ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 25 settembre 2021

“La verità è come un leone”

Oltrepassato il limite della decenza, non c’è più ritorno

Inarrestabile la valanga di commenti sulle esternazioni di Bergoglio durante l’incontro con i gesuiti in Slovacchia. Riportiamo un articolo di Antonio Socci su Libero Quotidiano, che elabora su alcuni commenti che abbiamo già riportato nel nostro articolo del 23 settembre 2021 [Bergoglio ha messo a nudo la totale rottura della sua comunicazione], concludendo: «Tuttavia sono ben visibili le macerie della Chiesa». Poi, Aldo Maria Valli riportando sul suo blog Duc in altum la traduzione italiana di un articolo pubblicato su The Wanderer (segue) titola: «Se questo è un papa» [QUI]. Con ciò proseguiamo con la condivisione di alcuni commenti rilevanti, dopo l’articolo di ieri, 24 settembre 2021 [Il commento più importante della settimana su Papa Francesco].

Papa Francesco, perché nessuno indaga su chi lo vuole morto? Il pesantissimo sospetto
di Antonio Socci
Libero Quotidiano, 24 settembre 2021


«Sulla “congiura” denunciata dal Papa le possibilità sono solo due: è falsa, e va ridimensionata ufficialmente, oppure è vera e allora intervenga la giustizia vaticana e le sue leggi». Questo è il lungo titolo di un articolo apparso ieri sul sito paravaticano Il Sismografo e firmato dal suo stesso direttore Luis Badilla. Bisogna tenere presente che non si tratta un sito “conservatore” o anti-bergogliano. Tutt’ altro. È progressista e bergogliano, molto vicino agli ambienti della Curia, quindi svela l’aria che tira Oltretevere. Papa Bergoglio sembra ormai in guerra con tutti, pure contro quella Curia che lo ha voluto papa e lo ha poi sostenuto. Emblematico è il processo al card. Becciu che è stato negli anni un suo devoto sostenitore e il suo più stretto collaboratore. Nelle ultime ore il clima si è fatto ancora più pesante, per le dichiarazioni del papa in Slovacchia a cui allude il titolo del Sismografo.

Ecco le clamorose parole di Bergoglio: «Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il Conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene». A dire il vero a parlare della gravità delle sue condizioni di salute fu lo stesso Bergoglio quando dichiarò: «Un infermiere mi ha salvato la vita» (si riferiva all’operatore sanitario che il 4 luglio gli consigliò di andare subito al Gemelli a farsi operare). In quell’intervista aveva anche detto: «Quando un Papa è malato, si alza un vento o un uragano di Conclave». In effetti è normale, da sempre, in Vaticano e nella Chiesa discutere sul futuro quando si ha un papa di 85 anni ricoverato in ospedale con seri problemi. Così è stato anche stavolta. È quell'”aria di Conclave” di cui Libero aveva dato conto il 23 agosto. Ma in Slovacchia Bergoglio è tornato sull’argomento con le parole inaudite che abbiamo citato. Mai un papa aveva esternato così, almeno nei tempi moderni.

IL MONARCA

Giovanni Maria Vian, storico ed ex direttore dell’Osservatore Romano, al Corriere della sera ha detto: «In effetti questo è nuovo. È il suo stile. Oppure si può dire che è un ritorno all’antico, quando i Papi intervenivano contro i loro oppositori, non più tardi del Cinquecento». Si comprende da queste parole che Bergoglio ha una concezione monarchico-rinascimentale del suo papato e forse è proprio da questa sua idea del potere che derivano la sindrome dell’assedio, il clima di sospetto, il timore di congiure e il vedere nemici dovunque. La sua dichiarazione è così dirompente e getta un tale sospetto sulla Curia, che il Segretario di Stato Parolin ha dovuto candidamente chiamarsene fuori, dichiarando: «Probabilmente il Papa ha informazioni che io non ho. Sinceramente non avevo avvertito che ci fosse questo clima… Il Papa probabilmente fa queste affermazioni perché ha conoscenze e ha dati che a me non sono pervenuti».

