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mercoledì 28 luglio 2021

Limita oggi, limita domani..?

Vescovo canadese: i sacerdoti che rifiutano il vaccino contro il coronavirus “potrebbero trovarsi limitati nel loro ministero”

Mentre in Italia non si placano le polemiche sul Green Pass anche all’estero le pressioni per far vaccinare gli indecisi aumentano. Anche nella Chiesa Cattolica. 

LifeSiteNews ha ottenuto la lettera del vescovo Douglas Crosby in cui si afferma che ai preti non vaccinati “potrebbe non essere consentito l’ingresso” negli ospedali e nelle scuole. “Affinché tutto il clero possa svolgere efficacemente i suoi ministeri, compresa la celebrazione della Messa e degli altri sacramenti, è imperativo che venga completamente vaccinato”, ha scritto.

Di questo fatto ce ne parla Emily Mangiaracina nel suo articolo pubblicato su LifeSiteNews.

 

Douglas Crosby vescovo di Hamilton
Douglas Crosby vescovo di Hamilton

In una lettera ottenuta da LifeSiteNews, un vescovo canadese ha avvertito i sacerdoti che il loro ministero potrebbe essere limitato se non ricevono un vaccino contro il coronavirus.

“Chiunque non riceva i vaccini può trovarsi limitato nel proprio ministero”, ha scritto il vescovo di Hamilton Douglas Crosby in una lettera del 20 luglio indirizzata ai suoi sacerdoti e diaconi (clicca QUI per accedere al PDF della lettera). Crosby ha esortato il clero della sua diocesi a “continuare a osservare i saggi consigli delle autorità sanitarie”.

Ai sacerdoti che non si sottopongono a un’iniezione di coronavirus “potrebbe non essere consentito l’ingresso alle strutture sanitarie (ospedali e case di cura) e alle scuole”, ha continuato.

La minaccia di mons. Crosby di impedire ai sacerdoti non vaccinati di visitare le strutture sanitarie potrebbe ostacolare la possibilità dei sacerdoti di amministrare il Sacramento degli Infermi, che include la Confessione, l’Estrema Unzione e la ricezione della Santa Comunione da parte dei malati e dei moribondi.

Il vescovo di Hamilton non ha affermato in modo definitivo che potrebbe limitare la possibilità dei sacerdoti di dire la Messa e di celebrare altri Sacramenti altrove. Tuttavia, ha scritto che “affinché tutto il clero possa svolgere efficacemente i propri ministeri, compresa la celebrazione della Messa e degli altri Sacramenti, è imperativo che venga completamente vaccinato”.

Crosby sta anche facendo pressioni sui laici perché si vaccinino: “Allo stesso modo, i ministri parrocchiali e i membri dello staff che sono completamente vaccinati saranno in grado di svolgere i loro rispettivi ruoli in modo più efficace”, ha scritto.

Sebbene la sua lettera non dica che il vaccino è necessario per sacerdoti o ministri laici, osservando che “i vaccini non sono obbligatori in questo momento”, Crosby ha richiamato Papa Francesco per inquadrare la vaccinazione COVID come un “imperativo morale”.

“Papa Francesco ci ricorda che è un imperativo morale che tutti vengano vaccinati per prevenire la potenziale infezione e diffusione del COVID-19 e delle sue varianti”, ha scritto.

Mons. Crosby ha fatto riferimento qui alle osservazioni di Papa Francesco in un’intervista di gennaio, quando ha detto: “Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino, è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri”.

Papa Francesco non ha menzionato il fatto che i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sviluppati utilizzando materiale proveniente da bambini abortiti, portando molti pro-life a opporsi in coscienza alla loro assunzione. Un grafico che descrive in dettaglio quali vaccini utilizzano linee cellulari di bambini abortiti e in quale fase vengono utilizzate queste linee cellulari è stato pubblicato dallo Charlotte Lozier Institute.

Mons. Crosby ha fatto eco ai sentimenti di Papa Francesco sui vaccini, scrivendo: “Siamo moralmente obbligati a fare tutto ciò che sappiamo essere possibile per evitare che la salute dei nostri parrocchiani venga messa a repentaglio”.

