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domenica 18 luglio 2021

Il luogo «da cui nessuno torna a casa uguale» ?

Dite a Macron di mettere giù le mani da Lourdes

Con la visita di venerdì a Lourdes. il presidente francese Macron ha annunciato 124 milioni di euro di aiuto per far fronte alle conseguenze economiche della chiusura del santuario ai pellegrini a causa del Covid. «Ma c'è solo una cosa che lo Stato deve fare per il bene di Lourdes: lasciarla in pace», dice Vittorio Messori.


Ha suscitato un certo rumore la visita che venerdì scorso il presidente francese Emmanuel Macron ha fatto al santuario di Lourdes, per diversi motivi e a seconda dei punti di vista. Già il fatto in sé è storico visto che è il primo presidente della Quinta repubblica a visitare la città dove la Madonna è apparsa nel 1858 alla bambina Bernadette Soubirous. Anche se la visita è inserita nel Tour de France che il presidente sta facendo in vista delle elezioni del 2022 e ufficialmente l’interesse principale era quello economico, visto che Lourdes, dopo Parigi, è la città francese con la maggiore ricettività alberghiera, è stato evidente anche l’aspetto religioso. Il presidente francese si è recato alla grotta di Massabielle accompagnato dal delegato apostolico di Lourdes monsignor Antoine Hérouard e dal rettore del santuario monsignor Olivier Ribadeau-Dumas.

La cosa ha ovviamente provocato stizzite reazioni nella sinistra laicista, che ha visto nella visita una “bestemmia” contro la laicità della Francia nonché un atto di islamofobia. Tra i fedeli presenti a Lourdes invece c’è chi l’ha vista in modo diametralmente opposto: a un certo punto infatti tra la folla qualcuno ha gridato “Vergogna! Sei un ateo di prima categoria, vattene da qui”, prima di essere portato via dalla sicurezza (e in Italia è soprattutto questo ad avere fatto notizia).

Ma tornando alle accuse di lesa laicità, in realtà sono proprio le reazioni di una certa classe politica laicista francese a rivelare un notevole grado di cristianofobia, visto che nessun polverone del genere era stato alzato lo scorso 8 marzo quando lo stesso Macron fece una visita a sorpresa nella Grande Moschea di Parigi. Anzi, allora Macron ha voluto espressamente «trasmettere i sentimenti di amicizia verso il popolo musulmano». A Lourdes invece nessuna parola di solidarietà con i cattolici, il focus è stato esclusivamente economico: la città di Bernadette ha infatti sofferto moltissimo per le conseguenze della pandemia, visto che per molti mesi il santuario è stato chiuso e dall’estero non sono ancora tornati i pellegrinaggi.

Prima della pandemia Lourdes riceveva dai 3.5 ai 6 milioni di pellegrini (a seconda delle stime), per il 75% stranieri. Dopo il crollo del 2020, quest’anno si attendono "solo" un milione di persone, ovviamente tutte francesi. Macron ha quindi annunciato aiuti per 124 milioni di euro per sostenere l’economia della zona ma – riporta il Corriere della Sera – ha anche lasciato trapelare il disegno di «una nuova Lourdes» che metta insieme le «sinergie tra culto, cultura e patrimonio». Per Macron infatti «Lourdes non è certo la città che valorizza al meglio i suoi turisti. Ci vuole un’offerta molto più larga e varia rispetto a oggi, e gli investimenti avrebbero dovuto essere fatti molto tempo fa».

In altre parole, anche qui la crisi provocata dalla gestione della pandemia diventa il pretesto per costruire qualcosa di nuovo che annacqui l’identità del luogo. Un abbraccio pericolosissimo per Lourdes, come dice alla Nuova Bussola Quotidiana Vittorio Messori: «C’è solo un aiuto che lo Stato può dare a Lourdes: lasciarla in pace». Messori non solo è lo scrittore cattolico contemporaneo più letto al mondo, ma è anche profondamente devoto a santa Bernadette, a cui ha dedicato anche moltissimi anni di studio, raccolti nel libro “Bernadette non ci ha ingannati” (Mondadori). E ovviamente conosce molto bene la realtà di Lourdes: «Si deve essere sempre molto sospetti quando il governo ci mette il becco. La storia dimostra che quando Lourdes cede alle lusinghe della politica ne nascono problemi per la vita spirituale», dice Messori. E continua: «Lourdes ha bisogno di essere indipendente per rispondere liberamente a quanto la Madonna vuole». Certo, il colpo all’economia della zona è stato durissimo, ma Lourdes «incarna lo spirito di povertà». La politica, prosegue Messori, «può avere anche le migliori intenzioni, ma Lourdes deve essere mantenuta dai suoi devoti».

Parole chiare, che fanno capire la pericolosità di certi abbracci, soprattutto quando è evidente che c’è già la visione di una «nuova Lourdes» dai contorni non meglio specificati. Quello che invece i fedeli vogliono è tornare al più presto alla Lourdes di sempre, la Lourdes voluta dall’Immacolata Concezione, il luogo «da cui nessuno torna a casa uguale».

