Che fare? (2) - La situazione per quella che è
Confederazione Triarii https://www.youtube.com/watch?v=nNZKIsMHY_M
“Sapremo che la nostra disinformazione è completa quando tutto ciò in cui il pubblico americano crederà sarà falso” – William Casey, direttore della CIA, febbraio 1981
Di solito la propaganda ha successo perché soddisfa gli stessi bisogni che aveva creato in precedenza. Se seguite le notizie quotidiane del mainstream e reagite di conseguenza, sarete presi in un labirinto fatto apposta per intrappolarvi. Scoprirete in continuazione che la vostra mente sarà come un letto già fatto e le vostre ore diurne piene di incubi. Quelli che pensate siano i vostri veri bisogni saranno soddisfatti, ma diventerete rapidamente preda dell’ansia fluttuante creata appositamente dai media per confondervi e mantenervi in tensione. Vi forniranno degli oggetti, la Covid-19, il “ritiro” degli Stati Uniti dall’Afghanistan, le “minacce” russe e cinesi, la necessità di reprimere i dissidenti interni, l’11 settembre, ecc. (una panoplia infinita di bugie) a cui potrete collegare la vostra ansia, ma che non vi saranno d’aiuto. Non è quello il loro scopo, il loro scopo è confondervi e rendervi sempre più ansiosi, in modo che vi chiediate se attualmente c’è qualche differenza tra il mondo reale e quello apparente. I media mainstream corporativi servono fantasie 24 ore su 24, 7 giorni su 7, tutte mutevoli come sabbie mobili. Per chiunque abbia un minimo di buon senso, questo dovrebbe essere ovvio. Ma poi, come disse Thoreau:
“Il senso più comune è il senso degli uomini addormentati, quello che esprimono russando.”
Forse qualche esperto di salute fra un po’ dirà che 24 ore di sonno al giorno sono ottimali, ma forse sto sognando o dico sempre le stesse cose.
Per molti decenni, i media mainstream e la CIA sono stati praticamente la stessa cosa. Era stato un matrimonio celebrato all’inferno e adesso fanno tutti i giorni quassù il lavoro del diavolo. Ora che le notizie sono trasmesse via internet, soprattutto attraverso i media digitali, il loro potere di indurre una trance elettronica è aumentato esponenzialmente. Il controllo linguistico e visivo della mente è la loro raison d’être. La paura è la loro tattica preferita. E, poiché la paura e l’ansia della morte sono la fonte archetipica di tutte le ansie, la morte è diventata l’elemento centrale nella loro propaganda della paura.
In un recente e formidabile articolo, la giornalista indipendente canadese Eva Bartlett, una coraggiosa e libera corrispondente di guerra che aveva lavorato in Siria e nella Striscia di Gaza, ha mostrato come la continua “pornografia della paura” sulla Covid-19 vomitata dai media abbia aumentato drammaticamente i livelli di ansia della gente e gettato molti in uno stato perpetuo simile al panico. Questo, naturalmente, non è casuale.
La paura immobilizza le persone e le spinge in uno stato catalettico in cui è impossibile pensare in modo lucido. Rimangono ipnotizzate in uno spazio “privato” che, in realtà, è sociale, un’identificazione istantanea con le notizie dei media che sono indirizzate a milioni di individui, ma che vengono percepite come personali e aggravano notevolmente l’enorme solitudine che si trova al centro della società high-tech.
Come ho già detto, il nuovo ordine digitale è il mondo delle teleconferenze e della vita online, un’esistenza privata dello spazio fisico, del tempo e delle persone. Un mondo in cui stringere la mano è un atto dissidente. Un mondo infestato da spettri mascherati, da parole distorte e immagini che possono apparire e scomparire in un nanosecondo. Uno spettacolo di magia. Un luogo dove, nelle parole di Charles Manson, si può “sentire la paura,” dove la paura è regina. Un luogo dove, mentre fissi lo schermo, non sei più lì perché ti hanno stregato.
In una società high-tech, la solitudine è molto più diffusa che in passato. La tecnologia ha imprigionato le persone con i suoi schermi e ora i poteri che contano sono intenzionati a chiudere questo cerchio meccanicistico, se saranno in grado di farlo. Lo chiamano Il Grande Reset.
Per decenni hanno usato la tecnologia per invadere e ridurre lo spazio privato delle persone, quello dove risiede la libertà di pensare e di decidere.
Hanno ripetuto fino alla nausea il mantra materialista che la libertà è un’illusione e che siamo macchine incredibili, determinate dai nostri geni e dalle forze sociali.
Hanno ribadito che i regni spirituali e trascendenti sono illusioni.
E hanno spinto la loro agenda transumanista per imporre sempre più potere e controllo.
Questa è l’essenza della crisi del coronavirus e della spinta a vaccinare il mondo intero.
Goccia a goccia, anno dopo anno, hanno coltivato i presupposti e le predisposizioni necessarie per assicurare il successo di questo fascismo tecnologico con radici nichiliste.