Le sue parole sono state interpretate così dai media: «Papa Francesco smentito da Parolin. Il cardinale: nessuna congiura. Santa Sede, il segretario di Stato non avalla l’accusa di Bergoglio su trame ai suoi danni durante la malattia. “In Curia clima sereno”» (titolo di Qn). Dall’HuffPost è arrivato quindi un attacco di Maria Antonietta Calabrò: «L’inaudito controcanto di Parolin al Papa. Mai prima un segretario di Stato ha corretto pubblicamente il Pontefice». L’articolista ritiene che Bergoglio sia irritato con la Segreteria di Stato anche per «l’incontro tra Matteo Salvini e il Segretario per i rapporti con gli Stati arcivescovo Paul Callagher». Così anche il card. Parolin è finito nella tempesta. Quale sia dunque, oggi, il clima in Curia lo mostra l’articolo del Sismografo, che definisce quelle di Bergoglio «frasi sorprendenti, sconcertanti e insidiose… che denunciano l’esistenza di “una congiura di palazzo”… “congiura” denunciata dal Pontefice senza mezzi termini e in modo diretto. Una vera bomba ad orologeria». Badilla rileva però che il papa ha lanciato quella “bomba” senza rivelare né i nomi, né i luoghi, né le circostanze.

Quindi un’accusa grave e generica. Perché? Il direttore del Sismografo fa alcune ipotesi: «un errore del Pontefice che non sempre parlando a braccio usa le parole giuste (per esempio, in quest’ ultimo anno ha detto ben due volte che Dio nell’incarnazione “si è fatto peccato” – sic)». Oppure «si è trattato di una leggerezza del linguaggio poiché, come si sa da quando era Provinciale dei gesuiti in Argentina, non sempre frena l’uso di aggettivi poco carini addirittura nei confronti dei suoi collaboratori. L’uomo è irruento e impulsivo e negli ultimi tempi è riemersa la sua personalità autoritaria, che lui stesso ha criticato pubblicamente». Terza ipotesi: «Voleva mandare alcuni messaggi a certe persone oppure voleva distrarre l’attenzione mediatica» da alcuni suoi infortuni o «dal pasticcio che creò con la “questione Orbán”, dalla quale tra l’altro la sua immagine e credibilità sono uscite danneggiate». Infine si può ipotizzare che Francesco, con la storia della presunta congiura, sia «scivolato nelle tenebre delle chiacchere cosa che ha condannato decine di volte».

LE IPOTESI

Quale che sia l’ipotesi giusta, secondo Badilla «il Santo Padre a questo punto ha una sola via d’uscita possibile: consegnare alla giustizia vaticana… tutta la documentazione – nomi, cognomi, luoghi e circostanze dei “prelati che preparavano un conclave” – e che servono per dare sostegno giuridico alla gravissima denuncia di un reato – per ora presunto – che si configura quando ci si organizza per portare a compimento un’azione di questa natura». Perché «nel mondo delle nazioni e delle comunità civili, basate sul diritto, questo si chiama “golpe”». Badilla trae questa pesante conclusione perché il papa non ha parlato «di ecclesiastici e/o laici che discutono sul futuro Papa (cosa che si fa – legittimamente e naturalmente – tutti i giorni da secoli)», ma ha usato «espressioni puntuali e ben circoscritte. Dice: sono vivo “nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave”». In conclusione, afferma Badilla, quello che ha dichiarato papa Francesco «o è falso o è vero. Se “falso” si faccia capire che è stato un errore imprudente. Se invece è vero, si presentino le prove davanti al Tribunale vaticano». Per ora la denuncia della presunta congiura al Tribunale vaticano non si è vista (e probabilmente mai si vedrà). Tuttavia sono ben visibili le macerie della Chiesa.

Bergoglio e il demone squallido
Camminante Wanderer, 23 settembre 2021


Nel post precedente [la versione italiana su Duc in altum QUI] ho detto che mi sembra difficile che Francesco sia il temuto papa dei tempi apocalittici perché quest’ultimo lo abbiamo sempre pensato come un prìncipe brillante i cui splendori avrebbero abbagliato molti, ed evidentemente non è il caso del papa argentino.

