L’EDITORIALE DEL VENERDI


di Araì Daniele
È stupefacente, la terza parte del Segreto di Fatima, che per più di mezzo secolo è stata al centro dell’interesse del mondo, una volta pubblicata con la sconcertante interpretazione che ne colloca al centro Giovanni Paolo II, ha solo suscitato dissidi e nuovi interrogativi. Ciò non è che l’ultimo anello della lunga catena d’inganni in seguito alla stupefacente decisione di Giovanni 23 di archiviare la terza parte del Segreto nel 1959, quando gli avevano ordinato di convocare il Vaticano per aprire la Chiesa al mondo.
Allora, parlando di notte alla folla riunita nella piazza di San Pietro, invitava i fedeli a guardare la luna, mentre nel palazzo si preparava un perfido “aggiornamento”.

Stupefacente il delirio della massa ai nuovi discorsi sentimentali alieni alla Fede.
Stupefacente, ancora, che dal 15 novembre 1966, quando Paolo VI abrogò gli articoli 1399 e 2318 del Codice di Diritto Canonico che proibivano la pubblicazione di libri ed opuscoli che diffondessero nuove apparizioni, rivelazioni o profezie non approvate dalla Chiesa, chiunque si sentì libero di diffon­dere le rive­lazioni più fantasiose. Qualsiasi diavoleria può venire alla luce. Niente più è proibito. Il «Principe della menzogna» entrato in Vaticano riuscì a liberare ogni apparizioni e mes­saggio sospetto. So­lo il Segre­to della Vergine di Fatima, il messaggio più indubbiamente divino, restò all’Indice.
È vero che questa liberazione non poteva sorprendere dopo la dichiarazione sulla libertà religiosa (Dignitatis humanae), in cui le autorità della Chiesa conciliare dichiararono il diritto alla libertà all’errore in foro esterno, come se fosse voluta da Dio stesso!
La scelta proibita di Adamo ed Eva divenuta diritto!
Un’iniziativa stupefacente, pure secondo logica, quantomeno perché dichiara tacitamente il diritto perfino alla perfidia in nome di Dio.
Se ciò è mostruoso riguardo all’Autorità di Dio, è terribilmente vero riguardo ai dichiaranti, nel senso di una tacita autodichiarazione di rinuncia alla propria legittimità di giudici sul bene e sul vero da diffondere e sul falso da frenare. Insomma il documento proclama la libertà di non credere alla propria autorità dichiarante!
Era chiaro che «quos deus vult perdere prius dementat».
Fatima come uno specchio
Quanto è successo e continua a succedere attorno a questa terza parte del Segreto di Fatima, nota come Terzo Segreto, appare contraddittorio a credenti e non credenti.
Infatti, è stato censurato e poi raggirato, proprio dai suoi sommi ge­stori vaticani, pur trattandosi di un segno riconosciuto dalla Chiesa d’origine divina.
Due sono le spiegazioni di tale comportamento: o dietro l’evento di Fatima vi è il nulla o esso racchiude proprio il mistero dei gran prelati decaduti dal cielo spirituale alla terra dell’apostasia e della pedofilia. Una conclusione s’impone: il contenuto del Segreto riguarda il mistero del riciclo del crollo religioso dei tempi originali.
Il dilemma “cattolico” dell’ora presente
Come ben ricorda Luigi Crema sul nemico di Dio e degli uomini: “dove c’è maggior salvezza, ecco che attacca con maggior forza!” Questo è il motivo per cui la Chiesa è sempre stata difesa in modo soprannaturale dal maligno; è la custode della salvezza, ed esso cerca di compenetrarla in ogni modo.
L’attacco costante è un motivo in più per credere la Chiesa portatrice del Messaggio divino per salvarci in ogni tempo.
Ecco Fatima per ricordarlo in tempo di ateismo e apostasia.
Il dilemma per il nostro tempo, però, sembra insuperabile per molti cattolici perché riguarda l’evento estremo del “pastore colpito”, ossia del katéchon “tolto di mezzo” e l’elevazione dell’iniquo!
Attorno al Terzo Segreto di Fatima, allora, quello pubblicato dal Vaticano, spuntano le più dure obiezioni. Ma si noti bene, non provengono da cattolici di tendenze liberali o latitudinarie, bensì da quelli maggiormente attaccati alla Tradizione. Come mai essi contestano l’autenticità del Segreto? Perché pubblicato da Giovanni Paolo II? Non si fidarono di colui che, praticamente da tutto il mondo era ritenuto il papa cattolico?