Quando si perde la dimensione interiore dell’esistenza non è più possibile criticare il mondo esterno, la sua politica e la sua struttura sociale. Il dissenso diventa una passione inutile quando la gente si identifica istantaneamente con il sociale. La natura umana non cambia, ma le strutture sociali e la tecnologia sì, e possono essere usate per cercare di distruggere l’umanità delle persone. Herbert Marcuse l’aveva già chiaramente detto molto prima dell’attuale era digitale:
“Questa identificazione immediata e automatica (che può essere stata caratteristica delle forme primitive di associazione) riappare nell’alta civiltà industriale; la sua nuova “immediatezza,” tuttavia, è il prodotto di una gestione e organizzazione sofisticata e scientifica. In questo processo, la dimensione “interna” della mente, in cui l’opposizione allo status quo può attecchire, viene ridotta. La perdita di questa dimensione, in cui è di casa il potere del pensiero negativo, il potere critico della Ragione, è la controparte ideologica del processo, assolutamente materiale, con cui la società industriale avanzata mette a tacere e concilia l’opposizione.”
Una volta, le persone si riunivano e parlavano. Si toccavano e condividevano i loro pensieri e i loro sentimenti. Complottavano in modo più naturale, lontano dagli occhi e dalle orecchie indiscrete delle spie elettroniche. Ora, sempre più persone si siedono e controllano i loro telefoni cellulari. Si “connettono” e pensano di averlo fatto, senza sapere che sono stati attirati in un’altra dimensione, dove regna la passività frenetica e gli stati di trance sono la regola.
“La propaganda è il vero rimedio alla solitudine” aveva detto Jacques Ellul nel suo capolavoro, Propaganda. Era stato, allo stesso tempo, preciso e faceto. Questo perché la propaganda fornisce la porta d’ingresso alla pseudo-comunità, un posto dove perdersi nel gruppo, dove soddisfare il bisogno di credere e obbedire in una società tecnologica di massa, in cui il vuoto emotivo e la mancanza di significato sono dappertutto e la necessità di riempire il nulla dentro di sé è doverosamente soddisfatta dalla propaganda, che è solo una droga sotto mentite spoglie, anzi la droga per eccellenza. L’io vuoto brama la pienezza, qualsiasi cosa da consumare per riempire il vuoto che la cultura del consumo presenta ovunque. Pensate allo stesso modo, comprate allo stesso modo, vestitevi allo stesso modo e sarete una grande comunità felice. È tutto astratto, naturalmente, anche se il suo carattere razionale è irrazionale, ma questo non importa perché ciò che preoccupa la gente è la paura di “non andare d’accordo” e di passare per dissidenti.
Ora come “rimedio” per la solitudine abbiamo una propaganda digitale perpetua. Ah, tutte le persone sole, che tengono le loro maschere in un barattolo di fianco alla porta come Eleanor Rigby [1]. Credono di sapere a cosa servono le loro maschere, ma non sanno perché si sentono soli e non capiscono di essere stati turlupinati. Si indossano in continazione mascherine per allontanare la paura che viene pompata attraverso onde radio elettroniche. È dubbio che molti abbiano mai sentito parlare di William Casey o siano in grado di immaginare l’ampiezza e la profondità della propaganda che lui e i suoi attuali protetti nelle agenzie di intelligence e nei media corporativi dispensano quotidianamente.
“Quando tutto ciò che il popolo americano crederà sarà falso.” Casey starà sorridendo all’inferno [2].
In tantissimi Paesi una cupa sottomissione schiaccia la vita di milioni di persone ipnotizzate. Cupa, cupa, cupa, come Charles Dickens aveva scritto a proposito della sua visita del 1842 alla setta religiosa puritana degli Shaker, nel Massachusetts occidentale. Aveva detto:
“Io aborro così tanto, e detesto dal profondo della mia anima, quel cattivo spirito, non importa da quale classe o setta voglia essere preso in considerazione, che vorrebbe spogliare la vita delle sue salutari grazie, privare la gioventù dei suoi innocenti piaceri, strappare alla maturità e alla vecchiaia i suoi piacevoli ornamenti e rendere l’esistenza solo un angusto sentiero verso la tomba ….”
Nonostante tutto, man mano che passa il tempo le cose fondamentali hanno ancora la loro importanza. Amore, gloria, solitudine, bellezza, paura, fede e coraggio. Gli amanti e i veri artisti, entrambe categorie di combattenti, resistono a questa tirannia delle macchine e alle sue infinite bugie perché capiscono che il vero obiettivo è distruggere il loro amore appassionato per quell’audace avventura che è la vita. Sentono che l’esistenza è un agone, un’arena di lotta, “una lotta per l’amore e per la gloria,” un vero e proprio “vivere o morire.” Hanno un sesto senso per le stronzate e vedono attraverso la propaganda delle élite che viene usata per far fuori letteralmente milioni di persone in tutto il mondo e per uccidere lo spirito di ribellione in tanti altri. E sanno che è nel santuario interiore di ogni anima individuale che nasce la resistenza al male e si sconfigge la paura. Sanno anche che l’arte e l’amore devono essere condivise, perchè è così che si creano i movimenti di solidarietà sociale.
