"Costruiremo ancora cattedrali"
l’esoterismo cristiano da Giovanni Cantoni a Massimo Introvigne
Alleanza Cattolica, l’associazione fondata da Giovanni Cantoni "a metà degli anni ‘60" (1), gode oggi alla fine degli anni ‘90, dopo più di 30 anni di attività, se non di una certa notorietà, almeno di una certa influenza. Tra i suoi militanti, l’on. Michele Vietti (2) è membro del Consiglio Superiore della Magistratura (quota CCD), l’on. Alfredo Mantovano è stato coordinatore di Alleanza Nazionale e ne è il responsabile per la giustizia, Massimo Introvigne (la cui notorietà ha valicato i confini nazionali) (3) è forse il più noto esperto di "sette" e "nuovi movimenti religiosi", nonché fondatore del CESNUR. Il mensile Percorsi, vicino ad Alleanza Nazionale, è quasi appaltato ad Alleanza Cattolica (4). Molti suoi dirigenti, infine, sono stimati docenti universitari. Alleanza Cattolica è stata ed è ancora influente anche nel (piccolo) mondo del tradizionalismo cattolico. In Italia rappresenta, col Centro Culturale Lepanto del prof. Roberto De Mattei ed altri movimenti similari, il pensiero e l’azione della brasiliana Società per la difesa della Tradizione, della Famiglia e della Proprietà (TFP) del prof. Corrêa de Oliveira, che tanto peso ha avuto in questo ambiente, non solo in America Latina, prima, durante e dopo il Concilio Vaticano II. Dopo aver appoggiato il movimento di Mons. Lefebvre, Alleanza Cattolica se ne separò a partire dal 1981.
Da allora le posizioni di Alleanza Cattolica si sono senza dubbio modificate su molte questioni, prima fra tutte la libertà religiosa, fino al punto che gli eredi (in tutti i sensi) del padre gesuita Florido Giantulli (5) (uno dei più preparati e determinati avversari della massoneria) non disdegnano, come abbiam visto più volte nel caso di Massimo Introvigne, i contatti con la Setta (6), fino a difendere - come vedremo - la possibilità di un esoterismo cristiano. Tuttavia, si deve parlare di deviazione di Alleanza Cattolica dal suo spirito originale, come molti pensano, oppure di un ritorno alle origini (che in fondo non erano mai state rinnegate)? Il presente articolo vuole rispondere, tra l’altro, a questa domanda. Alle origini di Alleanza Cattolica: Giovanni Cantoni e l’esoterismo
Giovanni Cantoni stesso ha scritto, per Lo Stato di Marcello Veneziani, il seguente curriculum della sua vita, che trascrivo fino al 1973: "Nasce a Piacenza nel 1938. Dal 1950 al 1960 milita con qualche discontinuità nel Msi. Nel 1960 raccoglie - con altri - articoli del gesuita Luigi Taparelli d’Azeglio in un volume dal titolo ‘La libertà tirannia’. ‘Saggi sul liberalismo risorgimentale’ si impone come un manifesto contro la ‘rivoluzione italiana’. Nel 1962 è cofondatore delle Edizioni dell’Albero, con cui pubblica scritti di Thomas Molnar, Francisco Elìas de Tejada e Plinio Corrêa de Oliveira. Dal 1967 al 1969 cura testi di Jean Servier, Mircea Eliade e ‘La Cerca del Graal’. Nel 1973 fonda e dirige la rivista ‘Cristianità’" (1). Con Cristianità, Alleanza Cattolica esce dalle ‘catacombe’ dove viveva da qualche anno: da allora, per conoscere il pensiero del movimento, ormai ancorato a quello della T.F.P., basta consultare le vecchie annate del mensile. Ma quali sono le origini del movimento cattolico piacentino? Già la breve autopresentazione cantoniana ci svela - pur nelle sue significative reticenze - delle quali parlerò - un’unione di filoni apparentemente eterogenei: dopo la militanza missina, che è una eredità paterna (7), si nota che, a un cattolicesimo anti-risorgimentale e contro-rivoluzionario [influenzato però dal conservatore massone Burke (8) e dal tradizionalista massone De Maistre], si affianca la discussa personalità del Prof. de Oliveira (9), ed infine si trova l’indiscutibile presenza dell’esoterismo, rappresentata da autori come Servier o Eliade, e da temi come quello del Graal. Cerchiamo di approfondire. Sempre nella sua autobiografia, Cantoni si pone nel campo del "conservatorismo tradizionalista e controrivoluzionario...". Ora, senza risalire ad Adamo ed Eva, l’attuale tradizionalismo italiano, che formò anche il giovane Cantoni, sorse negli ambienti del nascente Movimento Sociale Italiano dell’immediato dopoguerra. I giovani che non si limitavano alla nostalgia o al reducismo, e che non erano assorbiti dalla vita partitica, si rivolsero sostanzialmente a due maestri: René Guénon e, soprattutto, Julius Evola (10), il quale, ancora vivo e vegeto in quegli anni, fu "maestro" non solo attraverso i suoi libri ma anche, spesso, attraverso la conoscenza personale, "da bocca a orecchio". Dall’esperienza evoliana provengono quasi tutti i futuri capofila del "tradizionalismo cattolico": Primo Siena e Silvio Vitale, Fausto Belfiori e Fausto Gianfranceschi, Roberto De Mattei (discepolo di Zolla) e Riccardo Pedrizzi, Piero Vassallo (ex Figlio del Sole) e Pino Tosca, Franco Cardini (allievo di Mordini) e Maurizio Blondet, Carlo Fabrizio Carli e Gabriele Fergola ecc. ecc. Ma con Evola e Guénon ci troviamo in un tradizionalismo che - malgrado (?) le radici maistriane - non può essere certo definito cattolico, ma piuttosto esoterico; anzi, sotto molti aspetti, anticattolico, se non massonico (11). Chi fece, allora, da ponte tra il tradizionalismo esoterico acattolico ed il tradizionalismo (esoterico) cattolico? Sergio Sotgiu, in un articolo pubblicato sul Giornale del 21 maggio 1998, attribuisce ad Attilio Mordini (12) e Silvano Panunzio (13) quel processo "di conversione al cattolicesimo di elementi di formazione tradizionale che avevano in precedenza mostrato poca o punta simpatia per la religione cristiana". Non è certo questo il luogo per fare una storia del tradizionalismo italiano (14). Per restare nel nostro tema, quello cioè di Alleanza Cattolica, basti accennare a quella che è più che una curiosità: la fondazione, il 29 settembre 1956, festa di San Michele Arcangelo, dell’Alleanza Cattolica Tradizionalista (15). La scelta di San Michele è simbolica: "Castel Sant’Angelo [è] simbolo insonne della ‘terza Roma dello Spirito Santo’ che si erge vigile tra la ‘Roma dei Cesari’ riassunta dal Colosseo, e la ‘Roma dei Papi’ simboleggiata dalla vaticana Basilica di San Pietro" (Primo Siena) (16). La prima Alleanza Cattolica fu promossa dalla rivista veronese Carattere, fondata nel dicembre del 1954 da Primo Siena, che il giovane Cantoni chiamava "l’ultima voce [profetica] sulla crisi" del mondo moderno (17). "Il cattolicesimo di ‘Carattere’ aveva i suoi punti di riferimento in Papini, ispiratore di Adolfo Oxilia e della rivista l’Ultima (18), in Attilio Mordini, in Domenico Giuliotti e in Silvano Panunzio; era un cattolicesimo che si disse, perciò, ‘ghibellino’ e, proprio in quanto tale, sempre prestò un’adeguata attenzione critica all’opera di Julius Evola..." (19). Su L’Ultima scrivevano Panunzio e Mordini, e furono Panunzio (e Mordini) gli "ostetrici" che fecero nascere a una seconda vita (quella della "via cavalleresca di un cristianesimo aristocratico e ghibellino") (11) Primo Siena e tanti altri... Ma qual’era la "Tradizione" di Panunzio e di Carattere? Essa è "via sacra che conduce entro il cuore della Realtà ovvero del Tempio (iniziazione=in-ire)". Una Tradizione "che non sia anonima, non sia generica, non sia opinabile, non sia immaginaria, non sia volubile, non sia inesistente, ma porti chiaramente impresso uno dei nomi seguenti: Cristianesimo, Giudaismo, Islamismo, Buddismo, Confucianesimo, Taoismo, Parsismo". "Tutte queste famiglie possono, più o meno, ricondursi alla Tradizione originaria, o Tradizione adamitica" (20). Il Cristianesimo è quindi "uno dei nomi" della Tradizione, seppur il più perfetto, e di qual ‘Cristianesimo’ si tratti, si può immaginare... O meglio, ce lo spiega Mordini quando identifica ‘l’Uomo universale’," unica e valida misura di ogni gerarchia", cioè ‘l’Adam Qadmon’ della Cábala, con l’Homo Christus Jesus! (21). È questo "tradizionalismo", che possiamo chiamare "esoterismo cristiano", che formò il giovane Cantoni. Riprendiamo il filo della sua autobiografia. Il primo lavoro (con Carlo Emanuele Manfredi) fu la riedizione, sotto il titolo La libertà tirannia, dei Saggi sul liberalismo risorgimentale che Padre Taparelli d’Azeglio aveva pubblicato sulla Civiltà Cattolica il secolo scorso. Nel clima del centenario dell’Unità d’Italia, infatti, alcuni giovani missini tradizionalisti coglievano a ragione nel Risorgimento l’inizio di una perniciosa "Rivoluzione italiana" succeduta a quella francese. Nello stesso anno, Silvio Vitale inaugurava a Napoli, sulla scia di Alianello, L’Alfiere ("pubblicazione napoletana tradizionalista"). Un inizio perfettamente cattolico e anti-liberale, quindi, quello di Cantoni e Vitale. L’accento posto sui pensatori cattolici contro-rivoluzionari del XVIII-XIX secolo conteneva però, in nuce, un pericolo: de Bonald, de Maistre, Donoso Cortes, "i tre padri laici della Chiesa di Roma" secondo i tradizionalisti (22), inoculavano tutti l’errore filosofico, condannato dalla Chiesa (23), del "tradizionalismo" e, tramite esso, una buona dose di ‘esoterismo cristiano’. "Nel 1962 - scrive Cantoni di se stesso - è cofondatore (24) delle Edizioni dell’Albero", detto anche Centro Editoriale Torinese. Cantoni ricorda, ora, tre autori resi noti in Italia da quelle edizioni: Molnar (25), de Tejada, Plinio Corrêa de Oliveira (quest’ultimo diverrà il suo maître à penser). La lista non è esaustiva, naturalmente (26). Il secondo libro fatto stampare da Cantoni per la Dell’Albero, infatti, fu Il Tempio del Cristianesimo di Attilio Mordini (1963). Stupisce l’omissione che Cantoni fa del nome di Mordini, che pure tanto peso ebbe nella sua formazione e nelle sue idee, anche attuali. Eppure, quando il 26 e 27 maggio 1962 si tenne a Napoli il primo convegno tradizionalista (con la partecipazione dei guénoniani della neonata Rivista di Studi Tradizionali, versione italiana di Études traditionnelles), i relatori furono solo 4: Mordini, Vitale, Ruta e, appunto, Cantoni (27). Il pensiero di Cantoni su Mordini è espresso in due suoi articoli, pubblicati su L’Alfiere: Considerazioni sul Tempio del Cristianesimo e Mordini, nel nostro tempo, contro il nostro tempo (28). Per Cantoni, Mordini fu "profeta della crisi (...) ma anche testimone, cioè martire, per il suo superamento"; Il Tempio del Cristianesimo è una "opera fondamentale". Di questi articoli di Cantoni, scritti dopo il 1963-64 quando egli fece pubblicare la "Bibbia" di Alleanza Cattolica, Rivoluzione e Controrivoluzione per i tipi della Dell’Albero (nonché l’ottimo Problemi dell’apostolato moderno di Mons. de Castro Mayer, allora legatissimo alla TFP), scritti quindi da un Cantoni già cattolico-controrivoluzionario, vorrei sottolineare alcuni aspetti. Innanzitutto, il suo giudizio, strabiliante, su René Guénon. Dopo aver citato, tra "i profeti della crisi del mondo moderno" anche Julius Evola, Cantoni aggiunge: "solo uno, a nostro avviso, ha detto quanto andava detto ed era possibile dire: René Guénon". E, citando il futuro card. Danielou (29), scrive: "‘egli ha toccato i problemi più essenziali di oggi, quello della civiltà tecnica e della minaccia che essa comporta, quello dell’organizzazione della società economica e politica’. La sua opera ‘si costruisce così completamente al di fuori della mentalità moderna, ne urta così violentemente le abitudini più inveterate, da rappresentare una specie di corpo estraneo nel mondo intellettuale di oggi. Ma questa appunto è la saggezza di Guénon, d’essersi saputo completamente liberare da tutti i pregiudizi del giorno e di avere elaborato la sua opera con un inflessibile rigore’ (Danielou)". Come non definire allora "guénoniano", il Cantoni che pure aveva già pubblicato Rivoluzione e Controrivoluzione del de Oliveira? Lo stesso libro del Mordini, definito da Vitale "di larga ispirazione evoliana" (30), riporta in bibliografia, con de Oliveira, un solo libro di Evola e ben quattro di Guénon (31). Evidente è poi l’influenza di Panunzio su Mordini e su Cantoni, che, entrambi, si rifanno al panunziano "cattolico sveglio" (32). Abbiamo visto che Panunzio preconizza una "terza Roma dello Spirito santo" che succeda a quella dei Papi, un Cristianesimo giovannèo (mistico), la venuta del Regno. Millenarismo? Certo. Lo scrive pure Cantoni: attendendo "qualche evento di portata più che individuale", egli rinvia a Panunzio "per distinguere il millenarismo materialistico da quello spiritualistico, l’attesa del regno da quella del Regno" (33). Esplicitamente millenarista è Mordini: "Come Renan, l’intero popolo ebraico rifiutò di credere al Cristo perché lo vide nudo sulla croce e non vide l’intero universo mutare volto per la presenza di Dio incarnato. L’ebreo Ernesto Renan voleva un Cristo non tocco da morte, un Cristo passato da vita terrena alla gloria; ebbene, l’Apocalisse ci parla appunto di questa seconda venuta del Salvatore nella sua carne gloriosa per non più morire. Ce lo descrive a cavallo, regnante con verga di ferro sul mondo; e sulla coscia sta scritto ‘rex regum et Dominus Dominantium’. Allora, anche il popolo ebraico, finalmente pago nel suo messianismo, si convertirà a Lui. Ecco dunque nell’Apocalisse di Giovanni, come del resto in tutta la Rivelazione Cristiana, il messianismo giudaico da un lato e il grande ritorno cosmico della Tradizione ariana dall’altro, si incontrano in un unico adempimento per il mistero dell’Incarnazione e per la manifestazione gloriosa del millennio di regno che precederà la fine del mondo" (34). Dopo aver rigettato l’interpretazione agostiniana del millennio (identificato con "l’era cristiana attuale") (35), appoggiandosi abusivamente sul Montfort (36), Mordini scrive ancora ne Il Tempio del Cristianesimo: "è chiaro che l’Anticristo, secondo l’Apocalisse, regnerà prima della venuta di Gesù a cavallo delle nubi che aprirà il millennio. Alla vigilia della fine del mondo, prima della chiusura dei mille anni, l’anticristo verrà ancora disciolto per brevissimo tempo; non per regnare, ma solo per tentare l’ultimo attacco al Regno di Cristo. (...) Concludendo, perciò, è evidentissimo che, secondo san Luigi de Montfort, la fine del mondo che egli dice molto vicina e preannunciata dall’illuminismo (...) sta ad indicare la fine di questo mondo, di questo ciclo storico iniziatosi con l’Incarnazione e che ha da chiudersi prima del regno dell’Anticristo. Dopodiché si aprirà il Millennio; indi l’ultimo attacco dell’Anticristo e la definitiva fine del mondo con il trionfo della Gerusalemme Celeste (...)". Questo "Millennio", per Mordini, non può coincidere con l’èra attuale del Cristianesimo (quella della Chiesa) giacché "il Cristo dell’èra attuale non si è ancora manifestato come Imperatore (tale è il significato del termine ebraico di Messia) e come gli Ebrei lo attendevano e lo vedranno, nella seconda venuta, ad operare anche la conversione di Israele!" (37).