Da nessuna parte nella sua lettera Mons. Crosby menziona la possibilità che alcuni dei suoi sacerdoti possano avere un’immunità naturale dovuta ad una precedente infezione da coronavirus, il che li espone anche a un rischio elevato di avere una reazione avversa a uno dei vaccini. La sua lettera, inoltre, non tiene conto della possibilità che alcuni dei suoi sacerdoti abbiano allergie o altre controindicazioni che impediscano dal punto di vista medico di ricevere una delle iniezioni; alcuni dei suoi preti si oppongono in coscienza all’uso di vaccini contaminati dall’aborto; e “ministri parrocchiali e membri del personale” che potrebbero essere incinte o in età fertile ed evitare il vaccino a causa di preoccupazioni per aborto spontaneo, difetti congeniti o fertilità.

Alcuni vescovi americani hanno già iniziato a ordinare che i laici coinvolti in alcune attività parrocchiali ricevano il vaccino contro il coronavirus. Il vescovo Anthony B. Taylor di Little Rock, Arkansas – il primo vescovo degli Stati Uniti ad annullare tutte le Messe pubbliche all’inizio del coronavirus – ha vietato ai laici di consegnare la Comunione ai malati e ai membri del coro di cantare a Messa a meno che non siano “completamente vaccinati” con uno dei vaccini contro il coronavirus.

L’arcidiocesi cattolica di New York, guidata dal cardinale Timothy Dolan, ha annunciato nel maggio 2021 che avrebbe iniziato a dividere i parrocchiani tra vaccinati e non vaccinati. Solo le persone che hanno ricevuto le iniezioni potranno cantare nel coro o servire sull’altare. Come imporre questo, magari visionando e archiviando le cartelle cliniche delle persone, dipende da ogni parrocchia.

Il cardinale Blase Cupich dell’arcidiocesi di Chicago, nel frattempo, ha dichiarato che coloro che sono “completamente vaccinati” possono entrare nelle porte della chiesa senza maschere, ma solo se forniscono la prova del loro “stato di vaccinazione”.

Quando papa Francesco visiterà la Slovacchia a settembre, solo le persone che hanno ricevuto un vaccino contro il coronavirus potranno partecipare alla messa papale, ha annunciato il ministro della salute slovacco Vladimír Lengvarský durante una conferenza stampa il 20 luglio. Tale decisione è stata presa in collaborazione con la conferenza episcopale slovacca.

La diocesi di Hamilton di mons. Crosby ha una storia di attivismo LGBT

Sotto mons. Crosby, la diocesi di Hamilton si è espressa a favore dell’esposizione della bandiera del “gay pride” nelle scuole cattoliche, attraverso un documento inviato dal vicario episcopale per l’istruzione, padre Cornelius O’Mahony, ai partner cattolici della diocesi di Hamilton. Allo stesso tempo, il Cancelliere della diocesi di Hamilton ha vietato ai parroci della diocesi di presentare petizioni contro la proposta o di parlare della questione nelle omelie.

Il 6 maggio, il consiglio del distretto scolastico cattolico di Toronto ha approvato mozioni che proclamano che giugno deve essere considera come il “mese del Pride” e che la bandiera arcobaleno venga issata in tutte le scuole e nell’ufficio del consiglio scolastico. Diversi post sui social media hanno poi mostrato l’esposizione della bandiera del Pride in diverse scuole cattoliche in Ontario.

In gran parte in risposta a questa mossa, che ha scandalizzato i fedeli cattolici, i laici della diocesi di Hamilton hanno creato un sito web che invita i compagni parrocchiani a “difendere la diocesi”.

A padre Janusz Roginski, che ha sostenuto che la bandiera dell’ “orgoglio” LGBT non riflette la fede cattolica, è stato chiesto di lasciare la diocesi di Hamilton ad aprile a causa del suo “approccio pastorale verso la pandemia”.

LifeSiteNews ha contattato l’Ufficio Comunicazione della diocesi di Hamilton, ma è stato indirizzato al segretario del vescovo, che non ha ancora risposto. 

Di Annarosa Rossetto

https://www.sabinopaciolla.com/vescovo-canadese-i-sacerdoti-che-rifiutano-il-vaccino-contro-il-coronavirus-potrebbero-trovarsi-limitati-nel-loro-ministero/


Morte di De Donno / Quando il medico della cura del plasma fu attaccato ed emarginato



    Torniamo sulla morte del dottor Giuseppe De Donno, con una serie di reazioni e un articolo del maggio del 2020.
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Giuseppe De Donno, suicida il medico della cura del plasma contro il Covid. “È stato emarginato”

Il medico della cura del plasma contro il Covid, Giuseppe De Donno, si sarebbe tolto la vita. L’ex primario di Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova (54 anni) sostenitore appunto della plasmaterapia contro il Covid, stando a quanto riporta la Gazzetta di Mantova, è stato trovato morto nel pomeriggio di martedì 27 luglio nella sua casa di Curtatone, nel Mantovano. Dal 5 luglio scorso De Donno aveva iniziato la nuova attività di medico di base a Porto Mantovano. Restano da chiarire le dinamiche della vicenda, sulla quale indagano i carabinieri.

