ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 25 gennaio 2012

Milano di registi ed arcivescovi..

Dalla Milano dei Padri della Chiesa e del Card Schuster alla Milano di Castellucci


Se qualcuno mettesse, al posto dell’amabile Volto di Gesù Cristo Nostro Signore, la fotografia di Romeo Castellucci oppure quella della direttrice artistica del teatro Parenti di Milano, Andrée Ruth Shammah, scatterebbero le denunce. Nell'esecrabile spettacolo di Castellucci ad emergere sono soltanto la bruttura e il fetore, in tutti i sensi, che bene evidenziano, però, l’abisso nel quale è giunta la cultura di quell’Occidente nato dal Cristianesimo cattolico e dalla sua insuperata capacità di sublimare le grandezze classiche (filosofia greca e diritto romano). 
L’ “opera” arriva in Italia e precisamente a Milano, la città di sant’Ambrogio (339/340-397), di sant’Agostino (354-430), di san Carlo Borromeo (1538-1584), del Cardinale Schuster (1880-1954)… la città che contribuì, con le sue maestose chiese, con la sua Fede, con i suoi Padri della Chiesa a convertire il geniale John Henry Newman (1801-1890). Il Cardinale, beatificato da Benedetto XVI nel 2010, scrisse nell’autunno del 1846: 
«Nella città di sant’Ambrogio uno comprende la Chiesa di Dio più che non nella maggior parte degli altri luoghi, ed è indotto a pensare a tutti quelli che sono sue membra.
E inoltre non si tratta di una pura immaginazione, come potrebbe essere trovandosi in una città di ruderi o in un luogo desolato, dove una volta dimoravano i Santi – c’è invece qui una ventina di chiese aperte a chi vi passi davanti, e in ciascuna di esse si trovano le loro reliquie, e il SS. Sacramento preparato per l’adoratore, anche prima che vi entri. Non v’è nulla che mi abbia mostrato in maniera così forte l’unità della Chiesa come la Presenza del suo Divin Fondatore e della sua Vita dovunque io vada – tutti i posti sono, per così dire, un unico posto. […]. Io non sono mai stato in una città che mi abbia così incantato: stare davanti alle tombe di grandi santi come san’Ambrogio e san Carlo e vedere i luoghi dove sant’Ambrogio ha respinto gli ariani, dove santa Monica montò la guardia per una notte con la “pia plebs”, come la chiama sant’Agostino, e dove lo stesso sant’Agostino venne battezzato. Le nostre vecchie chiese in Inghilterra non sono nulla quanto ad antichità rispetto a quelle di qui, e a quel tempo le ceneri dei santi sono state gettate ai quattro venti. È cosa così grande essere dove i “primordia”, la culla, per così dire, del cristianesimo…» (1).
Ci sono tanti cattolici che sono ancora «adoratori», come li definisce il Beato Newman, adoratori del Santissimo Sacramento, adoratori, anche, del Santo Volto. Due milioni di persone sono andate in pellegrinaggio a Torino nell’ultima Ostensione della Santa Sindone. Domani, 24 gennaio, in Italia, culla di Milano, culla di Roma, culla dei «primordia», inizierà l’oltraggio; ma in risposta ci saranno Sante Messe di riparazione, suppliche, Rosari, funzioni religiose… per lenire il dolore e consolare i Sacri Cuori di Gesù e di Maria Immacolata. «Gesù mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’Inferno e portate in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Vostra misericordia» così, per la recita del Santo Rosario, insegnò Nostra Signora di Fatima.

 Il Santuario del Santo Volto in Bassano Romano (VT) e il Monastero del Santo Volto in Giulianova (TE) sono retti dai monaci Benedettini Silvestrini. Una bellissima icona del Santo Volto, che ricorda perfettamente il Volto della Santa Sindone, è venerata nella chiesa di Santo Stefano Protomartire degli stessi Padri Benedettini Silvestrini a Roma. Proprio al Santo Volto è legata la vicenda di due religiosi: la beata Madre Pierina De Micheli (1890-1945), che nel silenzio e nell’umiltà più profonda, fu martire d’amore per riparare le offese recate al Signore Gesù e il servo di Dio Ildebrando Gregori (1894-1985), monaco benedettino silvestrino, che fu per un ventennio abate generale della sua congregazione e fondò le Suore Benedettine Riparatrici del Santo Volto di Nostro Signore Gesù Cristo. Nella notte del 31 maggio 1938, Madre Pierina De Micheli, suora delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires, si trovava nella cappella della sua congregazione nell’Istituto di Milano, in via Elba 18. Mentre era immersa, in profonda adorazione dinanzi al Tabernacolo, le apparve in una luce sfolgorante, una Signora di celestiale bellezza. Teneva in mano, come un dono, una medaglia, da una parte era impressa l’immagine del Santo Volto di Gesù, con questa dicitura: «Illumina, Domine, vultum tuum super nos» («Fa’ splendere su di noi, Signore, la luce del tuo volto») e nell’altra era impressa un’Ostia con l’invocazione «Mane nobiscum, Domine» («Resta con noi Signore»).

