ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 8 luglio 2011

Povere chiavi di Cristo...

Le chiavi di san Pietro vogliono aprire due casseforti a Milano. La complessa partita del Vaticano per il controllo del San Raffaele e del Toniolo. Le tempestive dimissioni di monsignor Nicora        



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Non è un caso che la notizia delle dimissioni del cardinale Attilio Nicora dalla presidenza dell’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa), con in calce la nota divulgata dalla sala stampa vaticana che spiega che il cardinale ambrosiano lascia l’Apsa “per poter dedicarsi in modo esclusivo alla conduzione” della nuova Istituzione eretta dal Papa il 30 dicembre 2010, ovvero l’Autorità di informazione finanziaria che supervisiona tutti gli organi con competenze finanziarie della Santa Sede, arrivi nei giorni in cui viene alla luce il braccio di ferro durissimo che la segreteria di stato vaticana sta portando avanti da mesi con la curia milanese per il controllo del consiglio di amministrazione dell’Istituto Toniolo, la cassaforte dell’Università Cattolica.

Samaritani al lavoro..?




La parabola del «buon cristiano»

di Giovanni T. - Firenze


Ritengo che solo di recente un discorso critico sul Vaticano II sia stato impostato in modo serio e corretto. Mi riferisco in particolare al concorso delle ultime opere in argomento di mons. Brunero Gherardini che hanno illuminato in profondità e per sistematicità dottrinale il dibattito che finora era rimasto assai frammentario, al carteggio fra padre Giovanni Cavalcoli o.p. e padre Serafino M. Lanzetta f.i. che lo hanno puntualizzato su specifici e non secondari aspetti, ed alla rilettura storiografica fattane da Roberto de Mattei, che ha incorniciato l’evento secondo precise e documentate coordinate, finalmente a giustizia di quell’altra storia – quella dell’Alberigo - che aveva dominato fino ad oggi per mancanza di validi concorrenti.

***

1. Che il Concilio abbia sempre portato con sé, fin dall’origine, una sequela di incertezze nella sostanza e nella forma - determinanti quanto mai per la comprensione della nuova dimensione ecclesiologica che si era venuta delineando, e in vista dell’applicazione pratica dei suoi atti - è un’evidenza.

Sancte Raphael ora pro nobis! (Sacerdos hic fuit?)

raffaele

San Raffaele. In Vaticano non sanno chi è

Febbre altissima al San Raffaele, il complesso ospedaliero fondato e presieduto da don Luigi Verzé, con l’annessa Università Vita-Salute.
Per salvare il San Raffaele dal tracollo, sotto il peso di quasi un miliardo di debiti, si è fatto avanti nientemeno che il Vaticano, nella persona del cardinale segretario di stato Tarcisio Bertone.

Sancte Raphael ora pro nobis! (Sacerdos hic fuit?)

raffaele

San Raffaele. In Vaticano non sanno chi è

Febbre altissima al San Raffaele, il complesso ospedaliero fondato e presieduto da don Luigi Verzé, con l’annessa Università Vita-Salute.
Per salvare il San Raffaele dal tracollo, sotto il peso di quasi un miliardo di debiti, si è fatto avanti nientemeno che il Vaticano, nella persona del cardinale segretario di stato Tarcisio Bertone.

lunedì 4 luglio 2011

Vadant retro!


Il dibattito sul concilio ed il post-concilio, al quale Magister dedica molto spazio, sta confermando -attraverso le analisi di fonti eterogenee che il vaticanista continua a presentare- l'articolazione e la complessità delle visioni in campo. Sto seguendo con particolare interesse questa 'galleria di testi' di vari studiosi, tra i quali si avvicendano storici teologi filosofi di chiara fama e di diversa estrazione. Oggi è la volta di un rappresentante della Scuola di Bologna, che afferma senza mezzi termini che la Tradizione è fatta anche di "rotture". Si tratta dello storico Enrico Morini, con l'articolo: "Continuità e rottura i due volti del Vaticano II". Il testo è consultabile qui.

Povera Chiesa

 I preti d’Austria vogliono le ordinazioni femminili e lo dicono coi manifesti

Paolo Rodari


Un anno fa fece parecchio scalpore una notizia proveniente dall’Austria, la terra del cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn, discepolo e amico di Papa Benedetto XVI: non era semplicemente una minoranza a chiedere che i preti potessero sposarsi e avere una loro famiglia, o che persone sposate potessero diventare preti. Era ben l’80 per cento dei parroci del paese a dichiararsi favorevoli all’abolizione del celibato ecclesiastico.

Un anno dopo la notizia è ancora più dirompente e molto sta facendo preoccupare la curia romana. Helmut Schüller, il portavoce del movimento “Iniziativa parroci”, ha dichiarato che in Austria più di 250 preti hanno firmato un appello nel quale chiedono che le donne possano accedere al sacerdozio.