ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 18 aprile 2012

Postambolo?

"Quali che siano le autorità che vogliono farci cambiare questo spirito, noi lo rifiutiamo. Noi vogliamo rimanere cattolici. Non vogliamo diventare liberali, né modernisti, né protestanti."

Nel sito Vatican Insider si legge, scritto dal modernista Tornielli, che Monsignor Fellay avrebbe firmato il preambolo presentatogli dagli usurpatori modernisti che hanno occupato il Vaticano dal Concilio sino ad oggi. Sempre secondo Tornielli Fellay avrebbe cambiato delle affermazioni che non stravolgono il senso del testo presente nel preambolo:  "In sostanza, il preambolo contiene la «professio fidei», la professione di fede richiesta da chi assume un ufficio ecclesiastico. E dunque stabilisce che va dato un «religioso ossequio della volontà e dell’intelletto» agli insegnamenti che il Papa e il collegio dei vescovi «propongono quando esercitano il loro magistero autentico», anche se non sono proclamati e definiti in modo dogmatico, come nel caso della maggior parte dei documenti del magistero. La Santa Sede ha più volte ripetuto ai suoi interlocutori della Fraternità San Pio X che sottoscrivere il preambolo dottrinale non avrebbe significato porre fine «alla legittima discussione, lo studio e la spiegazione teologica di singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio Vaticano II».

Ora il testo del preambolo con le modifiche proposte da Fellay, e da lui sottoscritto in quanto superiore della Fraternità San Pio X, sarà sottoposto a Benedetto XVI, che il giorno dopo l’ottantacinquesimo compleanno e alla vigilia del settimo anniversario dell’elezione, riceve una risposta positiva dai lefebvriani. Risposta da lui lungamente attesa e auspicata, che nelle prossime settimane metterà fine alla ferita apertasi nel 1988 con le ordinazioni episcopali illegittime celebrate dall’arcivescovo Marcel Lefebvre.

Non è escluso che la risposta di Fellay venga esaminata dai cardinali della Congregazione per la dottrina della fede, nella prossima riunione della «Feria quarta», che dovrebbe tenersi nella prima metà di maggio. Mentre qualche settimana in più sarà necessaria perché avvenga la sistemazione canonica: la proposta più probabile è quella di istituire una «prelatura personale», figura giuridica introdotta nel Codice di diritto canonico nel 1983 e finora utilizzata solo per l’Opus Dei. Il prelato dipende direttamente dalla Santa Sede. La Fraternità San Pio X continuerà a celebrare la messa secondo il messale antico, e a formare i suoi preti nei suoi seminari
".
 