Un amico, tuttavia, mi ha detto che noti esorcisti, come padre Amorth o padre Mancuso, hanno incontrato in diverse occasioni demoni stupidini, che dicono scemenze e fanno battute insulse. Una specie di demoni oligofrenici, capaci solo di fare sciocchezze.

E mi sono ricordato che Joseph Hazzaya, il più importante maestro spirituale del cristianesimo siriaco, ha scritto un interessante libretto intitolato Le tappe della vita spirituale, in cui parla di un “demone burlone” o “beffatore”, anche abbastanza limitato, la cui risorsa per infastidire i cristiani è distrarli con fesserie. Ad esempio, dice Hazzaya, questo demone sbuffa come un cavallo alla porta della cella, il che è sufficiente per distrarre il monaco dalla sua preghiera. Sembra, quindi, che nel mondo demoniaco non ci siano solo il fulgido Lucifero o altri come lui, ma anche demoni tonti e di quarta categoria; demoni di bassa qualità o demoni squallidi.

E ho iniziato a chiedermi se questo non sia il caso di Bergoglio. Forse il pover’uomo non è limitato o squallido, ma ciò che accade è semplicemente che subisce, in modo permanente e irresistibile, tentazioni da parte del demone squallido e meschino di cui ci parlano Joseph il Veggente, o Hazzaya. I discorsi papali della scorsa settimana, ad esempio, possono uscire solo dalla bocca di un personaggio che o non è sano di mente o è uno sciocco o è tentato da un demone sciocco. E quest’ultima dev’essere la situazione dell’attuale romano pontefice.

Facciamo un breve elenco, partendo dalla conferenza stampa tenuta sull’aereo di ritorno dalla Slovacchia. Sospetto che gli aerei su cui viaggia il Santo Padre abbiano qualche difetto nel loro sistema di pressurizzazione e provochino nella sua augusta persona una specie di ipossia che gli fa dire sciocchezze e idiozie. Oppure sarà che a quelle altezze le ispirazioni del “demone beffardo” sono molto più intense.

Riferendosi a un argomento così delicato come i vaccini, che richiede conoscenze specialistiche e rigorose, ha affermato che “alcuni vaccini che non sono adatti o sono un po’ più che acqua distillata”. E qui gli antivaccinisti, molti dei quali tanto affezionati alle posizioni ultramontane, hanno l’intervento magistrale di cui avevano bisogno per sostenere la loro posizione.

Ma il peggio è stato il riferimento ironico e beffardo al cardinale Burke. Ha detto: “Anche nel collegio cardinalizio ci sono alcuni ‘negazionisti’ e uno di questi, poveretto, è ricoverato con il virus. Mah, ironia della vita…”. Penso che bisognerebbe tornare ai papi rinascimentali per trovare tanta cattiveria, anche se loro sicuramente facevano questi commenti con gli amici o con le amanti, e non davanti al mondo intero, come papa Francesco.

Quando l’ex gesuita Gerard O’Connell, marito della nota Elisabetta Piqué, gli chiede se si può dare l’Eucaristia a coloro che promuovono l’aborto, Bergoglio risponde: “Io mai ho rifiutato l’Eucaristia a nessuno, a nessuno”. E racconta il seguente aneddoto: “[Una volta] sono andato a celebrare Messa in una casa di riposo ed eravamo nel salotto e ho detto: ‘Chi vuole fare la Comunione, alzi la mano’: tutti, i vecchietti, le vecchiette, tutti volevano la Comunione, e quando ho dato la Comunione a una signora, mi ha preso la mano e mi ha detto: ‘Grazie, Padre, grazie. Sono ebrea…’. Io ho detto: ‘No… Anche quello che ti ho dato è ebreo… Avanti’”. Qui l’impudenza di Bergoglio è paragonabile solo a quella del demone squallido. In primo luogo, ogni sacerdote sa che la Comunione non si offre, perché sono i fedeli che devono chiederla, ma, oltre a ciò, come è possibile che banalizzi la Santa Eucaristia in tal modo da dire a un non battezzato che va bene che faccia la comunione? Qual è la fede di papa Francesco?

