Mascarucci: Ma Perché don Alessandro Minutella fa Tanta Paura?
Carissimi Stilumcuriali, Americo Mascarucci ci ha inviato questa riflessione estremamente interessante nata dalla reazione di mons. Senti di un incontro organizzato a Verona da don Alessandro Minutella. Buona lettura.
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Perché Don Minutella fa tanta paura?
Una dura presa di posizione nei confronti di don Alessandro Minutella è arrivata da parte del vescovo di Verona Giuseppe Zenti, (nella foto) con un intervento sulla stampa in cui il presule invita i fedeli a non dare alcun credito a quello che definisce “il signor Minutella”. Colpa sembra di un incontro che il sacerdote, scomunicato due volte per aver sostenuto che Bergoglio non sarebbe il vero papa perché Benedetto XVI non si è mai dimesso (come per altro da mesi sta dimostrando con un’accurata e approfondita inchiesta giornalistica il collega Andrea Cionci), ha organizzato a Verona e che, stando ai resoconti giornalistici, avrebbe ottenuto un nutrito numero di partecipanti. Ma non è questo che ci interessa.
Alcuni mesi fa su Stilum Curiae difesi don Enrico Bernasconi, colpito dalla scomunica per aver sostenuto, come Minutella, che il papa sarebbe ancora Benedetto XVI e quindi sarebbero invalidi sia la messa che i sacramenti impartiti in comunione con Papa Francesco in quanto “falso papa”. Scrissi allora, e lo ribadisco ancora oggi, che pur non aderendo alle posizioni di Don Minutella e del “resto cattolico” raccolto intorno a lui, ritengo doveroso da parte della Chiesa pronunciarsi nel merito, ovvero dissipare i dubbi sollevati da illustri canonisti, su tutti frate Alexis Bugnolo, i cui pareri stanno supportando le inchieste di Cionci. I quali canonisti hanno esaminato la Declaratio di rinuncia di Benedetto XVI riscontrando errori ed anomalie che la renderebbero invalida. Dagli errori di latino davvero inconcepibili per un uomo della preparazione del papa emerito (fatto questo che fa nascere il legittimo sospetto che Ratzinger li abbia inseriti volutamente per rendere invalido l’atto), al passaggio sostanziale relativo alla rinuncia del solo “ministerium”, ossia del governo pratico della Chiesa, e non del “munus petrino”, cioè del trono di Pietro che resterebbe nelle sue mani.
A tutto ciò si aggiunga che Benedetto XVI non ha mai lasciato il Vaticano, continua ad indossare la talare bianca, continua a firmarsi utilizzando la firma del papa regnante, e cosa ancora più curiosa ha sempre dichiarato che “il papa è uno solo” senza mai aggiungere “è Francesco”. Del resto fu lo stesso cardinale George Pell non molto tempo fa a sollevare questi stessi interrogativi, e ad invitare il papa emerito a togliersi la talare bianca per evitare di ingenerare confusione fra i fedeli.
Tornando a don Minutella, molti di noi si stanno chiedendo perché da parte della Chiesa vi sia così tanta difficoltà nello smentire ciò che dice, dissipando tutte le questioni che consentono a lui e a quanti lo seguono di sostenere che Benedetto XVI è ancora papa e che l’elezione di Bergoglio sarebbe invalida. Però al tempo stesso il sacerdote siciliano fa paura, se poi ogni volta che si avvicina in una diocesi parte l’avvertimento ai fedeli a non seguire le sue catechesi, pena anche la scomunica. Attaccare don Minutella senza smontare nel merito ciò che dice equivale a rafforzare la sua posizione, non soltanto agli occhi di chi lo segue già, ma ingenerando anche curiosità in chi sta iniziando a prendere in seria considerazione l’eventualità che ciò che sostiene potrebbe avere un fondamento logico.
E certamente non aiutano a sgomberare il campo dagli equivoci gli attacchi che vengono rivolti al suo indirizzo da parte di quei vescovi come Zenti che lo chiamano “signor Minutella” privandolo della dignità sacerdotale. Senza però mai confutare le sue considerazioni dimostrando che dice il falso.
E allora l’ultima polemica con il vescovo di Verona ci offre l’occasione per chiedere ancora una volta chiarezza su questa vicenda. Come? Con una presa di posizione netta e chiara dei due papi che sgombri il campo da ogni equivoco. Perché, per quanto piccolo possa essere il resto cattolico che segue don Minutella, non è pensabile che Benedetto XVI possa rappresentare un elemento di divisione e di contrasto nella Santa chiesa, fino a far sorgere l’idea che la stragrande maggioranza dei cattolici stia seguendo un falso papa, una falsa Chiesa.
Non penso sinceramente che Benedetto XVI abbia davvero voluto gettare la Chiesa nel caos. E’ sicuramente vero che per lui era diventato oggettivamente impossibile governare, a causa della guerra di potere dentro il Vaticano scatenata dal suo segretario di Stato Tarcisio Bertone contro l’ “oligarchia wojtyliana” (Sodano e company) e per gli attacchi provenienti dal mondo cattolico progressista e dalla famigerata “mafia di San Gallo” (ricordate l’incontro privato avvenuto pochi mesi prima della rinuncia, a Milano con il cardinale Martini? Si disse che Martini avesse consigliato a Ratzinger di farsi da parte, ma per me è molto più probabile che dall’ex arcivescovo ambrosiano, leader della stessa mafia ecclesiastica, possa essere arrivato un esplicito ricatto); ma fatico ad abituarmi all’idea di un Benedetto XVI che architetta la sua falsa uscita di scena gettando i fedeli nella più totale confusione.
A Don Minutella si può imputare tutto, ma non di non avere preparazione teologica e di saper argomentare a dovere le sue convinzioni anche con espliciti riferimenti alle profezie sull’avvento dell’Anticristo. Far finta di nulla, confidando che il papa emerito lasci presto questo mondo e quindi finisca l’equivoco dei due papi può essere pericoloso così come la delegittimazione sistematica di don Minutella attraverso le scomuniche e i tentativi di isolamento. Se Benedetto si è dimesso validamente come tutti riteniamo, perché non dichiararlo pubblicamente riconoscendo ufficialmente Francesco come “unico papa”? E Francesco perché non approfitta della riforma in atto sul “papato emerito” per mettere la parola fine alla questione, convocando magari una commissione teologica che esaminata la Declaratio ne certifichi la validità? O forse è legittimo ipotizzare che tutto sommato quegli errori ci sono, che la Declaratio potrebbe presentare effettivamente seri vizi di legittimità, andando così a sollevare un polverone che potrebbe finire con il travolgere tutta la Chiesa? E se si è così sicuri che tutto sia in regola perché dare tanta importanza a Don Minutella fino a dedicargli un editoriale in prima pagina come ha fatto il vescovo Zenti?
In ultima analisi. Io non sono un seguace di Don Minutella, che mi ha dedicato una catechesi di fuoco il 23 aprile scorso su Radio Domina Nostra, per altro collegandomi ad ambienti del mondo tradizionalista cattolico ai quali sono totalmente estraneo. Ma un altro al suo posto non si sarebbe spinto così oltre, fino a farsi scomunicare due volte se non credesse nella solidità dei suoi convincimenti. In una Chiesa piena di don Abbondio e retta da un papa ideologizzato e prono verso i poteri forti e le lobby mondialiste, un Fra’ Cristoforo che sfida il potere in nome della verità va senz’altro rispettato.
Americo Mascarucci
Marco Tosatti
15 Settembre 2021 9 Commenti
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