Riccardo Cascioli

https://lanuovabq.it/it/dite-a-macron-di-mettere-giu-le-mani-da-lourdes

Barricate francesi contro Micron le Petit

 


La differenza c'è e si vede. Mentre in Italia si blatera ancora di pallone sulle diatribe tra il Prefetto e i due goleador Bonucci e Chiellini, in Francia si combatte per la sopravvivenza. Per l'aria che respiriamo, per la libertà che abbiamo dalla nascita, ma che vogliono toglierci in modo accanito e protervo. 

Per il ripristino delle libertà democratiche e costituzionali  conculcate e per il contratto sociale bruscamente  strappato dal novello Luigi XVI in versione petit Louis, ai suoi cittadini. Micron le Petit, del resto è un programma: decide tutto da solo nelle  segrete stanze dell'Eliseo.  E ora fa  pure la voce grossa, parlando di 45.000 euro di multa più un anno di galera per quegli esercenti che non richiedono il pass sanitario ai loro avventori. La mia impressione è che Macron vada in cerca di guai come Luigi XVI. «Liberté, liberté», «Non à la vaccination obligatoire», «on n'est pas des cobayes». "Non siamo cavie".  "Le pass ne passera pas", #Le pass de la honte. Sono questi gli slogan da parte di migliaia di persone, onesti cittadini che il peggior servizio pubblico televisivo (il nostro) liquida come "no vax".  Aggiungo che nemmeno i giornaloni francesi della gauche-caviar come Le Monde e l'Express hanno il coraggio di etichettarli in questo modo, poiché sanno che si tratta di semplici cittadini che non vogliono sottostare al siero genico sperimentale per il tramite dell'inganno, del raggiro e del ricatto: il pass. Ma noi abbiamo tutto il peggio del peggio in fatto di pennivendoli. prezzolati.


A proposito dei quali, smentisco categoricamente che migliaia di persone in Francia corrano a vaccinarsi. Non è vero. La Francia si conferma la nazione d'Europa più scettica al vaccino e vanta al suo attivo due virologi di chiara fama mondiale: Luc Montagnier e Didier Raoult. Due veri onesti ricercatori, non le virostar vanesie, disoneste e vacue che abbiamo da noi. Per questo Micron le Petit cerca di fare la voce grossa e gonfia il petto come quella rana che crede di essere un bue. Mentre il popolo francese sfida i lacrimogeni e le botte della polizia, da noi si discute sui diritti delle "minoranze" sessuali e su quel ddl Zan che è stato fatto passare  per un voto al Senato, grazie alla diserzione del centrodestra. Gli italiani hanno sopportato 16 mesi di arresti domiciliari e ora al 31 luglio, il governo Draghi sta per prorogare lo stato di emergenza, come se non fosse già abbastanza tutto quel che abbiamo subito. Recita così un proverbio marinaro: "Da una razza (cioè  da un pesce largo e piatto ) non può saltare fuori un gattuccio (cioè un pesce lungo simile a uno squaletto). Metafora che ben si adatta alla mentalità italiana, pavida e pusilla. Capisco che gli italiani "tengono famiglia" più dei francesi, ma  propongo questa galleria di filmati di varie città d'Oltralpe in queste ore di rivolta, per far capire che le misure liberticide prese da Micron , hanno dei sodali micidiali in Italia: Letta, già docente alla Sorbona e amico di Macron, il Pd, il M5s, una Lega narcotizzata "di governo" (e non più di piazza) e Farsa Italia con gli europeisti alla Tajani. Poi c'è la Meloni che finora non è mai passata dalle parole ai fatti. Ribellarsi al pass della vergogna è un dovere morale,  umano e civile. Pensare di aver bisogno di un tampone, di un lasciapassare per bere un cappuccino e per mangiare una pizza è semplicemente disgustoso e rivoltante. Un abominio dei diritti civili, umani e costituzionali. Non vanno accettate in nessun modo nemmeno le misure edulcorate e compromissorie (si fa per dire) di un pass all'Italiana volute da Salvini e Gelmini che limiterebbero l'uso del green  pass agli stadi, alle discoteche e ai teatri.. Sui principi di libertà, giustizia e  sulla lotta alla discriminazione vaccinale, non esistono deroghe e  non si deve negoziare. 



A Parigi protestano e manifestano. E in molte altre città della Francia come Lille, Bordeaux, Montpellier, Perpignan, Lione, Metz, Strasburgo, Annecy, Marsiglia, Clermont Ferrand, Vichy, La Rochelle, Tolosa, St. Etienne, Dunkerque, Aix-en-Provence e numerose altre...

Giorno di Nostra Signora del Carmelo

...e che la Beata Vergine schiacci col piede la testa della serpe che avvolge e avvelena il mondo cercando di renderlo prigioniero... 

