vi è l'elemento psicologico, il quale ex art. 43 c.p. fa sì che i reati si distinguano in dolosi, preterintenzionali e colposi. L'elemento psicologico non ha nulla a che fare con i motivi del reato, che rilevano esclusivamente come circostanze.

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