Gli uomini del colonnello Antonello Minutoli, comandante provinciale dei carabinieri di Mantova, coordinati dalla Procura di Mantova stanno indagando per escludere eventuali responsabilità di terzi. L’ex primario, tra i simboli della lotta al Covid, soprattutto tramite l’utilizzo del plasma iperimmune, lascia una moglie, Laura, e due figli, Edoardo e Martina.

Diversi i messaggi di cordoglio arrivati alla famiglia dell’ex primario, tra cui quello delleader della Lega, Matteo Salvini, il senatore leghista Simone Pillon e Red Ronnie, che lo ricorda su Facebook: “Ricordo l’intervista che gli ho fatto quando è diventato un eroe salvando cinquantotto malati terminali di Covid su cinquantotto utilizzando il plasma dei donatori”, ha detto. “Lo hanno attaccato e fatto fuggire dai radar. Il dottor Giuseppe De Donno, dopo aver salvato tante vite, è stato emarginato ed era tornato a fare il medico di base, oggi ha preso una corda e ha deciso di abbandonare questo pianeta, lui che ha salvato tante vite”.

Fonte: corrieredellumbria

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Un articolo del 5 maggio 2020

De Donno: “La cura con il plasma iperimmune funziona. Ma è gratis e a Burioni non piace”

di Davide Di Stefano

Mantova – Nonostante i risultati incoraggianti la cura con il plasma iperimmune, sperimentata da Giuseppe De Donno, pneumologo dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, non sembra godere di grande favore, anzi. Tra l’indifferenza dell’Istituto superiore di sanità, l’avversione di Roberto Burioni e l’intervento dei Nas, sembra quasi che De Donno stia facendo qualcosa di “sbagliato”. Eppure, ad oggi si contano 48 pazienti guariti grazie alla terapia e zero decessi; tutti affetti da Covid-19 con gravi problemi respiratori, tra cui una donna incinta.

Intervistato da Morello Pecchioli sulla Verità, De Donno ha raccontato dei risultati ottenuti nell’ospedale mantovano dove opera (precisando che il protocollo è stato messo a punto con il policlinico San Matteo di Pavia), rispondendo anche alle polemiche di questi ultimi giorni: “Pur di salvare vite usiamo tutti i farmaci che danno speranza. Non trascuriamo niente, ma altrettanto dovrebbero fare i colleghi impegnati nella lotta. E usare il plasma iperimmune, cura che abbiamo testato su malati di Covid-19 e sono guariti”. In tutti 48 persone, “ma ora la sperimentazione è chiusa”, spiega De Donno. “Stiamo aspettando i dati della letteratura. Non ci fermiamo, però. Stiamo arruolando altre persone. Personalmente continuo l’impegno nella ricerca”.

L’Iss lo snobba. E Roma gli manda i Nas in ospedale

Risultati importanti e confortanti, a questo punto viene da chiedersi se l’Iss lo abbia contattato per avere informazioni. “No. In compenso sono arrivati i Nas in ospedale”, taglia corto il direttore del reparto di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma. Cosa stavano cercando i carabinieri? “Non lo so e non cerco polemiche, ma le cose non avvengono a caso”, puntualizza De Donno. “I Nas fanno il loro dovere. La mia direzione mi ha detto di stare tranquillo. Vedremo quello che succede. Qualcuno, alla fine, dovrà spiegare ai familiari degli ammalati e al Paese cosa sta succedendo. Proibire l’uso del plasma è gravissimo. La comunità scientifica dovrà rispondere ai cittadini di questo”.

Una cura a costo zero. A chi è che non piace?

La motivazione di tanta ostilità va forse ricercata nelle modalità della terapia strutturata da De Donno e dai suoi colleghi. “Democratica” e gratuita come spiega alla Verità: “Il plasma che ricaviamo dal sangue degli ammalati guariti è particolarmente ricco di anticorpi. Trasfuso nei pazienti ammalati, gli anticorpi attaccano il virus e lo debellano. Non abbiamo sospeso i farmaci anti retrovirali. Pur di salvare vite umane facciamo tutto quello che c’è da fare. Tutti dovrebbero tener conto che abbiamo a che fare con la vita della gente. Il plasma è democratico, è donato volontariamente dal popolo e va dato gratuitamente al popolo”. Tra gli oppositori più violenti di De Donno guarda caso c’è Roberto Burioni, che non ha perso tempo per ironizzare sulla cura al plasma iperimmune parlando di una “nuova pozione miracolosa”. De Donno non ci gira troppo intorno: secondo lui l’ormai celebre virologo televisivo “si sta già arrovellando su come trasformare una donazione democratica e gratuita in un prodotto sintetizzato da una casa farmaceutica”.

