ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 31 marzo 2012

Don Dolindo VS. Cassiciacum

 Uno di essi, Caifa, pontefice in quell'anno, si levò, e col parlare asprigno e violento chlo distingueva, forse notando l'indecisione di alcuni innanzalla proposta di uccidere il Redentore, disse: Voi non capitnulla né riflettete che torna conto a noi che un uomo muoiper il popolo, e non perisca tutta la nazione. Il Sacro Testo fnotare che egli, essendo pontefice di quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per tutta la nazione, e non solo per lnazione, ma per raccogliere in un sol corpo i figli di Dio cherano dispersi
Il pontificato era a vita, ma i romani spesso per loro vedute politiche, o per intrighi di chi aspirava a quelldignità e li pagava, deponevano il pontefice legittimo e ne nominavano un altro.
Il Signore nella sua misericordia comunicava il suo poterall' eletto, per non fare rimanere il popolo senza guida. Gli attdel pontefice in quanto tale avevano dunque l'impronta delume di Dio, e rappresentavano la divina volontà, benché ipontefice non lo intendesse o, peggio, intendesse l'opposto.

 Caifa, acerrimo nemico di Gesù per odio suo privato e personaIe,volle dire chiaramente quello che gli altri accennavano ma non esprimevano apertamente, cioè che bisognava uccidere Gesù Cristo; ma lo Spirito Santo, essendo egli capo della Chiesa giudaica, gli pose suo malgrado, sulle labbra parole che dicessero il contrario, e confermassero e definissero che era  espediente che il Redentore morisse per la salvezza del popolo. Questo infatti significavano le parole di Caifa nel piano della provvidenza redentrice di Dio. Evidentemente poi Caifa profetizzò, ma non fu un profeta, giacché non capì quello che profetizzò, anzi volle dire il contrario.
Il Signore parlò per lui, come l'angelo parlò a Balam per bocca dell'asina, e gli mosse la lingua ma non il cuore, quasi deridendolo, e costringendolo ad esprimere, con le parole dell'odio che aveva nell'anima, il disegno del misericordioso amore che voleva redimere il mondo. Caifa poi, dicendo che Gesù Cristo doveva morire per il popolo, annunziò che la sua morte era inevitabile per la salvezza del popolo, ed anche in questo profetò, giacché in realtà, se non fosse morto, tutti saremmo periti.
L'avere egli profetato pur essendo un empio ci fa pensare a quelli che rappresentano Dio sulla terra, in generale, ed in particolare al Papa, i cui atti e le cui parole rivelano a noi la divina volontà, o annunziano i divini disegni. Il Signore non abbandona le anime nostre alle passioni dei ministri infedeli, ma utilizza le loro stesse perversità, a volte per guidarci nelle ardue vie dei suoi disegni, e li costringe loro malgrado ad  essere luce nel cammino, quando essi, magari, hanno la cattiva volontà solo di farci del male o di ostacolarci la via. Dobbiamo vivere di fede e tenere lo sguardo al Signore per non smarrirei, soprattutto quando siamo oggetto di persecuzioni o di contrarietà da parte di quelli che stanno in alto e, lungi dall' 
adirarci con loro, dobbiamo guardare più in altoabbandonarci a Dio, nostro amorosissimo padre, e riposare nella sua volontà.
Caifa significa colui che rovescia con la bocca. 'colui che cerca sollecitamente, la pietra, cefas; adombrava nel suo stesso nome quello che era e quello che figurava; era un miserabile che rovesciava dalla sua bocca, quasi vomitato, il suo odio e la sua iniquità, ma come pontefice adombrava i veri Pontefici che dovevano succedere a quelli ebrei, che cercavano sollecitamente non di spargere, ma di applicare per la salvezza di tutti il Sangue di Gesù Cristo, e rappresentano la pietra fondamentale sulla quale il Redentore edificò la sua Chiesa. Caifa, vomitando il suo odio contro Gesù Cristo, non si accorse che rappresentava l'ultimo sacerdote ebraico, e che a lui sarebbe successo Pietro nel governo della vera Chiesa di Dio.
Egli sentenziando la morte di Gesù sentenziò la propria morte
CosÌ avviene a quelli che presumono distruggere i disegni di Dio; ne diventano strumenti incoscienti, vi cooperano senza volerIo, e poi raccolgono il triste frutto della loro malignità e perfidia nell ' eterna rovina che li aspetta.

pagg. 1922-1923 del commento al cap.11 del Vangelo di S.Giovanni

(Nuovo Testamento - i quattro Vangeli commentati dal Sac.Dolindo Ruotolo. Casa Mariana Editrice "Apostolato Stampa")

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