Benedetto XVI, "la paura fa 90": sanzioni lavorative, censure e silenzi sul tabù della rinuncia
La stessa Chiesa che qualche settimana fa ha permesso a 100 preti tedeschi di benedire le coppie gay, quindi di consacrare il 2° dei “quattro peccati che gridano vendetta al Cielo” (subito dopo l’omicidio, secondo la dottrina) oggi chiede “modifiche” al ddl Zan, in un documento riservato poi fatto uscire apposta, in modo che - secondo alcuni – questo ne affretterà l’iter di approvazione; il tutto mentre l’arcivescovo Vincenzo Paglia, già noto per essersi fatto ritrarre nudo nell’affresco omoerotico della cattedrale di Terni, protesta coi suoi stessi vertici professandosi a favore del ddl Zan, iniziativa omosessualista già sponsorizzata da Avvenire, quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, il cui ex segretario, Mons. Galantino, sosteneva qualche tempo fa che Sodoma “era stata salvata dal Signore”.
Siete un attimo disorientati? Vi torna in mente quella “falsa chiesa stravagante” profetizzata nel 1820 dalla beata Katharina Emmerik? Non sappiamo che rispondervi, certamente l’unico modo per capirci qualcosa è continuare a insistere sull’UNICA QUESTIONE veramente dirimente di tutto: CAPIRE SE BENEDETTO XVI E’, O NON E’ ANCORA IL PAPA, se ha abdicato davvero oppure no. Se Ratzinger non ha abdicato, le “originalità” di cui sopra sarebbero infatti la OVVIA conseguenza, la cartina al tornasole, del fatto che lo Spirito Santo (per i credenti) o il Logos (per i laici) da otto anni sono in ferie con lui, il vero papa.
Quindi, cari Lettori che seguite l’inchiesta “carsica” sulla rinuncia di papa Benedetto XVI, vi possiamo dare qualche importante aggiornamento: i segnali sono incoraggianti.
In primis, una notizia: il canale Youtube di Don Alessandro Minutella, “Radio Domina Nostra”, con due milioni di visualizzazioni e 50.000 iscritti, il 22 giugno è stato hackerato da esterni o censurato da Youtube (non si sa), comunque è stato chiuso.
Un bell'autogol da parte dei suoi nemici, dato che è un’implicita ammissione del fatto che Don Minutella, teologo super-ortodosso che per primo ha dichiarato che il papa è Benedetto e Bergoglio è un usurpatore, QUI dice cose che scottano, argomentandole anche nel libro “Pietro dove sei”. Nonostante i grandi media fingano di ignorarlo, il prete più seguito d’Italia non va sottovalutato: se avesse ragione lui, passerebbe alla storia come l’unico ecclesiastico che aveva detto la verità, per primo, e pagando più di tutti, con ben due scomuniche (che però sarebbero invalide in quanto comminate da un antipapato). Don Minutella tornerà presto, come spiega: “Tutto il materiale video era stato salvato e sarà presto riproposto su altre piattaforme. Questo attacco, come tanti altri, non farà che dare ancora più slancio e motivazione alla nostra missione per la salvezza delle anime e della Chiesa cattolica, in comunione col vero papa Benedetto XVI. Un imprenditore del Nord si è già detto disponibile a finanziarci una web tv”.