“Burioni sbaglia e pensa di avere la verità in tasca”

Parole dure che insinuano più di un dubbio sulla libertà di pensiero di Burioni. “Sono veramente offeso”, si sfoga De Donno. “Non solo ha sbagliato a dire che il Covid-19 non sarebbe arrivato in Italia, ma ora insiste negli errori. Fino a un mese fa mi era anche simpatico, dico sul serio, ma ora si comporta come se avesse la verità in tasca e non ne imbrocca una. Si è accorto in ritardo del plasma iperimmune e sta insinuando cose gravissime. Dice che il plasma ha un limite e che sarebbe meglio un farmaco sintetizzato. Sta ipotizzando che può trasmettere malattie. Ma si rende conto di quel che afferma? I nostri test di sicurezza sul plasma sono molto scrupolosi. Li facciamo da sempre accurati e meticolosi, non solo da quando c’è la pandemia. Il nostro plasma è sicuro. Non ha mai dato, mai, conseguenze negative, mai una febbre. È un test sicuro, democratico. Abbiamo la fortuna di contare sui donatori Avis e sui pazienti che, guarendo, donano a loro volta con entusiasmo il plasma”.

La cura al plasma iperimmune non ha goduto di un grande risalto da parte dei media mainstream e in particolare della tv. Per De Donno che si autodefinisce “un piccolo pneumologo di periferia”, questo non è un problema. “Mi accontento di essere quello che sono e di far bene il mio lavoro salvando vite. Non cerco notorietà. Sono uno sperimentatore e uno scienziato libero. Non ho legami con case farmaceutiche, né con i poteri forti, perciò mi permetto il lusso di esprimermi in libertà. Non sono mai stato invitato nelle trasmissioni di Fabio Fazio o da Bruno Vespa. Non sono un medico da salotto. Che ci vada Burioni a discettare di plasma iperimmune. S’accomodi. Io e Franchini alzeremo le spalle. Per noi l’importante è salvare vite. Al professor Burioni abbiamo fornito argomenti nuovi sui quali discutere. Vivo in un ambiente che consideravo puro, ma non lo è”.

Fonte: ilprimatonazionale.it

https://www.aldomariavalli.it/2021/07/28/morte-di-de-donno-quando-il-medico-della-cura-del-plasma-fu-attaccato-ed-emarginato/

La versione da un’ora dell’intervista censurata con l’inventore della tecnologia del vaccino mRNA

La versione ridotta a un’ora dell’originale di tre ore e mezza “Dark Horse Podcast” contenente un’intervista al Dr. Robert Malone, inventore della tecnologia del vaccino mRNA. YouTube e altre importanti piattaforme di social media hanno censurato il video.

Il fatto non ci stupisce, dal momento che nel filmato in questione gli scienziati trattano degli effetti avversi provocati dalla tecnologia mRNA contenuta nel siero sperimentale della Pfizer sia ai danni della salute dei vaccinati, che nel provocare l’insorgere di varianti.

Lo stesso Defender, sito dell’Organizzazione americana Children’s Health Defense, che ha pubblicato il seguente articolo è stato ripetutamente oggetto di censura da parte di Big Tech.

 

dott. Robert Malone, inventore della tecnologia dei vaccini a mRNA (e a DNA)
dott. Robert Malone, inventore della tecnologia dei vaccini a mRNA (e a DNA)

 

A giugno, il Dr. Bret Weinstein ha intervistato il Dr. Robert Malone, l’inventore della tecnologia dei vaccini mRNA, e Steve Kirsch, filantropo e imprenditore tecnologico che è diventato un autorevole punto di riferimento per la ricerca nel dare voce alle persone che sono state danneggiate dai vaccini COVID.

L’intervista di tre ore e mezza “DarkHorse Podcast” è stata censurata su YouTube e altre importanti piattaforme di social media. Cinque giorni dopo la pubblicazione del podcast DarkHorse, i risultati scientifici e i contributi di Malone sono stati cancellati da Wikipedia.