Mi sono dilungato con questa citazione mordiniana poiché chi conosce le tesi di Plinio Corrêa de Oliveira sul prossimo Regno dello Spirito Santo e Regno di Maria non può non vedervi una impressionante similitudine (38). Ora, secondo Mordini, tale regno non coincide con l’èra della Chiesa e dell’attuale Cristo e Cristianesimo, inaugurata con l’Incarnazione e la Sua prima venuta, ma con un Regno del Messia tale quale i Giudei lo attendevano! Ed ecco scoperta l’occulta coda giudaica (39) di ogni millenarismo! Sempre su Il Tempio del Cristianesimo, Mordini affronta il tema della massoneria. Come Guénon ed Evola, egli rifiuta la massoneria "deviata" dalla sua originaria fonte primitiva, che era ‘tradizionale’. Il cap. V de Il Tempio del cristianesimo (La tradizione dell’arte e il precipitare del progresso), se rappresenta una critica serrata alla massoneria moderna (in quanto moderna) (40) è anche un vero inno alla massoneria tradizionale e, potrebbe dirsi, una carta fondamentale per una "massoneria cattolica" al seguito "dell’ultimo grande massone cattolico, il conte Giuseppe de Maistre" (p. 142) e del "vero ed autentico Maestro d’arte" Gesù Cristo (p. 134). Lo stesso concetto si ritrova in Panunzio, come non manca di sottolineare compiaciuta la Nuova Enciclopedia Massonica (41). Per concludere questa breve e forzatamente incompleta rassegna del pensiero mordiniano, segnalo la sua ambigua posizione sulla gnosi (42) rimandando il lettore alla fonte.
Riprendendo il filo dell’autobiografia cantoniana, ci accorgiamo che l’ispirazione esoterica invece di scomparire si fa più evidente. "Dal 1967 al 1969 - continua infatti Cantoni - cura testi di Jean Servier, Mircea Eliade e La Cerca del Graal". Esaurita infatti l’esperienza delle edizioni Dell’Albero, Cantoni espletò un’importante influenza culturale tramite le edizioni Borla. Borla apparteneva a un editore progressista (Gribaudi) e pubblicava gli autori di quella tendenza (ad esempio Maritain, Guitton, de Lubac, Chenu, Von Balthasar, Küng, Casel, Zarri...). Quale il contatto coi nostri "tradizionalisti"? Anche le edizioni Borla, come le edizioni dell’Albero, avevano sede a Torino, ed in entrambe occupava un posto di responsabilità Alfredo Cattabiani, futuro collaboratore della Rivista Massonica e compagno di viaggio, ancora per lungo tempo, di Cantoni. Altri due torinesi dirigevano la collana Documenti di cultura moderna, Augusto Del Noce (43) ed Elémire Zolla (44), un nome, quest’ultimo, che è tutto un programma. Non stupiamoci allora di constatare la presenza, nel catalogo Borla, di un autore come Titus Burckhardt, uno dei principali discepoli di Guénon (anch’egli fattosi musulmano). Burckhardt scriveva già su Kairos, la rivista dei Benedettini di Salisburgo sostenuti dal card. Koenig, assieme a Matthias Vereno, Mircea Eliade, don Raymund Pannikar, Frithjof Schuon, Silvano Panunzio e... l’immancabile Attilio Mordini, il quale, all’estero, collaborava anche a Antaios, "la celebre rivista diretta da Mircea Eliade e Ernst Jüger" (45). Tout se tient, l’ambiente è quello! E all’ambiente Cantoni diede un valido contributo curando almeno quattro libri, uno dei quali è stato dimenticato per strada, forse perché più compromettente. Faccio allusione a un altro discepolo di Guénon, Frithjof Schuon (46), autore del famoso"L’unità trascendente delle religioni". Di Schuon, Cantoni traduce e cura l’edizione per Borla di L’uomo e la certezza (1967). Più ‘rispettabili’ in quanto etnologi, sociologi o storici delle religioni, e per questo forse ricordati da Cantoni, Mircea Eliade (1906-1986), grande amico del capofila modernista Buonaiuti (47) e Jean Servier. Del primo cura Mito e realtà (1966) e Il Mito dell’eterno ritorno (1968), del secondo, con Agostino Sanfratello, traduce e pubblica L’uomo e l’Invisibile (1967), poi riedito sempre a loro cura da Rusconi nel 1973, quando il grande editore milanese darà spazio ai soliti Cattabiani e Zolla. Nella sua prefazione a Mito e realtà, Cantoni valuta positivamente l’opera degli studiosi della storia delle religioni e della fenomenologia del sacro, per aver combattuto i pregiudizi neo-illuministi sul sacro: essi "hanno inaugurato una valutazione della vita religiosa e del mito che, in netto contrasto con l’età precedente, è orientata verso il riconoscimento di profonde motivazioni esistenziali del ‘sacro’, del ‘mitico’, del ‘simbolico’". Contro il razionalismo e l’ateismo sarebbe necessaria, secondo Cantoni, una "apologetica prima" sul sacro e sulla religione in genere, al seguito di Eliade appunto, di Jung o di Kerényi, per poi passare all’applicazione cristiana di questa difesa del sacro, come hanno fatto Odo Casel, Matthias Vereno, Divo Barsotti e, soprattutto, Attilio Mordini, la cui opera "dal mito al materialismo" è la "vera conseguenza cristiana, secondo il metodo indicato, di questo ‘Mito e realtà’" di Eliade (pp. 16-19). Stessi accenti leggiamo però nella penna del libero muratore Michele Moramarco, nei capitoli della sua Nuova Enciclopedia Massonica dedicati a La Massoneria e lo studio del sacro e La Massoneria e il sacro. "Che singoli Liberi Muratori siano stati tra i primi e più entusiasti artefici della storia delle religioni e della fenomenologia del sacro, è dato indisputabile. Incontriamo nei piedilista di Loggia, infatti, pionieri di queste discipline (pensiamo per l’Italia, all’islamista Amari o al sinologo Castellani, o per il Belgio E. Goblet d’Alviella), e la circostanza stupisce ben poco se si tiene conto del fatto che la Massoneria, atteggiandosi a depositaria di una Tradizione universale, non poteva non attrarre i cultori del sacro; simmetricamente, la cultura massonica è stata attratta dalle (e attenta alle) acquisizioni delle discipline in questione...". Moramarco segnala tre esempi di questo dato di fatto: il Gruppo di Eranos, Guénon e la scuola guénoniana (particolarmente... Schuon!), e l’Università san Giovanni di Gerusalemme. "Al gruppo di Eranos hanno appartenuto alcuni tra i più noti storici delle religioni e fenomenologi del sacro; tra costoro ricordiamo: Mircea Eliade, Carl Gustav Jung, Karoly Kerényi, Henri Corbin, Gilbert Durand ecc.; già questo sommario ma oltremodo rappresentativo elenco ci offre elementi significativi per la comprensione dell’intimo rapporto esistente tra la comunità scientifica in parola e le istanze liberomuratorie". Massoni, infatti, erano Kerényi (1897- 1973), Corbin (1903-1978), Durand, Dumézil (1898-1986), di famiglia massonica Jung (che però critica la Massoneria per la sua decadenza moderna) (48). Quanto a Eliade (1906-1986), se non fu massone, scrisse della Massoneria: "l’unico movimento segreto che mostri una certa consistenza ideologica, che abbia già una storia, che goda di prestigio sociale e politico, è la Libera Muratoria". Ma c’è di più: "Nel 1979 Eliade pronunciò per la Loggia francese di ricerca [guénoniana] Villard de Honnecourt (...) un’orazione a soggetto iniziatico; in occasione della sua morte F. Tristan scrisse un necrologio non di circostanza sui Travaux, l’organo/atti della Loggia, in cui definiva l’Eliade ‘un uomo essenziale’" (per Cantoni le opere di Eliade sono solo ‘di importanza unica’) (49). E da Eliade passiamo a Servier: "Nel 1970 H. Corbin (50) (...) fondò l’Université Saint-Jean de Jérusalem (...). Essa seguì in larga misura il modello dei colloqui di Eranos e come quelli fu patrocinata in larga misura da Liberi Muratori o da studiosi comunque orbitanti intorno a circoli massonici (Antoine Faivre, lo studioso cattolico del cristianesimo esoterico, membro della Loggia Quatuor Coronati di Bayeruth, Gilbert Durand, Jean Servier, Ernst Benz (51) ecc.". Il programma fu "steso dal fratello Corbin (e proposto da M. Eliade...)", ed includeva esplicitamente l’esoterismo e la "cavalleria spirituale" (52). Cantoni e Sanfratello, quindi, ancora nel 1973 con la riedizione a cura dell’editore Rusconi, propinavano agli ingenui militanti di Alleanza Cattolica la lettura di un autore, come Servier, libero muratore o comunque orbitante attorno a circoli massonici... Cantoni rivendica infine l’edizione de La Cerca del Graal, che curò nal 1969, sempre per le edizioni Borla, assieme ad Anna Cattabiani (a quei tempi Alleanza Cattolica esisteva già certamente). Non c’è neppure bisogno di dimostrare che quello del "Graal" è un argomento esoterico per eccellenza; ma se ci fosse il dubbio che Cantoni si sia occupato, in questa occasione, di letteratura medioevale e non di esoterismo, basta leggere quanto il Cantoni stesso scrive. Dove indirizza infatti i suoi lettori "desiderosi di approfondire il tema del Graal"? "Sullo stesso tema, generalmente considerato, - soggiunge - danno suggestive aperture: J. Evola, ‘Il mistero del Graal e l’idea imperiale ghibellina’ ...che ne accentua la componente nordico-celtica; Pierre Ponsoye, ‘L’Islam et le Graal’, ...particolarmente dedicato alle ‘consonanze’ islamiche; e, tra gli altri, gli studi di René Guénon, ‘Le Sacré-Coeur et la legende du Saint Graal’ e ‘Le Saint Graal’ raccolti nel volume ‘Symboles fondamentaux de la science sacrée’..." (p. 14). Nella sua presentazione, Cantoni propone il mito del Graal come comune a varie religioni: "il tema del Santo Graal percorre un lungo tratto della storia culturale dell’Occidente - dalla coppa profetica dei Celti [pagani] all’opera di Wagner, passando attraverso la letteratura volgare medioevale; né mancano sorprendenti analogie presso altre aree religiose e culturali, che conoscono motivi similari relativi a realtà divine presenti sulla terra, alla cui ricerca l’uomo si dedica e dalla cui scoperta esce letteralmente trasformato" (p. 5). La cerca del Graal è quindi un percorso iniziatico, che Cantoni legge alla luce del massone Dumézil, dell’indù guénoniano Coomaraswamy (p. 7) e di Mircea Eliade (p. 9). Cantoni cita anche (p. 9) il monaco certosino Pollien (53), che sarebbe stato stupito vedersi paragonare, assieme ai cistercensi, e ai "monaci dell’antico monachesimo celtico", agli "antichi druidi" (p. 13). Schuon è suo maestro, quando Cantoni scrive (p. 11): "molti assistono alla celebrazione del mistero tremendo, la notte del sabato santo, sacra alla iniziazione cattolica: molti vedono con gli occhi della carne; pochi eletti, dietro i veli, con l’occhio del cuore". "La Cerca del Graal - scrive ancora il ‘ghibellino’ Cantoni - è un evangelium apocriphum ad usum militis" (p. 6),"è il mito della positiva santificazione del laicato, il mito imperiale" (p. 12) in quanto l’imperatore è "il cavaliere perfetto" (p. 11) (54). Da quando il ‘cattolico’ cavaliere de Ramsey introdusse il mito templare (55) nella Massoneria, nessuno ignora la mania "cavalleresca" comune ai liberi muratori e ai tradizionalisti, giustamente combattuta e persino ridicolizzata su Adveniat Regnum (56) da Barbiellini Amidei.
