Idrossiclorochina: Didier Raoult “spinto” al pensionamento
Dal 31 agosto 2021 Didier Raoult andrà in pensione. L’Assistenza pubblica di Marsiglia e l’Università di Aix-Marseille, membri fondatori dell’IHU Méditerranée Infection, hanno annunciato di non voler estendere il mandato del microbiologo all’Istituto ospedaliero universitario di Marsiglia.
Nell'ultimo anno, nonostante lo scandalo Lancet Gate, i giornalisti di tendenza liberal hanno intrapreso una vera e propria caccia alle streghe, accusando ingiustamente il microbiologo di essere un ciarlatano. Cfr. https://visionetv.it/didier-raoult-sp...Visione TV https://www.youtube.com/watch?v=mzMKu7cM8g4
Dea: "In Israele quasi tutti i ricoverati erano stati vaccinati"
Gli ultimi dati dall’Inghilterra dimostrano l’inefficacia dei vaccini Covid
Questo cambia tutte le carte in tavola.
Il governo britannico ha appena reso pubblici i seguenti dati, nascosti nel suo rapporto sulle varianti di preoccupazione:
“Meno di un terzo delle morti per la variante Delta sono in non vaccinati.”
Lasciatemelo dire in un altro modo: “due terzi delle morti per la variante Delta nel Regno Unito sono nei vaccinati.”
Per essere precisi:
Dal 1 febbraio al 2 agosto, il Regno Unito ha registrato 742 morti per la Delta (sì, la temuta Delta non ha preso poi così tante vite). Dei 742 morti, 402 erano completamente vaccinati. 79 avevano ricevuto una sola dose. Solo 253 erano non vaccinati.
Il rapporto è qui.
Ma questa è la pagina cruciale. Guardate la riga in fondo.
Ancora, 402 morti su 47.008 casi nei vaccinati; 253 morti su 151.054 casi nei non vaccinati. Se ti becchi la Covid dopo esserti vaccinato, secondo questi dati, hai molte più probabilità di morire che se non fossi vaccinato!
Ovviamente si deve tenere conto del fatto che sono soprattutto le persone anziane ad essere vaccinate, ma questo non cambia la linea di fondo: questo vaccino non è così efficace come pubblicizzato.
Con tutte le sue incognite e con un numero di segnalazioni avverse molto più alto di tutti gli altri vaccini messi insieme, una ricalibratura completa della politica globale è l’unica opzione morale.
I Paesi di tutto il mondo, man mano che passano i mesi dall’inizio delle vaccinazioni, stanno sperimentando un’impennata dei decessi e dei ricoveri dei vaccinati. Il 60% delle ospedalizzazioni in Israele riguardano pazienti completamente vaccinati. (Da qui la folle corsa ai richiami non testati).
Le autorità non vogliono ammettere che c’è qualcosa di terribilmente sbagliato. Non vogliono riconoscere dei fatti scientifici incontrovertibili, che le persone con immunità naturale, e i giovani e sani, non hanno alcun bisogno di correre dei rischi di queste iniezioni. Leggete questo pezzo molto importante sull’immunità naturale.
Studi affidabili che mostrano la superiorità dell’immunità naturale sono semplicemente ignorati da chi ci comanda.
Invece continuano a fare iniezioni su iniezioni. I passaporti vaccinali dovranno essere rinnovati ogni sei mesi. Alcuni Paesi stanno ordinando fino a 8 fiale di vaccino per abitante. Le mascherine non se andranno.
Israele, la prima nazione nazione per numero di vaccinati, è in isolamento.
Il rapporto ha fatto anche un’altra importante ammissione:
In altre parole, farsi vaccinare per proteggere gli altri non funziona!
Questo NON è un vaccino sterilizzante che blocca malattie come la polio o l’epatite usando il virus vivo [e attenuato]. Questo è solo per voi. Il che significa, come dicono da tempo esperti come Martin Kulldorff, biostatistico, epidemiologo e professore di medicina alla Harvard Medical School e Jay Bhattacharya, professore di medicina alla Stanford University e ricercatore associato al National Bureau of Economic Research, che non ha assolutamente senso vaccinare i giovani e i sani.
