ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 27 ottobre 2011

DIO E' CATTOLICO! (promemoria assisiano)


VERITÀ DEL CATTOLICESIMO FALSITÀ DELLE ALTRE RELIGIONI 

In quest'epoca, caratterizzata dal relativismo e dal sincretismo religiosi,
urge più che mai il ricorso all'apologetica per dimostrare la veridicità del Cattolicesimo
e smascherare la falsità delle altre religioni. 

                                                                                                                              di Corrado Gnerre

Cari lettori, in queste settimane ci occuperemo dell' argomento principe dell'apologetica: la veridicità del Cattolicesimo e quindidi conseguenza, la falsità delle altre religioni.
Ovviamente su questo argomento si possono dire tantissime cose e scrivere libri su libri. 

Ciò che offrirò sarà una sintesi semplice, facilmente memorizzabile ai fini di una valida apologetica, ma inevitabilmente non esauriente su tanti punti.

                                                       L'attualità della questione
Si tratta di un argomento molto attuale. È facile rilevare come nella nostra società l'ateismo, cioè la convinzione teorica secondo cui Dio non esiste, sia di fatto marginale. Piuttosto si rileva una diffusione di sincretismo e di relativismo religiosi.

Il sincretismo religioso è il fondere vane tematiche provenienti da diverse tradizioni religiose, anche
molto lontane fra loro, al fine di produrre una religione personale capace di conformarsi facilmente
al proprio giudizio. Il relativismo religioso è invece il ritenere che nessuna religione in particolare
possa ergersi ad unica vera religione.
Possiamo dire, utilizzando un linguaggio certamente inappropriatoche ciò che si rileva oggi èuna vera e propria inflazione del divino: si vede Dio dappertutto; quando si vede Dio dappertutto si finisce col non riconoscerlo da nessuna parte.


Dunque, la dimostrazione della veridicità del Cattolicesimo è una dimostrazione indiscutibilmente
importante e urgente. È importante ad extra, in considerazione di quanti non cattolici non conoscono la logicità e la credibilità del Cattolicesimo; è importante anche ad intra in considerazione di quanti cattolici ormai ragionano e agiscono in una prospettiva sincretista e relativista.

Si tratta, dunque, di un argomento di carattere apologetico e si sa quanto l'apologetica negli ultimi decenni sia stata completamente dimenticata, anzi dobbiamo dire: sia stata volutamente dimenticata.

L/apologetica: dimenticanza e dovere di riscoprirla

Chiediamoci: che cos 'è l'apologetica? È la difesa razionale
della Verità cattolica. La Dottrina cattolica ha due tipi di verità: alcune possono essere dimostrate razionalmente (l'esistenza, l'unicità, la bontà di Diol' immortalità dell'anima), altre non possono essere dimostrate ma sono credibilicioè vanno oltre ma non contro la ragione.

Relativamente a queste ultime Verità, l'apologetica serve a valutarne i fattori  di
credibilità. Insomma, cattolicamente, la ragione è indispensabile per l'atto di Fede, d'altronde la definizione pienamente cattolica di Fede è: assenso dell 'intelletto alle Verità rivelate.

L'intelligenza è sempre coinvolta. È coinvolta per dimostrare, dove può dimostrare; ma è coinvolta
anche quando non può dimostrare, per valutare i fattori di credibilità che sono alla base di un'affermazione e di una convinzione.

Prima abbiamo detto che l'apologetica negli ultimi tempi è stata volutamente dimenticata.
Perché? Qual i le cause? In realtà sono molte le cause, ma è indubbio che tutte vadano a sintetizzarsiin quello che si suole definire modernismo teologico: un vero e proprio "fiume carsico", nel momento
in cui sembrava sparireeccolo inesorabilmente riapparire.
Fu provvidenzialmente condannato da san Pio X, ma purtroppo non morì, anzi. S'inabissò, lavorò sottenaneamente per poi ricomparire e trionfare nell'attuale panorama teologico.