"Cavalieri erranti" della Tavola rotonda (della "cavalleria celeste" simboleggiata da Parsifal e Galaad) si definivano quelli dell’A.T.M.A. (Alleanza trascendente - o tradizionale - Michele Arcangelo) riuniti attorno a Siena, Panunzio e Mordini, il quale, "fedele alla sua vocazione cavalleresca" assunse in essa "la dignità di Priore" (57); e da monaci-cavalieri alla Templare sono travestiti i brasiliani della TFP... Tuttò ciò, l’abbiamo visto, non a caso...
L’occultamento dell’"occultismo"
Mentre Giovanni Cantoni si divagava col mito del Graal, il Foedus catholicum (Alleanza cattolica), come abbiamo visto, era già nato. Era però privo di rivista e di casa editrice. Ancora nel 1970, l’opera di Plinio Corrêa de Oliveira Trasbordo ideologico inevvertito e dialogo (ed. brasiliana del 1965), venne tradotta e pubblicata da Vitale e Cantoni presso le edizioni dell’Alfiere. Dal 1971 (Manifesto di Monteombraro) Alleanza Cattolica influenza il Fronte Monarchico Giovanile, la cui rivista Monarchia (1972-1974) sarà la palestra dei futuri militanti di Cantoni (incluso Introvigne). Ma ben presto Alleanza Cattolica esce allo scoperto e si dota di un bimestrale (1973) (che diverrà mensile) e di una casa editrice (1972) entrambi denominati Cristianità. Il lettore di quei primi numeri della rivista piacentina, al corrente dei trascorsi di Cantoni, non può non essere stupito dalla scomparsa totale di ogni accenno all’esoterismo cattolico e a personaggi come Mordini. Cristianità, diretta da Cantoni e De Mattei, si presenta piuttosto come un’erede fedele dell’Azione Cattolica, e pubblica soprattutto comunicati anti-comunisti e anti-divorzisti dell’episcopato italiano, nonché tutto il pubblicabile dell’associazione cattolica brasiliana TFP, per giungere, poco più tardi, ad appoggiare non solo il "tradizionalismo cattolico" di Mons. Lefebvre (58), ma anche, timidamente, l’integrismo cattolico del principio del secolo. Non mancano poi, proprio a cura di Massimo Introvigne, ottimi articoli contro la "nouvelle droite" e il neopaganesimo, nonché una serie di scritti di De Mattei contro l’alta finanza. Lo storico si pone quindi - ineluttabilmente - una domanda: si tratta di una felice conversione, punto d’approdo di una positiva evoluzione, o di un abile mascheramento? Lo scrivente non può certo scrutare i reni e i cuori... Mi dovrò attenere ad alcuni fatti oggettivi. Apparentemente, dunque, ogni traccia del passato è eliminata. Restano solamente i "padri laici della controrivoluzione" e del tradizionalismo; la "selezione libraria di Alleanza Cattolica" consiglia ai militanti Le serate di Pietroburgo e il Saggio sul principio generatore delle costituzioni politiche e delle altre istituzioni umane di Joseph de Maistre, nonché il Saggio sul cattolicesimo, il liberalismo e il socialismo di Juan Donoso Cortés (59). Ma nel caso di de Maistre e Donoso Cortés, lodati e raccomandati da generazioni di autori cattolici, è facile non (far) vedere gli aspetti eterodossi del pensiero... Autori meno facilmente difendibili non appaiono nella "selezione libraria"... Ma non per questo sono rinnegati: Maestrelli, come abbiamo visto, cura l’edizione di un libro di Mordini nel 1977 e Cantoni e Sanfratello la riedizione di Servier, presso Rusconi, nel 1973. Quindi, l’omissione di una chiara e precisa abiura delle precedenti posizioni - omissione già di per sé grave e significativa - non è dovuta a una ‘dimenticanza’, giacché queste posizioni, questi autori, vengono riproposti extra muros, fuori da Cristianità, in maniera molto più discreta ma ancora convinta. Pretendere di conoscere Alleanza Cattolica dalle vecchie annate di Cristianità è quindi un po’ come credere di conoscere la T.F.P. da quelle di Catolicismo. Mons. Antonio de Castro Mayer, allora vescovo diocesano di Campos, collaborò per più di 30 anni con Plinio Corrêa di Oliveira prima di accorgersi che dietro la T.F.P. si nascondevano società, dottrine e pratiche segrete! (60). Sorge un’altra domanda: ne erano al corrente, invece, dirigenti di Alleanza Cattolica, e se sì, fino a che punto? (61).
Il ritorno (?) alle origini
Come un fiume carsico, l’esoterismo cristiano della preistoria di Alleanza Cattolica riemerge dall’ombra e scorre, ormai alla luce del sole, sotto il felice regno del ‘Pontefice’ tradizionalista per eccellenza, Giovanni Paolo II (62). Dal 1993 ad oggi sono apparsi su Sodalitium una serie di miei articoli, ai quali rimando, sui contatti di Massimo Introvigne col mondo dell’esoterismo. Apparentemente, tali contatti si svolgono per motivi prettamente scientifici nel quadro dell’attività del CESNUR. Introvigne, lo abbiamo visto, si presenta come un ‘sociologo’, un distaccato studioso dei ‘nuovi movimenti religiosi’ (NMR, ex sette). Se, all’inizio di questi suoi studi, la posizione di Introvigne verso questi movimenti era critica, in seguito essa è divenuta, per principio metodologico, "asettica e laica" (63). L’aconfessionalità è infatti un principio del CESNUR (64), che pure, come ho dimostrato in un precedente articolo (65), è considerato da Alleanza Cattolica come una sua creatura. Lo studio ‘asettico’ dei NMR non impedisce però a Introvigne ed ai suoi collaboratori di rinunciare alla loro olimpica indifferenza quando si tratta di difendere la libertà religiosa dei suddetti (cf Introvigne e Cantoni, Libertà religiosa, ‘sette’ e ‘diritto di persecuzione’, ed. Cristianità, Piacenza, 1996), additati come ‘sette’ dai diversi governi, fino a sostenere iniziative di legge ancora più liberali di quelle esistenti in Italia (66). Chi conosce le passate posizioni di Alleanza Cattolica, nettamente contrarie al diritto alla libertà religiosa, si chiede quale sia il motivo di un cambiamento così radicale, che va persino oltre, nel suo zelo, a quanto strettamente richiesto dal Vaticano II (al quale Alleanza Cattolica ha aderito senza riserve a partire dal 1981). Alcuni (67) hanno sostenuto che la svolta risalga al 1984-5, quando la TFP fu attaccata come una ‘setta’ dal governo venezuelano e dall’episcopato brasiliano; la difesa della TFP dai movimenti ‘anti-sette’ avrebbe portato Alleanza Cattolica alla necessità di difendere tutte le ‘sette’. Senza negare l’influenza di questi fattori (adesione al concilio nel 1981, difendersi dall’accusa di essere una setta dal 1984) ritengo che la strenua difesa della ‘libertà religiosa’ dei NMR sia una logica conseguenza del retroterra culturale esoterico di Giovanni Cantoni, al quale Alleanza cattolica è ritornata. Nell’ambito di questo ‘ritorno’, si sono sviluppati tutti i contatti con la Massoneria e gli esoteristi che ho denunciato e che ancora denuncerò (68). A parte i contatti episodici con questo o quel personaggio del mondo dell’occultismo, bisogna infatti nuovamente sottolineare la collaborazione abituale (69) ed amichevole di Introvigne e dei suoi col massone e martinista Robert Amadou (del quale alla nota 6) e con Antoine Faivre, membro del CESNURFrance. Nella vita profana, Antoine Faivre è Direttore degli Sudi alla prestigiosa Ècole Pratique des Hautes Ètudes, Section des Sciences Religieuse della Sorbona, ove è anche titolare della cattedra di "Storia delle correnti esoteriche e mistiche nell’Europa contemporanea"; nessun dubbio sulla sua competenza scientifica, della quale don Nitoglia si è anche valso su Sodalitium per dimostrare l’esoterismo di J. de Maistre. Ma ecco come Introvigne in persona presenta Antoine Faivre: " non è casuale né paradossale che il maggiore storico vivente dell’esoterismo occidentale sia un cattolico come Antoine Faivre" (70). Ora, "tra tanti esoteristi che hanno incontrato in qualche modo il cristianesimo, l’autore [Faivre] non nasconde le sue preferenze per l’opera di Valentin Tomberg, l’esoterista estone nato a San Pietroburgo e morto in Inghilterra che dopo essere stato un dirigente della Società Antroposofica si convertì, all’indomani della seconda guerra mondiale, al cattolicesimo. (...) Faivre vede in Tomberg il punto più alto di un possibile dialogo fra esoterismo e cattolicesimo...". Dunque, Faivre è cattolico, e anche Tomberg è cattolico. Come lo è "un altro ammiratore cattolico di Tomberg, il teologo svizzero (creato cardinale da Giovanni Paolo II qualche giorno prima della morte) Hans Urs von Balthasar, prefatore dell’edizione francese (ancora anonima) dell’opera maggiore di Tomberg (Méditations sur les 22 arcanes majeurs du Tarot, Aubier Montaigne, Paris, 1980)" (p. 10). Dunque, Faivre è cattolico (lo dice il cattolico Introvigne), Faivre ha diffuso Tomberg che è cattolico (lo ammira von Balthasar), e Balthasar è insospettabile (lo ha fatto cardinale Giovanni Paolo II). Certo, Faivre e Balthasar, buoni cattolici, hanno qualche riserva su Tomberg, e Introvigne non è d’accordo con tutto quanto scrive Faivre... Al punto che per Introvigne (non per il cattolico Faivre) "la questione stessa di un genuino ‘esoterismo cristiano’ resta per me insieme aperta e ambigua" (p. 10).