Grazie al regista Mikki Willis e al suo team per aver creato in esclusiva per The Defender questa versione da un’ora del podcast originale.

Durante il podcast, Malone, Weinstein e Kirsch trattano delle implicazioni del controverso studio giapponese di biodistribuzione di Pfizer, reso pubblico all’inizio di questo mese dal dottor Byram Bridle, un immunologo virale.

Lo studio di biodistribuzione ottenuto da Bridle ha mostrato che le nanoparticelle lipidiche del vaccino non sono rimaste nel muscolo deltoide dove sono state iniettate, come gli sviluppatori del vaccino hanno sostenuto che sarebbe successo, ma hanno circolato in tutto il corpo e si sono accumulate in grandi concentrazioni in organi e tessuti, tra cui la milza, il midollo osseo, il fegato, le ghiandole surrenali e – in “concentrazioni piuttosto elevate” – nelle ovaie.

Malone discute anche la mancanza di studi adeguati sugli animali per i nuovi vaccini mRNA, e la teoria, sostenuta dal virologo Geert Vanden Bossche, Ph.D., che la vaccinazione di massa con i vaccini mRNA potrebbe produrre varianti sempre più trasmissibili e potenzialmente mortali

Qui trovate il video censurato.

Di Wanda Massa

https://www.sabinopaciolla.com/la-versione-da-unora-dellintervista-censurata-con-linventore-della-tecnologia-del-vaccino-mrna/

L’inventore del vaccino mRNA cancellato dai libri di storia

Dr. Joseph Mercola

articles.mercola.com

L’11 giugno 2021, l’inventore della tecnologia del vaccino a mRNA [1], Dr. Robert Malone, aveva parlato durante il podcast DarkHorse, condotto da Bret Weinstein, Ph.D., dei potenziali pericoli dei vaccini per la COVID-19 basati sulla terapia genica. Il podcast era stato rapidamente cancellato da YouTube e Weinstein era stato ammonito.
Censurare una discussione scientifica con il vero e prorio inventore della tecnologia usata per produrre queste iniezioni per la COVID-19 è più che scioccante. Ma la censura di Malone va ben oltre. Come riportato nel video qui sotto, anche i risultati scientifici di Malone sono stati cancellati.

Wikipedia cancella i contributi scientifici di Malone

Recentemente, e fino al 14 giugno 2021, i contributi di Malone erano estesamente riportati nella sezione storica della pagina Wikipedia sui vaccini RNA. Era elencato come co-sviluppatore, nel 1989, di un “sistema di trasfezione dell’RNA (1) ad alta efficienza in vitro e in vivo usando liposomi cationici (2)”.

Nel 1990, aveva dimostrato che “l’mRNA trascritto in vitro potrebbe fornire informazioni genetiche alla cellula per produrre proteine all’interno del tessuto cellulare vivente”. Malone aveva anche fatto parte del team che aveva condotto i primi esperimenti sul vaccino mRNA. In poche parole, la sua conoscenza scientifica dei vaccini a mRNA è indiscutibile.

Due giorni dopo, il 16 giugno 2021, solo cinque giorni dopo l’apparizione di Malone nel podcast di DarkHorse, il suo nome era stato rimosso dalla voce di Wikipedia. Ora, all’improvviso, la scoperta del sistema di somministrazione dei farmaci mRNA è accreditata a ricercatori anonimi del Salk Institute e dell’Università della California, e la sua ricerca del 1990 che conferma che l’mRNA iniettato può produrre proteine nel tessuto cellulare è accreditata a scienziati anonimi dell’Università del Wisconsin.

La biochimica ungherese Katalin Kariko è ora improvvisamente lodata dai media mainstream come l’inventrice dei vaccini mRNA [2]. È una scelta conveniente, considerando che la Kariko è la vicepresidente senior di BioNTech, l’azienda produttrice del vaccino Pfizer per la COVID. La biografia non ufficiale della Kariko include anche l’essere stata una informatrice della polizia durante il periodo del comunismo.

Come si afferma nel video, questo va oltre la censura. È revisionismo – una riscrittura della storia in stile “1984” per adattarle alla narrazione ufficiale vigente. Il pericolo di questa tendenza è incalcolabile.

Cosa aveva detto Malone sui vaccini mRNA?