Attenzione però: le cause del modernismo teologico non sono solo teologiche, ma anche filosofiche.
Decisivo è stato il personalismo cristiano. L'autentico concetto di persona è quello boeziano e scolastico, cioè la persona come sostanza individuale di natura razionale. La filosofia personalista, invece, offre un altro concetto di persona: evanescente, fluida, in cui le dinamiche psicologiche diventano più impotanti
di quelle razionali. Ciò produce sul piano della concezione cristiana una certa "sentimentalizzazione"
della Fede. Se la persona più che essere sostanza razionale è soprattutto relazione, sentimento ed esperienza, ecco che relativamente alla Fede passa in secondo piano il fondamento razionale, e quindi la necessità dell 'intelligenza, dell 'intelligenza" della Fede.

La Fede ridotta ad "esperienza"

Da qui l'inflazione nel periodo post-conciliare di un termine come "esperienza": la Fede ridotta
ad esperienza. Molte volte alla domanda: "Ma perché sei cattolico?", si riceve la risposta: "Sono
cattolico, perché mi sento felice di esserlo". Verrebbe però da obiettare:
"Ma allora come la mettiamo se anche l'islamico o il testimone di geova dicono di sentirsi
felici perché islamici o geovisti?".

Indubbiamente l' aspetto "caldo", sentimentale, ha anche la sua importanza nella vita di Fede, ma non può essere l'unico criterionon può essere il criterio decisivo.

Bisogna sempre far capire che è la Verità a garantire l'esperienza, non è l'esperienza che garantisce
la Verità.
Per affrontare al meglio l'argomento riguardante la veridicità del Cattolicesimo, immaginiamo tre tipi umani a cui dover dire "Dio è cattolico!". Bisogna affermarlo a chi pretende dirsi cristiano senza essere cattolico (ad esempio il protestante), a chi pretende di rifiutare Cristo e il Cristianesimo (il non-cristiano), e a chi pretende dirsi cattolico rifiutando
però la vera e tradizionale Dottrina cattolica (il cattolico progressista)
                                                                     n. 35 - 11 settembre 2011 Il Settimanale di Padre Pio - 19

seconda parte
A chi ha la pretesa di dirsi cristiano
senza però sottomettersi alla Santa
Chiesa Romana è doveroso ricordare
quanto ha detto e voluto Gesù stesso riguardo
a Pietro e alla sua Chiesa.

                                                  Dire Dio è cattolico al protestante

Iniziamo con il primo tipo umano: Cristo sìChiesa no. Si tratta qui di rispolverare cose che dovrebbe
conoscere ogni cattolico, roba da catechismo, ma da catechismo fatto bene, alla san Pio X per intenderci.
Dio ha voluto la Chiesa così come lei è. Ha voluto un capo per la Chiesa. Pensiamo al famoso episodio presso Cesarea di Fil ippo (cf Mt 16,13-19)laddove Nostro Signore mandò i suoi Discepoli a
sondare che cosa dicessero di Lui gli abitanti dellcittà. Al ritorno degli Apostoli, il Signore chiese:
«Ma voi chi dite che io sia?». Nessuno seppe rispondere perché nessuno di loro aveva ancora capito
pienamente il mistero di Cristo. Sarà Simone (cioè Pietro) a confessare la Verità. E Nostro Signore
gli disse: «  E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16, 18).

Dunque, nel Vangelo è chiarissima la volontà di Gesù di volere un capo per la sua Chiesa: «Beato te, Simone, figlio di Giona, perché né la carne il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta
nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16, 17 -18). Poi,
non molto tempo dopo ma subito, Gesù fa una precisazione importante sulla Chiesa, una precisazione
che attiene alla Teologia della Storia e anche decisiva per comprendere i nostri tristi tempi : « Le porte
degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16,18). Le porte degli inferi tenteranno sempre, idiavolo tenterà sempre di combattere e di distruggere la Chiesa, ma non ci riuscirà.