Così il nostro Introvigne getta la pietra e nasconde la mano: una questione da sempre chiusa e chiara (l’esoterismo è nemico numero uno del cristianesimo) diventa aperta e ambigua. Ambigua almeno quanto il "cattolico" Faivre, col quale Introvigne ha avuto, "negli ultimi anni", "un fecondo scambio di discussioni e di idee". Perché Introvigne non può ignorare che colui che nella vita profana è un ‘cattolico’ professore della Sorbona nonché dirigente del CESNUR, nella vita iniziatica è un noto fratello massone: membro della loggia dei Quattro Coronati di Bayerhut (vedi sopra), membro della massonica Università San Giovanni di Gerusalemme, membro della Loggia francese di ricerca Villard de Honnecourt (71), una loggia... guénoniana! (72). Ammiri il nostro lettore la commedia del duo Faivre-Introvigne! Come il massone Faivre, travestito da cattolico, faccia delle riserve sugli "aspetti inaccettabili, certamente legati alle sue esperienze esoteriche precedenti, ancora evidenti negli scritti di Tomberg successivi alla conversione"! Una bella pagliacciata davvero, questa di un massone guénoniano che ti raccomanda Tomberg (1901-1973) con riserva del suo esoterismo ancora non del tutto cattolico! Ed una bella pagliacciata quella di Introvigne, che chiama cattolico il suo degno amico (e sodale nel CESNUR) massone guénoniano! Ma a chi la date a bere? Prendendo le mosse da questa prefazione di Introvigne (p. 39), il suo vice, Pier Luigi Zoccatelli (73), abborda con maestrìa il problema dell’esoterismo cristiano nel suo saggio introduttivo (con Stefano Salzani) al Bestiario di Cristo di Louis Charbonneau-Lassay (74). È possibile, è lecito, è auspicabile un ‘esoterismo cristiano’? Al lettore riferisco innanzitutto la strabiliante conclusione: "per diventare cristiani bisogna talvolta essere almeno buoni pagani" (p. 46) (75), anzi, "l’esoterismo cristiano, visto alla luce della dottrina cattolica, ‘viene a coincidere, (...) in definitiva con la santità’" (p. 45, citazione di Mons. Casale, sponsor del CESNUR). A questa conclusione, Salzani e Zoccatelli giungono dopo mille ‘esitazioni’, secondo il metodo dei due passi avanti e un passo indietro. Il primo passo per condurre il lettore cattolico all’esoterismo massonico è l’esaltazione di Louis Charbonneau (che, probabilmente per manie nobiliari, si faceva chiamare anche "Lassay"). Cattolico, monarchico, persino ex seminarista, collaboratore di Regnabit, Revue universelle du Sacré-Coeur del Padre Anizan... Come dubitare di lui? Eppure Charbonneau fu intimo amico di René Guénon, gli aprì le porte di Regnabit nel 1925 e, quando le manovre "di alcune riviste anti-sette" (76) fecero escludere Guénon da Regnabit, Charbonneu fondò con lui, Padre Anizan ed altri, la Société du Rayonnement Intellectuel du Sacré-Coeur e la rivista Le Rayonnement Intellectuel. Neppure lo svelamento dell’apostasia di Guénon, ritiratosi al Cairo, ruppe la collaborazione tra i due. Charbonneau, dunque eterodosso? Tutto è possibile, risponde Zoccatelli, ma "allo stato degli atti, Louis Charbonneau-Lassay dev’essere considerato un cattolico pienamente ortodosso tanto nella sua vita pubblica quanto in quella privata" (p. 26). Poiché Charbonneau era cattolico perfettamente ortodosso, come oggi lo è Antoine Faivre, il lettore prenderà per buona anche l’affermazione dello stesso Charbonneau sulla "più stretta ortodossia" di un gruppo ermetico medioevale "assolutamente segreto" i cui membri sono "totalmente inavvicinabili", l’Estoile Internelle (p. 30) e la Fraternité des Chevaliers du Divin Paraclet (p. 32). Charbonneau avrebbe ricevuto l’iniziazione dall’ultimo gran maestro (il Maggiore), il canonico Théophile Barbot, ne avrebbe poi assunto il comando, per avere infine come successore l’amico ‘Tamos’ o ‘Argos’ (Georges Thomas, guénoniano ‘cristiano’). Naturalmente, la confraternita iniziatica del Charbonneau si rifaceva al Graal (pp. 33-34). Se poi si aggiunge che pare si praticasse in questa confraternita l’"alchimia spirituale", ovvero "l’uso delle energie sessuali dell’uomo e della donna a fini magici" (p.35) c’è da chiedersi come Charbonneau possa considerare questo gruppo, di cui era il capo, "assolutamente cattolico ortodosso" (p. 30). Zoccatelli risponde che, visto che i gruppi esoterici sono segreti e pertanto poco si conosce di essi, dobbiamo fidarci, in fondo, del cattolico Charbonneau, il quale "mostra la sua passione per l’ortodossia cattolica, che non può essere messa in dubbio sulla base di semplici voci o congetture" (p. 36). Appurato (!!) quindi che Charbonneau era cristiano, pur essendo un esoterista, viene spontaneo chiedersi se sia possibile un ‘esoterismo cristiano’ (cap. V: per una discussione su ‘esoterismo’ e ‘gnosi’ cristiana). La questione, lo abbiamo visto, è "aperta e ambigua", ma Zoccatelli la abborda alla luce della Scrittura, della Tradizione e del Magistero: come essere più cattolici di così? Ed ecco che Zoccatelli ci parla della "tradizione esoterica dei rabbini" per l’Antico Testamento (pp. 40-42), dell’esoterismo nel Nuovo Testamento (alla luce di Eliade, Davy, Danielou, Jeremias, del gruppo di Eranos) (pp. 42-44), esoterismo indiscutibile che sarebbe stato abbandonato dalla Chiesa solo per gli abusi che ne fecero alcuni autori gnostici. Eccoci dunque al "Magistero" (naturalmente strettamente post-conciliare) di Mons. Ratzinger e Mons. Casale (p. 45): essi concordano con Eliade e Cantoni: per l’uomo moderno, come commenta Introvigne, "una fede del puro logos, una fede che elimina completamente il mythos, sostanzialmente non interessa più gli uomini" (p. 46). Quindi, "l’opera straordinariamente attuale di Charbonneau-Lassay", state tranquilli, è "un meraviglioso alimento per la vita spirituale" (p.47). Come non credere a tante autorità, alla Scrittura, alla Tradizione, al Magistero? Senonché, stavo sfogliando distrattamente la Nuova Enciclopedia Massonica quando mi sono imbattuto (vol. III, pp. 199-201) in un testo che ha subito attirato la mia attenzione: quello della conferenza su Iniziazione e mondo moderno tenuta da Mircea Eliade "durante la Tornata del 29 settembre 1979 della R.L. di ricerca Villard de Honnecourt n. 81 (Gran Loggia Nazionale di Francia) e pubblicata nei Travaux de Villard de Honnecourt n. 1, seconda serie". Sono rimasto folgorato: gli stessi argomenti di Scrittura e di Tradizione avanzati da Zoccatelli per dimostrare l’esistenza dell’esoterismo nell’Antico e nel Nuovo Testamento, esoterismo che sarebbe stato abbandonato solo in seguito alle "stravaganti pretese di certi autori gnostici (lo sottolineo: ‘certi’ autori gnostici)" (Eliade), ebbene, questi argomenti li ho ritrovati pari pari nelle parole che Eliade rivolse, or sono vent’anni, ai fratelli massoni guénoniani della Loggia Villard de Honnecourt, la Loggia di Antoine Faivre! Chi non ci crede, legga i due testi (Zoccatelli ed Eliade) e li metta a confronto; la mia impressione non teme smentita.
Conclusione nella quale Padre Torquemada lancia un appello a tutti gli (ex) tradizionalisti
Cari amici, non avete certo dimenticato gli anni generosi della vostra adolescenza, quando, militanti convinti di Alleanza Cattolica, con lo scudo fregiato dal "Cuore crociato e dall’Aquila imperiale" sul petto, cantavate: Costruiremo ancora cattedrali (77). Ahimè! Dopo quanto ho scritto, l’aquila imperiale si dimostra ghibellina, il cuore crociato è la coppa del Graal cantata da Charbonneau e da Guénon (78), e le cattedrali sembra si debbano costruire con una squadra e una cazzuola che Villard de Honnecourt, architetto del XIII secolo, non avrebbe probabilmente immaginato... Quanti altri, come voi, furono ingannati? Quanti hanno visto in Alleanza Cattolica o in gruppi similari solo una solida formazione spirituale e intellettuale, sulla scorta del magistero della Chiesa, per il Regno sociale di Gesù Cristo? Nel corso del mio articolo mi sono chiesto più volte se il cattolicesimo - per giunta tradizionale - fieramente professato dai protagonisti della nostra storia fosse sincero o no. Non è mio compito rispondere a questa domanda. Certamente, esistono le "infiltrazioni nemiche nella Chiesa": alcuni hanno cercato e cercano ancora di diffondere tra di noi il veleno massonico. Altri invece, nell’attuale confusione, hanno avidamente cercato la verità, partendo forse da posizioni errate, per avvicinarsi alla fede cattolica integralmente professata. In alcuni questo percorso è giunto fino al suo termine, in altri è stato parziale, in altri ancora si è "tornati al vomito". In ogni conversione, quindi anche nelle conversioni ‘intellettuali’, è necessario seguire il precetto che il vescovo di Reims S. Remigio diede, nel solenne momento del battesimo, al Re Clodoveo: di bruciare, cioè, quanto fino allora aveva adorato, e di adorare quanto aveva bruciato. Ancor oggi, è questo il criterio per distinguere le vere dalle false conversioni, o dalle conversioni a metà, tanto dannose per la Chiesa.
APPENDICE
I. Giudizio di Introvigne sul Pentecostalismo (da confrontare con Verso la ‘tribalizzazione’ della Chiesa? Il pentecostalismo "cattolico" di P. Costa, in Cristianità, n. 25, maggio 1977, pp. 3-7. Il Pentecostalismo sarebbe demoniaco...). Intervista a Introvigne: egli "vede la rinascita" "nel ‘Rinnovamento carismatico’ che in Italia si definisce ‘Rinnovamento dello Spirito’. Anche se non piace a tutti, è stato pienamente accolto dalla Chiesa". Ne sono caratteristiche "una preghiera molto calorosa, il ricorso al canto e alla danza, con una attenzione ai fenomeni miracolosi. Nel mondo annovera 60 milioni di seguaci tra i catto- lici e 400 milioni tra i protestanti" (La Stampa, 10/9/98, p. 15).
II. I pericoli dell’antisemitismo. Testo della Conferenza Stampa del CESNUR tenuta a Washington presso il National Press Club, il 1 dicembre 1997, tradotto da Respinti e pubblicato da Percorsi (n. 4, marzo 1998, pp. 38-45). Introvigne denuncia la "persecuzione che avanza" nell’Europa Occidentale contro le "minoranze religiose". Es.: "le misure estreme invocate in Germania contro la Chiesa di Scientology", i rapporti parlamentari sulle sette pubblicati in Belgio e in Francia, e quello del Cantone di Ginevra. Difende The Family (gli ex Bambini di Dio) lodando il giudice spagnolo Adolfo Fernando Oubina, il quale "nella sentenza del 22 maggio 1992 si è spinto tanto in là da paragonare le azioni contro The Family all’‘Inquisizione’ e ai ‘campi di concentramento’" (p. 40). Quanto al rapporto belga, "gli studiosi hanno espresso forti preoccupazioni fra l’altro in merito all’accusa secondo cui gli ebrei satmar (una comunità hassidica la cui base si trova a New York e che il rapporto considera una ‘setta’) ‘rapiscono i bambini e li nascondono nelle trame della rete internazionale del movimento’. Ciò sembra fondarsi sul caso Patsy Heymans, in cui una donna cattolica belga, avendo ottenuto l’affidamento dei suoi tre figli, ha dovuto sottrarli all’ex marito satmar che li teneva illegalmente con sé negli Stati Uniti. Il documento parlamentare però non menziona lo specifico caso Heymans; si limita ad affermare che presso questo gruppo di ebrei hassidici il rapimento di bambini ‘non sembra affatto essere semplicemente occasionale’. L’inclusione di queste notazioni generali in un documento parlamentare può facilmente alimentare il fuoco dell’antisemitismo, la cui presenza persistente desta preoccupazione in diversi paesi europei" (p. 42). Difesa dei Pentecostali. Difesa degli Aumisti, condannati in Francia. Ammette che "Bourdin è un capo religioso impopolare così come l’aumismo è una minoranza impopolare" ma "questa circostanza rende l’aumismo un caso eccellente per verificare la libertà religiosa in Francia. Quando un gruppo è protetto dalla propria stessa popolarità non vi è bisogno di garanzie costituzionali o internazionali" (p. 44). Condanna la Grecia perché adotta la formula dello Stato confessionale (p. 38).
Note
1) Lo Stato delle idee, 17 febbraio 1999, p. 12 (Ci presentiamo... Noi impresentabili. Autobiografie). Un articolo di A. Sanfratello, co-fondatore di Alleanza Cattolica, pubblicato su Adveniat Regnum (anno V, nn. 1-2, primavera-autunno 1967, pp. 91-98) sembra indicare che, a quei tempi, A.C. non era stata ancora fondata. Sanfratello, infatti, presenta ai lettori il G.U.M. (Gruppo Universitario Missionario) operante tra gli studenti dell’Università Cattolica di Milano. Il G.U.M. ha già tutte le caratteristiche della futura Alleanza Cattolica, la cui data di fondazione è fissata (da fonte orale alleantina) al 1968. I punti di riferimento del Sanfratello erano Cantoni (nella sua prefazione a Eliade), Servire e, soprattutto, Mordini (vedi infra). Significativo l’appoggio a due temi conciliari: la rivalutazione del ruolo dei laici (Ad gentes, Lumen gentium, Apostolicam actuositatem) e, soprattutto la positiva valutazione delle religioni non-cristiane espressa in Nostra Aetate. (I più informati sulla data di fondazione di Alleanza Cattolica sono i brasiliani della Tradizione, Famiglia e Proprietà, che indicano senza esitazioni la data 1968 nel loro libro ‘Tradicion, Familia, Propriedad. Un ideal, un lema, una gesta’, Artpress, San Paolo in Brasile, 1990, p. 86).
2) "Capocroce" della Valle di Lanzo per Alleanza Cattolica. Si dice che non appartenga più all’associazione (forse per poter più facilmente svolgere la sua carriera politica nel CCD); in ogni caso mantiene con essa solidi legami e stretta amicizia.
3) Recentemente un suo articolo è stato tradotto in francese e pubblicato dalla Documentation Catholique, n. 2209, pp. 732, ss.
4) Andrea Morigi e Marco Respinti in redazione, Marco Tangheroni nel "comitato di indirizzo"...
5) Vedi la nota 53.
6) A quanto già pubblicato nelle precedenti puntate, e a quanto dirò nella presente, vorrei aggiungere le relazioni di Massimo Introvigne coi Martinisti. Massimo Introvigne, infatti, fa anche parte, con Robert Amadou, Rémi Boyer (redattore capo e nostra vecchia conoscenza) e Serge Caillet, del comitato di redazione della rivista L’Esprit des choses, pubblicazione generale del C.I.R.E.M., Centre International de Recherches et d’Etudes Martinistes. Oggetto di studio della rivista: "La Teosofia di Saint-Martin. L’opera e l’influenza di Saint-Martin. Martinez de Pasqually e gli Eletti Cohen. Willermoz e i C.B.C.S. (Chevaliers Bienfaisants de la Cité Sainte). La massoneria del R.E.R. (Rite Ecossais Réctifié). Storia degli Ordini martinisti. Cristianesimo esoterico. Massoneria egiziana". "Il CIREM è indipendente da ogni obbedienza massonica o martinista", ma il suo presidente, Amadou, ha scritto tra l’altro un libro dal titolo significativo: "A deux amis de Dieu, Papus et Philippe Encausse, hommage de réparation offert par Robert Amadou" (da un volantino del CIREM che un lettore ha gentilmente inviato alla redazione di Sodalitium). Ora, Papus altri non era che il padre di Philippe Encausse, ovvero il dott. Gérard Encausse (1865-1916), fondatore dell’Ordine Martinista, al quale succedette il figlio Philippe (su Claude de Saint- Martin, cf Sodalitium, n. 49 p. 14 ss., M. Introvigne, Il cappello del mago, Sugarco, 1990, pp. 216-232 e bibliografia alle pp. 454-455) e anche PIETRO TURCHETTI, Il filosofo incognito, Louis Claude de Saint-Martin. Storia del Marinismo e degli Ordini Martinisti, Arktos, Carmagnola, 1995. Turchetti critica severamente la Massoneria... moderna, fondata da Anderson & Co. tra il 1717 e il 1725, appoggiandosi anche a Gianfranco Ersoch - pp. 40-42 - del Centro di Studi Mordiniani. (Un mezzo infallibile per sapere se qualcuno è massone è appurare che egli critica la Massoneria... ‘deviata’). Il Martinismo, per il suo spiritualismo cristianeggiante, è particolarmente adatto per infiltrare i cattolici, come dimostra il caso di J. de Maistre. Basti pensare che una rivista molto seria quale Instaurare propagandò a suo tempo (nn. 1-2, genn.-apr. 1977, p. 5) la Lettera sulla Rivoluzione Francese del Saint-Martin, pubblicata a cura di G. Giurovich nel 1976. P.S.: Anche Robert Amadou è affiliato alla Massoneria, cf M. Moramarco, Nuova Enciclopedia Massonica, Bastogi, Foggia, vol. II, p. 277, e Massimo Introvigne, che ne fa un continuo punto di riferimento per i suoi studi, non ignora che "autori importanti (anche nella loro veste di storici) dell’esoterismo contemporaneo come Robert Amadou si inseriscono precisamente in quella linea [dell’esoterismo cristiano], anche se alla Chiesa cattolica d’Occidente preferiscono spesso la tradizione - che sarebbe rimasta più vicina a una autentica gnosi cristiana - delle chiese orientali" (Il cappello del mago, op. cit., p. 322).
