ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 2 marzo 2012

L'ORA DEI TECNICI?

Aria di governo tecnico in Vaticano. L’ipotesi delle dimissioni di Bertone mentre imperversa Vatileaks

Aria di governo tecnico in Vaticano. La parola d’ordine è una: non parlarne. Ma secondo fonti autorevoli non sarebbe lontana (entro l’autunno) l’ipotesi di un avvicendamento al vertice del ministero che garantisce la governance oltre il Tevere, la segreteria di stato.
L’ipotesi è di portare un tecnico, e cioè un uomo della scuola della diplomazia vaticana, in sella alla segreteria di stato così da tornare a garantire all’attività di governo un regime di normalità dopo gli anni “poca diplomazia e molto Vangelo” del salesiano Tarcisio Bertone. Anche se nulla è deciso, il nome che circola con insistenza per sostituire Bertone è quello del marocchino (è nato a Marrakech) ma còrso d’adozione (è stato ordinato ad Ajaccio, dove ha sempre vissuto) Dominique Mamberti, classe 1952, attuale responsabile degli Affari esteri della stessa segreteria di stato, già delegato apostolico in Somalia, nunzio in Sudan e poi in Eritrea.
Più del nome conta la sostanza, e cioè il fatto che il Papa stia pensando di riportare la segreteria di stato a un minore protagonismo di cui Vatileaks, e cioè il problema ancora non arginato dell’uscita dal Vaticano verso l’esterno di documenti riservati, non è che l’ultima delle conseguenze. Beninteso, nessuna decisione è ancora divenuta operativa.
Nell’appartamento papale la parola d’ordine più gettonata pare sia ancora una, prudenza. Ma l’ipotesi della sostituzione di Bertone resta, seppure non potrà che essere presa insieme al diretto interessato e non dovrebbe riguardare coloro che oggi ne sono i principali sottoposti.
Negli ultimi mesi la divergenza tra la vecchia scuola diplomatica e la nuova dirigenza è stata palese. Durante il “caso Viganò” – la pubblicazione delle lettere nelle quali Carlo Maria Viganò, ex segretario del governatorato e oggi nunzio apostolico negli Usa, parla di “corruzione” all’interno della Santa Sede e della volontà di mandarlo via dalla curia romana – sono scesi in campo i pezzi da novanta legati alla precedente dirigenza della stessa segreteria di stato. Non è un mistero per nessuno che l’ex nunzio a Washington Agostino Cacciavillan, uomo vicino al cardinale decano Angelo Sodano, si sia speso personalmente sconsigliando al Papa l’allontanamento di Viganò.
Quando il caso è deflagrato arrivando a ingombrare le pagine dei giornali statunitensi, fu il vaticanista americano John Allen a indicare come significativa la data del 2 dicembre 2012, il giorno in cui Bertone compirà 78 anni. Alla stessa età venne chiesto a Sodano di farsi da parte. Toccherà la stessa sorte a Bertone? Difficile rispondere, scrisse Allen, secondo il quale “il Papa potrebbe almeno prendere in considerazione il fatto di affiancare a Bertone una personalità di comprovata capacità di governo”. Parole che, nella sostanza, confermano come anche per Allen l’ipotesi del “governo tecnico” – secondo lui però con Bertone ancora regnante – non sia peregrina.
Nella giornata di ieri Bertone è stato ai Musei capitolini dove, a margine della mostra “Lux in Arcana: l’Archivio segreto Vaticano si rivela”, ha detto che solo i documenti conservati in archivio – e non altri – sono “da vedere e da presentare”. Due giorni fa però molto hanno fatto parlare altri documenti: due lettere pubblicate dal Fatto e riguardanti il caso dell’Istituto Toniolo, la “cassaforte” dell’Università Cattolica: Bertone chiede al presidente del Toniolo, Dionigi Tettamanzi, di farsi da parte per favorire l’entrata nell’istituto di Giovanni Maria Flick. Il contenuto era noto da tempo ma una cosa stupisce. E cioè il fatto che il principale collaboratore del Pontefice non venga ascoltato. La lettera di licenziamento, infatti, è stata rispedita da Tettamanzi al mittente.
Pubblicato sul Foglio giovedì 1 marzo 2012

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