ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 5 maggio 2017

Qualcuno in Vaticano ha cercato di rifilarci una patacca


UNA POLPETTA AVVELENATA PER “STILUM CURIAE”. E UN ATTACCO – INDEGNO – A PAPA BENEDETTO XVI.



Per certi versi, non si può negare che non abbia fatto piacere. In fondo è un riconoscimento: vuol dire che il lavoro che si sta compiendo, dal settembre 2016, dopo che La Stampa ha deciso di chiudere San Pietro e Dintorni, funziona, ha un senso e forse da’ fastidio. Tanto da spingere qualcuno a cercare di rifilarci una polpetta avvelenata, nel probabile tentativo di screditare “Stilum Curiae”. Che, come sa chi ci segue, si sforza di raccontare una realtà trascurata dalla maggior parte dei colleghi, troppo intenti a esaltare i “balconazos” e le meraviglie di simpatia e misericordia del regno vigente.
La storia è questa.
Qualche giorno o settimana fa abbiamo ricevuto un mail molto particolare. Proveniva da un sito di posta elettronica criptato, e l’autore ci consigliava di seguire il suo esempio, per evitare di poter essere spiati nella conversazione.
Nella mail si facevano complimenti – grazie – a Stilum Curiae, e al nostro lavoro. E si offriva di farci avere una lettera scritta, si diceva, a Benedetto XVI nell’anno 2012. Se ci interessava, prima di rivolgersi ad altri colleghi avremmo potuto averla.
Abbiamo risposto: grazie, perché no? E puntualmente – anzi con grande rapidità – da fuori Roma ci è arrivato un foglio di carta, scritto in tedesco, datato da Monaco di Baviera il 14 settembre 2012, festa della Santa Croce.
Purtroppo il nostro tedesco non è quello che dovrebbe essere. Ma abbiamo la fortuna di avere in famiglia chi invece in Germania ci è cresciuto e ha studiato; e quindi poteva darci una traduzione, e un parere. E a questo primo manipolo di esperti si è aggiunta una terza persona, anch’essa lontanissima da Papi e Dintorni, ma nata e residente sulle rive della Spree.
Che cosa c’era di interessante, in quel messaggio? Chi scriveva, scriveva al Papa, Benedetto XVI, e gli rispondeva sui suoi dubbi relativi alle dimissioni. Accennava allo stato drammatico della Chiesa, e a “pressioni” – questa era la parola centrale – che Joseph Ratzinger avrebbe subito per dimettersi.
Una bomba, no? Però concordemente gli esperti mi dicevano: non sembra scritta da un tedesco; ci sono errori; una frase è così contorta che non si capisce bene quale sia il suo significato. Sembra una traduzione da un’altra lingua. Eppure la firma era un cognome tedesco, comunissimo, peraltro: Schultz. Perplessi, abbiamo chiesto al nostro anonimo interlocutore, che reclamava alti contatti vaticani, una sua traduzione per confrontarla con quella fatta dai nostri esperti. L’abbiamo avuta, (la pubblichiamo qui sotto), l’abbiamo passata agli esperti, che ci hanno confermato: la lettera in tedesco ricevuta per posta è una traduzione – scadente – di questo originale italiano.
Secondo i nostri interlocutori, Schultz era “un monaco benedettino. Era la guida spirituale di BXVI (con certezza fino a che era Papa). Si recava in Vaticano per i colloqui in forma privata. Da quando Benedetto si è dimesso però non si sa nulla. A dire la verità -a quanto ci ha detto la nostra fonte- non si sa nemmeno se sia ancora vivo. Sta di fatto che era un benedettino che scelse a un certo punto una vita da eremita e che Benedetto XVI aveva preso come guida spirituale”.
Abbiamo fatto ricerche presso specialisti di Germania e di Benedetto, senza fortuna. Ma non ci siamo accontentati, e abbiamo contattato una persona molto vicina a Benedetto XVI. Questo Schultz non è mai esistito; papa Ratzinger aveva contatti con un benedettino, che si chiamava Schutz, ed era abate di un convento in Germania, ma certamente non era suo padre spirituale, e non veniva di nascosto in Vaticano…La persona che abbiamo sentito è anch’essa di madre lingua tedesca, e ci ha confermato parola per parola il verdetto già espresso: una traduzione scadente.
Che dobbiamo pensare? Che qualcuno in Vaticano ha cercato di rifilarci una patacca. Fra l’altro l’uso di scryptmail è un elemento interessante. In Vaticano, a quanto mi dicono in parecchi, le mail sono controllate. Ma il sito di scryptmail non è raggiungibile da diversi centri – ambasciate, ministeri, grandi enti, e probabilmente anche la Santa Sede – dove sono in funzione muri anti spionaggio. E i nostri interlocutori ci scrivevano solo di sera, dopo l’orario di lavoro. Come dicevamo all’inizio, un po’ ci fa piacere, questo tentativo di patacca. Evidentemente quello che scriviamo non è gradito a qualcuno. Raccontiamo la storia per evitare che la lettera magari finisca nelle mani di qualche altro collega che non ha la fortuna di avere un team di decifratori dal tedesco sotto mano…:-)
Sua Santità,
in relazione alla nostra ultima conversazione, dove lei mi ha domandato un parere, le assicuro che in tutto questo tempo ho pregato molto a proposito delle intenzioni evocate da Lei. E non voglio neanche nasconderle che vi era ragione di provare cura nel portare un così gran peso. Ma giacché sono stato prescelto per essere guida spirituale, non ho potuto tirarmi indietro. La sua riflessione su un ritiro dalla Sua missione proviene certamente da un grave conflitto interno, per le ragioni e le pressioni che Lei mi ha elencate. Sono convinto che in altre condizioni Sua Santità non avrebbe avuto la minima idea di compiere un tale gesto. Per la chiesa di Cristo è certamente questo un momento tremendo. E Sua Santità ne è la testa. Solo Lei sa di cosa abbia bisogno la chiesa. Di purificazione ? Così sia. In conclusione, come guida spirituale, non posso raccomandare altro a Sua Santità che di agire secondo coscienza.
Con filiale devozione
Bacio la sacra pantofola
Fr. Schultz
MARCO TOSATTI

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