L'incontro tra Orban e il Papa? Ci interessa ben altro
Per la visita del Papa ieri a Budapest, tutti i fari dei media puntati sull'incontro tra Francesco e il premier ungherese Orban. Ma il papa è andato per chiudere il Congresso Eucaristico internazionale, ed è questo evento - ignorato dai media - che invece ci interessa, perché nell'Eucarestia c'è il centro della nostra vita e dobbiamo imparare a non smarrirlo mai.
Un momento della Messa celebrata da papa Francesco a Budapest
Detto con tutto il rispetto: chi se ne frega dell’incontro tra papa Francesco e il premier ungherese Viktor Orban? Non che non abbia anche questo una sua importanza, soprattutto politica, o che non sia fonte di una giustificabile curiosità. Ma tutti i media da giorni hanno concentrato la loro attenzione su questo momento: si incontreranno, non si incontreranno? In forma privata o tra la folla per evitare ogni approccio? Si scontreranno sui migranti? Vorrà il Papa umiliare Orban? E via di questo passo.
Ebbene si sono incontrati, ci avverte la Sala stampa vaticana, una chiacchierata di 45 minuti in cui hanno parlato di cose tutto sommato inutili su cui potevano essere d’accordo; e infatti ci viene detto che l’incontro è stato cordiale; come fra due persone civili che si incontrano al bar e parlano di amenità stando bene attenti a non sfiorare argomenti che manderebbero il caffè di traverso. Bene, finito. Giornalisti un po’ delusi e si capisce: Titolare “Il papa ha incontrato Orban” o “Il Papa 40 minuti con Orban”, come hanno fatto i siti rispettivamente di Repubblica e Corriere non è il massimo della vita, non ci si può aspettare un’impennata di click o di lettori. E anche ricorrere ad altri discorsi del Papa ieri a Budapest per cercare di montare un caso “immigrazione” o “antisemitismo” in chiave anti-Orban non è stata proprio un’operazione brillantissima. Comunque nient’altro interessava ai grandi media. E c’è da giurarci che sul volo di ritorno a Roma ci penserà qualche vaticanista a strappare un titolo su Orban.
Ma papa Francesco ieri era a Budapest per la chiusura del Congresso Eucaristico Internazionale, che si era aperto la domenica precedente, 5 settembre. Credo che anche un distratto agnostico potrebbe capire la sproporzione tra un incontro politico-ecclesiale e un evento che ha al centro la presenza reale di Dio tra noi; tra l'effimero incontro di due personaggi pubblici e la presenza del Creatore e Redentore dell'Universo. È alla luce di questo evento, che ha cambiato la storia dell’umanità, che si capisce la reale importanza anche dell’incontro Papa-Orban: qualcosa di vicinissimo allo zero. Nella storia non ne rimarrà traccia, mentre l’Eucarestia continua da duemila anni ad essere “il centro del cosmo e della storia” e lo sarà fino alla fine dei tempi.
E l’Eucarestia è anche il fatto che ha la forza di interrogare la vita di ogni persona, di ognu cultura e di ogni epoca. Per questo è molto più interessante di qualsiasi altro evento mondano. Ed è per questo che il mondo la censura, e censura la notizia di centinaia di migliaia di persone che si ritrovano a Budapest per adorare questa Presenza reale; ed è per questo che i media deviano l’attenzione dell’opinione pubblica malgrado la presenza del Papa accenda i riflettori sul Congresso Eucaristico.
Non per niente i Congressi Eucaristici internazionali sono nati 135 anni fa, nella seconda metà dell’Ottocento, come risposta al laicismo tipico della modernità, profondamente e apertamente anti-cristiano e anti-religioso. Inizialmente, a partire dalla Francia che vide i primi Congressi eucaristici internazionali, la grande fioritura del culto eucaristico aveva la caratteristica di atto di riparazione per gli oltraggi a Gesù Cristo dei poteri pubblici. Sono un’opera di crescita nella consapevolezza della propria identità e uno strumento di missione.
