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giovedì 24 giugno 2021

L' agonia di un potere morente

LA MACCHINA DEL FANGO

    Ultimi schizzi di fango e veleno d’un regime morente. La menzogna come “normale” strategia del potere: perchè vogliono ridurre al silenzio le figure di spicco dell’opposizione come nel caso dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò?                                                             di Francesco Lamendola  

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Forse in molti non se ne sono accorti, ma se già da alcuni decenni vivevamo all’ombra di un regine larvatamente dittatoriale, ora, da quindici mesi a questa parte, quel regime è divenuto un totalitarismo vero e proprio, cinico e spietato, che ha piegato ai suoi interessi e alle sue strategie ogni singola istituzione, dal Parlamento in giù, per non parlare dei mass-media - veri artefici del grande inganno -, e ogni singolo aspetto della nostra vita, sia sociale che privata. 


Ora questo regime è letteralmente costretto, dalla forza della sua stessa logica, ad accelerare sempre di più la stretta totalitaria, non solo a livello sanitario, che è quello mediante il quale ha giocato la sua carta finale, con la falsa pandemia, la falsa emergenza e i falsi vaccini, ma anche a tutti gli altri livelli; e ad aumentare costantemente l’ingrediente fondamentale del quale si serve per attuare i suoi disegni, cioè la menzogna, sino al punto di fare di essa non più l’eccezione cui si ricorre in circostanze particolari, in nome della ragion di stato, ma la “normale” strategia del potere, affastellando una menzogna sopra l’altra, una per sorreggere l’altra, una più grossa dell’altra, una più spudorata dell’altra. Il sistema della menzogna sistematica come abituale strumento di controllo delle masse non è stato creato nel febbraio del 2020 da Bill Gates, Anthony Fauci e altri oligarchi amorali, ma è stato varato e collaudato da alcuni decenni, in particolar modo a partire dagli anni della Guerra Fredda. Tralasciando alcuni episodi tuttora controversi, come il presunto allunaggio del luglio 1969, e altri a noi più vicini sia nello spazio che nel tempo, come il più che dubbio cedimento strutturale del Ponte Morandi a Genova, nell’agosto 2018, e per tacere la lunghissima e sanguinosa scia di misteri irrisolti che hanno caratterizzato la storia italiana negli anni di piombo, si può dire che è con l’11 settembre del 2001 che il mondo entra nella fase della Grande Menzogna e che la politica dei Paesi occidentali, fagocitata dagli interessi dei Padroni Universali, assume i tratti di un totalitarismo ideologico e mass-mediatico fondato sulla menzogna quale sistema ordinario di governo e di indottrinamento. In altra sede abbiamo anche affacciato la tesi che una menzogna iniziale doveva fungere da testa d’ariete per insediare tutte le menzogne successive nella mente e nel sentire delle persone comuni; e abbiamo detto che tale menzogna di base, posta a fondamento di un intero sistema menzognero, è stata, a nostro avviso, quella relativa alla Seconda guerra mondiale, agli scopi di guerra del Tripartito e specificamente alla vicenda della cosiddetta “soluzione finale” del problema ebraico, abilmente trasformata in una nuova religione della colpa, la Religione dei Sei Milioni (senza con ciò negare affatto che gli ebrei abbiano realmente subito un tragico destino in quegli anni, ma ponendo in dubbio l’attendibilità della narrazione storica “ufficiale”). Ora però, per ragioni pratiche, poniamo fra parentesi tutti questi precedenti e limitiamoci alla data dell’11 settembre 2001 quale inizio simbolico dell’impero della Grande Menzogna, che ha condizionato e trasformato tutto il nostro stile di vita, le nostre istituzioni, il nostro sistema dell’informazione, la nostra psicologia e la nostra stessa percezione della realtà.

 

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Dalla Menzogna sul Terrorismo alla Menzogna sul Debito fino da ultimo la Menzogna sulla Pandemia e le vaccinazioni di massa? Si può dire che è con l’11 settembre del 2001 che il mondo entra nella fase della Grande Menzogna e che la politica dei Paesi occidentali, fagocitata dagli interessi dei Padroni Universali, assume i tratti di un totalitarismo ideologico e mass-mediatico fondato sulla menzogna quale sistema ordinario di governo e di indottrinamento!