(Mi permetto di dubitare della veridicità dell’aneddoto riferito dal Santo Padre. Come tutti i gesuiti, ha il permesso di mentire, e la storia della vecchietta ebrea deve essere una bugia come l’altra in cui affermava che da giovane fumava marijuana, o che era un buttafuori in una discoteca [QUI]).

E nella stessa risposta suggerisce: “Pensiamo a Port Royal, al problema di Angélique Arnaud, al giansenismo: i perfetti possono comunicarsi.” Ricorre al banale luogo comune, tanto caro ai gesuiti, di colpire con un bastone i primi giansenisti, senza il minimo rigore scientifico o apprezzamento per la verità storica. Raccomando al Santo Padre di leggere I giansenisti francesi di Marguerite Tollemache, tradotti da due suoi connazionali, professori dell’Universidad Nacional de Nordeste, per scoprire in che cosa consistesse realmente il fenomeno del primo giansenismo. Un po’ di cultura gli farebbe bene.

Come in tutti i suoi viaggi, papa Francesco dedica del tempo per incontrare i suoi confratelli gesuiti “a porte chiuse” (fior di stregoneria!), porte che la settimana successiva padre Spadaro, s.j. apre comunque a tutti sulle pagine de La civiltà cattolica. Lì, seduto in una postura molto sciatta, Bergoglio ha risposto ad alcune domande dei gesuiti slovacchi a Bratislava. Vediamo alcune risposte.

Gli chiedono come sta, e lui: “Ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave.  Pazienza! Grazie a Dio, sto bene. Fare quell’intervento chirurgico è stata una decisione che io non volevo prendere: è stato un infermiere a convincermi. Gli infermieri a volte capiscono la situazione più dei medici perché sono in contatto diretto con i pazienti”.

Queste dichiarazioni hanno spinto ieri il cardinale Parolín a dire che “probabilmente il papa ha informazioni che io non ho”. E con questo si aprono tre opzioni: a) Il papa rivela allegramente informazioni iper-riservate che nemmeno il suo segretario di Stato conosce, e davanti alle quali saremmo al cospetto di un anziano irresponsabile incapace di svolgere l’incarico che occupa; b) L’inutile è il segretario di Stato che non conosce le informazioni sensibili che dovrebbe conoscere a motivo della sua posizione; c) Tutto questo è solo un’altra piccola bugia di papa Francesco. Le opzioni non si escludono a vicenda e, come nota Specola nel suo post di ieri, sono le strategie tipiche dei politici di basso livello, che si scagliano contro i media o i giudici, e vedono complotti per giustificare le proprie mancanze, tutto in una terminologia da osteria, esigendo una sorta di “obbedienza fraterna”, tipica di alcune logge massoniche: “Vogliono uccidermi, stanno già pilotando il prossimo conclave, stanno scegliendo il mio successore, uniamoci e respingiamo l’assalto del nemico!”. Ha tutto il sapore di una chiamata alle armi da parte di un pontefice che si sente sempre più circondato e tradito anche dai suoi più stretti collaboratori.

D’altra parte, anche se il fatto fosse vero, il comportamento più logico e responsabile dei prelati della curia romana è che, se il papa è malato e si sottopone a un intervento chirurgico complesso, incomincino a pensare e a preparare il conclave. E questo non è desiderare la sua morte; questo è essere responsabili. Il funerale della regina Elisabetta d’Inghilterra è pronto da decenni, e sicuramente è pronta anche l’incoronazione del principe Carlo come nuovo re, ma a nessuno viene in mente di pensare che i funzionari che prestano servizio nella Casa Reale desiderino la morte della regina. [Dalla mia esperienza posso confermare – visto che avevo l’incarico dell’istruttoria, che la preparazione e l’organizzazione del lavoro mediatico per la Sede Vacante e il Conclave che seguì la morte di San Giovanni Paolo II, nella Sala Stampa della Santa Sede fu iniziato 6 anni prima. E questo non vuol dire che volevamo la sua morte. V.v.B.].

E finalmente Bergoglio è tornato con la storia dell’infermiere. Populismo a buon mercato tipico del suo risentimento, in cui oppone i medici agli infermieri, i quali sono sempre migliori dei primi. Mi piacerebbe sapere se colui che ha eseguito l’intervento chirurgico è stato un infermiere.