Naturalmente nella loro coscienza quella lampadina rossa che lampeggiava si è accesa in modo continuo. Antonio Socci è l’esempio più mediatico di questa contraddizione: vogliono credere con tutte le forze al pontefice che li ingannò in tutti i modi. Prima mantenendo nascosto il Segreto archiviato da Giovanni XXIII, poi avvalorando un falso segreto, e finalmente pubblicando quello di Suor Lucia per ricondurlo a sé, al suo attentato, le cui ragioni non sono propriamente di fede.
Quindi, un gran numero di fedeli, più o meno conservatori o tradizionalisti, che vanno da P. Balducci al reverendo Grunner e vari editori cattolici, che arrivano a ritenere il Segreto pubblicato dal Vaticano un “falso”, diffidano della sua autenticità, mai, però, del suo sommo “contraffattore”.
E il dilacerante dubbio va avanti da anni. Che dire?
Un Terzo Segreto falso o mutilato?
Su “Ipotesi sull’incombente Segno di Fatima”, faccio vedere che entrambe le ipotesi attorno al Segreto pubblicato dal Vaticano, vero o falso, indicano un’enorme contraddizione:
- se è falso ne è responsabile proprio l’autorità vaticana che lo ha falsificato. Quindi Giovanni Paolo che lo avrebbe contraffatto a suo vantaggio;
- se è vero, allora la contraddizioni è dei cosiddetti tradizionalisti e conservatori che accusano il falso, ma non il falsario. Anzi, questo sarebbe il loro papa.
Una posizione ammorbidita poi dall’idea che i vertici vaticani non hanno falsato quel testo, ma “solo” nascosto l’altra sua parte essenziale, ma mentendo sull’integrità di quanto pubblicato.
Una tale contraddizione, che coinvolge in pieno l’attuale Benedetto, deve indicare, quindi, qualcosa di molto strano.
Abbiamo ipotizzato allora la sindrome della paura della verità contenuta nel Segreto di Fatima, che del resto, come si aveva visto, colpì pure Suor Lucia. A tale sindrome sono soggetti anche quanti con le loro accuse di falso rischiano di contestare l’onestà di quei vertici: un pontefice ingannatore in questioni che riguardano un segno divino!
Perciò la contraddizione passa a consistere nel fatto che per evitare tale costatazione “sedevacantista” devono incidere in alcune conclusioni strampalate.
Il Segreto svela la causa della crisi cattolica dopo il 1960?
Il Segreto, in sostanza, ha già svelato come l’attuale gerarchia ecclesiale ne tema il contenuto associato alla crisi della fede successiva al Vaticano II e come, proprio per questo motivo, si continui ad esercitare su di esso un deciso controllo.
Fatto è che, essendo impossibile ignorare Fatima, l’evento certificato dal gran miracolo del sole, riconosciuto dalla Chiesa come segno divino (c’è da risalire all’Antico Testamento per trovarne uno simile), le autorità vaticane cercarono di ridurre il suo messaggio a vago riepilogo storico delle malefatte del secolo XX. Eppure, lo scenario che esso riflette, dell’eccidio virtuale del Papa col suo seguito, è quello dell’esecuzione di un “colpo finale” contro la Chiesa, del complotto storico che è andato a segno nei nostri tempi. Le malefatte operate nel mondo contro il Cristianesimo.
Nello scritto sulla «validità del Segreto pubblicato nel 2000» si parla della collocazione della terza parte del messaggio di Maria SS, ovvero della visione simbolica dove c’è la città mezza rovinata allora (la Cristianità). Questo luogo, per accordarsi alla descrizione conosciuta, dovrebbe seguire la frase:… «varie nazioni saranno annientate».
Nazioni cristiane della storia biblica come il Libano e altre in cui vive una nazionalità cristiana in pericolo.
Ciò è successo in Iraq e in Egitto e sembra presto anche in Siria.
Quale complotto storico è andato a segno nei nostri tempi?
Poiché la storia umana è quella di una ribellione cresciuta e moltiplicatasi, la risposta va data vagliando il grado di ribellione vissuto oggi; se ha carattere “religioso” è massimo. La ribellione all’origine dei delitti, guerre e massacri; degrada l’ordine naturale della terra perché prima ha degradato l’ordine spirituale dell’essere umano. E poiché la ribellione originale è per ognuno quel che la rivoluzione è per le società, ad essa fu offerta l’ancora di un aiuto divino, di modo che la gente non fosse trascinata dall’empietà rivoluzionaria. Quest’ancora è il Cristianesimo che insegna la vera distinzione tra bene e male, che fissa la divisione tra coscienza attenta alla Parola divina sul bene e la “cultura” liberista intenta a chiamare bene il male e male il bene. L’aiuto di quest’ancora resta oggi ignorato, anzi messo via dagli stessi responsabili del suo uso contro le ondate della convulsa cultura moderna.
La visione del Segreto figura il colpo contro la Chiesa?