 

Dopo la Menzogna sul Terrorismo, si è affermata la Menzogna sul Debito, e da ultimo la Menzogna sulla Pandemia e sulle vaccinazioni di massa: con un vaccino che non è un vaccino, ma un siero genico sperimentale, al quale faranno da cavia le centinaia di milioni di persone alle quali verrà inoculato, senza che se ne conoscano i possibili effetti collaterali, ma con la certezza che nella sua composizione entrano le linee cellulari dei feti appositamente fatti abortire. Una serie di menzogne “minori”, ma tali comunque da ave causato la morte di milioni di persone, come quella sulle famose armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, hanno riprodotto, su scala regionale, il grande schema globale della menzogna quale nuova forma dell’informazione e della politica, forma che nelle intenzioni dei suoi ideatori deve essere definitiva e irreversibile. E infatti ci hanno ripetuto, sin dai primissimi giorni della falsa emergenza sanitaria, che nulla sarà più come prima, evidentemente  seguendo la traccia di un copione già scritto in anticipo rispetto ai fatti, o alle parole d’ordine, della primavera 2020: laddove quei signori non si son presi neanche il disturbo di nascondere che già da alcuni anni la fondazione di Bill Gates teneva esercitazioni in vista di un’emergenza sanitaria che avrebbe potuto determinarsi per un’epidemia di Covid. Splendido esempio di preveggenza o meraviglioso tempismo nell’attuare l’ormai classico schema in tre fasi del globlaismo: problema, risposta, soluzione. Tutto fatto in casa: in questo caso, tutto pensato, gestito e risolto dai grandi e noti filantropi di Big Pharma, con la più che volonterosa, potremmo dire zelante, collaborazione della stampa, della televisione e della politica stessa. Per non parlare dell’immediato allineamento della classe medica, pronta a rimangiarsi l’ABC della propria scienza - ad esempio il fatto che non si fanno vaccinazioni nel pieno di un’epidemia - pur di obbedire prontamente ai desiderata di chi tiene i cordoni della borsa di tutto il sistema sanitario. Perché la triste verità è che la salute pubblica è da tempo nelle mani di un sistema che è pubblico solo quanto alle spese, ma è rigorosamente privato quanto ai profitti, ed è quest’ultimo aspetto a dettare le regole, cominciando dagli assurdi protocolli sanitari imposti davanti alla falsa pandemia: i quali hanno tentato perfino di ostacolare le cure tradizionali, “colpevoli” di offrire ai malati una guarigione troppo facile ed economica rispetto agl’interessi di Big Pharma e alla progettata vaccinazione di massa, fonte di ulteriori, macroscopici guadagni sulla pelle della gente disinformata e terrorizzata.

 

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Stiamo assistendo all’agonia di un potere morente, che cerca di contrastare e ritardare, con la macchina del fango e coi veleni della calunnia, la propria fine imminente: la verità è più forte della menzogna!

 

L’Italia ha una lunga serie di menzogne nel proprio armadio: quella del Risorgimento; quella della Resistenza e del (perenne) Antifascismo; quella del 6 giugno 1946: tutte organiche l’una a quella successiva, tutte necessarie a tenere in piedi il castello di una narrazione truffaldina e di una mitologia democratica e repubblicana che è stata creata per garantire la rendita di una classe politica cialtrona e parassitaria e di una classe intellettuale mercenaria e servile. Ora la menzogna italiana si salda alla Grande Menzogna mondiale, studiata e voluta dalla grande finanza internazionale, e trova nel Bel Paese un terreno particolarmente favorevole, appunto perché i politici, i professori e i giornalisti sono abituati a vivere spacciando le menzogne più vergognose per verità sacrosanta, e quindi non hanno alcun problema di coscienza a proseguire, e anzi ad accelerare, sulla stessa strada.