Ascoltate [Eric Clapton]. La lotta è in corso. “This Has Gotta Stop.”
Edward Curtin
[1] Riferimento all’omonima canzone dei Beatles.
[2] Casey è morto nel 1987.
Fonte: edwardcurtin.com
Link: http://edwardcurtin.com/the-incantational-bewitchment-of-propaganda/
01.09.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
https://comedonchisciotte.org/lincantesimo-della-propaganda/
Come affrontare un autunno di resistenza: 18 imperativi
Un vademecum comportamentale per affrontare l'autunno di lotta che ci attendeLa Redazione di ComeDonChisciotte.org riceve e pubblica il vademecum comportamentale elaborato dal comitato Di Sana e Robusta Costituzione, 18 imperativi per affrontare l’autunno di resistenza che ci attende.
- METTI IN PREVENTIVO TUTTO: bisogna entrare nell’ottica che quando si scende in piazza non è come andare in gita dal Papa; da ora in poi bisogna mettere in preventivo tutto, dal semplice riconoscimento (ricorda di limitarti a fornire le tue generalità), a denunce, attacchi, repressione, financo (purtroppo) scontri.
- DIFFIDA INTELLIGENTEMENTE: diffidare dai movimenti sociali che hanno una rapidissima ascesa perché servono soltanto a dirottare il dissenso; abbiamo visto in passato che i movimenti che hanno una rapida ascesa, poi hanno un’altrettanta rapida discesa (per es. gillet arancioni di Pappalardo oppure il M5S). “Basta dittatura” ha fatto migliaia di iscritti sul loro canale telegram in pochissime ore ma si è rivelato un gruppo farlocco, con il flop del blocco delle ferrovie. L’iniziativa è andata disertata perchè i veri manifestanti hanno capito che gli admin anonimi hanno organizzato l’iniziativa solo per creare caos così da legittimare la repressione ad opera dei nemici. Non possiamo lasciare a lungo che questi personaggi facciano passerelle in combutta col potere. I movimenti veramente rivoluzionari nascono piccoli e indifesi ma conservano dentro di sé un potenziale di energie rivoluzionarie in grado di rendere cenere della storia tutto l’“ancien regime”. I movimenti rivoluzionari nascono piccoli e poi crescono gradualmente, proprio come un organismo vivente. I movimenti che hanno una rapidissima ascesa sono da paragonare a un bambino che viene partorito già all’età di 18 anni, ovvero mostri!
- INDIRIZZA BENE IL TUO TEMPO: il nostro tempo è la risorsa più importante, più dei soldi perché questi vanno e vengono, il tempo va in un’unica direzione. Paragonando il tempo ai soldi, vi sognereste mai di fare un investimento a bassa resa o addirittura a perdere? NO! Invece con il nostro tempo facciamo proprio così, lo disperdiamo in azioni che non ci torneranno utili, come la ricerca compulsiva di notizie sensazionali da postare nei vari gruppi whatsapp, credendo di contribuire all’informazione. In realtà non abbiamo bisogno di entrare nello specifico delle notizie, di spaccare il capello in 4 delle evidenze scientifiche relativamente ai vaccini, ai tamponi salivari ecc…così facendo il nostro tempo lo si disperde in azioni che non tornano utili, il nostro tempo invece deve essere investito in azioni ad alto rendimento come l’organizzazione concreta delle iniziative di lotta. Badiamo bene: non è che non serve ricercare notizie, è stato un lavoro indispensabile in questo anno che ha consentito il risveglio di tanta gente, ma adesso urge voltare pagina, innalzare il livello delle rivendicazioni, con l’organizzazione. Altro aspetto relativo al tempo: non sprecarlo con coloro che sono totalmente pro-regime. In una maxiemergenza, tipo il crollo di un palazzo, il soccorritore deve indirizzare il proprio tempo verso coloro che hanno possibilità di vita, lasciando andare chi purtroppo non ce le ha. Ecco noi dobbiamo fare la stessa cosa: lasciar andare chi è totalmente anestetizzato e concentrare la nostra più importante risorsa esclusivamente a fare in modo che da una moltitudine caotica ed eterogenea, nasca un blocco sociale rivoluzionario.
- PRENDI TEMPO PER TE: il nostro tempo deve essere anche indirizzato a ritrovare giorno per giorno le energie psicofisiche necessarie per affrontare una lunga stagione di lotta; quindi fare tutto quello che serve per purificare la nostra mente da tutte le scorie che troviamo in giro, cosi per focalizzarla unicamente sulla rivoluzione che ci attende. Quindi uscire, ascoltare musica, rilassarsi, fare pratiche meditative laiche o religiose che siano non ha importanza, ha importanza fare tutti i giorni un allenamento mentale per mantenerci lucidi, proprio come chi vuole gli addominali scolpiti deve allenarli tutti i giorni.