7) Il padre di G. Cantoni, malgrado la lontana origine ebraica, ha infatti militato nella Repubblica Sociale Italiana. Si favoleggia su di una ‘sbandata’ giovanile a sinistra di G. Cantoni, favorita dalla presenza nel loco natìo dei famosi Quaderni piacentini. Di certo, collaborò ai Quaderni il co-fondatore di Alleanza Cattolica, Agostino Sanfratello.
8) Sull’influsso del pensiero di Burke in Alleanza Cattolica, vedi Sodalitium, n. 46 p. 69-71. Particolarmente incisivo sui rapporti tra Rivoluzione americana e Rivoluzione Francese è B. FAY, La Massoneria e la rivoluzione intellettuale del Settecento, 1935, ed. it. Ar, Padova, 1999 (su Burke, cf p. 216). In tre pagine (pp. 242-244), Fay sbriga alla perfezione anche la ‘pratica’ de Maistre, descrivendolo per quel che era.
9) Al proposito si possono consultare gli scritti di importanti esponenti della T.F.P. che hanno lasciato l’associazione: sia quelli di ex-militanti della T.F.P. francese (Tradition-Famille-Propriété. Secte ou pas secte? 1979, ed. italiana: Tradizione Famiglia Proprietà, Associazione cattolica o setta millenarista? con una prefazione di P. Parenzo, sine loco vel data [ma 1996?]), della T.F.P. argentina (Avv. Cosme Beccar Varela - fondatore della TFP argentina - Si un ciego guia a otro ciego. Analisis de la Familia de Almas de la TFP desde el punto de vista del Derecho Canonico, Buenos Aires, 1993; di prossima pubblicazione in una edizione italiana), della T.F.P. brasiliana stessa (ORLANDO FEDELI, Por tras de estandarte. Sempre-viva, a seita secreta da TFP, ed il suo estratto: Descriçao de um Delirio: o culto que a TFP presta a seu lider; nonché la "Dichiarazione Ablas" registrata presso i pubblici archivi il 24 agosto 1984 e pubblicata il 14 marzo 1985 dalla Folha da Manha, Campos, Brasile, tradotta in italiano e pubblicata da La Tradizione Cattolica, n. 38, 1998, pp. 15-18 ). La T.F.P. è stata condannata dall’Episcopato brasiliano come una società a "carattere esoterico" (Osservatore Romano, del 7/7/85, p. 12, ed. in lingua spagnola).
10) Per una nostra critica delle loro posizioni, cfr Sodalitium, n. 42, pp. 46 ss e n. 47, pp. 52 ss.
11) Guénon, che scrisse sulla France anti-maçonnique (!), fu iniziato alla massoneria. Anche Evola, più di Guénon, si è opposto alla Massoneria al seguito di Malinski, de Poncins ecc., eppure nessuno ignora quanto egli debba al massone Reghini (malgrado successivi dissensi), al massone ebreo Servadio (di cui fu sempre amico), alla casa editrice massonica Atanòr ecc. ecc. Risalendo alla radice dell’errore dell’ambiguo antimassonismo di certi esoteristi, P.V. Barbiellini Amidei (che pure di Evola fu frequentatore e ammiratore) scrisse: "la verità sta quindi, a mio parere, all’opposto di come presenta le cose lo stesso Guénon e, per inciso, di come le presenta J. Evola (cf Imperialismo pagano, Atanòr, Todi, 1928, pp. 129-133 e Introduzione alla magia quale scienza dell’Io, a cura del Gruppo di Ur diretto da J. Evola, art. di EA, Sui limiti della regolarità iniziatica, Bocca, Torino, 1955, III, pp. 174-190): l’inversione della massoneria non è dovuta alla perdita, da parte della maggior parte dei massoni, del vero significato di una iniziazione che avrebbe dato o, comunque, darebbe ancora la possibilità di una ‘conoscenza’ effettiva, ma dall’estrapolazione, per eccesso, del sacramento della benedizione (col quale il muratore medioevale era ricevuto nella corporazione e insieme alla quale si trasmettevanoi naturali segreti del mestiere) in un’influenza spirituale al di sopra e al di là della grazia ritualmente conferita dai sette sacramenti della Chiesa: donde non più la conoscenza (naturale) di segreti di mestiere, ma la luciferica pretesa gnosticistica di ascesa a Dio mediante l’iniziazione e la conoscenza (esoterica) come forma intellettuale superiore, o indipendente, dalla fede cattolica. Si soffermi quindi il lettore; l’inversione massonica ha proprio avuto origine da una estrapolazione di un sacramentale in un sacramento, l’estrapolazione di una semplice benedizione (come l’‘adoubement’ liturgico dell’antica cavalleria) in un rito che avrebbe conferito una grazia speciale, ossia il conferimento rituale di un’influenza spirituale non previsto dalla dottrina dei sacramenti del Concilio di Trento" (in Adveniat Regnum, anno XII, nn. 1-2, p. 82).
12) Attilio Mordini di Selva (1923-1966), fiorentino. (Cf. la presentazione di F. CARDINI a Mordini, Francesco e Maria, Cantagalli Siena, 1986). Di lui parlerò abbondantemente nel corso dell’articolo. Sul ruolo di Mordini testimonia anche P. Tosca nel suo Il cammino della Tradizione (p. 77): "anche l’estensore di queste note- scrive Tosca - deve confessare che Mordini rappresentò il ‘ponte’ intellettuale per transitare dalle precedenti infatuazioni evoliane e guénoniane alla terra ferma della verità cristiana". Purtroppo i ponti (e non alludo qui a Pino Tosca) si possono attraversare nei due sensi.
13) Silvano Panunzio, nato a Ferrara e ancora vivente. Figlio di Sergio, esponente del sindacalismo fascista e fondatore di Pagine Libere. Su di lui: Gianfranceschi, Legittimo, Siena, D’Aloe, Gordini, Un testimone dell’assoluto, Cantagalli, Siena, 1998. Sua attuale ‘palestra’ è la rivista Metapolitica.
14) Ben poco esiste al proposito. Si possono citare: GIORGIO TASSANI, La cultura politica della destra cattolica, Roma, 1976; PINO TOSCA, Il cammino della tradizione. Il tradizionalismo italiano (1920-1990), Terra degli Avi, Bari, 1992, II ed. Il Cerchio, Rimini, 1995; Silvio Vitale, Contributo per la storia del tradizionalismo, pubblicato sulla rivista napoletana L’Alfiere (1965: nn. 17-18, n. 19; 1966: nn. 20, 21, 22-23; 1967: nn. 25, 26).
15) Essa si trasformò il 25 ottobre 1959, festa di Cristo Re, in Alleanza Tradizionale [o Trascendente] Michele Arcangelo (ATMA). "Appello Sacro" e "Interni princìpi" dell’ATMA sono stati ripubblicati su Metapolitica, n. 1, gennaio-marzo 1999, p. 2-4.
16) P. SIENA, Testimone dell’assoluto, op. cit.; in Metapolitica, n. 1/1999, p. 17. Alla ‘terza Roma’ di Mazzini e Mussolini, dunque, viene sostituita quella di Gioachino da Fiore.
17) GIOVANNI CANTONI, Considerazioni sul ‘Tempio del Cristianesimo’, in L’Alfiere, n. 21, aprile 1966, p. 5.
18) Giovanni Papini (1881-1956), scrittore fiorentino, Accademico d’Italia. Protagonista con Prezzolini della vita culturale italiana della prima metà del novecento. Scettico, fu vicino anche al modernismo. Si convertì verso il 1921 (Storia di Cristo). Seguì, con Giuliotti, il Dizionario dell’omo salvatico (1923), Il Sacco dell’orco (1933). Fece scalpore la sua apologia di Lucifero con Il Diavolo (1953): riprendendo l’apocatastasi di Origene, sostenne che Dio avrebbe perdonato tutti i dannati, incluso il diavolo (cf MARIO ACQUA, Quo vadis Papini? Rigois, Torino, 1955; MONS. LÉON CRISTIANI, Présence de Satan dans le monde moderne, France-Empire, Paris, 1959, pp. 297-303). Il suo amico don De Luca, su domanda del card. Ottaviani, scrisse il duro articolo di condanna delle tesi papiniane pubblicato dall’Osservatore Romano (25-26 gennaio 1954). Papini non si corresse, anzi, fu recidivo con La felicità dell’infelice (1956). Da tempo Papini si interessava ai falsi mistici ed esoterici (cf Francesca Petrocchi, Il ‘Leonardo’ e il modernismo (seconda parte), p. 46 [79]) e considerava il massone Arturo Reghini, uno dei maestri di Evola, "l’unico mago rispettabile ch’io abbia mai incontrato" (M. INTROVIGNE, Il cappello del mago, op. cit., p. 180). L’Ultima fu, in effetti, l’ultima delle prestigiose riviste alle quali Papini collaborò. Essa ospitò "tradizionalisti" come Mordini e Panunzio e modernisti come Balducci, Gozzini, Zarri, Scoppola...: ciò non deve stupire vista l’affinità di fondo delle due correnti apparentemente antitetiche. L’articolo del Conte Neri Capponi, discepolo di Mordini, avvocato rotale e già dirigente di Una voce, sul Mistero dell’Inferno (Controrivoluzione, nn. 47-49, p. 37) è una conferma dell’influenza papiniana e del convergere tra modernismo e tradizionalismo (in questa lettera al direttore il Conte fiorentino identifica il "fuoco" dell’inferno con "Dio stesso che consuma colui che lo rifiuta" – annullando così la pena del senso nella pena del danno – e sostiene la possibilità che nell’inferno nessuno sia dannato all’infuori dei démoni, - appoggiandosi indebitamente su S. Agostino che sostiene solo la possibilità di conversione dei cattivi finché sono in vita...).
19) "Tra il dicembre del ‘54 e l’agosto del ‘63 si pubblicò ‘Carattere. Rivista di fatti e di idee’. Ne erano stati promotori Gerardo D’Ambrosio, Gaetano Rasi e Primo Siena. (...). ’Carattere’ venne editata dalle edizioni Cantiere, titolo di una omonima pubblicazione nata anch’essa a Verona per iniziativa di Primo Siena, tra il settembre del ‘50 e il gennaio del ‘53. A ‘Carattere’ collaborarono firme illustri: Guido Manacorda, Carlo Costamagna, Balbino Giuliano, Armando Carlini, Ardengo Soffici, Roberto Paribeni, Fausto Belfiori, Attilio Mordini, Alfredo Cattabiani, Fausto Gianfranceschi, Ezio M. Gray, Silvano Panunzio, Vittorio Vettori, Gianni M. Pozzo, Giuseppe Spadaro, Raimondo Meloni, Piero Vassallo, Julius Evola" (G. Perez, Carattere, n. 1, 1996, p. 2).
20) Articolo di Panunzio pubblicato su Carattere, riprodotto su L’Alfiere, n. gennaio 1966, pp. 7-8.
21) Questa idea ritorna spesso in Mordini. Ad esempio: "unica e valida misura di ogni gerarchia è l’Uomo universale, su cui ogni antica religione tradizionale ordina ogni suo mito (si pensi a Prometeo, a Krishna, al Buddha Maitreya e, persino, all’Adam Qadmon per la Qabbala ebraica!), e che per l’Incarnazione si rivela quale Homo Christus Jesus" (in Adveniat Regnum, n. 1, nov.-dic. 1963, p. 8); "l’unità del genere umano è l’uomo universale che i cristiani chiamano Homo Christus Jesus, gli ebrei seguaci della Qabbala Adam Kadmon, i musulmani el-Insanul-Kâmil" (Il Ghibellino, 1961, n. 6, ripreso in A. Mordini, Il cattolico ghibellino (a cura di C.F. Carli, Settimo Sigillo, Roma, 1989, p. 85).
