ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 11 novembre 2011

Somiglianza palindromica

Il priore della Bibbia o la Bibbia del Priore?

Autore: Riva, Sr. Maria Gloria  Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it
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giovedì 10 novembre 2011

A Rimini è stato organizzato un grande e «oneroso» incontro dove alcuni relatori, tra cui Enzo Bianchi di Bose, si sono cimentati nell’illustrare le istanze nuove di una fede finalmente liberata da dettami antichi e obsoleti. Non c’ero, per fortuna, ma ho letto una preziosa e accurata recensione dell’incontro rimanendone letteralmente esterrefatta!
Amo la Bibbia, amo la tradizione rabbinica e la patristica, la mia formazione è stata anche - in parte e almeno inizialmente - influenzata da Carlo Maria Martini, eppure credo di non aver sentito dire mai nulla di simile, nemmeno alle mitiche cattedre dei non credenti.
Enzo Bianchi lo sappiamo non è un prete, ma mi domando: il priore della bibbia sarà mai stato a catechismo? Quel catechismo che insegna le prime rudimentali nozioni sulla fede cattolica: i novissimi per esempio: morte, giudizio, inferno, paradiso; oppure Adamo ed Eva e il peccato originale; la pagina di Genesi 3 come protoevangelo; la pagina di Isaia 14 con l’immagine possente di Lucifero fondatore dell’inferno e del rifiuto aperto della verità. Avrà mai sentito parlare il nostro di sofferenza vicaria? O Cristo ci ha redenti passando per la croce per puro masochismo? Avrà mai letto, il priore, Tertulliano, il quale affermava che il sangue dei martiri è seme dei nuovi cristiani?
Forse in tanti anni di studio della Sacra Scrittura e delle commoventi pagine dei Chassidim, dei Pirque avot, del martilogio cristiano, mi è sfuggito qualcosa…
Così mi viene il sospetto che si sia un po’ esagerato. Sarà proprio vero che il priore di Bose ha ridotto a schema la dottrina cattolica sul peccato originale, ha definito “stupidaggine” la sofferenza offerta e ha ridicolizzato il problema dell’inferno? Il dubbio però si dissolve di fronte alla lettura di citazioni testuali della prolusione del priore dove, fra altre affermazioni, leggo la sua personalissima attualizzazione delle pagine dell’Apocalisse sulla grande Bestia e il suo profeta.
È l’ennesima patetica sparata contro il Premier e l’ormai innocuo Gheddafi trasformati nel profeta e nella grande Bestia. Mentre leggo non posso non domandarmi perché certe cose non siano state dette prima, con Gheddafi vivo, magari durante la visita al nostro paese nel 2010…
È vero, l’Apocalisse rilegge la storia umana alla luce della grande lotta dei santi contro il mistero dell’iniquità, e non mancano interpretazioni (messe in discussione dagli stessi biblisti) che scorgono nel testo eventi politici di allora, ad esempio Babilonia sarebbe la Roma di Nerone, ma allora perché lanciarsi in applicazioni della storia moderna del tutto arbitrarie? Dalla proclamata onestà intellettuale del “circolo bosiano” mi sarebbe piaciuto sentir parlare in ben altri e misurati termini. Chissà cosa penserà il priore della profezia di Fatima, che a ben vedere non ha esaltato il mito del comunismo come attualizzazione politica del Vangelo (in filigrana difeso da Enzo Bianchi dopo una domanda sul Sessantotto). Non lo so, forse anche il segreto di Lucia è un po’ troppo cattolico e per giunta, mariano, la visione apocalittica in esso narrata troppo esaltante la forza redentiva del sacrificio dei martiri (unito a quello di Cristo).
Chiudo l’articolo e mi scopro a pensare alla mia nonna paterna che copiava su pezzetti di carta le frasi della Scrittura trovate per caso (perché era allora proibito possedere una bibbia), che credeva ciecamente nell’esistenza di Adamo ed Eva, che infarciva il suo parlato di benedizioni e parafrasi bibliche per tenere lontano il demonio, che pregava per le anime in punto di morte offrendo sacrifici e il sangue di Cristo e che, estranea alle dinamiche femministe, ha guidato con intelligenza e polso la sua famiglia dopo la morte precoce del nonno.
Sì, mi viene in mente con gioia e gratitudine per avermi aiutato ad essere davvero cattolica, senza bisogno di andare a Messa solo una volta alla settimana, di emanciparmi dal Magistero del Papa e di sentirmi una cristiana adulta. Sono cattolica e perciò veramente ecumenica, senza inventarmi, per esserlo, una nuova religione. 

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