In realtà riprendono e attualizzano un culto che affonda le radici già nei primissimi secoli del Cristianesimo e riprende nuovo vigore ogni volta che la storia sembra indirizzata verso un allontanamento da Dio o dalla vera fede. Oggi di nuovo siamo nel pieno di un’epoca del genere, non solo con l’ostilità del mondo verso tutto ciò che parla di Cristo, ma addirittura con un attacco dall’interno della Chiesa contro l’Eucarestia, che si vorrebbe ridurre a simbolo, magari in nome di un malinteso ecumenismo. E infatti, come risposta, stiamo assistendo a una crescita costante del culto eucaristico, un culto che parte dal basso: soltanto in Italia, tanto per fare un esempio, ci sono ormai oltre cento parrocchie che praticano l’adorazione perpetua. È un esercito silenzioso – in grandissima parte di laici - che sta rigettando i semi di una nuova evangelizzazione.
Il Congresso Eucaristico di Budapest su tutto questo ha voluto richiamare l’attenzione, ed è questo che primariamente ci interessa. E su quanto esprimeva con impareggiabile chiarezza san Pier Giuliano Eymard, un maestro di spiritualità eucaristica, vissuto nel XIX secolo, e la cui discepola Emilie-Marie Tamisier è all’origine dei Congressi Eucaristici internazionali. Diceva dunque Eymard:
«Quale sarà il centro vitale del discepolo di Gesù Cristo? L’amore e l’amore di Gesù nell’Eucarestia. Il Tabernacolo: ecco il suo palazzo; il divino ciborio raccoglie tutto il suo tesoro: l’Osta adorabile, Gesù nel Sacramento. Ecco tutta la sua vita. (…)
Con il suo Gesù, per Maria non c’era né stalla, né esilio, né povertà, né miseria. Con l’Ostia divina l’adoratore sta bene dappertutto, e ovunque è contento. Per lui non esiste né deserto, né città, né esilio, né prigione, né tristezza, né delusione. Quando è vicino a un tabernacolo possiede il paradiso dell’amore (…)
Il segreto per poter arrivare a questo centro eucaristico di vita è fare per qualche tempo di Gesù nel Santissimo sacramento l’oggetto abituale dell’esercizio della presenza di Dio, il motivo dominante delle proprie intenzioni, la meditazione del proprio spirito, l’affetto del proprio cuore, l’oggetto di tutte le proprie virtù…».
Altro che l'incontro tra Orban e il Papa.
Riccardo Cascioli
https://lanuovabq.it/it/lincontro-tra-orban-e-il-papa-ci-interessa-ben-altro
Cosa c’è dietro l’incontro tra Orban e il Papa
L’internazionale conservatrice ha perso un’importante appoggio lo scorso novembre, quando l’elettorato statunitense ha decretato la vittoria di Joe Biden su Donald Trump. A partire da quel momento, che l’ha azzoppata, l’internazionale dei protettori dei confini nazionali e dei custodi del legato giudeo-cristiano si è stretta attorno all’Ungheria di Viktor Orban. È in questo contesto di aggravamento della guerra culturale tra i due Occidenti, quello ponentino e quello levantino, che si inquadrano l’orientamento verso Budapest di una parte dell’agenda estera dell’amministrazione Biden, la battaglia tra Hollywood e Fidesz – ultima speranza dei conservatori messianici d’Europa e Stati Uniti –, l’approdo in terra magiara dell’influente Tucker Carlson, l’approvazione della legge magiara sulla propaganda gay e il recentissimo incontro tra Orban e il Papa.
Il ruolo centrale di Budapest
Il futuro della blocco-civiltà Europa si sta scrivendo (anche) nella sottovalutata Ungheria, la fortezza all’interno della quale si sono arroccati i conservatori di tutto l’Occidente a partire dall’uscita di scena di Trump, e quanto accaduto nel corso del 52esimo Congresso Eucaristico Internazionale ne è la dimostrazione. L’evento, che ha luogo a cadenza quadriennale ed è stato concepito nel 1881 per celebrare la presenza reale di Cristo nel mondo, ha trasformato Budapest nella capitale della Cristianità per una settimana – dal 5 al 12 settembre – ed è stato chiuso da due eventi di grande rilievo: la messa all’aperto del pontefice, seguita da oltre 100mila persone, e un lungo incontro tra il primo ministro magiaro e il capo della Chiesa cattolica.