22) "Con il suo solo Saggio il Marchese di Valdegamas [Donoso Cortes] s’è collocato fra il Conte de Maistre e il visconte de Bonald, che potremmo quasi chiamare i padri laici della Chiesa di Roma" (J. Barbey d’Aurevilly, cit. da G. Allegra nella sua introduzione a J. Doloso Cortes, Saggio sul cattolicesimo, il liberalismo e il socialismo, [1851], ed. Rusconi, Milano, 1972, p. 7)
23) Denzinger, D. 1622-1627, 1649-1652, nonché lo stesso Vaticano I. Molti moderni ‘tradizionalisti’, pur rifacendosi ai suddetti "padri laici", negano (ahimé, invano) ogni coinvolgimento col tradizionalismo condannato dalla Chiesa il secolo scorso (così anche Mordini, fermamente, in Adveniat Regnum, anno II, nn. 3-4 , e Siena, ibidem, anno IV, nn. 1-2, p. 29) ma quando P.V. Barbiellini Amidei paragonò a ragione il tradizionalismo al ghibellinismo, al giansenismo e al modernismo (Adveniat Regnum, anno VII, nn. 3-4, p. 59) la rivista L’Alfiere (n. 32/1970, p. 3) reagì in difesa del tradizionalismo.
24) "In questa stessa direzione si sviluppa a Torino, nella prima metà dei Sessanta, il tentativo di una neo casa editrice di riportare in auge una cultura cattolica di tipo tradizionalista o ‘controrivoluzionaria’. Nascono così, per merito di Alfredo Cattabiani, Piero Femore e Piero Capello le Edizioni dell’Albero...". "Piero Capello, redattore del Borghese, membro della Fondazione Volpe, direttore del mensile Il Conciliatore, apprezzato conversatore nei migliori salotti torinesi, era un laico ‘integrale’, un agnostico dicharato in materia religiosa, un fascista ‘anticlericale’. Eppure la diffusione della cultura tradizionalista gli deve molto..." (P. Tosca, op. cit., pp. 85-86).
25) T. Molnar, pur riaffermando il suo cattolicesimo, ha appoggiato a lungo il movimento neo-pagano GRECE (cf GASTON NOSSI, G.R.E.C.E., faux dieux et authentiques demons, Ste Jeanne d’Arc, Villegenon, 1981, pp. 26-27) fino a pubblicare un libro in collaborazione con Alain de Benoist, L’eclisse del sacro (La Table Ronde, 1986; Edizioni Settecolori, 1992). Pur non aderendo alla corrente esoterica ed invitando alla prudenza nei suoi confronti, Molnar stima che, per un cattolico, "la lettura dell’opera di René Guénon può fornire una conoscenza salubre, utile" (ERIC VATRÉ, La droite du Père, Trédaniel, 1994, pp. 237-238]. Egli porta lo stesso giudizio sulle opere di Eliade, Jung e T. Burckhardt.
26) Il primo autore pubblicato nella collana Saggi, diretta da Cantoni, fu Gianni Baget Bozzo, col quale il giovane Cantoni collaborò. Seguirono Mordini, Gianfraneschi, Calmel, Accame, Corrêa de Oliveira, de Tejada, Molnar, Siena ecc.
27) Mordini tenne una relazione intitolata: La Tradizione e la genesi del tradizionalismo attuale. A lungo diffusa da L’Alfiere, è stata riportata in: A. MORDINI, Il cattolico ghibellino, op. cit., pp. 17-40. Mordini collaborava sia alla rivista di Vitale (L’Alfiere) che a quella di Ruta (Il ghibellino). Sulla questione, cf VITALE, Contributo per la storia del tradizionalismo, op. cit., VI puntata.
28) L’Alfiere, n. 21, aprile 1966, pp. 4-6, e n. 24, marzo 1967, pp. 5-6.
29) Jean Danielou, nato nel 1905, figlio di un deputato radicale, è morto nel 1974 nelle note, scabrose circostanze. Suo fratello Alain fu un noto ed esplicito esoterista. Influenzato dal Maritain, collabora poi coi confratelli gesuiti de Lubac e von Balthasar, iscrivendosi nella corrente teologica della "nouvelle théologie", condannata dall’enciclica Humani generis. Rivaluta Origene (1948), rilancia il concetto di ‘giudeo-cristianesimo", apre il dialogo con le religioni non cristiane (Cercle st Jean Baptiste). Collabora con il gruppo di Eranos e, come abbiamo visto, non è insensibile a R. Guénon. Le sue posizioni trionfano al Concilio, mentre è critico rispetto al post-concilio. Paolo VI lo elevò al cardinalato e all’episcopato nel 1969 (cf MARIE-FRANCE JAMES, Esoterisme, occultisme, franc-maçonnerie et christianisme aux XIXe et XXe siècles, Nouvelles éditions latines, Paris, 1981, p.87-89). Le edizioni Arkeios, non a caso, ne stanno ristampando le opere.
30) L’Alfiere, n. 28, dicembre 1968, p. 16.
31) Interessante e significativa la bibliografia de Il Tempio del Cristianesimo. Vi troviamo, ad esempio, i profeti della nouvelle théologie e del Vaticano II (Romano Guardini, Urs von Balthasar, Jean Danielou), Guénon, Schuon e Evola, Gustave Thibon (che tanta influenza avrà su Cantoni e Sanfratello), e, soprattutto, Silvano Panunzio (quattro riferimenti). Dove Mordini è più evoliano che guénoniano è sulla questione dell’autorità temporale rispetto a quella spirituale, del ruolo del cavaliere rispetto a quello del sacerdote...
32) L’espressione si rifà a un articolo pubblicato da S. Panunzio su L’Ultima (anno 7°, quaderno 68-69, p. 112 sg., Firenze, 1953). Nel 1977, essa è ripresa da Franco Maestrelli nella sua prefazione ad A. MORDINI, Il mistero dello Yeti, Il falco, Milano, 1977, p. 10. Anche Maestrelli ha militato in Alleanza Cattolica.
33) G. CANTONI, Considerazioni sul ‘Tempio del Cristianesimo’, op. cit., p. 4 e p. 6 nota 1.
34) A. MORDINI, Tradizione e rivelazione, ne Il ghibellino, 1961, N. 6, riportato in Il cattolico ghibellino, op. cit., p. 64.
35) F. RICOSSA, nel suo L’Apocalisse secondo Corsini (Sodalitium, n. 49) difende l’opinione di Eugenio Corsini, secondo la quale il ‘regno millenario’ non indicherebbe quello della Chiesa (S. Agostino) e tanto meno un regno temporale di Cristo prima della fine del mondo (millenarismo) quanto il periodo veterotestamentario (pp. 61-62).
36) Sulla questione del Montfort, cf C. NITOGLIA, Joseph de Maistre esoterico?, in Sodalitium, n. 49 pp. 25- 27. Anche Mordini, come la T.F.P., segnala le profezie di Marie des Vallées (cf A. MORDINI, Il tempio del cristianesimo, pp. 127-128, ove egli paragona anche – nelle similitudini e nelle differenze - il ‘culto del Graal’ e quello del Sacro Cuore; temi carissimi all’esoterismo guénoniano di Charbonneu-Lassay, di cui infra).
37) A. MORDINI, Il Tempio del Cristianesimo, op. cit., p. 55, n. 1. Un discepolo di Mordini, il già citato Conte Neri Capponi, illustra un altro aspetto del millenarismo giudaico del suo maestro. Nell’opera inedita di Mordini sulla regalità di Cristo, intitolata INRI, lo scrittore fiorentino "analizzava ciò che sarebbe potuto accadere se, ad esempio, Caifas avesse accettato Gesù come Messia, anzi, come Dio in persona (...) Attilio diceva che se Caifas avesse accettato Gesù come Dio si sarebbe verificata la conversione del mondo attraverso la sua conquista da parte del popolo d’Israele guidato da Gesù; si sarebbe instaurato il regno messianico predetto da Isaia ed in pratica si sarebbe avuta la fine dei tempi...". Invece della "conversione per sottomissione" si è verificata la "conversione per innesto, in cui ciascuna cultura, accettando il Cristo, si innesta sul tronco reciso di Israele, mantenendo perciò ciascuna di esse la propria individualità" (In margine all’intervento sull’islamomania, lettera al direttore di Neri Capponi su Controrivoluzione, nn. 43-46, p. 22). Mordini, pertanto, interpretava le profezie vetero testamentarie sul regno messianico esattamente come i giudei: un regno terreno, in virga ferrea, di dominio sul mondo (che corrisponde alla tentazione satanica fatta a Cristo nel deserto!). Siccome questo quadro del Messia trionfante (il Messia ben David) è stato sostituito da quello del Messia sofferente (il Messia ben Joseph), Mordini afferma che verrà riproposto tale quale nel regno millenario che precederebbe la fine dei tempi; peccato che questo regno assomigli più a quello dell’anticristo che a quello di Cristo!
38) Molti altri temi accomunano Mordini a de Oliveira: il medioevalismo, l’aristocratismo, il ghibellinismo ecc. Quanto all’aristocratismo, Mordini nutriva un "sogno di restaurazione partendo dall’aristocrazia del sangue" (C.F. Carli, nota introduttiva ad: A. Mordini, Il cattolico ghibellino, p. 12). L’ultima fatica di CORREA DE OLIVEIRA, è Nobiltà ed élites tradizionali analoghe, nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato ed alla Nobiltà romana, Marzorati, 1993 (da cui una grande ammirazione per i Lords inglesi...). Quanto al ‘ghibellinismo’ della T.F.P. (quello di Mordini è esplicito), ricordo quanto già fatto osservare da PIETRO PARENZO in Tradizione, famiglia, Proprietà , Associazione cattolica o setta millenarista?, op. cit., p. 10, ove egli citava il Curso Basico Tradiçao, Familia e Propriedade: A Historia e seus grandes peronagens, ove si sostiene che "è evidente che il Papa non ha il potere di deporre né costituire un Imperatore".Alle osservazioni in materia del Parenzo, ha risposto la T.F.P. con l’opuscolo La mano che estingue, la voce che addormenta (Ufficio T.F.P., Roma, 1996, p.
27), argomentando che la citazione sarebbe una falsificazione del Parenzo. Io non ho letto il testo del Curso basico, per cui non posso pronunciarmi in materia, ma ho sotto gli occhi la sua traduzione italiana a cura di Davide Botti, di Alleanza Cattolica, ove la frase incriminata si trova effettivamente alla p. 3 del cap. XIV! Delle due l’una, quindi: o il "falsificatore" è Davide Botti, o il mentitore è l’Ufficio italiano della T.F.P., e non certo l’incolpevole Parenzo.
39) Che dire quando si sa che Mordini "dopo l’otto settembre s’arruolò dapprima nella IV divisione Panzer-Pionier, poi aderì alla Repubblica Sociale Italiana, inquadrato nella Guardia Nazionale Repubblicana"? Ma è questo solo uno dei paradossi di colui che fu anche, tra le altre cose, segretario del celebre padre Tondiseppure per cause di forza maggiore - (cf i cenni biografici nell’opera Il cattolico ghibellino). Sul pensiero mordiniano a proposito del nazional-socialismo e dell’ebraismo, cf Il tempio del cristianesimo, op. cit., pp. 176-202. Verso il Nazional-socialismo e l’Ebraismo Mordini ha - potremmo dire - una ammirazione critica: ammirazione per l’aspetto ‘tradizionale’, ‘critica’ per quello moderno delle due vie. Dell’ebraismo, egli critica la degenerazione razionalista: "...Siamo perciò tutt’altro che propensi a considerare gli Ebrei come gente... maledetta! Anzi, come è noto, lo stesso difensore di Eichmann, avvocato Servatius, era un ebreo; anche Martin Buber, il più grande pensatore ebraico del nostro tempo - e quindi persona eminentemente rappresentativa - si è dichiarato apertamente contrario alla condanna di morte inflitta al colonnello Eichmann. E come la Francia sembra stia ritrovando proprio in questi giorni, a fianco della Germania, la via tradizionale del Re San Luigi (al suo tempo fedele al Sacro Romano Impero), così auspichiamo che il popolo d’Israele, in Palestina, possa presto ritrovare la strada della Tradizione autentica dell’Ebraismo, lasciando per sempre la poco chiara posizione socialisteggiante che sembra mantenere a tuttoggi" (p. 202). Un israeliano di destra non avrebbe nulla a che ridire, specialmente sulle ultime righe... Anche perché Mordini "frequentava l’Alleanza ebraico-cristiana" (F. CARDINI, op.cit. p. 8).
40) "A ben considerare - scrive Mordini - le sagge scomuniche della Chiesa alla massoneria risulta evidente come siano dovute proprio ai primi sintomi del prevalere della speculazione razionalista sull’opera e sulla speculazione veramente spirituale" (p. 140). Non stupisce allora che dei massoni spiritualisti siano passati al cattolicesimo mordiniano, come Giuseppe Passalacqua, fondatore nel 1972 del Centro di studi mordiniani (cf P. Tosca, op. cit., p. 77). Sulle deviazioni della rivista mordiniana Excalibur, spinta da Placido Procesi, medico di Evola, verso la "spiritualità graalica" e la magia sessuale di Kremmerz, cf P. Tosca, op. cit., pp. 84-85, che sottolinea anche l’influenza del cabalista cattolico ‘Paolo Virio’, le cui opere sono edite dalla massonica casa editrice Bastogi.
41) Cf MICHELE MORAMARCO, Nuova Enciclopedia Massonica, Bastogi, Foggia, 1998, vol. III, p. 28 [‘Massoneria e cattolicesimo: c) la posizione dei micaeliti]. È interessante notare come l’autore (massone) rivolga i ringraziamenti per la collaborazione, tra gli altri, a Silvano Panunzio e a Massimo Introvigne...