Nella loro essenza i messaggi che Malone ha trasmesso nel podcast di Weinstein trattavano il fatto che il governo non è trasparente sui rischi, che nessuno dovrebbe essere costretto ad accettare queste iniezioni sperimentali, che i rischi superano i benefici nei bambini, negli adolescenti e nei giovani adulti e che coloro che sono guariti dall’infezione naturale da SARS-CoV-2 non dovrebbero ricevere l’iniezione. In un’intervista del 24 giugno 2021 con Tucker Carlson su Fox News (sopra), Malone aveva detto [3]:

“Sono dell’opinione che la gente abbia il diritto di decidere se accettare o meno i vaccini, soprattutto perché questi sono vaccini sperimentali … La mia preoccupazione è che so che ci sono dei rischi ma non abbiamo accesso ai dati … Non abbiamo davvero le informazioni di cui abbiamo bisogno per prendere una decisione ragionevole”.

Una parte significativa del perché non abbiamo dati adeguati è dovuto al fatto che la Food and Drug Administration degli Stati Uniti aveva espressamente deciso di non richiedere una rigorosa raccolta e valutazione dei dati post-vaccinazione. Anche questo è stato rivelato nell’intervista di Malone a DarkHorse.

Perché la FDA aveva optato per un’acquisizione dati lassista in merito ad una tecnologia nuova di zecca, mai usata prima e destinata alla distribuzione di massa? Chiaramente, senza l’acquisizione dei dati post-somministrazione, non c’è modo di valutare la sicurezza di questi prodotti. Non si possono identificare i segnali di pericolo se non si ha uno strumento per acquisire i dati sugli effetti secondari e valutarli tutti.

Una prima analisi rischio-beneficio dei vaccini per la COVID

Malone sottolinea anche che non sono state fatte analisi rischio-beneficio, e questa è un’altra sua obiezione. I dati che abbiamo, tuttavia, indicano che questi farmaci per la COVID-19 potrebbero essere il presidio medico più pericoloso che abbiamo mai visto.

Per esempio, il tasso di mortalità riportato per questi vaccini contro la COVID-19 supera ora la somma dei tassi di mortalità degli oltre 70 vaccini [prodotti] negli ultimi 30 anni, ed è circa 500 volte quello del vaccino per l’influenza stagionale [4], che, storicamente, è sempre stato il più pericoloso. Le iniezioni per la COVID sono anche sette volte più pericolose del vaccino pandemico H1N1, che aveva un tasso di effetti collaterali gravi del 25 per milione [5].

Per coincidenza, un’analisi rischi-benefici peer-reviewed [6] [n.d.T. sottoposta a revisione paritaria] era stata pubblicata sulla rivista medica Vaccines lo stesso giorno in cui Malone aveva parlato con Carlson. Aveva rivelato che il numero necessario per vaccinare (NNV) per prevenire una morte per COVID-19 usando il vaccino Pfizer è tra 9.000 e 50.000 e che per ogni tre morti per COVID-19 prevenute, due persone vengono uccise dall’iniezione. Secondo gli autori, “Questa mancanza di chiari benefici dovrebbe indurre i governi a ripensare la loro politica vaccinatoria”.

La proteina Spike è una citotossina bioattiva

Nella sua intervista a DarkHorse, Malone ha detto di aver avvertito la FDA che la proteina spike (che le iniezioni per la COVID-19 istruiscono le cellule a produrre) potrebbe rappresentare un rischio per la salute.

La FDA aveva respinto le sue preoccupazioni, dicendo che non credeva che la proteina spike fosse biologicamente attiva. Inoltre, i produttori del vaccino avevano specificamente progettato il prodotto in modo che la proteina spike rimanesse attaccata [alla membrana cellulare] e non andasse in circolo. Come si è poi scoperto, avevano torto su entrambi i fronti.

Ormai è provato che la proteina spike del SARS-CoV-2 non rimane nel sito di iniezione [7] e che è biologicamente attiva. È responsabile degli effetti più gravi osservati nella COVID-19, come emorragie, coaguli ematici diffusi, problemi cardiaci e danni neurologici.

Questi sono gli stessi problemi che ora vediamo in un numero impressionante di persone che hanno ricevuto una o due dosi di terapia genica per la COVID-19. La proteina spike del SARS-CoV-2 ha anche una tossicità riproduttiva e i dati di biodistribuzione di Pfizer mostrano che si accumula anche nelle ovaie [8],[9],[10].

Nonostante ciò, Pfizer aveva scelto di non eseguire gli studi standard di tossicologia riproduttiva. Per informazioni più approfondite su come la proteina spike può rovinare la vostra salute, vedete la mia intervista con Stephanie Seneff, Ph.D., e Judy Mikovits, Ph.D.