Eppure, nonostante il generale abbrutimento dell’intelligenza, della volontà, dell’etica, e la sistematica selezione all’incontrario che produce politici, magistrati, amministratori pubblici, scienziati e ricercatori sempre più conformisti e sempre più venali, pronti a vendersi al migliore offerente, il fatto sorprendente è che il desiderio di verità non si è spento nel cuore della gente comune; oscurato, oltraggiato, ingannato, ridicolizzato, risorge nonostante tutto, e quando ormai sembrava morto, ecco che riappare in tutta la sua forza. Il momento che stiamo vivendo è uno di questi. E in momenti così appaiono anche degli uomini onesti e senza paura, degli uomini lucidi e disinteressati, i quali possiedono sia l’intelligenza, sia la volontà, sia l’autorevolezza per dare una risposta al bisogno di verità e per stimolare la gente a farsi sempre più domande, a mettere in discussione la narrazione unica stile Unione Sovietica, a pretendere la verità proprio da quei poteri che hanno fatto della menzogna il loro normale mezzo per auto-perpetuarsi. Una di queste figure autorevoli, nell’ora attuale, è quella di monsignor Carlo Maria Viganò, autore di lucidissime analisi della situazione mondiale venutasi a creare - o piuttosto divenuta finalmente visibile - dagli  intrighi della grande finanza per mezzo della falsa emergenza sanitaria. La sua è al tempo stesso la più autorevole voce che si leva dal clero cattolico in una fase caratterizzata da un progressivo asservimento della Chiesa agli interessi del potere mondiale, giunti fino al grottesco di un sedicente papa che, per fare il bello e il generoso, regala una dose di vaccino anti-Covid ai senzatetto di Roma: come se fosse quella la vera urgenza e, per quei poveretti, la più immediata e vitale necessità. In particolare il documento diffuso da monsignor Viganò in occasione del festival filosofico di Venezia dedicato alla memoria di monsignor Antonio Livi, benché censurato da tutti i giornali e da tutte le televisioni nazionali e internazionali, è circolato su alcuni siti informatici e ha raggiunto un numero straordinario di persone, rendendo palese che non tutta la popolazione si è sdraiata sulle menzogne della narrazione unica e che in molti è sempre vivo il desiderio di verità. Un fatto di per sé destabilizzante e pericolosissimo dal punto di vista chi detiene il potere e ha costruito il controllo sulle masse a forza di menzogne sempre più grosse, nonché sulla repressione di qualunque dubbio o dissenso, come nel caso dei licenziamenti e della radiazione dall’ordine medico di quanti non si allineano sulle folli e irresponsabili posizioni vacciniste imposte dal governo Draghi, come da tutti gli altri governi della sfera occidentale.

 

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La menzogna come “normale” strategia del potere: perchè vogliono ridurre al silenzio le figure di spicco dell’opposizione come nel caso dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò?

 