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I legami di Macron, l’uomo del vaccino obbligatorio, con Pfizer e Nestlé,

L’attuale presidente Macron è noto recentemente per aver introdotto un obbligo vaccinale oggettivo per i lavoratori nella sanità e assistenza, e surrettizio per tutti gli altri, attraverso divieti draconiani di entrare nei luoghi pubblici. Questo ha portato a proteste in Francia, anche di massa, che vedremo a cosa porteranno.

Lo sapete che, agli inizi della sua carriera economica e politica, Macron ebbe dei contatti stretti e fruttuosi con una delle maggiori aziende produttrici di vaccini cioè Pfizer.  Per narrarvelo ci rifacciamo ad un articolo del 2017 che presentava il ruolo del futuro presidente fra Rotschild , Nestlé e Pfizer.

Prima di entrare nei Rothschild, il giovane Macron, divenuto ispettore finanziario dopo aver completato la Scuola nazionale di amministrazione (ENA), venne assunto nel 2007 dall’economista Jacques Attali per entrare a far parte della Commissione per la liberazione della crescita francese. È stato appena creato dal presidente eletto, Nicolas Sarkozy, per suggerire possibili vie di riforma dell’economia.

Nel suo lavoro di vice segretario conosce personggi importanti come , l’amministratore delegato di Axa (assicurazioni) Claude Bébéar, il capo di Areva (nucleare) Anne Lauvergeon, ma anche Peter Brabeck, allora amministratore delegato (CEO) di Nestlé.

I due uomini “continuano a vedersi una volta che il rapporto è stato reso pubblico”, osserva Marc Endeweld nel suo libro “L’ambiguo Monsieur Macron”. Tra loro si instaura un rapporto di fiducia, al punto che l’austriaco propone a Emmanuel Macron di entrare a far parte della dirigenza francese di Nestlé». Macron però rifiuta, perché ha altri obiettivi.

L’anno successivo, Macron entra a far parte di un’altra commissione, sul futuro delle professioni legali, dove incontra Hans Peter Frick, direttore dei servizi legali di Nestlé.

Nel frattempo, l’ambizioso giovane funzionario Macron è diventato banchiere e non in un posto a caso, ma dai  Rothschild, che negli anni 50 avevano avuto come impiegato il futuro presidente Georges Pompidou, e aveva stretti rapporti d’affari con Nicolas Sarkozy prima della sua elezione. Diremmo un luogo di lavoro fortunato.

Assunto come manager, Emmanuel Macron è diventato nel dicembre 2010 il più giovane socio amministratore della potentissima banca d’affari. Ciò non gli impedisce di consigliare il candidato socialista François Hollande quando si imbarca nella campagna presidenziale.

Proseguiamo.  All’inizio del 2012, il colosso farmaceutico americano Pfizer ha messo in vendita la sua divisione di nutrizione infantile. Nestlé si candida, così come l’americano Mead Johnson e il francese Danone. Il gruppo svizzero si rivolge a Rothschild & Cie per gestire la trattativa. Un successo per Macron: Nestlé non era mai stata cliente Rothschild.

I concorrenti diretti di Rothschild, Lazard, sta invece seguendo la Danone, favorita nella corsa. Però Macron ha un contatto diretto con il CEO di Nestlé, Brabeck e lo incontra spesso direttamente.

Ad aprile Danone ha presentato una domanda più ricca degli altri a Pfizer e sta per vincere. A questo punto Macron convince Nestlé ad aumentare la propria offerta, convincendo anche il Consiglio di Amministrazione svizzero. Alla fine il colosso svizzero vince offrendo la Pfizer la ricca cifra di 11,9 miliardi di dollari, e a Macron arriva un premio di un milione di euro. Però anche Pfizer non si lamenta del lavoro di Macron, perché porta a casa una cifra che non avrebbe mai pensato d’incassare e sicuramente sarà stata molto grata al giovane che, probabilmente non a casa, inizia la pensare seriamente alla politica proprio dopo quest’affare.

Oggi fa un secondo enorme regalo a Pfizer.

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https://scenarieconomici.it/i-legami-di-macron-luomo-del-vaccino-obbligatorio-con-pfizer-e-nestle/

La rivolta della Francia: a migliaia in piazza contro il green pass


Centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza in Francia contro la decisione del presidente della repubblica Macron di imporre il pass vaccinale per le attività quotidiane come l'ingresso nei ristoranti, nei bar, nei locali o negli eventi. Il "pass sanitaire", come lo chiamano i cugini d'oltralpe, sarà necessario anche per viaggiare e la misura dovrebbe entrare in vigore il 21 di luglio. Si tratta di un obbligo vaccinale mascherato, verso cui la risposta dei cittadini è stata massiccia. La folla urla slogan contro Macron, ne chiede le dimissioni e rivendica la libertà conquistata con la rivoluzione francese._


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