La campagna vaccinatoria per la COVID viola le leggi di bioetica

Nelle sue interviste con Weinstein e Carlson, Malone ha sottolineato che esistono principi bioetici e leggi di bioetica proprio per prevenire rischi indebiti nella sperimentazione medica, e che queste leggi vengono attualmente violate. Si era addentrato molto più in dettaglio su questo in un saggio del 30 maggio 2021[11]:

“… il pubblico adulto è fondamentalmente un soggetto di ricerca a cui non viene richiesto di firmare il consenso informato a causa della deroga EUA [n.d.T. Emergency Use Authorization]. Ma questo non significa che non meriti di essere informato sui rischi che normalmente sarebbero riportati nel documento di consenso informato per una sperimentazione clinica.

Ed ora alcune autorità nazionali stanno chiedendo la somministrazione dei vaccini EUA agli adolescenti e ai giovani, che, per definizione, non sono in grado di fornire direttamente il consenso informato per partecipare alla ricerca clinica – in forma scritta o in altro modo.

Il punto chiave qui è che ciò che si sta facendo, con la soppressione dell’informazione trasparentee e il dibattito sul profilo degli eventi avversi associati a questi vaccini, viola i principi bioetici fondamentali per la ricerca clinica. Diritti che risalgono alla convenzione di Ginevra e alla dichiarazione di Helsinki [12]. Ci deve essere il consenso informato per la sperimentazione su soggetti umani”.

La sperimentazione senza un adeguato consenso informato viola anche il Codice di Norimberga [13], che stabilisce una serie di principi di etica per la ricerca che comporta la sperimentazione sull’uomo. Questo insieme di principi era stato sviluppato per evitare che gli orrori in ambito medico scoperti durante i processi di Norimberga, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, potessero ripetersi.

Negli Stati Uniti, abbiamo anche il rapporto Belmont [14], citato nel saggio di Malone, che definisce i principi etici e le linee guida per la protezione dei soggetti umani della ricerca, coperti dal Codice dei regolamenti federali degli Stati Uniti 45 CFR 46 (paragrafo A). Il rapporto Belmont descrive il consenso informato come segue:

“Il rispetto per le persone richiede che i soggetti, nella misura in cui ne sono capaci, abbiano l’opportunità di scegliere ciò che deve o non deve accadere loro. Questa opportunità è fornita quando sono soddisfatti gli standard adeguati per il consenso informato.

Mentre l’importanza del consenso informato è indiscussa, prevale la controversia sulla natura e la possibilità di un consenso informato. Tuttavia, c’è un ampio accordo sul fatto che il processo di consenso può considerarsi contenente tre elementi: informazione, comprensione e volontarietà”.

Agli Americani, anzi alle persone dell’intero pianeta, viene impedito il libero accesso e la condivisione delle informazioni su queste terapie geniche. Peggio ancora, siamo fuorviati dai fact checker e dalle piattaforme di Big Tech che vietano o mettono etichette di disinformazione su chiunque e qualsiasi cosa che ne discuta in modo critico o dubitativo. La stessa censura impedisce anche la comprensione del rischio.

Infine, il governo e tutti soggetti interessati ai vaccini stanno incoraggiando le aziende e le scuole a rendere obbligatorie queste iniezioni sperimentali, il che viola la regola della volontarietà. Il governo e le imprese private stanno anche creando massicci incentivi per partecipare a questo esperimento, tra cui lotterie da milioni di dollari e borse di studio complete per il college. Nulla di tutto ciò è etico e nemmeno legale. Come notato da Malone nel suo articolo [15]:

“… poiché questi vaccini non sono ancora autorizzati alla libera vendita sul mercato (licenza), la coercizione di soggetti umani a partecipare alla sperimentazione medica è specificamente vietata. Pertanto, le politiche di salute pubblica per [indurre la gente a] partecipare ad una ricerca clinica che rispondono alla definizione generalmente accettata di coercizione, sono vietate.

Per esempio, se dovessi proporre uno studio clinico che coinvolge i bambini e stimolare la partecipazione regalando gelati, qualsiasi commissione istituzionale per la sicurezza dei soggetti umani (IRB) negli Stati Uniti rifiuterebbe quel protocollo.

Se dovessi proporre un protocollo di ricerca clinica in cui la popolazione di una regione geografica perderebbe le libertà personali a meno che il 70% della popolazione non partecipi al mio studio, ancora una volta, quel protocollo verrebbe respinto da qualsiasi IRB statunitense sulla base del fatto che esiste una coercizione per indurre i soggetti alla partecipazione. Non è consentita nessuna coercizione a partecipare ad uno studio.