Abbiamo a che fare con un errore storico globale e, di fatto, con una vera e proria aggressione ai giovani di tutto il mondo.
Per essere chiari, non consiglio a nessuno di fare o meno il vaccino. Avrei potuto anche decidere di farmelo iniettare se fossi stato in una categoria a rischio o se avessi saputo che non avrei dovuto indossare una mascherina o fare il test dopo aver fatto una sola iniezione. La vostra decisione dovrebbe essere guidata da un parere medico, dal consenso informato e dalla vostra coscienza.
E dovreste chiedervi perché non c’è nessuna spiegazione per le centinaia di migliaia di donne che vanno incontro a modificazione del ciclo mestruale dopo l’iniezione o per il modo in cui questi vaccini vengono resi obbligatori proprio nello stesso momento in cui sono sotto inchiesta per rischi sconosciuti.
Quello che dirò categoricamente è che un giorno, in questa vita o nella prossima, dovrete dire come la pensavate sulla questione dell’imposizione di medicine per i sani senza consenso informato, sul dare copertura ai governi e consentire loro di mettere le mani sui bambini e toglirci tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Dov’eravate quando depredavano i bambini delle loro libertà? Dubito che ci sarà un grosso perdono da parte di quella generazione.
Ogni volta che qualcuno pubblica un meme che prende in giro l’esitazione vaccinale, non solo aliena gli esitanti e li radicalizza, ma, implicitamente, approva un nuovo stato di polizia in cui un governo liberale come dovrebbe essere quello australiano si sente autorizzato a spruzzare spray urticante in faccia ai bambini solo perchè non indossano una mascherina, quando è stato definitivamente dimostrato che questi strumenti non sono in grado di prevenire la trasmissione virale.
Per la miseria, ecco ciò che ammette anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità riguardo alle mascherine [qui, pag. 8]
Prove sull’effetto protettivo dell’uso della mascherina in ambiente di comunità
Al momento ci sono solo prove scientifiche limitate e incoerenti a sostegno dell’efficacia del mascheramento di persone persone sane in comunità per prevenire l’infezione da virus respiratori, compreso il SARS-CoV-2 (75). Un grande studio randomizzato a livello di comunità, in cui 4862 partecipanti sani erano stati suddivisi in un gruppo che indossava mascherine medico-chirurgiche e in un gruppo di controllo, non ha trovato alcuna differenza nell’infezione da SARS-CoV-2 (76). Una recente revisione sistematica ha trovato nove studi (di cui otto erano studi controllati randomizzati a gruppi, studi cioè dove erano stati randomizzati gruppi di persone invece che individui singoli) che confrontavano mascherine mediche/chirurgiche contro nessuna mascherina per prevenire la diffusione di malattie respiratorie virali. Due test erano su operatori sanitari e sette a livello di comunità. La revisione ha concluso che indossare una mascherina può fare poca o nessuna differenza nella prevenzione dell’influenza (ILI) (RR 0.99, 95% CI 0.82 to 1.18) o della malattia confermata in laboratorio (LCI) (RR 0,91, 95% CI 0,66-1,26) (44); il grado di certezza delle prove era basso per ILI, moderato per LCI.
I vaccini non porranno fine a queste misure, soprattutto nei Paesi con bassi tassi di vaccinazione. Non possono, a meno che questi governi non ammettano i loro enormi errori. La loro spinta ai richiami rende la cosa molto improbabile.
Infine, perché i media non riportano nemmeno i dati governativi? Perché devo dirle io queste cose?
Non ne ho idea, ma è veramente sinistro.
Chiedetevi perché i media non menzionano nemmeno il fatto che questo calciatore irlandese di 23 anni, in perfetta salute, aveva fatto il vaccino tre giorni prima di morire:
Che Dio abbia pietà.