Nel 2000 tale segreto fu finalmente rilasciato dal nuovo indice, dove era l’unico indiziato, ma condizionato dalla sconcertante interpretazione per cui la sua visione ritrarrebbe l’attentato di Piazza S. Pietro contro Giovanni Paolo, come “fatto culminante della storia”! Fatima presa a servizio del culto della personalità!
Il dubbio su quest’autenticità è oggi tale e così diffuso che non pochi hanno ipotizzato l’esistenza di un’altra suora che farebbe le veci di Suor Lucia di Fatima. Di fronte a tanti dubbi e ipotesi astruse è necessario che il vaglio dell’autenticità del Segreto pubblicato sia innanzi tutto effettuato sull’essenziale ovvero sul suo contenuto profetico. Una ricerca, però, che non prescinda dalla risposta al cruciale interrogativo: non è proprio lo strano modo in cui il Terzo Segreto è visto e trattato dai suoi gestori a svelare un “colpo di mano” contro la profezia mariana?
L’Anziano Gamaliele aveva detto nel Sinedrio che perseguitava i cristiani: “Se ciò è d’origine umana, sparirà da sé, ma se è da Dio, non riuscirete a eliminarlo, rischiate invece di opporvi a Dio stesso” (At 5, 38-39). Poiché niente sfugge ai disegni della Provvidenza, se il Segreto di Fatima è un Suo segno, come crediamo, ogni manovra contro di esso può non solo attestare la sua origine, ma gli inganni contro la Fede.
A questa luce il Segreto diviene per i suoi avversari clericali, anche se non osano negarne l’origine divina, una vera “pietra d’inciampo”.
 Se la profezia è da Dio, nessun intreccio intorno alla sua rivela­zione può eliminarla, anzi tale opposizione fa ca­pire chi è contrario a che si conoscano i disegni divini per i nostri tempi (cf. At 5, 39).
A parte l’inevitabile semplicità del resoconto infantile, la visione dell’attentato mortale, che finisce con l’uccisione del Papa insieme al suo seguito fedele, è un simbolo molto forte e conforme alla storia della Chiesa, che segue la passione del Cristianesimo sulle orme del suo Fondatore morto in croce.
La passione del Cristiane­simo è il sunto del Segreto
La visione simbolica della passione di Cristo nella Sua stessa Chiesa, nella stessa Cristianità fa paura a chi? Si riconosce che si tratta di un quadro simbolico, ma al messaggio si è voluto adattare, come “fatto culminante della storia”, l’attentato del 13 maggio 1981 subìto da Giovanni Paolo che però non morì martire per la fede. L’eccidio papale rappresenta la Cristianità agonizzante.
La nuova seduzione ha per nome “libertà di coscienza”.
Il “nuovo ordine” dominante che seduce gli uomini del mondo civile col potere fisico senza limiti morali, ha sedotto molti chierici con l’idea di un diritto di libertà religiosa dato alle coscienze, cioè dall’idea del diritto alla libertà di governare la vita sociale con il voto di maggioranze anche se materialiste e abortiste. Ciò significa mettere l’opinione umana al di sopra della Legge di Dio.
È l’ora dei falsi Cristi che mutano i tempi e le leggi (Dn 7, 25). Tale “magistero” implica anche il “vangelo” della conciliazione della Religione di Dio che si fece uomo con la “religione” dell’uomo che si fa Dio, proprio perché proclama il diritto alla libertà di religione. Tali “vangeli” di “redenzione universale”, cioè della redenzione indifferente di quanti ignorano, non innocentemente, la Parola del Redentore e della Sua Chiesa, vanno nel senso inverso del Vangelo di Gesù Cristo, Dio che si fece uomo per riscattare ogni uomo nel sangue del Suo Sacrificio di amore. Sono “vangeli” concepiti per operare l’apertura ecumenista voluta dal modernismo e dalla Massoneria a tutte le religioni sicché tutti possano credere secondo tradizioni o idee umane o macumbe varie e ritenersi redento dalla propria buona volontà, che dispensa gli ebrei dalla conversione a Gesù Cristo! Ecco il “nuovo vangelo”. Se riconoscere chi lo predica avete individuato il presente vicario dell’Anticristo. Si tratta del pastore anatema da sé stesso, che a causa della propria dottrina perversa va evitato (Tito, 3, 10) e, “non ricevetelo né lo salutate; perché chi lo saluta partecipa alla sua opera perversa” (2 Gv. 10).
Quando tali “vangeli” indicono una pastorale ecumenista d’aspetto cattolico, si deve essere consapevoli che essa non procede dalla Chiesa di Cristo, ma dalla nuova chiesa serva della Babilonia del mondo.
Salutare il suo falso Cristo è complicità con tale opera perversa!
http://www.agerecontra.it/public/press20/?p=10775