Dice: “Tu hai detto una parola molto importante, che individua la sofferenza della Chiesa in questo momento: la tentazione di tornare indietro. Stiamo soffrendo questo oggi nella Chiesa: l’ideologia del tornare indietro. È una forma di colonizzazione ideologica. […] La vita ci fa paura”.
Per noi tradizionalisti ecco così una nuova serie di insulti: non solo siamo rigidi e pelagiani con la faccia da cetriolini sott’aceto, ma siamo colonizzati ideologicamente e anche codardi impauriti dalla libertà.

E continua mettendo in guardia dal “cercare la strada nella rigidità e nel clericalismo, che sono due perversioni”. Che niente meno che Francesco critichi il clericalismo, quando ha assunto gli atteggiamenti più clericali dei papi degli ultimi secoli è, a dir poco, una palese dimostrazione di cinismo. Non è forse clericalismo Traditiones custodes, in cui egli si pone come il supremo definitore della liturgia che fa bene o male ai laici e alle famiglie cattoliche, senza ascoltare la loro opinione? L’intervento vaticano sui movimenti laicali che si sono succeduti in questi mesi non è terribilmente clericale? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano Enzo Bianchi, o don Julián Carrón di Comunione e Liberazione, o Antonella Frongillo dei Memores Domini.

Insomma, se Bergoglio non è tonto e squallido per natura, dev’essere sicuramente che soccombe molto facilmente alle tentazioni del demone tonto e squallido.

Citiamo tre commenti a questo articolo:

[alla traduzione italiana pubblicata da Aldo Maria Valli]
«Questo post è davvero il peggio che potesse arrivare da un giornalista stimato e che è stato d’ispirazione per tanti di noi (compreso il sottoscritto). Prestarsi, con parola d’altri, ad accostare Papa Francesco ai diavoletti finto-scemi mi fa domandare, giocando ma non troppo con il titolo che hai scelto, “Se questo è (ancora) un giornalista”… Ma non ho certo alcuna autorità né un curriculum all’altezza di una qualsiasi risposta» (N.S.).

[all’originale spagnolo, in una nostra traduzione italiana]
«Permettetemi di ricordarvi un paio di cose sui demoni che sembreranno semplici ad alcuni, ma forse non ad altri. Come sappiamo dalla Sacra Scrittura, esistono varie gerarchie o cori di angeli. Infatti, la teologia spiega che ogni essere angelico è unico nel suo genere, con caratteristiche e qualità che lo differenziano da tutti gli altri. E queste distinzioni e gradi valgono anche tra gli angeli caduti. Nonostante tutto questo, anche l’ultimo dei demoni è ontologicamente superiore agli uomini e possiede un’intelligenza molto chiara che conosce per intuito. Quindi non ci sono demoni stupidi. Quando l’autore usa tali espressioni, lo fa nello stesso senso in cui Cristo rimprovera un altro demone definendolo “spirito sordo e muto”. Non è che i demoni possano essere sordi o stolti, anzi, è che alcuni si specializzano nell’indurre questi difetti a noi, loro odiati nemici uomini. Nell’odio che i demoni hanno per noi c’è un terribile miscuglio di invidia e disprezzo. Il motivo della loro invidia è la grazia e la predilezione che abbiamo raggiunto davanti a Dio attraverso l’Incarnazione di Cristo (e l’elezione della Beata Vergine Maria). E questa invidia è mossa dal disprezzo che provano per la natura umana inferiore, mista a materialità, e per il nostro povero modo di conoscere, mediato dal sensibile. Ecco perché ai demoni piace vedere l’umanità immersa nell’ignoranza, nell’errore, nella stupidità, nell’ostinazione, nell’irrazionalità, nel sentimentalismo, nell’incoscienza, nell’abbrutimento… E molti di loro si dedicano, in vario modo, a promuovere tra noi questi difetti (intellettuali e morali)» (Anonimo).
«L’autore di questo articolo ha trovato il tono giusto per affrontare le cose di questo Papa: un tono leggero e spensierato corrispondente a una figura di così poco peso e gravità. E ironia della sorte, abbassando il livello di rispetto con cui alludiamo all’attuale inquilino della sede pontificia, stiamo obbedendo ai suoi stessi frequenti e ipocriti ammonimenti contro il clericalismo. Purtroppo, se alla fine Dio avrà pietà della sua Chiesa e cambia questo Papa impresentabile per un altro mezzo decoroso, la mancanza di rispetto e l’abitudine a non prenderlo sul serio si saranno già diffuse tra i cattolici e costituiranno un serio ostacolo per il nuovo può esercitare la sua autorità nella Chiesa. Quanto alle sue ripetute esecrazioni di clericalismo, sono appunto cinismo osceno da parte di un ragazzo che con azioni e parole regala continui campioni del più sfacciato clericalismo. Nello stesso discorso di Bratislava, oltre a quelli da lei segnalati, Bergoglio ha dato un altro terribile esempio del suo sfacciato clericalismo censurando quella televisione cattolica che “continuamente” lo critica (la EWTN): “Io personalmente potrei meritare questi attacchi e insulti, perché sono un peccatore, ma la Chiesa non lo merita: è opera del diavolo». Da notare l’intenzione di rifugiarsi nell’istituzionalità della Chiesa per esimersi dalle critiche di alcuni cattolici che gli rimproverano personalmente la sua mancanza di fedeltà alla Chiesa. La menzione dell’EWTN fa venire in mente le vignette di questo mezzo che solitamente accompagnano la caricatura di Bergoglio con uno di questi significativi attributi: la Pachamama (denuncia del suo tradimento e apostasia da Cristo e dalla Chiesa) e la paperella di gomma. Quest’ultimo, simbolo molto accurato della leggerezza, della stupidità e della debolezza di pensiero di cui parla questo post» (Anonimo).