- NON PRENDERE SCORCIATOIE: tipo lasciapassare verde falso, o pseudocertificati di esonero vaccinale. Non dobbiamo MAI piegarci a chi ci propone (per venirci in contro) tamponi gratis o salivari…Non è questo il terreno della trattativa. Una norma incostituzionale e liberticida deve essere ripudiata in toto; Non bisogna mai tentare di sanare le contraddizioni che quelle norme producono, al contrario si devono fomentare le contraddizioni per farle emergere in modo da essere legittimati a rigettare tutto il castello di menzogne che le ha prodotte.
- SI VIS VITAM PARA MORTEM: se vuoi tornare a vivere preparati a morire. Cosa deve morire? Dobbiamo far morire quell’ io egoico, individualista e materialista che rimane attaccato alle cose che possiede all’interno del suo metro quadro. Noi siamo per natura solidali e tendiamo ad agire per il bene collettivo, ma quell’io egoico che ora prevale dentro di noi è la vittoria del potere che ci vuole tutti disintegrati ed è la principale fonte di consenso di questa dittatura. La rivoluzione contemporanea è strettamente collegata ad un piano interiore, quindi se non muore quell’io egoico, facendo nascere dalle ceneri di esso, un io in connessione, la rivoluzione non potrà mai dirsi avviata. Perdo il lavoro? CORAGGIO, stiamo costruendo reti solidali per accogliere tutti coloro che faranno questo passo.
- PENSARE A NUOVE FORME DI CONTESTAZIONE: dalla consapevolezza che la rivoluzione è strettamente connessa a un processo di liberazione interiore, dobbiamo dar vita a forme di manifestazione nuove che esprimano questa connessione. Non più manifestazioni violente, con scontri e cariche, incendi di cassonetti e vetrine spaccate. No! I nemici vogliono questo per essere legittimati a sopprimerci ma invece noi li dobbiamo spiazzare e far impazzire! Ci vuole un formato di manifestazione che consenta di liberarci delle tensioni, delle paure, dei condizionamenti ed al contempo ci faccia caricare di energie positive, necessarie per vivere la rivoluzione tutti i giorni. La piazza deve diventare un vero e proprio “dispositivo del dissenso” allestito ad hoc per mobilitare, vocalizzandole, le passioni tristi; i manifestanti devono manifestare, appunto, le proprie ansie, paure e condizionamenti e così, condividendole, esse si trasformano in divertimento, aggregazione ed orgoglio d’appartenenza ad una storia comune. In questo modo il dispositivo del dissenso, assume un valore terapeutico poichè consente da un lato di scaricare le passioni tristi e dall’altro di nutrire le anime di energie positive necessarie per vivere la rivoluzione in maniera permanente tutta la settimana. La piazza deve essere un luogo, come a teatro, in chiesa, allo stadio, di ristoro per l’animo e al contempo deve essere un atto politico forte, radicale, democratico e possibilmente non violento. Mobilitando con la propria voce il dissenso, il singolo sente che il proprio contributo è utile ad una causa collettiva; il manifestante sente che la sua voce si fonde con la voce degli altri, ritrovando così l’idea di un popolo unito. Non solo, vocalizzando, per esempio: “Noi resisteremo” il singolo si sente responsabilizzato, ed è come se stringesse un patto con gli altri sodali manifestanti. In questo modo il dispositivo del dissenso sarà un centro propulsore di energie ed emozioni che si propagheranno fino a coinvolgere e travolgere le masse dormienti. In definitiva, urge escogitare un modo di manifestare che sia l’espressione del motto “liberazione interiore, trasformazione del mondo”.
- NON CREDERE NELL’AUTOSUFFICIENZA DELLE SINGOLE AZIONI DI LOTTA: la manifestazione del sabato deve essere un evento straordinario, un evento che deve sprigionare energie rivoluzionarie, per questo sono indispensabili nuovi riti, simboli, segni e motti. La manifestazione del sabato deve essere concepita come tappa finale di una serie di altre iniziative poste in essere durante la settimana come presidi sotto gli obiettivi sensibili (ordine dei medici, ordine degli infermieri, ordine dei giornalisti, sede del PD) oppure flash mob, affissione di striscioni e adesivi. ATTENZIONE! Basta dire: “non servono i flash mob, non servono le manifestazioni, non serve questo e quell’altro” Nessuna iniziativa di lotta è autosufficiente, cioè nessuna DA SOLA potrà sortire un risultato, ma funziona l’effetto sinergico di tutte queste azioni, a patto che siano organizzate e coordinate tra di loro. Promuovendo varie forme di iniziative, potremo inserire tutti nella lotta, a seconda del livello di attivismo che ciascuno sceglie di avere, diversamente se decidiamo di fare per esempio solo occupazioni, avremo tagliato fuori parte degli attivisti intenzionati a dare il proprio contributo in altre forme contestative.
