ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 11 giugno 2018

La tenebra più grande dell’uomo

Che cosa è il peccato contro lo Spirito Santo? Risponde Don Mario Proietti


Veni Sancte Spiritus, Veni per Mariam
… qui siamo introdotti alla terza istruzione domenicale: la tenebra più grande dell’uomo è il peccato contro lo Spirito Santo. Oggi Gesù ce ne spiega l’origine e ne formula l’essenza. Sono ancora molti coloro che non sanno dare risposta alla domanda sul peccato contro lo Spirito Santo. L’Evangelista Marco, invece, lo spiega in un modo perfetto. Comprendiamo l’origine di questo peccato. Questa origine la troviamo nel contesto in cui nasce. Quale è il contesto? La scelta di piacere agli uomini, piuttosto che la scelta di piacere a Dio! (cfr Galati 1,1-10)
Quando il messaggio di Gesù diventa radicale, cioè è esigente, si tende in tutti i modi di renderlo più accettabile abbassando il livello di queste esigenze. Non è forse quello che si sarebbe aspettato da qualunque uomo quando gli si presentano delle accuse, come quelle di oggi sono formulate a Gesù di essere “fuori di testa”, cioè di essere un matto, un indemoniato? Chi non avrebbe ammorbidito i toni, col giustificarsi, col premettere che forse è stato frainteso, oppure compreso male?
Ecco, questo abbassare i toni sui principi, di fatto diventa un ridimensionare la verità, e per tanto viene tolta alla verità l’impatto e la forza che essa ha! Allora vale proprio la pena attirarsi tante inimicizie e tanto odio? Non sarebbe più intelligente mediare questa verità evitando uno scontro che può anche diventare mortale?
Questo è quello che, oggi, la persona di buon senso direbbe, no? visto che stiamo in una epoca dove tutti vorrebbero “abbassare i toni”… però facendo diluire… è  società liquida, no? facendo diluire tutto in un “non senso”.
Ignazio di Antiochia non è di questo parere. Quando fu portato a Roma per essere giudicato dall’imperatore, i Cristiani romani volevano tentare di salvarlo, muovendo anche persone importanti ed influenti, come risponde sant’Ignazio? Dice questo: “Temo che mi sia di danno l’affetto che mi portate. Per voi sarebbe facile ottenere ciò che volete (la mia liberazione, sta dicendo): ma per me sarà difficile raggiungere Dio, se non avete pietà di me. Non voglio che vi comportiate in modo da piacere agli uomini, ma a Dio, come del resto fate. Io non potrò mai trovare un’occasione più propizia per giungere al possesso di Dio, né voi potrete associare il vostro nome a un’opera più bella, se rimarrete in silenzio. Se non parlerete in mio favore, io diventerò parola di Dio….”
Gli sta chiedendo, praticamente, di lasciare che venga ucciso.
Ora… si diventa “parola di Dio” quando non si accettano compromessi che mistificano e corrompono la verità, anche a costo della propria vita. Anche questi scribi, oggi, presentati nel Vangelo, sono stati inviati dai loro capi in perlustrazione, cioè dovevano loro portare notizie che gli stessi volevano e cioè che Gesù è un impostore. E questi scribi, ciechi del tutto perché non giudicavano da se stessi, ma per quello che volevano gli altri, impossibilitati dalle circostanze ad affermarsi autonomamente, avevano imparato a inchinarsi, a fare i falsi gregari per ottenere un frammento di potere da esercitare su qualcuno… e quel frammento di potere era minacciato proprio da Gesù che cambiava tutte le regole escogitate dalla furbizia, dal servilismo, dalla durezza e dalla sapienza carnale. Ecco perché Gesù resta fermo nella verità e chiede ai suoi discepoli di restare fermi, allo stesso modo.
Dinanzi al peccato non si può ne tacere e neppure derubricarlo, al fine di acquistarsi simpatie e consenso, perché ne perderebbe il senso l’Incarnazione e del Sacrificio di Gesù.
Togliere la coscienza del peccato produce un peccato più grave, un peccato che non è più perdonabile, è il peccato contro lo Spirito Santo che poi consiste nel ritenere che Gesù non è il Salvatore del mondo. Se si nega il peccato si nega anche l’azione salvifica di Cristo come Messia. E’ da questa riflessione che nascono i sei peccati che la Chiesa ci dice essere contro lo Spirito Santo. Quali sono questi sei peccati: 1) disperazione della salvezza; 2) presunzione di salvarsi senza merito; 3) impugnare la verità conosciuta; 4) invidia della Grazia altrui; 5) ostinazione nei peccati; 6) impenitenza finale.
Questi sei peccati hanno un solo filo conduttore: la negazione della divinità di Gesù e la negazione del peccato. Dispera della salvezza colui che non crede che Gesù ha il potere di perdonare i peccati; per tanto presume di salvarsi senza merito colui che impedisce al Signore di essere Dio e di agire da Dio. Come lo si può impedire? Nel non riconoscere i propri peccati, o nel negare che i peccati sono peccati. Chi crede che il peccato non sia peccato e che la Misericordia di Dio sia senza condizioni, sta impugnando una verità conosciuta in quanto verità scritta nella Sacra Scrittura e insegnata da sempre dal Magistero della Chiesa. Quando l’uomo ardisce ad affermare che non è peccato ciò che è sempre stato ritenuto tale dalla Chiesa, allora va contro la verità conosciuta.
Il motivo per cui l’uomo possa arrivare a non considerare più il peccato come peccato, risiede in un atto che va contro la Fede e che rimodula, in diverso modo, un modo diverso di vedere il Bene e il male (cfr.Isaia 5,20). Così si ha che ciò che è Bene diventa male e ciò che è male diventa bene. E questa trasformazione è di fatto una tentazione che è sempre in agguato per l’uomo e che ha l’origine nell’invidia che il diavolo ha di Dio. Per tanto quando l’uomo considera il vero come falso, e il falso come vero, non fa altro che aderire al peccato dell’invidia del diavolo. Un peccato che non può mai essere più perdonato perché è un peccato contro lo Spirito Santo.
Chi sceglie questa strada della mistificazione di ciò che è vero, avrà come conseguenza quella di OSTINARSI nei propri peccati e, chi si ostina nei propri peccati diventa oramai cieco alla verità e si ridurrà a giungere alla fine della sua vita privato della giusta penitenza, che è la sola che può chiedere ed ottenere la Misericordia di Dio. L’uomo che giungerà alla morte da impenitente, vedrà calarsi nella sua vita futura la più grande disgrazia che gli può capitare, cioè… quella di restare CONFUSO IN ETERNO.
E come può lo Spirito diramare questa confusione? E’ impossibile sia all’uomo sia a Dio. Impossibile perché l’uomo – liberamente – ha seguito la strada che ha reso possibile tutto ciò: permettere al demonio di perpetrargli a suo danno il più grande degli inganni e cioè, il peccato di empietà, che rendo l’uomo irreligioso, irriverente, profanatore, sacrilego, malvagio, cattivo, crudele, spietato e iniquo, cioè, ingiusto nei confronti di Dio, ingiusto nei confronti di se stesso.
Istruzione Domenicale 10 giugno 2018, X Domenica  – di Don Mario Proietti cpps – Rettore del Santuario di San Gaspare in Albano Laziale
Laudetur Jesus Christus

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