Chris Waldburger
Fonte: chriswaldburger.substack.com
Link: https://chriswaldburger.substack.com/p/bombshell-uk-data-destroys-entire
21.08.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
(se il video qui sotto non si apre, cliccare qui)
di Sabino Paciolla
Lo abbiamo detto più volte su questo blog, ma oramai è di una evidenza indubitabile, le prove diventano sempre più schiaccianti e la verità appare chiara: si vuole inoculare con le buone o con le cattive ogni persona esistente sulla Terra, bloccando con ogni mezzo qualsiasi terapia che pure abbia dimostrato buoni risultati, impedendo l’uso di qualsiasi altro farmaco esistente con prove di effetti positivi nella cura. E’ il caso della Ivermectina. Qui trovate tutti gli articoli pubblicati su questo blog.
In questo ultimo articolo pubblicato sulla rivista Science, che conferma risultati analoghi riscontrati da altre ricerche uscite ad esempio su Nature e Immunity, con sorpresa si evidenzia come l’immunità naturale sia molto più potente, a vasto raggio e durevole di quella “artificiale” prodotta da due dosi di vaccino. Pertanto, una infezione da SARS-COV-2, curata immediatamente con adeguati medicinali, e non lasciata aggravare con “tachipirina e vigile attesa”, porterebbe ad un duplice risultato: una migliore immunità ed un impedimento della moltiplicazione delle varianti suscitate dai vaccini. Il vaccino, semmai, invece che essere somministrato a tappeto, anche ai giovani ed ai bambini, potrebbe essere indicato per quelle persone fragili di qualsiasi età. Allo stesso modo, all’uopo, potrebbero essere usati gli anticorpi monoclonali, attualmente autorizzati in via emergenziale (qui l’aggiornamento), solo per coloro che si ammalassero. L’ottica, evidentemente, è quella della complementarietà per raggiungere il miglior beneficio con il minimo rischio per la salute.
Ma cos’è l’ivermectina? E’ un farmaco (attenzione parliamo di quello per esseri umani, NON per animali!) conosciuto da qualche decennio, ed è ben tollerato, i cui scopritori hanno ricevuto il Nobel. E’ stato distribuito in 4,5 miliardi di dosi nelle persone con varie patologie, tra le quali l’oncocercosi, la cosiddetta cecità fluviale. E’ un farmaco che nella sua storia ha destato “meraviglia” per le inaspettate cure di malattie di cui non si immaginava avesse le capacità. L’ultima meraviglia, che si aggiunge alle precedenti, è quella di essere efficace anche nella cura della COVID-19. Ciò è confermato da tante ricerche pubblicate su varie riviste, a cominciare dalla prestigiosa Nature, per finire all’articolo pubblicato dallo stesso scopritore della Ivermectina, nonché premio Nobel, prof. Satoshi Ōmura.
Il prof. Satoshi così conclude il suo articolo:
Quando l’efficacia dell’ivermectina per la pandemia di COVID-19 sarà confermata con la cooperazione dei ricercatori di tutto il mondo e il suo uso clinico sarà realizzato su scala globale, esso potrebbe rivelarsi di grande beneficio per l’umanità. Potrebbe persino rivelarsi paragonabile ai benefici raggiunti dalla scoperta della penicillina, considerata una delle più grandi scoperte del ventesimo secolo.
Ma dove è stata usata? In India, ad esempio, soprattutto quando il piano di vaccinazione era agli albori e il paese era in piena ondata COVID, l’uso di Ivermectina ha dato un grosso contributo nel tenere a freno le ospedalizzazioni ed i decessi, in particolare in alcuni stati. Il costo in India dell’Ivermectina è di poco più di un dollaro. I risultati sono stati notevoli, soprattutto se li si confronta con quelli di qualsiasi altro paese con una popolazione nettamente inferiore.
Impressionanti i risultati sull’uso dell’Ivermectina anche in Perù, dove è stata usata massivamente su tutta la popolazione (oltre 33 milioni di persone). In questo caso, uno studio ha dimostrato il crollo della mortalità (picchi del 90%) rispetto alle regioni in Perù in cui è stata distribuita con ritardo (come ad esempio a Lima, la capitale). I’Ivermectina è stata distribuita dal governo peruviano alla popolazione con il consiglio di utilizzarla in regime domiciliare (a casa) ai primi sintomi di infezione da Covid, i decessi in eccesso a 30 giorni sono diminuiti di una media ponderata per la popolazione dal 70% al 90% (https://ssrn.com/abstract=3765018)”.