 La Madonna si rivolse a Madre Pierina con queste parole: «Ascolta bene e riferisci al padre confessore che questa medaglia è un'ARMA di difesa, uno SCUDO di fortezza e un PEGNO di misericordia che Gesù vuol dare al mondo in questi tempi di sensualità e di odio contro Dio e la Chiesa. Si tendono reti diaboliche per strappare la fede dai cuori, il male dilaga. I veri apostoli sono pochi: è necessario un rimedio divino, e questo rimedio è il Volto Santo di Gesù. Tutti quelli che porteranno questa medaglia e faranno, potendo, ogni martedì una visita al Santissimo Sacramento per riparare gli oltraggi che ricevette il Volto del mio Figlio Gesù durante la Passione e che riceve ogni giorno nel Sacramento dell’Eucaristia:

  • saranno fortificati nella Fede;
  • saranno pronti a difenderla;
  • avranno le grazie per superare le difficoltà spirituali interne ed esterne;
  • saranno aiutati nei pericoli dell'anima e del corpo;
  • avranno una morte serena sotto lo sguardo sorridente del mio Divin Figlio».
 Il 21 maggio 1932 Gesù aveva detto alla beata: «Contemplando il mio Volto, le anime parteciperanno alle mie sofferenze, sentiranno il bisogno di amare e di riparare. Non è forse questa la vera devozione al mio Cuore?». Il primo martedì del 1937 Gesù le aveva ancora dichiarato che il culto del Suo Volto completava e aumentava la devozione al Suo Cuore.
Il culto della medaglia del Santo Volto ottenne l’approvazione ecclesiastica il 9 agosto 1940 con la benedizione, proprio a Milano, del Beato Cardinale Ildefonso Schuster, monaco benedettino, devotissimo del Santo Volto di Gesù, allora Arcivescovo della diocesi ambrosiana. Grande apostolo della medaglia del Santo Volto di Gesù fu anche l’Abate Ildebrando Gregori, dal 1940 padre spirituale di Madre Pierina De Micheli, il quale fece conoscere la medaglia in Italia, in America, in Asia e in Australia.

 Al regale splendore del Santo Volto si rivolse, con versi di straordinaria bellezza, il Cardinale Newman, che preannunciò, con angoscia e tremore, quella «trappola mortale» dentro la quale stiamo vivendo, ovvero nel liberalismo e nel relativismo totalizzanti, così nemici della Verità rivelata da Nostro Signore da apparire in tutta la loro blasfemia. Ecco l’orante poeta Newman:

 «Il volto del Dio incarnato ti colpirà con dolore tagliente e sottile […]
 La vista di Lui ti accenderà nel cuore
 pensieri di tenerezza, di riconoscenza, di riverenza.
 Sarai malato d’amore, e ti struggerai per Lui,
 per Lui dolce a tal punto nella sua perenne
 abnegazione da restare vilmente
 ferito da un vile come te.
 C’è una supplica nei suoi occhi tristi
 che ti toccherà nel vivo, e ti turberà.
 E odierai e detesterai te stesso: se pure
 senza peccato ora, tu sentirai d’aver peccato,
 come mai prima avevi sentito;
 e desidererai scivolare via,
 e nasconderti alla Sua vista
 e tuttavia avrai un’ardente brama di rimanere
 dinnanzi alla bellezza del Suo volto.
 E queste due pene, così in contrasto e così forti
 - l’ardere per Lui, quando Lo vedi,
 la vergogna di te al pensiero di vederLo -
 saranno il tuo più vero, più aspro purgatorio» (2).

Ha affermato il Vescovo Monsignor Luigi Negri, che si è pronunciato contro l’immondo spettacolo: «Ormai l’ideologia dominante è quella anticristiana, quella che tende all’abolizione sistematica della presenza e dell’annunzio cristiano, sentito come una anomalia che mette in crisi questa omologazione universale operata dalla mentalità laicista, consumista, istintivista […]. Sono stato molto lieto nell’apprendere che – in situazione analoga – la Chiesa francese e in particolare il capo della Conferenza episcopale francese, il cardinale di Parigi, ha proposto un gesto rigorosamente penitenziale in ordine a questa blasfemia implicando la struttura fondamentale della Chiesa. […]

Certo che […] se la Chiesa non reagisce adeguatamente in modo certamente non rancoroso, non livido, assumendo in senso uguale e contrario l’atteggiamento demenziale di questi parauomini di cultura; se non reagisce la Chiesa, allora necessariamente possono intervenire in maniera protagonistica gente o gruppi che nella Chiesa non hanno a cuore soltanto la difesa della Chiesa, ma hanno a cuore l’espressione legittima delle loro convinzioni. Allora poi non si dica che la protesta è dei tradizionalisti; la protesta è dei tradizionalisti perché la Chiesa come tale non prende una posizione, che a me sembrerebbe assolutamente necessaria». [Vedi: Corrispondenza romana ]

Spontanea sgorga implorante la supplica del salmista:
 «Rialzaci, Dio degli eserciti, 
 fa’ risplendere il tuo volto e noi saremo salvi» (3).

 Cristina Siccardi
Pubblicato da Daniele Sottosanti

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.