25 Settembre 2021   Blog dell'Editore

di Vik van Brantegem

http://www.korazym.org/65383/oltrepassato-il-limite-della-decenza-non-ce-piu-ritorno/

Il commento più importante della settimana su Papa Francesco

                              

Condividiamo il contributo di Phil Lawler su Catholic Culture in riferimento alle esternazioni di Papa Francesco ai gesuiti slovacchi: «Dovrebbe essere possibile esprimere disaccordo con le parole di un Romano Pontefice, specialmente uno loquace come Francesco, senza essere accusato di compiere l’opera del diavolo. C’è una particolare ironia quando tale accusa viene da un Pontefice che ha affermato di incoraggiare il libero dibattito, che ha incoraggiato i giovani cattolici ad hagan lio [fare un pasticcio, fare chiasso], che sollecita il pensiero creativo e il decentramento dell’autorità».
“La verità è come un leone”, diceva Sant’Agostino. “Non devi difenderlo. Lascialo andare; si difenderà».

Il Papa contro EWTN: troppo caldo da gestire?
di Phil Lawler
CatholicCulture.org, 22 settembre 2021

(nostra traduzione italiana dall’inglese)

La scorsa settimana ho scritto sulla censura e su come “i lettori più esigenti hanno bisogno di trovare le proprie fonti di notizie affidabili”. Questa settimana sarò un po’ più specifico e dirò che i lettori cattolici (o non cattolici interessati agli sviluppi all’interno della Chiesa) hanno bisogno di trovare le proprie fonti attendibili per le notizie cattoliche.

Per presentare il mio caso, permettetemi di presentare la prova A: la nostra storia principale di ieri: il Papa strappa l'”opera del diavolo” di EWTN. Quella storia è unica, in molti modi diversi.

Mentre scrivo, mercoledì pomeriggio, quel titolo, pubblicato poco più di 24 ore fa, è stato scaricato dal nostro sito quasi 65.000 volte. Per contestualizzare questa cifra, è molto insolito che una delle nostre notizie attiri più di 5.000 lettori e solo una manciata delle nostre storie ha mai raggiunto la soglia dei 10.000. La cifra di 65.000 è senza precedenti, e poiché la storia sta ancora attirando lettori a un ritmo vertiginoso (35 in più da quando ho iniziato questo paragrafo), è diretta molto più in alto.