Nel nostro piccolo, invece, possiamo confermare che quando un qualsiasi giornalista comincia a essere sanzionato sul lavoro perché solleva dei legittimi interrogativi, portando fatti e documenti, vuol dire che è sulla PISTA GIUSTA. Lo scrivente ha infatti appena perso due collaborazioni con testate giornalistiche proprio per aver toccato il tasto dolente. Abbiamo la prova del fatto che la rinuncia di Ratzinger sia un vero TABU’: non può essere indagata, anche di fronte a problematiche giuridiche grosse come una casa, perché ne va della legittimità di Francesco come pontefice. Certo, lo capiamo, ma non è colpa nostra se papa Ratzinger ha rinunciato al ministerium invece che al munus come sarebbe richiesto dal canone 332 § 2 QUI , se ha differito la rinuncia senza ratificarla QUI , se dice che “il papa è uno” senza spiegare quale QUI , se si veste di bianco, firma e benedice come un papa QUI , se scrive che si è dimesso come i papi che non hanno abdicato QUI . Non è colpa nostra se l’avvocato Taormina QUI il giudice antimafia Giorgianni QUI nutrono pesanti sospetti sulla rinuncia o la reputano del tutto nulla, né se i giuristi Estefania Acosta e Francesco Patruno, il teologo Carlo Maria Pace, il frate latinista Alexis Bugnolo affermano la rinuncia è invalida QUI , né se l'arcivescovo Viganò la definisce irrituale, né se oltre a don Minutella e a don Bernasconi che si sono fatti scomunicare QUI , anche vescovi come Mons. Lenga e Mons. Gracida hanno dichiarato che Francesco non è il vero papa QUI .
Vi ricordate fenomeni analoghi ai tempi di Giovanni Paolo II? Cosa dovremmo fare, tacere e fingere che si tratti di ordinarie divergenze d'opinione?
Molti laici pensano che siano “beghe interne dei cattolici”, dimenticando che i papi hanno fatto e disfatto la politica del mondo: basti citare S. Giovanni Paolo II il quale, ad esempio, fece crollare il comunismo. Quindi, il fatto che Bergoglio, sesta persona più influente del mondo secondo Forbes, avendo candidamente ammesso di lavorare per un Nuovo Ordine Mondiale e un Great Reset QUI , possa essere o meno il vero papa, forse dovrebbe un poco interessare anche i non credenti.
Molti cattolici pensano, invece, che, anche se Francesco non avesse proprio tutte “le carte in regola” come pontefice, alla sua successione, un nuovo conclave potrebbe rimettere tutto a posto. Costoro non hanno ancora messo a fuoco che se Benedetto non ha abdicato, se conserva il munus petrino, Francesco è un antipapa e un conclave con 80 cardinali invalidi nominati da un antipapa può nominare solo un altro antipapa, così come all’antipapa Anacleto II, nel 1138, succedette l’antipapa Vittore IV. Lo illustriamo meglio QUI
Molti cattolici si illudono, infatti, che anche se c’è stata qualche irregolarità, lo Spirito Santo si possa prestare alle macchinazioni umane e adattarsi ad assistere un antipapa perché “vabbé, tanto, ormai, è andata”. No, non funziona così.
Altri, di fronte alle sue “insolite” dichiarazioni e iniziative pensano che un papa, quando non parla ex cathedra, possa dire quello che gli pare e che non debba essere, invece, assistito anche in via ordinaria dallo Spirito Santo, come recita l’art. 892 del Catechismo:
“L'assistenza divina è inoltre data ai successori degli Apostoli, e, in modo speciale, al vescovo di Roma, pastore di tutta la Chiesa, quando, pur senza arrivare ad una definizione infallibile e senza pronunciarsi in "maniera definitiva", propongono, nell'esercizio del Magistero ordinario, un insegnamento che porta ad una migliore intelligenza della Rivelazione in materia di fede e di costumi”.
Ne segue logicamente che, o Francesco non è il vero papa, oppure lo Spirito Santo accetta di buon grado l’intronizzazione dell’idolo pagano Pachamama in San Pietro ed è d’accordo con Bergoglio – “a livello personale” – sulla bontà delle unioni civili. Magari la terza Persona trinitaria darebbe anche volentieri la comunione a Biden, come si legge in questi giorni, nonostante il presidente Usa sia un fattivo promotore dell’aborto al nono mese QUI .