Era dal lontano 1938 che la capitale ungherese non ospitava il Congresso Eucaristico Internazionale, che è uno degli appuntamenti più sentiti e importanti del cristianesimo mondiale, e non è un caso che l’edizione appena conclusa sia stata organizzata qui. Budapest, invero, nel 2021 come nel 1686 – anno dell’assedio di Buda da parte degli ottomani –, è la trincea dell’Europa e della Chiesa cattolica; una realtà di cui il successore di Pietro ha piena consapevolezza e che spiega le ragioni della bilaterale con il primo ministro magiaro.
L’attesissimo incontro tra Orban e papa Francesco è stato il frutto di un lungo, complesso e delicato processo di intermediazione, che ha visto il coinvolgimento del presidente magiaro Janos Ader, e ha avuto una durata simile a quella di un’udienza papale: quaranta minuti. I due hanno discusso di vari argomenti all’interno di un ambiente connotato da un clima cordiale, sebbene la grande stampa stia veicolando erroneamente l’idea e l’immagine di una bilaterale incentrata sulla questione migranti e caratterizzata dall’animosità.
L’antagonismo che non c’è
Quella del Papa è stata una visita breve ma intensa. Il vescovo di Roma, contrariamente ai pronostici – alcuni dei quali delineanti lo scenario di un affronto a Orban sotto forma di rifiuto ad un incontro a porte chiuse o aggiramento del Congresso Eucaristico Internazionale –, è approdato a Budapest e ha trovato il tempo di dialogare con le massime autorità istituzionali, celebrare messa e salutare l’influente comunità ebraica locale.
Un viaggio ecumenico, nel senso letterale del termine, che, come scrivevamo sulle nostre colonne lo scorso marzo, è stato organizzato con il duplice obiettivo di “contribuire alla riuscita dell’attesissima edizione [del Congresso Eucaristico Internazionale] di quest’anno e [di] incidere positivamente sulle relazioni tra Santa Sede e Budapest”. Perché tra Bergoglio e Orban, più che antipatia politica e personale – un pensiero illusorio di analisti e giornalisti che antepongono l’ideologia all’imparzialità –, v’è una semplice divergenza su temi secondari – l’immigrazione – controbilanciata da una comunanza di visioni nei fascicoli che contano – la difesa delle radici cristiane dell’Europa, la protezione dei cristiani perseguitati nel mondo e la lotta alla diffusione dei valori postcristiani nell’ipersecolarizzato Occidente.
Forte di un’immagine di defensor fidei fondata sui numeri e sui fatti – 3mila chiese restaurate e/o costruite con fondi governativi negli ultimi undici anni, un’alleanza con la Polonia contro la persecuzione dei cristiani, le donazioni alle comunità cristiane del Medio Oriente e l’impegno dell’Hungary Helps Programme nel Sud globale –, Orban ha profittato dell’opportunità esclusiva di un incontro con il pontefice per rilanciare l’idea di un asse globale tra Budapest e Santa Sede e per avanzare una richiesta di aiuto in vista delle parlamentari più importanti della storia recente d’Ungheria, quelle del prossimo anno.
Chiedendo al Papa di “non lasciare che l’Ungheria cristiana perisca”, Orban ha espressamente invitato la Chiesa a mobilitarsi en masse per Fidesz alle future elezioni. Non è dato sapere se e come il Vaticano deciderà di muoversi nello scacchiere magiaro, ma una cosa pare abbastanza certa: non avendo tirato fuori l’argomento rifugiati in sede di incontro, prediligendo una focalizzazione su temi attinenti alla Chiesa, come “la protezione e la promozione della famiglia” – un palese riferimento alla legge sulla propaganda gay –, Francesco di Buenos Aires sembra aver inviato un segnale piuttosto eloquente al primo ministro ungherese.