L’ivermectina è stata usata anche in via preventiva in medici che operavano in reparti covid. Anche in questo caso, il contagio e l’ospedalizzazione si sono ridotti in maniera notevole.
Infine, lo stesso presidente dell’Associazione Medica di Tokyo, in una conferenza stampa di due settimane fa, per fronteggiare l’ondata di contagi che sta colpendo il Giappone, dopo aver annunciato che il farmaco antiparassitario Ivermectina sembra essere incredibilmente efficace nel fermare la COVID-19, ha raccomandato pubblicamente ai medici in Giappone di iniziare immediatamente ad usare l’Ivermectina nel trattamento della COVID-16 (si veda il video in testa a questo articolo).
Purtroppo, però, come abbiamo detto più sopra, assistiamo ad una fortissima opposizione a qualsiasi cosa non sia il vaccino.
Ma qualcuno non ci sta e comincia a muoversi. E’ il caso di un cittadino italiano 59enne che ha inviato un esposto alle procure di Catania e Roma, per chiedere di far luce sulle tempistiche con cui l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha gestito la richiesta di autorizzazione all’uso in via sperimentale dell’Ivermectina per il trattamento della COVID-19. Si tenga presente che tale farmaco, un antielmintico, è utilizzato in alcuni paesi per uso umano e in altri per uso veterinario. In Italia era autorizzato per uso veterinario e solo per uso topico negli esseri umani. Dal 20 maggio scorso, senza che se ne facesse pubblicità, anche l’Italia ha autorizzato l’Ivermectina per l’uso umano. Il nome del farmaco è Iverscab. Naturalmente l’utilizzo è per la cura delle malattie note di quel farmaco, ma non per la COVID-19. Purtroppo, a distanza di 3 mesi dall’autorizzazione, in farmacia non ne sanno nulla.
Perché questo esposto? E’ presto detto.
Il prof. Bruno Cacopardo, primario di malattie infettive all’ospedale Garibaldi di Catania, a cominciare dallo scorso novembre ha iniziato la somministrazione della Ivermectina ai suoi pazienti con la COVID-19, una settantina, che sono tutti guariti in pochi giorni, metà dei quali in condizioni cliniche giudicate severe.
A fine inverno però tutto si blocca. «A marzo succede un fatto singolare e per certi aspetti inspiegabile e non pienamente e compiutamente giustificato – si legge nell’esposto -. L’assessorato Sanità della Regione Siciliana, in persona di un suo dirigente, vista la presa di posizione dell’Ema (European Medicines Agency) contro l’utilizzo del farmaco, sembrerebbe senza attendere disposizione dell’Aifa, ordina alle Asp e agli operatori sanitari in generale della regione, il divieto di utilizzo del farmaco medesimo per la cura Covid. Sicché presso il reparto di Infettivologia del presidio ospedaliero Garibaldi Nesima di Catania, nonostante i risultati incoraggianti in termini di guarigioni, viene sospeso l’utilizzo del farmaco, limitandone l’uso solo ai cosiddetti casi compassionevoli (da aprile ad oggi solo una trentina di pazienti, tutti guariti)», riporta MeridioNews edizione di Catania.
A quel punto dall’ospedale Garibaldi, Cacopardo attiva la procedura per chiedere all’Aifa di dare l’ok alla prosecuzione della sperimentazione. Dall’Agenzia italiana del farmaco, però, non è mai arrivata una risposta. «L’Aifa non ha formulato un formale atto di assenso alla somministrazione della Ivermectina o un motivato atto di diniego», viene specificato nell’esposto. Dove poi si fa riferimento a un dato che potrebbe essere soltanto un dettaglio oppure no: l’Ivermectina costa molto poco. Per l’intera cura bastano circa 12 euro, continua il giornale. Per questo, a maggio, complice la riduzione dei contagi e la prosecuzione della vaccinazione a tambur battente, il prof. Cacopardo ritira la procedura di autorizzazione.
Insomma, la burocrazia (diciamo così) vince su una terapia promettente che potrebbe salvare vite umane.
Questa la situazione in Italia, ma è simile a quella di tanti paesi esteri.
Che dire? La verità prima o poi verrà a galla.
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