Quindi, o si fa chiarezza e si appura se Benedetto ha abdicato davvero o no, oppure non ci dovremo stupire se, con il Nuovo Ordine Mondiale, la Chiesa potrebbe essere finita per sempre. Certamente un alone di dubbio graverà non solo su Francesco, ma anche su tutti i suoi successori. Eppure, non dovrebbe essere in primis interesse di Bergoglio definire la questione, chiarendo che è tutto in regola? Perché non ha mai fatto o detto nulla in tal senso e, semmai cita – disapprovandoli - certi “LEGALISMI CLERICALI”? A cosa si riferisce? La validità della rinuncia di un papa certo non è un legalismo clericale: fa la differenza tra l’assistenza divina a un vero pontefice e un antipapato di dubbie provenienza e finalità.
In ogni caso, continuare a eludere la Magna Quaestio, ovvero chi sia il legittimo papa, comporta, per chi è consapevole della questione, il prendersi una enorme responsabilità di fronte alla storia e di fronte a Dio (per chi crede): ci sono molti ecclesiastici, anche importanti, che hanno letto tutto e che, ugualmente, lasciano la questione irrisolta. Come se seguire un papa o un antipapa, alla fine, faccia poca differenza.
Ci scuserete, ma noi, giornalisticamente parlando, la RESPONSABILITA’ STORICA di tacere certe clamorose evidenze, magari per conservare questa o quella piccola rendita di posizione, non ce la prendiamo.
La cosa che più impressiona, per ora, è l’atteggiamento di alcuni interlocutori: messi di fronte a questioni fattuali… semplicemente non rispondono.
Circa dieci giorni fa, abbiamo replicato al più importante quotidiano cattolico di Germania, il Die Tagespost, che ci aveva tirato in causa in un articolo del 28 maggio, proprio sulla frase rivelatrice di papa Benedetto che avevamo scoperto pubblicata in “Ultime conversazioni” di Peter Seewald: “Nessun papa si è dimesso per mille anni e anche nel primo millennio è stata un’eccezione”.
Così, per fare una cortesia ai colleghi d’Oltralpe, illudendoci che un quotidiano cattolico tedesco avrebbe accolto con interesse quanto dichiarato da un papa bavarese a un giornalista della Vestaflia, abbiamo tradotto nella loro lingua la documentata ricostruzione definita “Piano B” QUI .
In tale ricerca si riportano fatti oggettivi e incontestabili che possono essere spiegati, al momento, solo con l’ipotesi per cui Benedetto XVI abbia preparato consapevolmente una rinuncia giuridicamente invalida per dar modo ai suoi nemici di rivelarsi e di essere annullati. In italiano QUI
Avete sentito qualcuno dal Die Tagespost che abbia replicato, contestando, discutendo, obiettando di fronte a simili argomentazioni? Zero. Cespugli rotolanti nel deserto.
Qualche giorno fa abbiamo scritto a un vaticanista di un altro giornale, per un cordiale scambio di idee: non ha nemmeno risposto.
Altri colleghi, più dialogici e cortesi, di fronte alla questione si dicono “non convinti”, ma non spiegano per quale motivo, inaugurando così un nuovo tipo di “dialettica”.
Ci consola un nostro lettore che, su Twitter, ha ben esemplificato: “Le vostre domande sono tremendamente serie e meritano risposte altrettanto serie”.
La cosa che davvero colpisce è che addì 26 giugno 2021, in un mondo liquido, ipertecnologico, dove tutti sanno tutto di tutto e dove un contenuto messo in rete gira e rigira all’infinito, replicandosi ormai facilmente in tante lingue diverse, grazie anche ai traduttori automatici, vi sia ancora qualcuno che ritiene possibile arginare la verità eludendo fatti oggettivi e domande logiche. Tempus omnia revelat, lo dicevano già i latini, e oggi, con il web, tutto è accelerato all’inverosimile.
La verità ha una potenza inarrestabile, si impone da sola, come diceva papa Wojtyla: se qualcuno dovesse spiegarvi il trucco del gioco delle tre carte, o di un gioco di prestigio, anche volendo, nessuno di voi potrebbe più cascarci. Le incongruenze ormai sono venute a galla, sono state “spoilerate”, documentate, ordinate e circolano ora in tutto il mondo come scintille incendiarie: arriverà il momento in cui bisognerà per forza farci i conti.
Andrea Cionci
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