42) A. MORDINI, Le Eresie pre-moderne, in Adveniat Regnum, anno II, n. 2, aprile-maggio 1964. "Si deve distinguere lo Gnosticismo dalla Gnosi e, parimenti, gli Gnosticisti dagli Gnostici". "L’autore del Nuovo Testamento che lo gnostico predilige è Giovanni Evangelista (...) che sul cuore di Gesù ha riposato (...) Lo gnostico, definito da Clemente alessandrino come l’amico prediletto di Dio, fa del suo verbo umano uno strumento del Verbo di Dio; laddove il mistico che non sia propriamente gnostico può solo tacere (...) E quanti oggi son disposti a vedere soltanto eresia là dove si parli di gnosi - forse nell’intento di essere veramente prudenti - porgono, in realtà, il fianco all’insidia del maligno". La vera gnosi sarebbe "scaturita dalla scuola di Giovanni evangelista (...) simbolo vivente dell’intuito mistico, sempre giovanile e sempre più rapido della stessa Cattedra di Pietro nel pervenire alla Verità" (pp. 10-12; nella p. 13 Mordini ricorda come già espresse questi concetti al VII Convegno di scrittori Cattolici del 2-6 gennaio 1962). Mordini parlava spesso di una Chiesa di Pietro, sacerdotale, e una di Giovanni, mistica ed equestre [cf P. Siena, La via regale del cristianesimo (in ricordo di Attilio Mordini), in Adveniat Regnum, anno X, nn. 2-3, apr.-ott. 1972, pp. 17-18], con evidenti reminiscenze gioachimite (per Gioachino da Fiore la prima età, quella del Padre, è dei coniugati, la seconda, del Figlio, dei chierici, la terza, dello Spirito, dei monaci e dei mistici).
43) "In occasione della pubblicazione de ‘Il Mito primordiale del Cristianesimo quale fonte perenne di metafisica’ (Scheiwiller, Milano, 1976) ben due volte le terze pagine dei quotidiani hanno intessuto lodi dell’autore [cioè Attilio Mordini]. Prima, il sempre autorevole Osservatore Romano (13/2/1977), successivamente ‘Il Tempo’ (5/6/1977) con tre colonne dovute alla valida penna del pensatore cattolico Augusto Del Noce" (F. MAESTRELLI, prefazione a A. Mordini, Il mistero dello Yeti, Il Falco, Milano, 1977, p. 11).
44) "Elémire Zolla è nato a Torino nel 1926". "Nonna alsaziana, mamma inglese, il padre figlio di italiani ma nato e cresciuto a Londra, Zolla ha un nome ungherese francesizzato in Elémire e nulla di piemontese". Egli è "tra i massimi esperti mondiali di filosofie orientali e di esoterismo" (D. BELLONI, Zolla: ‘L’Occidente non conosce la vera fede’, in Giornale, 26/8/99, p. 27)[Il titolo non è corretto. Nell’articolo, si legge: "Poi, spezzato l’incantesimo, afferma di non credere a nulla. ‘Ecco perché sto bene in Oriente. È una malattia occidentale, la fede’"].
45) Il cattolico ghibellino, op. cit., p. 105. Adveniat Regnum (anno II, n. 2, aprile-maggio 1964, pp. 81-84), recensendo Kairos, elogia, ad esempio, Titus Burckhardt, "valente studioso svizzero", come l’articolo Alla comprensione dell’Islam dell’"ormai famosissimo Frithjof Schuon", come se i due non fossero guénoniani di prima classe! Per correttezza però si deve dire che proprio Adveniat Regnum - nata per sostituire Carattere che aveva cessato le pubblicazioni - fu la prima rivista ‘cattolica tradizionalista’ ad attaccare il tradizionalismo esoterico non solo di Guénon e Zolla (come farà la scuola vassalliana) ma anche di Evola. Rendo quindi un doveroso omaggio ai miei precursori (su quest’opera di "ripulisti", cf Tosca, op. cit., pp. 87-88) estendendo la critica - come credo non sia ancora stato fatto - a Mordini (senza giudizi sulla buona fede di un uomo per tanti versi ammirabile).
46) F. Schuon (1907-1998). Pur avendo aderito all’islamismo esoterico, Schuon si distacca da Guénon (del quale fu discepolo e collaboratore) proprio sulla possibilità attuale di un esoterismo cristiano. Nel Dossier H (1984), Schuon rivaluta il buddismo, la tradizione giapponese e il cristianesimo, sostenendo che certi sacramenti sono tuttora un rito iniziatico. Sui rapporti tra l’autorità temporale e quella spirituale, Schuon segue la posizione di Dante, e non qualla di Guénon (cf Société A. BARRUEL, L’Ècole moderne de l’ésotersme chrétien, n. 22/23, Lyon, pp. 134-137). Secondo la rivista guénoniana La Place Royale, in un articolo di Dominique Devie pieno di pettegolezzi sul mondo guénoniano, Schuon avrebbe subìto negli U.S.A. un processso per molestie sessuali (cf n. 38/1998, pp. 44-53). La stessa rivista attribuisce a questo fatto la separazione del prof. Borella dal suo maestro Schuon.
47) "Dell’Italia, Eliade assimilò lingua e cultura e italiani furono pure i suoi massimi ispiratori. Primo fra tutti il Giovanni Papini dell’’Uomo finito’ (proprio per poterlo incontrare apprese velocemente il nostro idioma), seguito dal filosofo cristiano, tempestoso e drammatico, Ernesto Buonaiuti. A queste due eminenti figure di pensatori problematici ma combattivi, Eliade dovette moltissimo" (A. LA FATA, Confronto con Mircea Eliade, in Metapolitica, nn. 3-4/1998, pp. 29-31). "Eliade – aggiunge La Fata, in un resoconto su di un convegno a lui dedicato cui parteciparono Faivre e Cardini - non fu un cristiano confessionle, istituzionale. Aborrì ogni forma di esclusivismo o di fanatismo religioso...", ma ricevette i sacramenti cristiani: il matrimonio nei due riti (cattolico e ortodosso) e l’estrema unzione in quello anglicano.
48) Al gruppo di Eranos appartenne anche G. Scholem, "il massimo studioso della mistica ebraica e in particolare l’esploratore più coraggioso della kabbala luriana..." (M. MORAMARCO, op. cit., vol. I, p. 543).
49) Giovanni Cantoni sarà lieto di trovarsi - anche a proposito di Mircea Eliade - in perfetta consonanza con Giovanni Paolo II (cf, Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della speranza, Mondadori, Milano, 1994, p. 37).
50) Su Corbin, cf Moramarco, op. cit., vol. I, pp. 543-547. Nel suo itinerario spirituale troviamo Barth, Massignon, Boehme (e quindi il Cabalismo), Swedenborg, Willermoz, Husserl, fenomenologia, islamismo, templarismo ecc.
51) Uno dei massimi esperti su Swedenborg.
52) M. MORAMARCO, op. cit., vol. I, p. 469-472 e vol. III, pp. 21-22.
53) "Di quanto ha fatto - scrive di sé stesso Cantoni nella autobiografia già citata - è debitore alla moglie, al certosino François de Sales Pollien e al gesuita Florido Giantulli". Su Padre Giantulli (1906-1974), vedi il ricordo pubblicato su Cristianità, n. 8, nov.-dic. 1974, p. 12, ma anche quanto scritto da Pucci Cipriani su Controrivoluzione (n. 22, nov.-dic. 1992, p. 13: "Credenti con l’elmetto e reggenti con il cappuccio") ove l’editore di P. Giantulli (F. GIANTULLI, L’essenza della massoneria italiana: il naturalismo, P. Cipriani, Firenze, 1973) accusa Alleanza Cattolica di aver volatilizzato (e per lo meno inutilizzato) l’imponente archivio ‘massonico’ del padre gesuita.
54) Il pensiero di Mordini, Cantoni, Capponi ecc. sul laicato è particolarmente importante ed andrebbe sviluppato. Di Mordini, Cantoni scrisse: "fu laico e non sacerdote, e di questa laicità, partecipazione al laos, al popolo di Dio, fu strenuo difensore" (Mordini, nel nostro tempo, contro il nostro tempo, cit. p. 6). Per questi autori il ‘popolo di Dio’ si articola gerarchicamente, avendo alla sua sommità l’Imperatore consacrato: "l’Imperatore è Re - scrive Mordini - ma appunto perché regalità suprema da cui ogni altra autorità civile procede sulla terra, ha da essere anche sacerdote. Se ciò non fosse, la sua persona non sarebbe sacra (...) deve pertanto ordinare principi e cavalieri, e deve perciò trasmettere certi carismi del potere con l’imposizione delle mani" (MORDINI, Il tempio del cristianesimo, p. 89, cfr con De Mattei, introduzione a J. DE MAISTRE, Saggio sul principio... pp. 9-10). Ne consegue il sostegno (seppur condizionato, in Mordini) della posizione dantesca espressa nel De Monarchia (il libro è all’Indice). Una conseguenza attuale: la "dottrina sociale della Chiesa" , discenderebbe dalla sua "potestas directiva in temporalibus" [tesi gallicana] e si eserciterebbe in nome della "patria potestas vicaria che la vedova esercita sui figli, parlando loro in nome del padre scomparso" (G. CANTONI, Considerazioni sul ‘Tempio del Cristianesimo’, cit., p. 6). La dottrina sociale della Chiesa come supplenza e surrogato della voce imperiale, sola autorizzata a insegnare in materia, è veramente una enormità per chi definisce Alleanza Cattolica una asssociazione fondata per "la diffusione della dottrina sociale della Chiesa" (autobiografia cantoniana pubblicata su Lo Stato!) Cantoni sembra misconoscere l’oggetto indiretto del magistero.
55) Cf C. NITOGLIA, Joseph de Maistre esoterico?, in Sodalitium, n. 49 pp. 13-14. Il richiamo ai Templari è costante in Mordini. Limitandomi al Tempio del Cristianesimo, egli vede echi templari in S. Francesco (pp. 81 ss.), in S. Ignazio (p. 192, parlando anche del Graal), nelle Schutzen Staffeln, più note come S.S. (p. 181, n. 1). La rovina della cristianità ha come data la condanna dei Templari (p. 158), mentre nel Regno millenario di Cristo sulla terra vedrà "il trionfo degli eletti, dalla veste bianca e dalla rossa croce di sangue; bianchi crociati di rosso come i Templari. (...) Sono i seguaci di Giovanni evangelista [sul mito massonico di s. Giovanni cf Ricossa, Karol, Adam, Jacob, in Sodalitium, n. 49, p. 40, n. 19]: i mistici e i militi che, passato il regno dell’Anticristo, oltre il crollo finale di questa pseudo-civiltà, ricostruiranno l’ordine nuovo col Cristo imperante" (p. 206) [per la T.F.P., nel ‘regno di Maria’, domineranno i ‘profeti’ e i ‘cavalieri’].
56) PIER VITTORIO BARBIELLINI AMIDEI, Nota sul tradizionalismo cavalleresco, in Adveniat regnum, nn. 1-2, anno XII, gennaio-giugno 1974, pp. 71-82.
57) Metapolitica, n. 1, Gennaio-marzo 1999, pp. 2-3, 16-17; PRIMO SIENA, Attilio Mordini, in L’Alfiere, marzo 1967, p. 4. Mordini stesso fondò degli ordini cavallereschi: Maria Janua Coeli (cf L’Alfiere, ivi, p. 8) e l’Ordo pacis (cf A. MORDINI, Il cattolico ghibellino, op.cit., p. 12). Nell’articolo Maria janua coeli pubblicato su Adveniat regnum (anno II, n. 1, genn.-febb. 1964, pp. 27-34) Mordini parla di un gruppo di amici fiorentini che si riuniscono "nei locali della cappella di san Tommasino in via della Pergola", "sede della Confraternita della disciplina dei nobili". "È superfluo dire che le riunioni del gruppo sono del tutto riservate, con quella discrezione che, sola, esprime la dignità dell’uomo e al tempo stesso la garantisce. Nel suo concepire il laicato come milizia, come guardia al deposito della tradizione civile per una formazione veramente cristiana dell’uomo naturale, laico, ma assolutamente antilaicista, il gruppo si nomina ‘san Bernardo di Chiaravalle’ (...) il santo abate cistercense così caro a Dante Alighieri, autore del ‘De Laude Novae Militiae [ scritto per la fondazione, appunto, dei Templari]". I membri del gruppo ‘San Bernardo’, che dovevano imitare l’Homo Christus Jesus [alias Adam Kadmon], pregavano per la canonizzazione di Carlo d’Asburgo (come si farà in Alleanza Cattolica). La Janua Coeli doveva nascere dal gruppo ‘San Bernardo’(ricordo che per Guénon sia San Bernardo - absit – sia Dante erano degli iniziati).
58) Dal n. 9 (gennaio-febbraio 1975), iniziò la pubblicazione degli articoli sul magistero di Vidigal da Silveira (TFP) sulla possibilità dell’errore nei documenti del magistero e sulla resistenza all’autorità del Papa (articoli che tanto male hanno fatto ai ‘tradizionalisti’ cattolici). Col n. 19-20 (settembre-dicembre 1976), Cristianità prese finalmente posizione in favore di Mons. Lefebvre (ma erano i tempi della ostpolitik vaticana...), mentre nel numero seguente (gennaio 1977) si attaccava, per la prima volta, Paolo VI (Presenza di Lutero nella ‘Chiesa Conciliare’). Nel 1977, Cristianità ristampò l’ottimo Il problema dell’ora presente di Mons. Delassus.