Seguire gli accadimenti che avranno luogo in Ungheria da qui al prossimo anno, a partire dal ruolo della Chiesa, è più che importante – è indispensabile –, perché qui si scriverà uno dei capitoli conclusivi della guerra civile occidentale, e della guerra mondiale tra tradizionali e progressisti, tra liberal e conservatori e tra sovranisti e mondialisti. Come nel 1686, data dell’assedio di Buda, una parte del destino dell’Europa si deciderà nella terre dei magiari e il ruolo dell’Impero del Vangelo, oggi come allora, si rivelerà determinante.
Emanuel Pietrobon 12 SETTEMBRE 2021
https://it.insideover.com/politica/cosa-c-e-dietro-l-incontro-tra-viktor-orban-e-il-papa.html?
BUDAPEST. ERDOE, BAGNASCO - PAPA FRANCESCO IN RETROMARCIA
Si è aperto domenica 5 settembre a Budapest il 52,mo Congresso eucaristico internazionale. Il saluto del cardinale Erdö. La forte omelia del cardinal Bagnasco. La presenza ortodossa. Intanto papa Francesco nel dopo-Angelus di domenica 5 settembre fa retromarcia rispetto alle esternazioni come minimo scortesi riguardanti Viktor Orbán, fatte nell’intervista a Radio Cope.
Preceduto da un Simposio teologico con circa 300 partecipanti (da giovedì 2 a sabato 4 settembre), il 52.mo Congresso eucaristico internazionale si è aperto a Budapest domenica 5 settembre 2021. Al pranzo per 600 poveri nella piazza Giovanni Paolo II (organizzato da Caritas e esercito ungherese), sono seguite nel pomeriggio l’inaugurazione e la santa messa cui hanno partecipato circa ventimila fedeli, tra i quali oltre tremila allievi delle scuole cattoliche dell’arcidiocesi di Esztergom-Budapest (che hanno così incominciato tradizionalmente con una messa il proprio anno scolastico) e 1200 ragazzi dell’intera Ungheria che hanno ricevuto la loro Prima Comunione in un ambiente certo suggestivo (animato da un coro di quasi mille membri con musiche gregoriane, canti popolari settecenteschi e contemporanei). A rappresentare ufficialmente l’Ungheria erano presenti tra gli altri il presidente della Repubblica János Ader e consorte e la moglie di Viktor Orbán.
Alla concelebrazione eucaristica di apertura – oltre all’arcivescovo Piero Marini, presidente del Pontificio comitato per i Congressi eucaristici internazionali, a numerosi cardinali e vescovi venuti anche dal Medio Oriente o appartenenti o di rito greco-cattolico - anche la Chiesa ortodossa russa con il metropolita Hilarion, che ha svolto poi una relazione durante il Congresso, evidenziando che, pur non in comunione, Chiesa cattolica e ortodossa sono unite dalla fede nella presenza reale di Cristo nel Sacramento dell’ Eucaristia. Si noti che sabato 11 settembre sarà invece il turno del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo che porterà un saluto all’inizio della messa celebrata dal cardinale Erdö in piazza Kossuth (davanti al Parlamento) e domenica assisterà alla messa di papa Francesco a piazza degli Eroi. Insomma… al porporato ungherese è riuscito di portare al Congresso le due principali anime dell’ortodossia contemporanea (non in rapporti idillici tra loro)…
DAL SALUTO DEL CARDINALE PETER ERDOE
. Ringrazio la Divina Provvidenza che oggi possiamo aprire in modo ufficiale il 52° Congresso Eucaristico Internazionale. Dopo il rinvio dello scorso anno, sentiamo che le nostre vite non dipendono solo dai nostri sforzi umani. Ringrazio il Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali per il suo aiuto e lavoro; gli organizzatori ungheresi per il loro grandioso sostegno e tutta la società ungherese per la sua generosa disponibilità
. Il Signore Dio ci doni di poter sentire in questi giorni che Cristo è con noi nell’Eucaristia. Non lascia da sola la Chiesa, i popoli, l’umanità. Tutte le nostre forze e speranze provengono da Lui. L’Eucaristia è la fonte da cui si alimenta la nostra vita cristiana, la nostra missione. Signore Dio! Stai con noi! Dacci la forza e la luce per la nostra missione nel mondo di oggi! Concedici di vivere insieme con te qui sulla terra e poi nell’eternità! (…)
. Saluto con grande e particolare rispetto ed onore Ilarion Alfeev, Metropolita di Volokolamsk. Lo ringrazio per il suo impegno che da molti anni con i vescovi europei opera per presentare ed affermare i valori cristiani comuni nel nostro mondo di oggi. I cristiani d’Oriente e d’Occidente pregano e lavorano insieme per costruire l’unità dei cristiani affinché la nostra testimonianza sia credibile per il mondo intero.