Ora se tutto ciò è veramente ciò che e successo, sempre aspettando notizie ufficiali, parrebbe che Fellay ha ceduto alle lusinghe moderniste vaticane, chiaramente se ciò è successo noi prendiamo le distanze da questa presunta decisione. si ricorda anche che la Fraternità ha dichiarato ufficialmente che avrebbero comunque seguito ciò che Monsignor Lefebvre gli ha lasciato in eredità: "Durante questa giornata, i ventotto responsabili della Fraternità San Pio X presenti alla riunione – Direttori di Seminario e Superiori di Distretto del mondo intero – hanno manifestato una profonda unità nella volontà di mantenere la Fede nella sua integrità e integralità, fedelmente alla lezione che gli ha lasciato, sull’esempio di San Paolo, Mgr. Marcel Lefebvre: tradidi quod et accepi (I Cor XV,3), “vi ho trasmesso ciò che ho ricevuto.
Bene ora vediamo cosa ne pensava Monsignor Lefebvre del giuramento, diabolico, imposto dalla Gerarchia usurpatrice modernista a chiunque assuma un ufficio nella nuova Chiesa Conciliare: 
Mons. Lefebvre, in occasione di un 'omelia pronunciata a Ecóne il 14 maggio 1989, dimostra che la nuova Professione di fede del 1989 impone la fedeltà agli errori del Concilio. Ogni sacerdote, anche se ottiene da Roma la facoltà di celebrare la Messa secondo il rito dì san Pio V, deve sottomettersi agli insegnamenti del nuovo magistero, nella continuità del Vaticano II. Perciò, finché Roma impone questi errori del Concilio, nella Chiesa permane lo stato di necessità, e rende necessaria la resistenza della Fraternità.
Ed è per questo che quando ci viene detto: "Ma voi vi opponete al Papa", non è vero. Noi ci opponiamo al Papa nella misura in cui il Papa non si fa più eco dello Spirito Santo nella verità e nella santità. Ma noi non siamo contro il Papa, successore di Pietro, allorché si presenta veramente come successore di Pietro, fedele alla sua funzione. Ecco ciò che dobbiamo rispondere.
Guardate un esempio ancora recente, che ci fa dubitare di un prossimo ritorno alla Tradizione da parte di coloro che a Roma attualmente hanno autorità. Voi sapete che ultimamente, all'inizio del mese di maggio, a Roma è uscito un decreto, che inaugura una nuova professione di fede. In questa nuova professione di fede - che sostituisce in qualche modo il giuramento antimodernista di san Pio X - c'è il Credo. Nessun problema, il Credo è quello di sempre. Nessuna esitazione a firmare questa professione di fede costituita dal Credo. E poi tre articoli. I primi due sono perfettamente conformi alla fede tradizionale: non fanno che dire che noi siamo uniti a tutta la verità che è stata proclamata dai Papi nel corso degli antichi concili dogmatici. Ma il terzo capoverso, che è spiegato nel preambolo di questa professione di fede, domanda ai firmatari di essere d'accordo con ciò che il magistero della Chiesa di oggi - cioè con i Vescovi sparsi attraverso il mondo e uniti col Papa - professano nella loro fede. E nel preambolo dicono proprio così: affinché tutti accettino ciò che è stato detto e ciò che è stato fatto durante il Concilio e dopo il Concilio (Vaticano II). Ecco qua. Allora a una professione di fede, che sarebbe stata normale fino all'ultimo capoverso, si aggiunge un capoverso che ci obbliga ad accettare il Concilio e le conseguenze del Concilio, che sono contrarie a quello che affermano nei capoversi precedenti, quando dicono che bisogna aderire alla dottrina tradizionale della Chiesa.
Ed è proprio questa professione di fede, che faranno firmare a tutti quelli che si sono sottomessi nuovamente all'autorità romana, è evidente. Visto che questa professione di fede è destinata a tutti quelli che hanno una carica qualsiasi e a tutti coloro che stanno per entrare negli ordini e stanno per ricevere le ordinazioni, essi dovranno firmare questa formula. Di conseguenza, è un modo per esigere oramai da parte di tutti quelli che si sono uniti nuovamente alle autorità romane, sotto tutti i punti, di sottomettersi al Concilio e alle conseguenze del Concilio. Di conseguenza, noi ci vediamo la volontà di quelli che attualmente detengono l'autorità nella Chiesa di sottometterci a questo spirito del Concilio, che è uno spirito modernista, uno spirito liberale, che ha distrutto la Chiesa e che continua a distruggere la Chiesa. Questo non possiamo ammetterlo!
Noi non accettiamo che ci dichiarino contrari al Papa. Noi non siamo contro il Papa in quanto Papa, ma noi siamo contro il Papa che c'insegna delle cose che sono state condannate dai suoi predecessori. O siamo con i suoi predecessori che hanno proclamato la verità di sempre, che sono concordi con la Chiesa dagli apostoli fino al Papa Pio XII! O siamo con il Concilio e siamo contro i predecessori dei Papi attuali. Bisogna scegliere, c'è una scelta da fare. È evidente che la Tradizione si trova con i 250 Papi che hanno preceduto Papa Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II È chiaro. Oppure la Chiesa si è sempre sbagliata. Ecco la situazione in cui ci troviamo. Occorre essere fermi, chiari, decisi e non esitare. Noi vogliamo essere con la Vergine Maria. Noi vogliamo essere alla Pentecoste, con gli apostoli, con la Vergine Maria nello Spirito di verità e nello Spirito di santità, che è lo spirito della Chiesa. E non vogliamo cambiarlo. Quali che siano le autorità che vogliono farci cambiare questo spirito, noi lo rifiutiamo. Noi vogliamo rimanere cattolici. Non vogliamo diventare liberali, né modernisti, né protestanti.

Il discorso è chiarissimo rimane solo da vedere se, i responsabili della Fraternità, nel comunicato ci hanno mentito o se veramente hanno seguito, in questa importante vicenda, il pensiero del loro fondatore...

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