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mercoledì 25 aprile 2012

Il Vaticano e il contrasto alla fronda liberal


Dublino

Dublino


La Santa Sede indaga sul fondatore dell’associazione irlandese dei preti cattolici (Acp). Padre Tony Flannery è tenuto sotto osservazione per alcune sue posizioni non in linea con il Magistero


Ad essere ritenute «eretiche» da Roma sono le sue dichiarazioni su temi eticamente sensibili quali il controllo artificiale delle nascite, il fine vita e la contraccezione o su questioni particolarmente incandescenti come l’ordinazione sacerdotale delle donne.
La Congregazione per la dottrina della Fede punta l’indice, in particolare contro alcune pubbliche prese di posizione (articoli e saggi ) del religioso e ha formalizzato i propri rilievi critici ai superiori dell’ordine dei Padri Redentoristi. All’interno della Curia generalizia della sua famiglia religiosa d’appartenenza, padre Flannery ha trovato strenui difensori che hanno denunciato un clima da «caccia alle streghe» e hanno attribuito alla Santa Sede metodi d’indagine «da Fbi dell’epoca Hoover». Il principale quotidiano cattolico d’Irlanda, «The Irish Catholic», riferisce dell’indagine disposta da Roma sul fondatore dell’associazione (attualmente composta da un migliaio di sacerdoti) che da anni è in prima linea nella richiesta di riforme ecclesiastiche. Per intervento della Santa Sede, dopo tre lustri, padre Flannery ha perso la sua rubrica sul mensile dei Redentoristi, «Realtà». La fine della collaborazione è avvenuta in seguito alla pubblicazione del rapporto vaticano sulla pedofilia nelle diocesi irlandesi a margine del quale si documentava anche il dissenso di una parte del clero rispetto all’insegnamento della Chiesa. Lo scorso ottobre l’irlandese padre Tony Flannery (con l’austriaco Helmut Schüller, lo statunitense Bernard Survil) hanno lanciato un appello a Roma con tre punti all’ordine del giorno: la lotta agli abusi, il celibato ecclesiastico e la  trasparenza nella Chiesa. In Irlanda l’Associazione dei sacerdoti cattolici si è riunita il 4 e 5 ottobre per redigere un memorandum di richieste per la Santa Sede e ha avuto tra i relatori proprio i preti-simbolo della protesta verso le gerarchie ecclesiastiche. L’atto di accusa alla Santa Sede è principalmente quello di aver inadeguatamente fronteggiato l’emergenza-pedofilia nel clero.

 A ciò si unisce l’appello al Vaticano a rivedere il celibato obbligatorio dei sacerdoti. Padre Flannery ha provocato sconcerto nella Curia romana anche per aver pubblicamente sostenuto l’attacco alla Santa Sede del premier irlandese Enda Kenny per gli insabbiamenti degli abusi dei preti pedofili. Ora che, a salvaguardia dell’ortodossia, è intervenuto direttamente l’ex Sant’Uffizio, il superiore dei Redentoristi di Limerick, padre Adrian Egan prende le difese dell’«ultra-liberal» confratello Flannery: «Sono sgomento stupito e deluso enormemente dall’azione del Vaticano». L’Association of Catholic Priests (Acp) rappresenta il terzo tentativo di coordinare pensiero ed azioni dei preti irlandesi dagli anni Sessanta.

La Association of Irish Priests, infatti, si esaurì all’inizio degli anni ’70, spingendo i vescovi del Paese ad istituire, nel 1975, la National Conference of Priests of Ireland, chiusa nel 2007 dopo essere stata, per anni, ignorata dalla gerarchia. Oggi si spera in un successo maggiore, data anche la difficile situazione in cui versa la Chiesa irlandese a causa delle proporzioni assunte dallo scandalo degli abusi sessuali perpetrati da membri del clero o a vario titolo appartenenti alla Chiesa. Un’associazione che non intende rappresentare tutti i preti irlandesi, ma solo coloro che aderiscono al suo programma. Molti sacerdoti in Irlanda esprimono amarezza e disillusione sulla situazione attuale della Chiesa irlandese, ma anche speranza per il futuro.  Nel clero prende piede la consapevolezza che sia necessario un dialogo serio e autentico in vista di un cambiamento. Sugli insabbiamenti dei casi di pedofilia la contestazione dell’Associazione dei sacerdoti prende le mosse dal rapporto della commissione di inchiesta sugli abusi sui minori, che nel maggio 2009 in 2.600 pagine ha denunciato gli abusi subiti da molti bambini ospiti di strutture finanziate dallo Stato e gestite in gran parte dalla Chiesa cattolica.

Il rapporto si basa sui resoconti delle vittime e di quanti hanno lavorato in più di 250 di queste istituzioni e sostiene che le molestie e gli stupri sono stati “endemici”, soprattutto negli istituti per ragazzi. A ciò si unisce l’appello al Vaticano a rivedere il celibato obbligatorio dei sacerdoti.  Tra le altre finalità dell’associazione fondata da padre Flannery, quella di lavorare per «una piena applicazione della visione e del magistero del Concilio Vaticano II, con particolare attenzione al primato della coscienza individuale, allo status e all’attiva partecipazione di tutti i battezzati e al compito di creare una Chiesa dove tutti i credenti siano trattati alla pari». E, inoltre, l’Apc ritiene prioritarie la ristrutturazione del sistema di governo della Chiesa, allo scopo di integrare i doni, la saggezza e l’esperienza di tutta la comunità di fede, uomini e donne e incoraggiando una cultura della consultazione e della trasparenza, particolarmente nella nomina di leader ecclesiali e una rivalutazione dell’insegnamento cattolico in tema di sessualità che «riconosca il profondo mistero della sessualità umana».
Giacomo GaleazziCittà del Vaticano


http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/ireland-irlanda-liberal-vaticano-vatican-14369/

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