BAGNASCO: LE CAMPANE DELLA NAZIONE E DELL’ORBE SUONANO A FESTA. LA CHIESA NON PUO’ LASCIARSI RIDURRE AL SILENZIO.
Dall’omelia del cardinale Angelo Bagnasco, che ha celebrato la messa in qualità di presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee:
Come in un cenacolo sotto il cielo, ci stringiamo attorno all’altare per celebrare l’Eucaristia, Mistero della fede e perenne sorgente di salvezza per il mondo.
1. Con affetto saluto tutti voi che rappresentate, in questa storica piazza, il popolo cristiano, mentre un grazie particolare va alla Chiesa di Ungheria che, guidata dai suoi Vescovi, ospita il Congresso Eucaristico Internazionale. In quest’ora del tempo, le campane della Nazione e dell’Orbe suonano a festa formando un coro che vuole abbracciare l’umanità intera. Da questo ideale pulpito, la voce dei Pastori, la voce di questa commovente assemblea, desidera bussare – umile e lieta – al cuore dei popoli d’Europa, e andare oltre fino a raggiungere i punti più remoti della terra.
2. La nostra voce è debole, ma fa eco a quella dei secoli ed è segnata dal sangue dei martiri. A voi, genti che ascoltate, noi annunciamo che la nostra gioia è la più grande, è Gesù! All’umanità che porta in sé la nostalgia dell’Eterno, a voi pellegrini verso la Luce, questa assise liturgica ricorda che – nonostante i limiti e le ombre dei suoi figli – nella Chiesa fiammeggia la luce di Cristo.
3. La voce dei credenti – come una vela spiegata al soffio dello Spirito - dice all’uomo moderno: non sei solo in un universo ostile, non sei solo di fronte al mistero meraviglioso della vita, non sei solo con la tua sete di libertà e di eterno. Ovunque tu sia, non sei invisibile, Dio ti guarda con amore; non sei orfano, Dio ti è Padre; tu vali il sangue di Gesù, Redentore del mondo e Pane di vita eterna. Non avere paura: Dio non è morto, l’Eucaristia oltrepassa ogni solitudine, ogni distanza, ogni indifferenza. Cari Fratelli e Sorelle, la Chiesa non può tacere, non può lasciarsi ridurre al silenzio: essa deve dare al volto di ogni uomo lo splendore del Cristo risuscitato.
4. Cari ragazzi della prima comunione e della cresima, che siete qui numerosi, voi siete la primavera della Chiesa. Noi adulti vi diciamo il nostro affetto, e vi ringraziamo perché ci ricordate la semplicità del cuore. Vedendovi ricevere Gesù Eucaristia, siamo commossi: voi sapete che il Signore entra nella casa del vostro cuore per rimanere con voi, per essere amico che non tradisce. Saluto anche le vostre famiglie, culla insostituibile della vita e della vostra fede.