Perché tanto interesse per questo titolo? Primo perché è una storia importante; ne parleremo più avanti. Secondo perché nessun altro sta raccontando la storia [noi l’abbiamo raccontato QUI, e non solo noi, come abbiamo indicato nel pezzo. V,v.B.].

Papa Francesco ha mosso un’accusa straordinaria contro un’importante medium cattolico americano. I media laici non ne sono particolarmente entusiasti, perché lo vedono come una “sfera interna”, di interesse solo per i cattolici. Ma la maggior parte dei media cattolici sta anche minuziosamente minimizzando la storia, o trattandola con molta delicatezza, minimizzando diplomaticamente le chiare implicazioni delle osservazioni del Papa, perché sono ansiosi di evitare polemiche. Con poche eccezioni, le importanti testate cattoliche sono controllate da vescovi, da grandi donatori o da entrambi [noi non lo siamo. V.v.B.]; sono diffidenti nei confronti di qualsiasi storia che possa turbare i loro clienti. Così le storie vengono scoperte.

Tra le testate che si occupano di notizie cattoliche, poi, solo poche sono disposte a tuffarsi in una vicenda controversa. EWTN è uno di questi. E—perdonatemi per aver suonato il mio corno—Catholic World News è un altro. Evitiamo il sensazionalismo, ma quando la storia in sé è sensazionale, non ci ritrarremo.

E questa storia è sensazionale. Qualche altro Romano Pontefice si è mai lamentato di una copertura mediatica negativa? Un politico potrebbe agitarsi per editoriali ostili; il Vicario di Cristo non dovrebbe. Durante il suo scambio con i gesuiti in Slovacchia il Papa non solo ha mostrato una straordinaria sensibilità alla critica, ma se l’è presa con quella che è probabilmente la presenza mediatica cattolica più potente e influente al mondo.

EWTN deve il suo spettacolare successo allo zelo evangelico della sua fondatrice, Madre Angelica, ma anche al suo spirito indipendente. Sotto la sua guida, EWTN è fiorita perché ha dato agli spettatori e agli ascoltatori ciò che volevano: non notizie e punti di vista “sicuri” preconfezionati, ma rapporti e commenti vivaci.

Papa Francesco ha accusato il “grande canale televisivo cattolico” (che non nomina) “non esita a parlare continuamente male del Papa”. È vero che molti analisti apparsi in rete, me tra questi, hanno criticato le azioni e le dichiarazioni del Papa. Ma ho sempre fatto del mio meglio per esprimere rispettosamente le mie preoccupazioni, mostrando la dovuta deferenza sia all’uomo che al suo ufficio petrino. Non ho dubbi che ogni conduttore e ospite normale di ETWN direbbe la stessa cosa.

Dovrebbe essere possibile esprimere disaccordo con le parole di un Romano Pontefice, specialmente uno loquace come Francesco, senza essere accusato di compiere l’opera del diavolo. C’è una particolare ironia quando tale accusa viene da un Pontefice che ha affermato di incoraggiare il libero dibattito, che ha incoraggiato i giovani cattolici ad hagan lio [fare un pasticcio, fare chiasso], che sollecita il pensiero creativo e il decentramento dell’autorità.

Ad aggravare l’ironia, mentre ha ampliato la sua attenzione per comprendere chierici senza nome e il canale televisivo senza nome, Papa Francesco ha lamentato che i suoi critici “esprimono giudizi senza entrare in un vero dialogo”. Papa Francesco ha dialogato con il Cardinale Burke sui dubia? Ha dialogato con il Cardinale Müller prima di scaricarlo senza tante cerimonie come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede? Ha invitato al dialogo con i cattolici tradizionalisti prima di condannare ciò che, in questo stesso scambio in Slovacchia, ha definito “l’automatismo del rito antico?”.

Un Romano Pontefice non deve temere critiche oneste da parte di fedeli cattolici. E i media cattolici non dovrebbero temere di esplorare polemiche. “La verità è come un leone”, diceva Sant’Agostino. “Non devi difenderlo. Lascialo andare; si difenderà».

24 Settembre 2021   Blog dell'Editore

di Vik van Brantegem

http://www.korazym.org/65345/il-commento-piu-importante-della-settimana-su-papa-francesco/#more-65345

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