ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 20 ottobre 2011

Le quote rosa..


Inghilterra, è quasi fatta per l’episcopato rosa


Donne verso l'episcopato?
DONNE VERSO L'EPISCOPATO?

Dopo un ulteriore passo legislativo della Comunione Anglicana è sempre più vicina l’ipotesi di creare donne vescovo

GIACOMO GALEAZZICITTA' DEL VATICANO

A un passo dall’«episcopato rosa». La Chiesa d’Inghilterra è sempre più vicina all’ipotesi di creare donne vescovo. Un altro (forse decisivo) passo legislativo è stato compiuto dalla Comunione Anglicana, malgrado i tradizionalisti ne ridimensionino la portata e neghino che si tratti di «un’autorizzazione conclusiva» ad estendere l’episcopato all’altra «metà del cielo».

 Nella Chiesa d’Inghilterra hanno votato per la consacrazione delle donne una maggioranza di diocesi e di gruppi di parroci. E ciò costituisce un passaggio importante nel lungo processo legislativo previsto. I voti favorevoli alle donne vescovo hanno superato il 50% e adesso questo giudizio favorevole ha bisogno della ratifica del parlamento della chiesa d’Inghilterra o del Sinodo generale anglicano. E questo, salvo improvvisi rallentamenti, dovrebbe avvenire il prossimo anno.
Alcune province anglicane in Australia, Stati Uniti e Canada hanno già donne vescovo,ma l’ordinazione delle donne e degli omosessuali (al pari dei matrimoni tra persone dello stesso sesso) rimane la più controversa questione all’interno della Comunione Anglicana, che conta 80 milioni di fedeli in tutto il mondo. L’iter sembra chiaro: prima le donne vescovi, poi l’ordinazione di sacerdoti dichiaratamente gay. E’ la strada che il mondo anglicano ha deciso di percorrere incurante delle comunità sempre più numerose che proprio a motivo di questa svolta "liberal" scelgono la diaspora, ovvero il ritorno a Roma.

La Chiesa d’Inghilterra sta cercando di evitare un ulteriore allontanamento dei settori più conservatori, che contestano l’episcopato rosa. Un anno fa cinque vescovi anglicani hanno annunciato la loro rinuncia al ministero nella Chiesa d’Inghilterra e la decisione di unirsi a un ordinariato personale per anglicani in piena comunione con la Chiesa cattolica. La costituzione apostolica «Anglicanorum coetibus», pubblicata nel novembre 2009, ha aperto la strada all’ingresso di comunità anglicane nella Chiesa cattolica attraverso l’istituzione di ordinariati personali, con caratteristiche simili a quelle di una diocesi non territoriale, una nuova struttura canonica. In questo modo, è possibile riconoscere il primato del Papa, mantenendo elementi propri della loro tradizione liturgica e spirituale.

 Il primate della Comunione Anglicana, l’arcivescovo Rowan Williams di Canterbury è ormai ai ferri corti con l’associazione internazionale di anglicani che si oppongono all’ordinazione di donne come sacerdoti o vescovi, «Forward in Faith». Dopo votazione controverse, la Chiesa d’Inghilterra ha deciso che le donne possono essere consacrate vescovo, come accade già in altre Chiese anglicane. Ma ancora si lavora, dietro le quinte, a «soluzioni» conciliatrici tra le due tendenze proposte dagli Arcivescovi di Canterbury e York, Rowan Williams e John Sentamu. E sullo sfondo c’è, anche in Inghilterra, una fuga in massa verso la Chiesa cattolica da parte di alcuni gruppi contrari all’ordinazione delle donne, com'è già avvenuto negli Stati Uniti e in Australia.


Il modello è già delineato: nel luglio 2010 il Sinodo anglicano di York ha approvato l'ordinazione di donne Vescovo, decisione che si sta imponendo a poco a poco in tutta la Comunione Anglicana, contro il parere delle comunità tradizionaliste. La votazione definitiva è attesa per il 2012. Il Sinodo di York, infatti, ha riguardato la Chiesa d'Inghilterra e non aveva autorità fuori dall’Inghilterra, neanche in Galles o in Scozia. La Comunione Anglicana è composta da 38 province indipendenti, una delle quali è l'Inghilterra. Varie province hanno già donne Vescovo. Nel Sinodo si trattava di introdurre la legislazione che permette ciò nella Chiesa d'Inghilterra e il processo deve ancora concludersi. L’accesso delle donne all’episcopato rappresenterebbe un passo indietro per il dialogo tra cattolici e anglicani, a giudizio della Santa Sede. Molti anglicani sono preoccupati dalla minaccia di frammentazione all’interno della Comunione.


Due questioni sono al centro delle tensioni dentro la Comunione anglicana e nei suoi rapporti con la Chiesa Cattolica:l’ordinazione delle donne e l’omosessualità. Il Vaticano contesta agli anglicani l’impossibilità di offrire una testimonianza comune della sessualità umana e del matrimonio. Inoltre, l’ordinazione delle donne all’episcopato bloccherebbe sostanzialmente e definitivamente un possibile riconoscimento degli ordini anglicani da parte della Chiesa cattolica. Per l’«episcopato rosa» è un macigno sulla strada della partecipazione comune alla mensa di Cristo. La Santa Sede, in numerosi incontri, aveva avvertito del fatto che la decisione di consacrare donne vescovo comprometteva il dialogo ecumenico con la Chiesa cattolica. Tutte le Chiese del primo millennio, cattolica, orientali e ortodosse, affermano che solo gli uomini possono essere ordinati. Queste Chiese vedono l’ordinazione delle donne come un abbandono illegittimo della tradizione autentica. Con le donne vescovo la Comunione Anglicana  abbandonerebbe quella che Roma considera la tradizione essenziale della Chiesa fin dalle origini. Ma, assicurano in Curia, il dialogo con gli anglicani prosegue perché «il dialogo è un compito dato da Cristo stesso e sostenuto dalla grazia dello Spirito Santo, anima della Chiesa di Cristo».

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