Cari giovani delle scuole cattoliche: avete l’opportunità di una cultura cristianamente ispirata, di un contesto formativo, di una educazione integrale senza pregiudizio verso la dimensione religiosa e cristiana. Dio non è geloso dell’uomo, ma è il segreto di una vita riuscita. Dio non è concorrente della vostra libertà, e la fede non è una serie di divieti, ma un grande “sì” alla gioia, anche quando è impegnativo perché l’amore è una cosa seria. Oggi c’è una grande debolezza del pensiero; da questa debolezza nascono anche le difficoltà della fede. La fede, infatti, non è nemica della ragione, ma la cerca, così come la ragione ha bisogno della fede per essere veramente sé stessa (…)
Potremmo non dire una parola colma di affetto e di gratitudine ai nostri Sacerdoti? Essi sono come le sentinelle del mattino, presenza viva della Chiesa Madre e Maestra; sono sulle frontiere dell’esistenza in ogni dove, città e villaggi, montagne e isole, pianure e deserti. Sparsi ai quattro punti della terra, portano l’eco di Gesù buon Pastore, la luce del Vangelo, la forza dell’Eucaristia, l’unità della Chiesa. (…)
5. E ora lo sguardo di questa religiosa assemblea di nuovo si dilata e cerca di allargare il cuore sulla misura della divina Eucaristia, Cuore di Cristo, per dire in ginocchio un’ultima parola. E un rinnovato e accorato invito:
o voi tutti che sentite maggiormente il peso della croce, voi che piangete, voi che siete perseguitati per la giustizia, voi che vi sentiti senza voce e senza patria, voi gli sconosciuti del dolore … riprendete coraggio, il Signore è vicino, è accanto ad ogni cuore che si apre a Lui. Egli è venuto nel mondo non solo per condividere la condizione umana, ma soprattutto per elevarci fino alla Trinità. Questo mistero è grande ma è qui su questo altare, e resterà con noi fino alla fine dei tempi. La Chiesa non ha altro nome da annunciare e da adorare: Gesù Cristo. Ricordate: il suo volto è il Vangelo, la sua presenza è l’Eucaristia. Amen.
PAPA FRANCESCO: CORREZIONE DI TONI ALL’ANGELUS DI DOMENICA 5 SETTEMBRE
Papa Francesco, come fa di consueto in casi analoghi, avrebbe accennato nel dopo-Angelus di domenica 5 settembre 2021 all’imminente viaggio pastorale a Budapest e in Slovacchia? E magari – su intervento deciso della Segreteria di Stato - avrebbe corretto almeno i toni a dir poco scortesi utilizzati verso il primo ministro ungherese Viktor Orbán nell’intervista radiofonica a Radio Cope, pubblicizzata il primo settembre? (vedi anche https://www.rossoporpora.org/rubriche/papa-francesco/1032-radio-cope-papa-sprezzante-con-viktor-orban.html ). L’attesa non è andata delusa, come si constata da quanto detto per l’occasione dal Papa, che indubbiamente – e almeno per salvare le apparenze diplomatiche - ha innestato la retromarcia riguardo alla sua precedente esternazione, infelice e offensiva. Sincero o no, papa Francesco saluta “affettuosamente” quanti lo attendono e che lui stesso “desidera di cuore incontrare” … dunque anche Viktor Orbán… Naturalmente poi non poteva mancare l’immancabile accenno polemico alle “opere di misericordia e di accoglienza”… ma intanto un minimo di galateo è ristabilito (il neretto è nostro).
Domenica prossima mi recherò a Budapest per la conclusione del Congresso Eucaristico Internazionale. Il mio pellegrinaggio proseguirà, dopo la Messa, per alcuni giorni in Slovacchia, e si concluderà il mercoledì successivo con la grande celebrazione popolare della Vergine Addolorata, Patrona di quel Paese. Saranno così giorni segnati dall’adorazione e dalla preghiera nel cuore dell’Europa. Mentre saluto affettuosamente coloro che hanno preparato questo Viaggio – e vi ringrazio –, e quanti mi attendono e che io stesso desidero di cuore incontrare, chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera, e affido le visite che compirò all’intercessione di tanti eroici confessori della fede, i quali testimoniarono in quei luoghi il Vangelo tra ostilità e persecuzioni. Essi aiutino l’Europa a testimoniare anche oggi, non tanto a parole, ma soprattutto con i fatti, con opere di misericordia e di accoglienza, il buon annuncio del Signore che ci ama e ci salva. Grazie!
BUDAPEST: ERDOE, BAGNASCO – PAPA FRANCESCO IN RETROMARCIA - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 8 settembre 2021
Faccia a faccia Papa-Orban. Il premier: “Difendere radici cristiane”
Bergoglio: "Via le ideologie"
La visita in Slovacchia
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