- NON CREDERE NELL’ AUTOSUFFICIENZA DELLA RAPPRESENTANZA: nelle azioni di lotta (es. occupazione università), le rappresentanze interessate (studenti) sono costituite da poche centinaia di persone. Siamo le minoranze di tutte le categorie, dobbiamo muoverci con la formula “avanguardia + popolo”. Cioè nelle azioni di lotta ci deve essere sempre un’avanguardia di rappresentanti promotori di quell’azione + il sostegno del popolo della rivoluzione. La lotta contro l’infame lasciapassare verde in università o a scuola, non interessa solo gli studenti, ma interessa in generale il diritto allo studio che verrà difeso tramite gli studenti con l’appoggio del popolo difensore della Costituzione. Allo stesso modo, la lotta contro l’ordine degli infermieri non interessa solo gli infermieri ma interessa il diritto alla salute che viene difeso tramite un’avanguardia di infermieri + il popolo a sostegno. Quindi nessuna rappresentanza di una categoria è autosufficiente a se, perché non sono più rivendicazioni di categoria ma è la nuova battaglia del popolo italiano unito!
- COMBATTERE LA VIOLENZA DEL POTERE: la violenza del potere è un qualcosa che subiamo ogni giorno, prima era il ricatto economico, adesso il ricatto alla nostra libertà e alla nostra inviolabilità quale esseri umani. Combatti ogni forma di discriminazione e di oppressione promuovendo la cultura e la partecipazione, anche a costo di contravvenire a norme ingiuste in antitesi coi principi della nostra Costituzione.
- SPEZZA LE ABITUDINI: i nemici stanno producendo leggi intrise di irregolarità e cariche di minacce per fare in modo che le nuove regole della socialità post-covid si sedimentino nella consuetudine (che è fonte di diritto anch’essa). Per esempio, non c’è una legge che vieta ad una persona di andare a lavorare in costume da bagno, tuttavia c’è la consuetudine che dice che così non si fa. Loro ci vogliono portare a questo, a fare in modo che la consuetudine si sostituisca alle leggi in modo tale che non ci sarà neanche più bisogno di legiferare sulle nuove regole di comportamento distopico. Siamo al centro di un vero e proprio esperimento sociale e noi dobbiamo attivarci ORA a spezzare queste dinamiche prima che diventino consuetudine. Quindi per esempio andare a fare la spesa senza mascherina, è un atto che spezza l’abitudine.
- TROVA UN ORDINE E UNA DISCIPLINA INTERIORE: siamo tutti disgregati interiormente, nei nostri animi vige un caos infernale, in cui oscillano fasi depressive caratterizzate da momenti di struggente percezione di impotenza e fasi ipereccitanti in cui si vuole andare a invadere il parlamento. Vincerà chi si sarà dotato di menti lucide e nervi d’acciaio oltre che a tanto coraggio. Urge ordine interiore, tra tutte le parti che compongono il nostro io; in pratica uno stato dell’io che è sovrano delle sue parti, delle proprie schiavitù interiori. Ci vogliono regole e disciplina. Siamo tutti inseriti in centinaia di gruppi tra whatsapp e telegram, che il più delle volte sono rassegne di link e notizie pubblicate compulsivamente o tribune delle frustrazioni di ciascuno di noi. Bisogna elevare il livello delle discussioni, NO a frustrazioni, SI a idee per immaginare il futuro…bisogna allenarsi a visualizzare un futuro nuovo e sognare la vittoria, perché questi sono atti rivoluzionari contro il potere che ha metastatizzato le nostre menti facendoci credere che non c’è altro mondo all’infuori di questo.
- CONDIVIDI LA STRATEGIA GRADUALE DELLA LOTTA: prima di arrivare a schiacciare la testa del mostro, bisogna spezzare uno a uno tutti i suoi tentacoli. Dunque per arrivare a rovesciare l’oligarchia dominante, dobbiamo neutralizzare tutti gli strumenti e le istituzioni di cui si serve. Quindi una nuova strategia di azione che non contempli la sfilata sotto il parlamento ma che inauguri il conflitto con gli obiettivi sensibili, ovvero gli organi intermedi dello Stato, per intimarli all’obbedienza costituzionale, quindi alla disobbedienza civile.
- PREFERISCI SEMPRE GLI INCONTRI DAL VIVO: non abusiamo delle piattaforme di videoconferenze, perché sono un’arma a doppio taglio che il potere ci ha messo a disposizione apparentemente per facilitarci gli incontri, in realtà per allontanarci sempre di più. Ci sono persone che prima erano disposte a percorrere 10km per un incontro fisico ma che adesso preferiscono l’incontro a distanza perché si sono accomodate troppo. Urge spezzare questa nuova consuetudine perché ne va della qualità delle relazioni. Attenzione a queste trappole seduttive del potere che hanno effetto anche su di noi “risvegliati”.
- METTI DA PARTE IL DIBATTITO SCIENTIFICO: dal momento che il piano scientifico è completamente staccato dal piano politico, urge concentrare tutte le nostre energie psicofisiche sull’analisi e sulla contestazione della deriva politico autoritaria che sta prendendo la storia contemporanea. I nemici fanno apposta a proporci quei dibattiti sull’efficacia scientifica della terza dose o dei tamponi salivari. Queste argomentazioni fungono da cortina fumogena per portare il terreno del dibattito su un piano scientifico poiché essendo la scienza divisa al proprio interno, anche i dibattiti che ne derivano, sono forieri di ulteriori divisioni. Dunque lasciamo “scornare” gli scienziati sul dibattito scientifico e noi come popolo concentriamoci su ciò che ci unisce: la necessità di un’organizzazione politica rivoluzionaria in difesa della Costituzione.
