Perché tanto accanimento contro la Messa tridentina e non contro i veri problemi della Chiesa?
Cari amici di Duc in altum, Samuel Gregg, dell’Acton Institute, ha scritto una breve nota a proposito di Traditionis custodes. Pur ammettendo di non essere un frequentatore della Messa tridentina e di non prendere parte a dispute liturgiche, Gregg si chiede – secondo me a ragione – perché un documento così duro come quello prodotto dal papa contro la Messa vetus ordo non sia stato concepito per affrontare tanti altri problemi che affliggono la Chiesa cattolica e che appaiono ben più urgenti e sostanziali. Di Samuel Gregg ricordo il contributo nel volume AA.VV, Dottrina sociale cattolica ed economia di mercato, prefazione di Aldo Maria Valli, Liberilibri, 2016.
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Non partecipo a guerre liturgiche né frequento la Messa in latino. Sono anche ben consapevole delle opinioni malsane (sedevacantismo, antisemitismo, eccetera) fatte proprie da una piccolissima minoranza dei frequentatori della Messa antica.
Tuttavia mi chiedo perché un testo papale così fermo come Traditionis custodes non sia stato prodotto per affrontare:
1. le vere e proprie eresie di numerosi vescovi di lingua tedesca;
2. i gravi abusi liturgici che sono all’ordine del giorno in numerose messe novus ordo in tutto il mondo e che vanno avanti da decenni;
3. la spaventosa formazione dei cattolici in Occidente dopo il Vaticano II;
4. la corruzione morale e finanziaria di un buon numero di ordini religiosi;
5. lo stato desolante di così tante università cattoliche in cui la fede è trattata nel peggiore dei casi come una reliquia imbarazzante o, nel migliore, solo come un altro movimento di giustizia sociale vagamente religioso ma fondamentalmente laico e di sinistra;
6. la riduzione della Chiesa in molti paesi a un’appendice dello Stato sociale;
7. una cultura clericale tra un buon numero di vescovi che ha permesso a mostri come McCarrick di farla franca per decenni nonostante illeciti sessuali e finanziari;
8. il fatto che, per un buon numero di sacerdoti cattolici di una certa età, è chiaro che non credono che le Scritture siano state scritte da testimoni oculari e che gli eventi straordinari che hanno visto siano realmente accaduti, inclusi i miracoli e la Resurrezione.
Lo dico di nuovo: non sono un frequentatore della Messa tridentina (anche se penso che i preti dovrebbero essere liberi di celebrarla), accetto tutti gli insegnamenti sulla fede e la morale promulgati dal Vaticano II, e non ho alcun problema con la Messa novus ordo. Non di meno, se si pensa a tutti i problemi elencati sopra, ritengo evidente che siamo di fronte all’applicazione di un doppio standard.
La triste ironia è che non ho alcun dubbio che la stragrande maggioranza dei partecipanti alla Messa in latino obbedirà ai propri vescovi nel mettere in pratica la Traditionis custodes, a differenza, per esempio, dei vescovi tedeschi i quali, arricchiti dalla tassa per la Chiesa, abitualmente ignorano o negano l’insegnamento costante della Chiesa su questioni fondamentali di fede e morale, e cercano di nascondere il fatto che hanno rifiutato gli elementi essenziali di quella fede parlando all’infinito di dialogo e invocando una pessima teologia degli anni Settanta nonché una sociologia e psicologia ancora peggiori.
Con le mie scuse ai miei molti amici cristiani, ebrei, mussulmani e laici non cattolici.
di Samuel Gregg
Se il vescovo corre ad applicare “Traditionis custodes”
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Prot. No. 062-0M-2021
Decreto
Al fine di attuare, nella nostra Diocesi di Mayagüez, il Motu proprio Traditionis Custodes del Santo Padre Francesco, «Sull’uso della Liturgia Romana prima della Riforma del 1970», pubblicato ufficialmente il 16 luglio 2021 e, secondo la Lettera del Santo Padre ai Vescovi di tutto il mondo, per presentare detto Motu Proprio, pubblicata in pari data, DECRETO quanto segue:
- Poiché nella nostra Diocesi non vi sono comunità che abbiano rivendicato la necessità di celebrare l’Eucaristia con questo rito straordinario, è vietato nel territorio diocesano, a norma dell’articolo 3, §6 del Motu Proprio, che sacerdoti, diaconi, religiose, religiosi o laici, promuovano l’emergere di tali gruppi.
- Non esistendo nel nostro territorio diocesano alcuna necessità pastorale di celebrare con questo rito, non sarà designato alcun luogo, a norma dell’articolo 2, §§3-4, e neppure alcun sacerdote per la celebrazione secondo il Missale Romanum del 1962.
- Poiché il Santo [manca Padre nell’originale, ndt] ha determinato, e citiamo: «prendo la ferma decisione di abrogare tutte le norme, le istruzioni, le concessioni e le consuetudini precedenti al presente Motu Proprio, e di ritenere i libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, come l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano» (Lettera ai Vescovi, corsivo nostro), e poiché «gli atti liturgici non sono atti privati, ma celebrazioni della Chiesa, che è “sacramento di unità”», (SC 26), dispongo che ogni sacerdote della diocesi di Mayagüez, pur celebrando in forma privata e senza popolo, utilizzerà il Messale Romano secondo il Vaticano II. Prevedo inoltre che nelle nostre celebrazioni eucaristiche, con o senza popolo, si usi la pianeta gotica, evitando l’uso della Pianeta romana, cuffiette, tovaglie di lino, veli omerali, borse per corporali, manipoli e altri ornamenti tipici di questo rito.
Così ordino e dispongo per l’intera Diocesi di Mayagüez.
Mayagüuez, Porto Rico, oggi 17 luglio 2021.
+ Angelo Luis Matos
Vescovo di Mayagüuez
Delroy Thomas Scoth
Cancelliere
https://www.aldomariavalli.it/2021/07/18/se-il-vescovo-corre-ad-applicare-traditionis-custodes/
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