Che fare, dunque per arrestare questo spiacevole fenomeno, per stroncare questo accenno di ripresa dell’intelligenza, della dignità, del bisogno di libertà da parte della popolazione? C’è un sistema, semplice e ben collaudato: ridurre al silenzio le figure di spicco dell’opposizione, anche quella allo stato potenziale (della vera opposizione, non quella taroccata della politica, la quale non fa per nulla il suo mestiere, ma vive di compromessi col potere) mediante la macchina del fango. È uno schema vecchio, già usato centinaia di volte, ma che dà sempre buoni risultativi: si prende di mira la figura scomoda e si punta a distruggerla, screditandola sul piano personale e, se possibile, morale. E così stanno facendo con l’arcivescovo Viganò. Però la sua persona è inattaccabile: fa niente; si prende di mira non lui direttamente, ma un suo presunto collaboratore; si attribuisce a quest’ultimo la paternità dei discorsi e degli scritti di monsignor Viganò, almeno a partire dall’inizio del 2020, inventandosi una discontinuità con quel che egli diceva e scriveva prima di quella data, il che è del tutto falso. Si insinua, anzi si dice apertamente, che egli non è il vero autore di quei documenti, che si lascia manipolare da qualcun altro, e si fa anche il nome di questo qualcun altro, portando contemporaneamente il discorso sul piano morale, o moralistico, sino ad affermare che monsignore dovrebbe prendere e pubblicamente le distanze da quel personaggio. Il tutto sulla base di illazioni e speculazioni che non hanno nulla di serio, nulla di oggettivo, nulla di documentato. Una bella pretesa davvero: Viganò si dovrebbe dissociare da qualcuno perché i suoi detrattori affermano, senza provarlo, che questo oscuro personaggio è il Viganò 2, ossia un arcivescovo che non avrebbe niente a che fare col Viganò 1, quello di prima del 2020. Chi si è prestato a questi miserabili attacchi, fatti di basse insinuazioni e vili calunnie, si assume la responsabilità di tanta infamia: Dio gliene ne renderà merito. Abbiamo detto già molte volte, e lo ripetiamo, che a ben guardare noi tutti dovremmo ringraziare la divina Provvidenza per ciò che sta accadendo da un anno e mezzo a questa parte. Perché è grazie a figure come quella di monsignor Viganò che noi scopriamo di essere ancora vivi, non domati, non rassegnati, non disperati, ma anzi desiderosi di batterci per la buona causa; così come è per mezzo di figure come quelle dei suoi detrattori e calunniatori che possiamo misurare quanto in basso cadono coloro i quali non amano la verità, ma sono pronti a mettersi al sevizio della menzogna.

 

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Ultimi schizzi di fango e veleno d’un regime morente? La menzogna non è in grado di costruire nulla, sa solo distruggere, e chi si fonda su una menzogna generalizzata non è capace di assicurare neppure la mera sopravvivenza del sistema che ha messo in piedi!

 

Anche questa triste vicenda, provvidenzialmente, contribuirà ad aprire gli occhi a molte persone e a renderle più forti. Una cosa è certa: la verità è più forte della menzogna, perché riposa sulla realtà delle cose, mentre la menzogna si fonda su un equilibrio instabile, su una perenne contraddizione con l’ordine esistente. Perciò i figli della luce, che si battono per la verità, sanno che alla fine saranno loro a vincere: loro, o piuttosto Colui che, essendo la Verità, darà loro il coraggio e la tenacia per battersi sino alla fine, cioè sino a che l’ultimo castello di menzogne sia crollato miseramente sotto il proprio stesso peso. Proviamo infatti ad immaginare, per amore d’ipotesi, che i figli delle tenebre riescano a vincere e a imporre ovunque il regno della menzogna: ebbene, un tale regno avrà le ore contate, perché la menzogna non è in grado di costruire nulla, sa solo distruggere, e chi si fonda su una menzogna generalizzata non è capace di assicurare neppure la mera sopravvivenza del sistema che ha messo in piedi. La menzogna non è solo distruttiva, è anche auto-distruttiva: se davvero costoro potessero vincere – e lo diciamo per assurdo - il loro impero durerebbe qualche ora o qualche giorno, poi rovinerebbe nella maniera più vergognosa, perché i figli delle tenebre non farebbero che ingannarsi e tradirsi l’un l’altro, e da un simile caos nulla di stabile potrebbe uscire e reggersi in piedi. Ma la verità è un’altra. La verità è che i figli delle tenebre non hanno la benché minima speranza di vittoria: al contrario, proprio ora che sembrano aver vinto, e stanno già assaporando i frutti perversi della loro apparente vittoria, l’abisso destinato ad inghiottirli comincia ad aprirsi sotto ai loro piedi. Perciò, bisogna aver coraggio e non perdersi d’animo: stiamo assistendo all’agonia di un potere morente, che cerca di contrastare e ritardare, con la macchina del fango e coi veleni della calunnia, la propria fine imminente. Che verrà, e presto. Allora i figli delle tenebre e i figli della luce verranno separati, e ciascuno andrà incontro al giudizio: gli uni a ricevere il castigo della loro malvagità, gli altri a ricevere il premio della loro fedeltà a Dio, la Verità Somma.  

 

Ultimi schizzi di fango e veleno d’un regime morente 

di Francesco Lamendola

 


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