- RIANIMA LO SPIRITO RIVOLUZIONARIO DENTRO DI TE: si sentono in giro proposte emancipative individuali, come l’autodeterminazione, la sovranità individuale, il fuggire all’estero o il rifugiarsi sulla cima di qualche montagna. Del resto, la mente di un io egoico-materialista e individualista può partorire solo proposte emancipative del genere. La mente di un io in connessione con le energie dell’universo, con la potenza artistica, creatrice e divina che risiede in ciascuno di noi, invece potrà partorire vere idee rivoluzionarie che siano veramente emancipative di tutta una collettività. Il problema dei problemi, quindi, è proprio rianimare lo spirito rivoluzionario che ha da sempre mosso i popoli e scandito la storia in nome libertà, ma che invece in questa generazione fatta di eghi materialisti e individualisti, sembra essere ibernato. Quindi bisogna promuovere, oltre le piazze, contesti aggregativi intermedi come locali, pub, ristoranti in cui ci si vede (non è da escludere la possibile futura natura clandestina di questi incontri) e si parla. Contesti aggregativi che fungano da luoghi di riparo, di mutuo soccorso solidale e da “camere” di rianimazione del pensiero rivoluzionario.
- PENSARE A NUOVE FORME DI UNIONE: in molti invocano l’unione di tutti i movimenti, partiti, comitati e associazioni che hanno organizzato nel corso di quest’anno mobilitazioni in tutta Italia. Ma l’unione tanto ambita, è più facile a dirsi che a farsi. È materialmente impossibile unire persone disgregate al proprio interno, frammentate nell’animo, dove l’io egoico prevale sempre ed ostacola i processi aggregativi con gli altri. Persone disgregate al proprio interno non possono che dar luogo a configurazioni sociali (per es. confederazioni) altrettanto disgregate e disgreganti. Come si fa a materializzarsi l’unione se dentro di noi siamo disgregati? Dunque l’unione di pezzi disgregati non funziona. Altro elemento ostacolante l’unione è il prevalere divisioni superficiali (fascisti Vs antifascisti) che non si riescono a sanare. Evidentemente, quindi, i processi di unione devono essere più profondi, devono materializzarsi nell’interiorità, a partire dalla consapevolezza che la prima controindicazione all’unione è proprio il prevalere dell’io egoico, frutto del dominio mentale che il potere ha avuto su di noi, da 40 anni. Infine, le unioni tra configurazioni sociali di vario genere, fatte a tavolino, si sono dimostrate non funzionanti; altresì l’unione vera destinata a durare negli anni è quella che si genera a partire da un’avanguardia che sprigiona energie rivoluzionarie destinate poi ad attrarre elettivamente tutti gli altri soggetti. È come il matrimonio: un matrimonio combinato a tavolino è destinato a durare poco, un matrimonio in cui arde l’amore vero e la passione, è destinato a durare per sempre.
- CONVERGI SU ROMA: la capitale è il centro delle lotte. Fare di tutto per concentrare le lotte qui, prendere gli ultimi risparmi, usare tutti gli istituti contrattuali previsti (ferie, aspettative, ecc) per mollare tutto e venire a Roma. Noi trionferemo quando rivoluzione sarà tutt’uno con la nostra vita!
CONTESTAZIONE
Non c’è divario, fratelli, tra la liberazione interiore
e la contestazione radicale di questo mondo.
Non fatevi ingannare, ragazzi e ragazze del XXI secolo.
Non fatevi tagliare in due
tra anima e mondo, tra psiche e storia,
tra spirito, fede e rivoluzione.
Questo mondo di pura menzogna
resiste proprio perché
gli umani non sanno ancora integrare
le loro parti, le loro emozioni, le loro azioni,
la loro parola, il fuoco del loro anelito
con la danza dei loro giorni. Lo so,
lo sappiamo molto bene, quanto sia arduo
incarnare un moto rivoluzionario nuovo,
che tragga dalle profondità sorgive dell’essere
la propria energia trasformativa. Ma questa
è la via, non ce ne sono altre, e questa via
è quella della vera gioia, e del vero eros,
in quanto il corpo diventa erotico
nella misura in cui incarna
il fuoco sovversivo dello Spirito.
Marco Guzzi – “Dizionario della lingua inaudita, la lingua e la rivoluzione”
https://comedonchisciotte.org/come-affrontare-un-autunno-di-resistenza-18-imperativi/
di Luca De Netto
Quando si invoca il “primato del bene comune” ai fini della tutela della salute (pubblica, sic!), occorre fare doverose precisazioni proprio per comprendere cosa c’è in gioco e qual è il vero bene da tutelare.
- L’errore totalitario del bene pubblico
Il primo errore, tipico della modernità forte, è quello di confondere il bene comune con il bene pubblico (o collettivo che dir si voglia). Secondo tale concezione, il bene comune consisterebbe in ciò che lo Stato (moderno e ingessato dal “costruttivismo”) decide quale sia il bene per tutti i cittadini, che ne godrebbero per una sorta di frazionamento partecipativo di un bene generale, collettivo, appunto.
