Quello strano silenzio sulle violenze di piazza
di Stefano Filippi
Perché nessuno dei sacerdoti militanti si indigna per la profanazione della chiesa? Don Vitaliano della Seta, il parroco virtuale dei centri sociali, apre il suo sito web con un proclama degli indignati: "Il 15 ottobre costruiamo l’alternativa alla loro crisi"
Sono preti. E sono indignati, indignatissimi. Sui loro siti internet hanno vestito il viola, il colore che nella liturgia della Chiesa simboleggia il dolore. In realtà per loro quella non è la tinta del popolo di Dio, quanto delle masse no global.
Non hanno esposto il lutto elettronico per la statua della Madonnafrantumata e oltraggiata sabato in una chiesa di Roma, ma per le cariche della polizia contro il loro gregge: i black bloc, quelli che hanno messo a ferro e fuoco il quartiere tra San Giovanni in Laterano (la basilica del vescovo di Roma, cioè del Papa) e Santa Maria Maggiore, la chiesa più antica della città eterna.Nella loro sacra indignazione, questi sacerdoti non hanno trovato un momento per sdegnarsi delle profanazioni. Non una parola sui simboli religiosi distrutti, sulle bestemmie urlate in chiesa, sulle botte alla gente che tentava di fermarli: ed erano persone normali, manifestanti come loro, non celerini in assetto antisommossa. Ma la preoccupazione di questi ecclesiastici era un’altra. Don Andrea Gallo, il «prete da marciapiede» di Genova, ha fatto sapere che sabato avrebbe manifestato con gli indignati. Dopo gli scontri e le devastazioni non ha trovato il tempo di condannare le profanazioni. Egli però dal suo sito si premura di farci sapere che è stato ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa , e che ha premiato tre giornalisti del Fatto quotidiano alla prestigiosa Festa della Grappa di Silvano d’Orba, nell’Alessandrino.
Don Vitaliano della Seta, il parroco virtuale dei centri sociali, apre il suo sito web con un proclama degli indignati: «Il 15 ottobre costruiamo l’alternativa alla loro crisi». La fonte è la bibbia degli anarco-insurrezionalisti, cioè Indymedia. org . Un’omelia antisistema. Ma nemmeno nel suo altarino internettiano c’è spazio per un requiem alla statua in frantumi. Si parla di preti pedofili, Vaticano denunciato, corvi volteggianti nei Sacri palazzi. Si commemora il decennale del 21 giugno, cioè la morte di Carlo Giuliani. Garrisce la bandiera arcobaleno.
L’indignazione è a senso unico anche tra le comunità cristiane di base che si soffermano sulle «ragioni dei 500mila» piuttosto che sulla «stupidità dei 500». Chiamala stupidità, quella ferocia vandalica. I cristiani di base sceverano gli indignati dai briganti, e sarebbe anche una pratica evangelica quella di separare il grano dalla zizzania ma tacciono sulla Madonna fatta a pezzi in mezzo alla strada. E così pure un altro avamposto dei «cattolici dialoganti», cioè il movimento di Paxchristi. Loro il nome di Gesù l’hanno perfino nel logo latino.Sul sito riflettono sui guasti della finanza, i guru dell’economia, le «folle senza speranze, senza prospettive,senza progetti».Piangono il «lutto sociale».
Ma Gesù Cristo dov’è finito? Non ce n’è traccia tra le prediche virtuali nel blog dei preti sposati, i quali tuttavia informano che il banchiere Alessandro Profumo è indagato. Ed è un illustre sconosciuto anche sulle pagine web di don Giorgio De Capitani, il parroco brianzolo che voleva accogliere l’arcivescovo Scola con una manifestazione in piazza Duomo «contro una gerarchia da decapitare». Questo mite pastore d’anime smarrite cerca di«capire la violenza di Roma». Quando avrà intuito perché incendiare auto magari comprate con fatica a rate e devastare parrocchie che portano aiuto a gente bisognosa, per favore lo dica.
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