59) Le Serate di de Maistre e il Saggio di Donoso furono stampate dalle edizioni Rusconi, a quei tempi (anni ‘70), centro di diffusione dell’esoterismo di ‘destra’, sotto l’influsso di Alfredo Cattabiani, curatore delle Serate di Pietroburgo. Il Saggio sul principio generatore..., invece, fu edito da Scheiwiller, uno degli editori di Evola. L’introduzione è di Roberto De Mattei (allora direttore responsabile di Cristianità), la traduzione del libro dello stesso e di Sanfratello (co-fondatore di Alleanza), il volume è a cura di Sanfratello e di Giacomo d’Orsi (che si occuperà in seguito delle edizioni Il Falco). Nell’introduzione, De Mattei critica l’"arbitraria lettura ‘martinista’ di de Maistre", incoraggiata "dagli studi di Emile Dermenghem (...) Auguste Viatte (...) e Robert Triomphe (...)" nonché "l’introduzione alla pur pregevole traduzione italiana delle Serate di Pietroburgo" (pp. 13-14, n. 9) dell’(ex) amico Cattabiani. Ritorna la domanda: conversione o mascheramento? De Mattei parla di "breve esperienza massonica" di de Maistre per ostilità alla massoneria o per salvare de Maistre? Deus scit.
60) Cf la nota 9.
61) È probabile, a mio avviso, che ignorassero quasi tutto di questo aspetto occulto della T.F.P. Oggi come oggi, però, questo aspetto non può più essere ignorato, poiché è stato reso di pubblico dominio.
62) Dopo la morte di Paolo VI e l’elezione di Giovanni Paolo II (1978) la posizione della T.F.P. e di Alleanza Cattolica fu attendista: Plinio Corrêa de Oliveira temeva che Woytjla seguisse la politica flessibile con il comunismo dell’episcopato polacco degli anni ‘50. Con il n. 50-51 (giugno-luglio 1979), il nome di Mons. Lefebvre scomparve dalla selezione libraria, e la foto di Giovanni Paolo II apparve in prima pagina. Dal n. 56, la foto di Giovanni Paolo II è sistematicamente appaiata allo stendardo di Alleanza. Giovanni Paolo II ha appena lanciato lo slogan del Concilio alla luce della Tradizione, e Giovanni Cantoni si chiede, al seguito di Madiran, se sia "finito il postconcilio" (n. 56, dic. 1979, pp. 10-12). Erano i tempi del referendum sull’aborto in Italia, Massimo Introvigne, che ancora non si occupava di magia sessuale, scriveva di già contro la ‘rivoluzione sessuale’ e le esigenze della guerra fredda (?) imponevano di schierarsi contro i musulmani in Medio Oriente e per i musulmani in Afghanistan... Quando, finalmente!, Giovanni Paolo II si accorse dell’Aquila Crociata.... Il 26 aprile 1980 Giovanni Paolo II si intrattenne con Cantoni, Sanfratello e De Mattei (n. 61, p. 2); seguì più tardi un’udienza privata, una ‘messa’ (nuova) ed un pranzo presso di ‘Lui’... Cantoni giunse così a ‘rimangiarsi’ la sua opposizione al ‘referendum’ del Movimento per la vita (che lasciava in... vita - parzialmente - l’istituto dell’aborto) (nn. 72 e 73-74, aprile, maggio e giugno 1981). Si consumò così la spaccatura di Alleanza Cattolica secondo le tre correnti già esistenti: quella di Sanfratello, quella di De Mattei e quella (che sola continua Alleanza Cattolica) di Cantoni (ma sia Cantoni che De Mattei resteranno sotto la benedizione della T.F.P.). Subito dopo, è rottura anche con la Fraternità san Pio X (estate 1981), anche se di ciò non si trova traccia sui numeri di Cristianità di quei tempi.
63) Riprendo i termini utilizzati dal quotidiano torinese La Stampa nel suo resoconto di una conferenza tenuta da Introvigne all’Università di Torino (ex Offidani) per presentare il libro di Gordon Melton Scientology: "dice anche altro, Introvigne: che gli aspetti giuridici o teologici non gli interessano mentre trova corretto spiegare, in sede autorevole e pubblica, cosa Scientology sia. Aggiunge: ‘Nostro compito è aprire la scatola e guardare cosa c’è dentro. Decidano poi gli altri cosa vogliono fare del contenuto’. Spiegazione laica, asettica, ineccepibile, e risposta indiretta al tono polemico con il quale ieri il quotidiano delle Cei, Avvenire, ha commentato l’iniziativa" (S., 2/12/98, p. 21).
64) "Il CESNUR è indipendente da qualunque Chiesa, denominazione, organizzazione o movimento religioso. Le affiliazioni religiose individuali degli amministratori del CESNUR sono diverse fra loro, e non coinvolgono il CESNUR in quanto associazione" (dal catalogo per il 12° convegno internazionale del CESNUR, tenutosi a Torino dal 10 al 12 settembre 1998. Alla fine del Congresso, al quale ha partecipato anche A.A. Mola, dell’associazione per la difesa della Massoneria, i congressisti hanno visitato il Tempio sotterraneo di Damanhur, come previsto dal programma: "Il Tempio sotterraneo non è generalmente aperto al grande pubblico, ma darà il suo benvenuto ai partecipanti al convegno CESNUR 98. I partecipanti iscritti a questa visita saranno divisi in gruppi per la visita al Tempio Sotterraneo. Visiteranno pure il Tempio Aperto e la comunità (...) La cena sarà servita nel noto ristorante gastronomico di Damanhur".
65) Vedi il mio Alleanza... Massonica? su Sodalitium, n. 46 p. 61.
66) Cf gli interventi degli onn. Maselli e Caccavale al 12° Convegno internazionale del CESNUR:"a dire che lo Stato, il nostro, già indicato come uno dei più tolleranti, deve ancor meglio tagliare lacci e lacciuoli, è venuto ieri sera l’on. Domenico Maselli relatore di un disegno di legge che modifica la normativa vigente. Il testo si intitola: ‘Norme sulla libertà religiosa ed abrogazione della legislazione sui culti ammessi’, significa in pratica ridurre se non annullare qualsiasi interferenza dello Stato e delle Chiese riconosciute nelle questioni di libertà religiosa: spazio quindi all’individuo, la libertà di coscienza, di religione e di culto vanno tutelati come diritti fondamentali" (La Stampa., 12/9/98, p. 35). Introvigne approva queste posizioni ultra-liberali: in una intervista alla Stampa del 10 settembre 1998 (p. 15) egli auspica "un testo unico che cancelli le pastoie della legge del ‘29..." e si rallegra del fatto "che forse già entro l’anno si firmeranno le intese con buddhisti e testimoni di Geova. Sarà un evento storico".
67) Mi riferisco particolarmente ad alcuni articoli apparsi su Orion, cf Sodalitium, n. 46, pp. 69-70, n. 5. Io stesso ho sposato questa interpretazione, ibidem, pp. 62 ss., che non esclude ma completa quella che qui espongo. Infatti è innegabile che fino al 1985 gli articoli di Massimo Introvigne sono fermamente contro le sette, e ne chiedono la repressione legale da parte dello Stato.
68) In una replica all’agenzia di Stampa Adista, nella quale Massimo Introvigne mette pesantemente in causa la rivista Sodalitium lo stesso ammette ora però di essere stato uno dei fondatori del Gruppo di Tebe [sulla questione, cf Sodalitium, nn. 38 (Introvigne: dalle messe nere alla Gran Loggia) e 39 (La ‘smentita’ di Massimo Introvigne)].
69) Al 12° Congresso del CESNUR (Le minoranze religiose e spirituali alle soglie del duemila), Faivre ha parlato su Le correnti esoteriche occidentali in questa fine di secolo: continuità e nuove prospettive (Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino, 10 settembre 1998). Il 7 maggio 1999 Faivre ha partecipato (con Introvigne, Zoccatelli, Santucci e Berzano) alla giornata di studi organizzata dal CESNUR a Torino su Le dottrine segrete: Esoterismo, Teosofia, New Age. La giornata di studi è servita anche per presentare il libro di Faivre, Esoterismo e tradizione, edito dalla Elle Di Ci (salesiani) per la collana Religioni e movimenti diretta da Massimo Introvigne (durante il convegno è stato letto un comunicato di Antonio Girardi, della Società Teosofica Italiana!). Introvigne e Faivre hanno scritto assieme il libro Pour en finir avec les sectes.
70) M. Introvigne, prefazione ad A. Faivre, L’esoterismo, Sugarco, 1992, p. 9 (ed. fr.: P.U.F., 1992).
71) E. RATIER, Faits & Documents, (n. 27, 15 maggio 1997, p. 5).
72) M. MORAMARCO, op. cit., III, p. 472.
73) Con Massimo Introvigne, Zoccatelli ha in comune la militanza in Alleanza Cattolica, l’appartenenza al CESNUR ed il fatto di essere un ex-seminarista (prima della Fraternità san Pio X, poi dei domenicani tradizionalisti di Avrillé, infine dell’istituto di don Cantoni. Un giorno - così mi han detto - bussò persino alla porta del ‘seminario’ dell’Istituto Mater Boni Consilii: ma fu una visita senza seguito...). Prima della conversione, Zoccatelli frequentò ambienti esoterici (come il gruppo rock crowleyano Temple of Psychick, cf M. Martinez, Storia Segreta di un Apologeta dei Culti. M. Introvigne, il CESNUR, e l’organizzazione di destra brasiliana ‘Tradizione, Famiglia e Proprietà’. Il testo del Martinez, che si trovava in rete Internet, è stato oscurato dal provider sotto pressioni del CESNUR) ed attualmente è diventato uno specialista su Crowley... (cf. Crowley un Mago a Cefalù, a cura di PL. Zoccatelli, ed. Mediterranee, Roma 1998). Sul "Tempio della gioventù psichica" (T.O.P.Y.) cf M. INTROVIGNE, Il cappello del mago, op. cit., pp. 287, 291-293 (lettura vietata ai minorenni!).
74) L. CHARBONNEAU-LASSAY, Il bestiario di Cristo, Arkeios, Roma, 1994. All’opera ha collaborato anche Introvigne (cf i ringraziamenti dell’editore). Delle edizioni Arkeios ho già parlato su Sodalitium, n. 43 pp. 65-66. La proprietaria (nonché traduttrice del Bestiario) è Silvestra Palamidessi, e pubblica - tra l’altro - le opere di Tommaso Palamidessi, "archeosofo": "è stato sotto l’influsso non solo di V. Soloviev, ma anche di Florensij che Tommaso Palamidessi (1913-1983) ha fondato a Torino nel 1948 l’Ordine iniziatico ‘Loto+Croce’, divenuto nel 1968 Associazione Archeosofica" (Faivre, op. cit., p.
136).Palamidessi ha scritto molto sul Tantrismo, che, scrive, "non è una tecnica amatoria, come ingiustamente viene spesso considerato, ma un sistema filosofico ed ascetico per sublimare la sessualità e raggiungere l’universalizzazione della coscienza". C’è di che interessare il Massimo studioso della Rivoluzione sessuale e della Magia sessuale, Introvigne.
75) Questa affermazione è da confrontare con quanto scriveva G. Cantoni nel 1966, nella sua prefazione a Mito e realtà di Eliade: "il fine primo (...) di questa apologetica deve essere la difesa della religione sic et simpliciter e della naturalità del sacro nella vita dell’uomo e nell’uomo stesso (...) un discorso ‘de vera religione’ dipende e si innesta solo su di una positiva affermazione ‘de religione’, senza la quale è vox clamantis in deserto (...)" (p. 13). Secondo Cantoni, cioè, una apologetica cattolica nel XX secolo deve prima iniziare l’uomo moderno, ateo e materialista, al "riconoscimento di profonde motivazioni esistenziali del ‘sacro’, del ‘mitico’, del ‘simbolico’" (p. 16) [in questo senso si deve essere ‘buoni pagani’], per poi passare a quel sacro particolare che sarebbe quello cattolico, badando a che questo cattolicesimo includa sempre "il mythos (l’elemento simbolico e misterico)" e non sia assorbito dall’elemento "discorsivo e teologico" (M. INTROVIGNE, Il ritorno dello gnosticismo, Carnago, 1993, p. 230, cit. da Zoccatelli a p. 46). In pratica, occorrerebbe iniziare l’uomo moderno a Eliade ["la sua produzione è una costante perorazione per il sacro (...) si pone quindi come uno strumento insostituibile nella difesa della religione e nella persecuzione dell’ateismo", Cantoni, p. 17], Guénon ecc., e poi farlo passare agli autori cattolici, a condizione però che sviluppino questa medesima prospettiva. Come si vede, dagli anni ‘60 ad ora, la posizione è la stessa: quella dell’‘esoterismo detto cristiano’ (in realtà: massonico).
76) Zoccatelli accenna qui, soprattutto, alla R.I.S.S. (Revue Internationale des Sociétées Secretes) fondata da Mons. Jouin ed approvata dalla Santa Sede. Nella penna di Zoccatelli il termine "riviste anti-sette" è altamente spregiativo - vista la campagna sua e di Introvigne antianti-sette - per cui il lettore è spinto a credere ad una ingiusta persecuzione degli ‘anti-sette’ contro Guénon.
77) Alludo a due canti di Alleanza Cattolica rispettivamente di Fabio Di Tullio e Agostino Sanfratello, pubblicati alle pp. 1 e 23 del Canzoniere (1976).
78) Ricordo come entrambi collaborassero ad una rivista dedicata al Sacro Cuore. Il primo articolo di Charbonneau (del 1922) collegava il S. Cuore ai Templari, il primo di Guénon (del 1925) s’intitolava Il Sacro Cuore e la leggenda del Santo Graal [cf M.-F. James, Èsotérisme et christianisme autur de René Guénon, N.E.L., Paris, 1981, specialmente: Autour de ‘Regnabit’ (pp. 235-299) col preambolo: Il ‘Sacro Cuore’, soggetto di predilezione cattolico ed esoterico].
Padre Torquemada
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