Invero, in tale prospettiva, il punto archimedeo è la volontà dello Stato, ciò che conta è la ragion di stato, e ciò che si tutela è semplicemente l’ordine pubblico: non viene infatti riconosciuto e quindi tutelato il bene “salute” quale bene in sé, ma l’ordine pubblico sanitario, ossia l’ordine che in un dato momento lo Stato-persona ritiene debba esser garantito con ogni mezzo, ed esclusivamente per la sua sopravvivenza. A prescindere, si badi, dalla tutela della salute e della vita delle persone, che, secondo questa concezione, possono essere sempre sacrificate alla “ragion di stato”, sulla scorta che il bene pubblico sia superiore a quello dei singoli.
Sotto tale prospettiva tipicamente totalitaria, la vaccinazione, che può anche essere imposta per legge qualora se ne ravvisasse la necessità per il “bene del corpo politico”, ossia dello Stato moderno, ovvero per ragioni di “ordine pubblico” (che può essere anche quello di “liberare” i reparti…), assurge al rango di dovere civico. Un dovere a cui è connesso lo stesso status di “citoyen”, sicché opporvisi comporta la perdita (o comunque la limitazione) di qualsiasi diritto “civile”.
Il trattamento sanitario, concepito come doveroso per il bene pubblico, assume dunque una valenza da Stato etico (ossia da stato che pretende di fondare volontariamente l’etica, che è quindi l’etica privata dello Stato), che può tranquillamente sacrificare la vita e la salute dei cittadini per la tenuta del sistema (compreso, dunque, quello sanitario), poiché la vita, la salute, l’integrità fisica dei “citoyens” hanno valore in quanto beni dello stato, funzionali all’ordine di questo e sui quali lo Stato esercita, per mezzo della legge, la sua sovranità.
- L’errore irrazionale del bene privato-totale
Speculare a questa concezione, vi è quella della c.d. modernità debole, fatta propria dal personalismo contemporaneo, secondo cui ogni cittadino deve essere lasciato libero di perseguire la propria nuda volontà, nella convinzione che così facendo compirà il suo bene, che consisterebbe nell’auto-realizzazione. Il cittadino libero di autodeterminarsi secondo ciò che vuole, agirà infatti a tutela di quello che “liberamente” ritiene essere il bene per sé, perseguendo il suo interesse-appagamento privato. Un bene “privato”, dunque, sicché la somma di questi beni privati darebbe il bene comune. Tale prospettiva confonde però il bene comune con il bene totale quale appunto sommatoria dei beni “privati”. Invero, questa è in effetti la prospettiva fatta propria dalla Weltanschauung costituzionale (ed in genere dall’ideologia politico-giuridica degli ordinamenti “occidentali”), che concepirebbe, secondo sempre più importanti letture e conferme, l’autodeterminazione del volere soggettivo come “il più fondamentale dei diritti” e quello a cui deve tendere l’intero sistema.
Anche siffatta visione, prescinde quindi dalla salute come bene in sé, non si interroga sulla sua essenza e, quindi, la riconosce, ma la fa coincidere con il “benessere”, ossia con la percezione soggettivo-volontaristica che ognuno ha o decide di avere, a prescindere o persino contro un dato oggettivo-ontologico. Tanto è vero che diventa possibile rifiutare le cure o persino rivendicare il –(presunto) diritto…al suicidio!
Nella prospettiva qui analizzata, il lockdown o la vaccinazione sono mezzi funzionali non certo alla tutela della salute (che appunto non è riconosciuta quale bene in sé), ma al diritto di libertà di ognuno di rivendicare la sovranità assoluta sul proprio corpo (concepito quale “proprietà” – oggetto della volontà), e quindi di non subire limitazioni-pericoli rispetto a questa sovranità dall’esercizio del “diritto di libertà” altrui o dello Stato. Gli altri, infatti, con il proprio agire “libero”, potrebbero essere potenzialmente rei di “occupare un posto in reparto” (sic!)…
Sicché la vaccinazione, pur potendo non esser formalmente obbligatoria, e lasciata al volere del singolo dominato da paure, istinti, egoismi e passioni (e non quindi guidato da retta ragione), assume ancora una volta una connotazione etica, dove l’etica è quella del rispetto di una (falsa) libertà, poiché geometrica (secondo l’assioma per cui “la tua libertà finisce dove inizia la mia”) ed irrazionale, scambiata erroneamente per tutela della salute; e dove alla volontà dello Stato si sostituisce quella “animalesca” del cittadino-citizen, in uno scontro continuo tra voleri che vogliono essere lasciati liberi di volere. Finendo per imporsi quello del più forte, ovvero quello delle forze di varia natura e/o di lobbies che in un dato momento riescono ad orientare le scelte decisionali. E dove quindi si può giungere all’assurdo che la vaccinazione possa essere “obbligatoria” per legge al fine di tutelare non certo la salute quale bene in sé, ma semmai la libertà di ognuno – e di ogni forza modulare in campo, nel gioco delle pretese e degli interessi – di continuare ad essere…libero di autodeterminarsi volontaristicamente! Anche a danno, quindi, della salute e della vita.