Nella ricerca clinica su soggetti umani, nella maggior parte dei Paesi del mondo questa è considerata una linea chiara che non può essere superata. Quindi, ora ci viene detto di rinunciare a questo requisito senza nemmeno una discussione pubblica aperta? In conclusione, spero che vi unirete a me; fermatevi a riflettere e considerate voi stessi quello che sta succedendo. La logica mi sembra chiara.

1) Un prodotto medico senza licenza distribuito con un’autorizzazione d’emergenza (EUA) rimane un prodotto sperimentale in fase di sviluppo e di ricerca clinica.

2) L’EUA autorizzata dalle autorità nazionali concede fondamentalmente il diritto a breve termine di somministrare il prodotto di ricerca a soggetti umani senza consenso informato scritto.

3) La Convenzione di Ginevra, la dichiarazione di Helsinki e tutta la struttura che sostiene la ricerca etica sui soggetti umani richiede che i soggetti di ricerca siano pienamente informati dei rischi e che acconsentano a partecipare senza coercizione”.

Chiaramente, Malone è ampiamente qualificato a parlare sul tema della terapia genica COVID: non solo è un medico di grande integrità che si batte per la correttezza, ma ha effettivamente inventato la stessa tecnologia e ha eseguito i primi studi sul vaccino a mRNA. Il fatto che ora sia stato censurato da Big Tech e cancellato dalla storia scientifica è un crimine in sé e per sé e un qualcosa che dovrebbe preoccupare chiunque.

Questo vergognoso esempio di censura dimostra chiaramente quanto siano degenerati i media. L’unica spiegazione possibile è che chiunque o qualsiasi informazione che interferisce con la somministrazione di massa del vaccino COVID deve essere rimossa. Nulla che contrasti questa narrazione è tollerato, nonostante tutte le informazione indichino che questi vaccini COVID sono il più grande crimine contro l’uomo nella storia dell’umanità.

Se Malone può essere cancellato, che possibilità abbiamo  noi di non essere sottoposti al medesimo destino? I parallelismi tra la realtà quotidiana e fantascientifico, ma inquietantemente profetico, “1984” aumentano di giorno in giorno. Dove ciò ci porterà è ovvio. Finiremo in un mondo dove il supino adeguamento alla menzogna quotidiana sarà l’unica scelta. Per prevenire un tale destino, dobbiamo impegnarci ed esporre le bugie condividendo fatti, dati e verità in ogni modo possibile.

Dr. Joseph Mercola

Riferimenti

Fonte: https://articles.mercola.com/
Link: https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2021/07/06/mrna-vaccine-inventor-erased-from-history-books.aspx
06.07.2021

Tradotto da NICKAL88 per comedonchisciotte.org

Note a cura del traduttore

1) trasfezione dell’RNA- La trasfezione è il processo di introduzione di materiale biologico esogeno in cellule eucariotiche, nella gran parte dei casi di mammifero. È più frequente l’inserimento di materiale genetico, tra cui solitamente DNA e siRNA, ma, in generale, possono essere trasfettate anche proteine (come ad esempio anticorpi). Il processo e i metodi per attuarlo sono analoghi a quelli per la trasformazione batterica, che però riguarda batteri e, talvolta, le cellule vegetali.
Il processo di trasfezione può essere fatto:
in vitro – su cellule bersaglio in colture cellulari a lungo termine;
ex vivo – su cellule isolate da un organismo e trasferite su terreno di coltura;
in vivo – direttamente su cellule di un organismo.

Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Trasfezione

2) liposomi cationici – Il liposoma è una vescicola fosfolipidica, che può avere dimensioni variabili fra i 25 nm e 1 µm di diametro. Sono normalmente costituite da un doppio strato di fosfolipidi o colesterolo chiusi. I liposomi, normalmente, ma non per definizione, contengono un nucleo di soluzione acquosa. Le strutture lipidiche sferiche che non contengono all’interno una soluzione acquosa sono dette micelle. Molecole in grado di formare liposomi e micelle prendono il nome di composti anfifilici o tensioattivi.
Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Liposoma

cationico – da catione, (chimica) (fisica) ione con carica elettrica positiva

Link: https://it.wiktionary.org/wiki/catione

https://comedonchisciotte.org/linventore-del-vaccino-mrna-cancellato-dai-libri-di-storia/

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