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sabato 19 giugno 2021

Chi confonde la Chiesa con un’industria?

I nipoti di Simon Mago 

Vorrei partire da questo tweet:

“La Chiesa Cattolica degli Stati Uniti sta facendo tutto il possibile per far sì che la gente lasci la Chiesa. Interessante strategia di marketing.”


Un poco di contesto: si riferisce all’intenzione che avrebbero la maggioranza dei vescovi statunitensi di proibire esplicitamente ai politici che sostengono pubblicamente l’aborto, nel particolare il Presidente Biden, di ricevere la Santa Comunione fino a quando persevereranno nel loro comportamento. E’ noto che Biden fa sfoggio di andare a messa tutte le domeniche pur portando avanti la peggiore politica pro aborto di tutti i suoi predecessori.

Trovo la frase del tweet interessantissima. La persona che la scrive ha evidentemente un’idea della Chiesa come Impresa d’Affari. Un’Impresa d’Affari, una firma commerciale, deve guardarsi dal buttare via quote di mercato, ovvero possibili clienti. Sarebbe cattivo marketing.
Ma che cosa vende la Chiesa?

La risposta corretta è che non vende niente. Offre la salvezza eterna portando nel mondo la Parola, ma soprattutto la Presenza di Dio, nella persona di Gesù Cristo. Almeno, questo è descrizione del brand che è andata per la maggiore per secoli. Vendere, o tentare di vendere, questa salvezza è un peccato noto come simonia; dal nome di quel tal Simon Mago che tentò di comprare dagli apostoli il segreto del loro successo e dei miracoli, finendo malissimo.

Se vogliamo dirla tutta, lo stesso Gesù fu un disastro del marketing. Appena aveva un pubblico decente diceva qualcosa per cui se ne andavano via tutti, a parte quei discepoli che davvero credevano in lui. Come quella volta che istituì quella stessa Eucarestia che si vorrebbe fosse distribuita a cani e porci. Un autentico disastro, o forse lo fece apposta per distinguere i simpatizzanti da quelli che lo amavano sul serio. L’impressione è che dei simpatizzanti non sapesse che farsene.

Nel mondo d’oggi assistiamo ad un fenomeno strano: le Imprese d’Affari cercano di diventare Chiese. Non si accontentano più di vendere i loro prodotti; tentano anche di convincervi che lo fanno per il vostro bene, e che se acquisterete da loro sarete salvi e beati. O meglio, se non acquisterete sarete dannati.
E’ per questo che le grandi imprese stanno spendendo tanto in inclusione, diversità, adesione alle tematiche gender, lotta al cambiamento climatico, sostenibilità… è il vangelo di questa nuova religione, e chi non si conforma è eretico e va espulso. Insomma: compra i miei prodotti non perché sono fatti bene, ma perché “sono” il bene. Anche se magari a realizzarli sono stati bambini sottopagati in qualche periferia dell’Est, o peggio.

Se le industrie si mettono a fare le chiese, perché meravigliarsi che ci sia chi confonde la Chiesa con un’industria? Purtroppo non solo tra quelli che di tale Chiesa non fanno parte e magari non sanno neanche bene di cosa parlano, ma tra i suoi stessi membri. Gli eredi di quel discepolo che vendette con ottimo profitto il suo stesso Maestro.

https://berlicche.wordpress.com/2021/06/18/i-nipoti-di-simon-mago/

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