Ma Dio non ha voluto solo un capo per la sua Chiesa, ha voluto anche una gerarchia. Quando mi trovo ad affrontare questo argomento apologetico con i miei studenti, la domanda che solitamente ricevo
è: «Dove è scritto nel Vangelo che il Signore ha voluto una gerarchia?». Rispondoche c 'è un passaggio molto importante in Luca 10,17, quando si legge che il Signore manda ben 72 discepoli a predicare; 72 discepoli che hanno comunquela missione di evangelizzare senza convivere totalmente e integralmente
con Gesù. Oltre questi 72 ne sceglie J2 e poi all'intemo dei 12 ne sceglie uno come capo. È dunque chiaro quanto Gesù abbia voluto una gerarchia.

Gesù inoltre ha voluto un magistero. Il Vangelo di san Giovanni riporta queste parole di Gesù: « Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo spirito di
verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi» (14,16-17); e ancora: «Queste cose io vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,25-26).

Dio ha voluto anche l'elemento della romanità. Chiesa cattolica, apostolica e... romana. La Provvidenza ha voluto Roma come centro della Cristianità. Ciò che è contenuto nella Tradizione va ben oltre a ciò che è scritto. C'è quella famosa frase di san Giovanni (21 ,25) che dice: « Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere». Cosa impedisce dunque di pensare che sia stato lo stesso Gesù a dare un' indicazione in merito a Roma come centro della Cristianità? 
Il primo Concilio si è celebrato a Gerusalemme, con i testimoni oculari di Cristo, poi il centro della Cristianità diventa Roma. Perché? Noi sappiamo che l'Impero romano, come ci dice anche Dante, ha
svolto una funzione provvidenziale per la diffusione del Cristianesimo. Esso ha offerto un'unificazione linguistica e politica e un sistema di comunicazione e di trasporto molto evoluto per quei tempi, ma ha offerto anche un altro elemento a cui solitamente non si pensa, il suo Diritto.

Personalmente sono un grande ammiratore di un gigante della santità qual è stato san Francesco Saverio, un santo straordinario che senza portare niente con sé partì per le Indie e per l'Estremo Oriente, fidandosi unicamente della Provvidenza. Ma cosa ha raccolto san Francesco Saverio? Sicuramente ha operato
tante conversioni, alcune comunità cattoliche del Giappone prendono origine proprio dal suo arrivo, ma quelle zone sono rimaste, per quanto riguarda la maggioranza delle persone, cosÌ com'erano.

I Santi invece che hanno evangelizzato l'Europa non erano certo più
santi di san Francesco Saverio, eppure hanno raccolto un tesoro straordinario, hanno cristianizzato l'Europa. Dove la differenza? Non nella santità. È che mentre san Francesco Saverio ha incontrato
la roccia (è difficile seminare sui sassi), chi ha evangelizzato l'Europa ha trovato un terreno già dissodato, dissodato dal Diritto romano. Un Diritto che ha certamente delle ombre, ma che ha anche un elemento molto positivo: la considerazione di un'alterità tra singolo individuo e istituzione statale. Nella Roma antica ancora non si era sviluppato un autentico concetto di persona (sarà il Cristianesimo a farlo) , ma è indubbio che già si prefigurasse, appunto nel Diritto romano, la dimensione - come ho già detto - di alterità tra il singolo individuo e la realtà istituzionale, dimensione che non esisteva né esiste nell 'Oriente e nell' Estremo Oriente. Come mai in Europa il comunismo è imploso, mentre non riesce a implodere
in Cina? Perché Lì il comunismo non fa altro che sfruttare una mentalità che esiste da millenni, secondo cui non è l' istituzione e la collettività al servizio del singolo, bensì è il singolo che deve essere completamente assorbito e definito dalla collettività e da dall'istituzione.

Peltanto l'elemento della romanità è una dimensione estremamente importante nella Cattolicità. Va detto anche questo a chi pretende dirsi cristiano senza essere cattolico ... e romano.
CONTINUA


D.36 - 18 settembre 2011 - Il Settimanale di Padre Pio - 21




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