- Il vero bene comune e la tutela della salute
A queste due concezioni ideologiche, solo prima facie antitetiche, ma di fatto segnate dal dogmatismo della lex posita e dunque dai limiti “legali” da questo (im)-posti senza soluzione di continuità nell’alveo unico della Modernità politico-giuridica, si contrappone la visione ontologica, ossia la realtà del bene comune quale bene proprio della comunità politica. Esso è comune perché non è altro che il (vero) bene proprio di ogni uomo in quanto uomo (non dei “cittadini”), e dunque comune a tutti gli uomini.
Ora, dato che l’uomo è tale poiché è in grado di riconoscere l’essere proprio delle cose e di agire secondo retta ragione, il vero bene proprio di ogni uomo è dato dall’agire razionalmente rispetto al fine per cui le cose sono ontologicamente ordinate. Ossia di indirizzare la volontà verso il vero bene, colto dall’intelletto. Ogni persona, pertanto, è in grado, usando rettamente la ragione, di cogliere quale sia il proprio bene, ossia il bene proprio dell’essere umano, e determinarsi di conseguenza sulla scorta non di un volere irrazionale, ma di un dato oggettivo, ontologico. E questo è un diritto naturale, un vero diritto dell’uomo, che non può essere limitato o cassato da alcuna norma positiva.
Siccome però, in virtù del dono del libero arbitrio, ogni persona capace di intendere e di volere può deviare scegliendo di non perseguire il predetto ordine, e quindi di non fare il proprio bene, ma di fare il proprio male, compito della Politica – intesa classicamente come scienza ed arte del bene comune – è quello di aiutare l’uomo a diventare autenticamente e perfettamente uomo, ossia ad agire razionalmente e virtuosamente a tutela dell’ordine della propria natura. E quindi a diventare veramente autonomo, cioè in grado di individuare da sé la norma e, di conseguenza, di seguirla liberamente, ossia in forza della vera libertà.
E dato che la salute è un bene in sé, oggettivo, norma dell’organismo fisiologicamente ordinato, e non assenza di malattia e/o di contagio, né benessere, né tutela dell’ordine pubblico sanitario, compito della Politica è aiutare ogni uomo – che per natura è parte di una comunità politica a partire dalla famiglia – a tutelare il bene salute oggettivamente dato.
Sotto tale prospettiva, che si fonda sull’etica perenne (e per questo non pretende di fondare alcuna etica “volontaristica” e contingente), il curarsi e l’essere curato, non è tanto (o comunque solo) un diritto, ma piuttosto un vero e proprio dovere che fa capo all’individuo.
La cura di una malattia reale, però, è cosa molto diversa dalla prevenzione di una malattia del tutto ipotetica!
Questo significa che i vaccini (rectius le vaccinazioni) possono essere uno dei diversi mezzi/strumenti che il singolo uomo, eventualmente aiutato dal corretto agire politico, e supportato dalla conoscenza medica, valuta di utilizzare per preservare-tutelare la salute quale condizione naturale e “normale”. Ma che, rispetto alle cure necessarie per guarire, hanno una valenza completamente differente.
E ciò anche in considerazione del fatto che la salute, quale condizione naturale resta, in quanto bene in sé e dunque non sacrificabile ai mezzi, che devono essere comunque ed imprescindibilmente leciti, sperimentati, non dannosi e sicuri, un bene dell’uomo accanto ad altri beni propri dell’essere umano.
I c.d. “effetti collaterali” o peggio “avversi”, che devono essere noti nel breve, medio e lungo periodo, possono essere infatti tollerati solo se abbiano come finalità la cura di una patologia già in atto e/o non comportino un danno maggiore rispetto alla malattia che si intende curare.
Attribuire al contrario ai vaccini (o a qualsiasi altro mezzo) un evidente aspetto salvifico-messianico, trasformarli da mezzi a fine, ritenerli erroneamente un bene in sé a cui sacrificare l’uso retto della ragione, e quindi l’essenza della natura umana, sorvolare sulle questioni etiche e giuridiche a questi inerenti, non tenere in conto la centralità e l’essenza della salute come bene in sé, non solo non è atteggiamento razionale, ma è lesivo dell’autentico bene comune.
Troppo spesso invocato a sproposito, e senza conoscere i termini delle questioni. Tra cui quella della vera tutela della vita e della salute come bene in sé.
NB: questo scritto rappresenta una sintesi di parte di un lavoro annotato molto più ampio e corposo, che è in itinere e che si è ritenuto giusto e doveroso pubblicare in questa veste estremamente schematica vista l’attualità del tema e per maggiore fruibilità, pur nella consapevolezza del rischio di semplificazioni e fraintendimenti. Si resta comunque a disposizione per chiarimenti
Luca De Netto, avvocato, è Presidente del Centro Studi Internazionale “EUROPAITALIA”
https://www.sabinopaciolla.com/il-bene-comune-tra-salute-e-vaccinazioni/
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