ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 27 maggio 2012

Il maggiordomo? Forse. Ma la segreteria di Stato che fa?


timbro

Il primo reo sospetto di sottrazione di documenti non ha fatto a tempo a essere messo in guardina, che dal Vaticano ha preso la fuga una nuova carta riservata, ancora fresca d’inchiostro. E di veleno.
Sono le due paginette con cui uno dei quattro membri del consiglio di sovrintendenza dello IOR, l’americano Carl Anderson, dei Cavalieri di Colombo, notifica a Ettore Gotti Tedeschi la mozione di sfiducia nei suoi confronti, votata dal Consiglio il 24 maggio.
La defenestrazione di Gotti Tedeschi era già stata resa nota da un comunicato vaticano dello stesso 24 maggio, particolarmente sgarbato.
Ma ora, questo documento rende noti sia l’anomalo andamento della riunione sfociata nel voto di sfiducia, sia soprattutto le imputazioni messe a carico dell’ex presidente.
Lo scoop l’ha fatto il “Corriere della Sera” all’ora di cena della vigilia di Pentecoste.
Il cardinale Tarcisio Bertone, oltre che segretario di Stato, è anche il presidente della commissione cardinalizia di vigilanza sullo IOR. Se questa è la sua vigilanza…
Il documento originale è in inglese. Eccone qui di seguito la traduzione integrale.

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Istituto per le Opere di Religione
Consiglio di Sovrintendenza

Notifica e promemoria
del voto alla risoluzione di sfiducia

A: Presidente Ettore Gotti Tedeschi
Presidente dell’Istituto per le Opere di Religione
Da: Carl Anderson
membro del Consiglio di Sovrintendenza
Data: 24 maggio 2012
Soggetto: Governance

Questa notifica e promemoria della sessione ordinaria del Consiglio di Sovrintendenza le rende note e le fornisce le ragioni per cui, nella sua qualità di presidente dell’Istituto, ha ricevuto un voto di sfiducia dai membri di questo Consiglio, nella giornata di oggi, 24 maggio 2012, e registra i fatti relativi.
Questo promemoria le viene fornito a motivo delle circostanze singolari del suo abbandono dell’edificio dell’Istituto nel corso della sessione del Consiglio.
Il Consiglio ha iniziato la sua sessione ordinaria alle 14, o poco più tardi, per discutere, tra le altre cose, della questione della “governance” dell’Istituto. L’incontro si è tenuto negli uffici dell’Istituto, come consueto, e in inglese, come da abitudine. Erano a disposizioni anche servizi di traduzione.
Tutti i membri e officiali del Consiglio erano presenti all’inizio dei lavori.
Durante la riunione, lei ha sollevato “sua sponte” la questione della “governance” dell’Istituto e le è stata data l’opportunità di parlare liberamente su tale questione, una materia che era stata regolarmente messa in agenda. Lei ha parlato per più di 70 minuti. Il Consiglio ha preso in considerazione ciascuna delle sue questioni, le ha consentito di esporre le sue osservazioni senza essere interrotto, e poi si è impegnato in ulteriori discussioni.
Successivamente, le è stato chiesto se aveva qualche altra questione o informazione che desiderava fornire, prima che il Consiglio procedesse con la “governance” messa in agenda, i cui motivi le sono stati spiegati. Lei ha dichiarato che non aveva altre questioni. Allora il Consiglio le ha chiesto di lasciare la sessione in attesa delle sue valutazioni e del voto.
Verso le 15.40 è stata presentata in Consiglio una mozione di sfiducia. I membri hanno discusso e valutato la mozione, e hanno esposto, assieme alla risoluzione di sfiducia, le relative motivazioni. Le motivazioni erano basate su informazioni note ai membri del Consiglio. Durante la discussione, alle 16 lei ha abbandonato l’edificio dell’Istituto senza darne avviso e senza aspettare di ricevere sia la notizia che i risultati del voto di sfiducia.
I motivi della decisione del Consiglio sono stati letti e messi a verbale, e trattati come basi distinte per il voto di sfiducia. Le basi sono state regolarmente registrate nel verbale della sessione e includono:
- L’omissione di adempiere i doveri di base che spettano al presidente.
- L’omissione di tenersi informato sulle attività dell’istituto e di tenerne informato il Consiglio.
- L’abbandono e la mancata presenza alle sessioni del Consiglio.
- Il mostrare mancanza di prudenza e precisione in dichiarazioni riguardanti l’Istituto.
- L’omissione di fornire qualsiasi precisa spiegazione sulla diffusione di documenti conosciuti come in possesso del presidente.
- La diffusione di notizie inesatte riguardanti l’Istituto.
- L’omissione di rappresentare pubblicamente e difendere l’Istituto di fronte a notizie inesatte da parte dei media.
- Il dividere l’Istituto e l’estraniarsi dalle sue componenti.
- I comportamenti personali sempre più “erratic”, imprevedibili.

Il Consiglio ha anche esaminato le affermazioni fatte da lei durante la sessione del 24 maggio 2012 e ha stabilito che una o più di tali affermazioni non erano corrette.
Il Consiglio ha preso nota in modo speciale delle sue precedenti assenze, non scusate né spiegate, dalle sessioni del Consiglio e ha ulteriormente stabilito che le affermazioni da lei fatte durante la sessione odierna hanno confermato il suo precedente rifiuto di provvedere piena e adeguata informazione al Consiglio nel passato.
Intorno alle 17, il Consiglio ha votato che le sopra menzionate motivazioni formavano la base per l’adozione della risoluzione di sfiducia, che stabilisce come segue:
“Questo Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto per le Opere di Religione non ripone più fiducia nel presidente Ettore Gotti Tedescbhi, e raccomanda la cessazione del suo mandato come presidente e membro di questo Consiglio”.
Avendo adottata la risoluzione, gli atti e i documenti relativi a questa materia sono stati, sulla base di mozioni, ritenuti da me come segretario ai fini di queste sessioni e trasmessi intatti in copie autentiche alla Commissione dei Cardinali sia per una valutazione sia per le conseguenze della decisione del Consiglio.
Questa parte della sessione del Consiglio è stata temporaneamente aggiornata alle 17.30, con i restanti punti dell’agenda da esaminare successivamente.
Carl Anderson, membro
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/05/27/il-maggiordomo-forse-ma-la-segreteria-di-stato-che-fa/

Nero Wolfe in Vaticano. Un mese d’indagini per un maggiordomo

wiki
Dalla missione investigativa affidata a tre cardinali ultraottantenni, all’arresto e detenzione nelle segrete vaticane di un sospetto autore della sottrazione di documenti riservati dall’appartamento papale, ecco i quattro comunicati emessi dagli uffici della Santa Sede.
Quattro puntate di una serie che pare lontana dal terminare.
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25 aprile 2012 – NOTIFICAZIONE DELLA SEGRETERIA DI STATO
A seguito della recente divulgazione in televisione, sui giornali ed in altri mezzi di comunicazione di documenti coperti dal segreto d’ufficio, il Santo Padre ha disposto la costituzione di una Commissione Cardinalizia, per un’indagine autorevole che faccia piena luce su tali episodi.
Sua Santità ha chiamato a far parte della suddetta Commissione Cardinalizia, che agirà in forza del mandato pontificio a tutti i livelli, gli Eminentissimi Signori Cardinali Julián Herranz, il quale è stato designato a presiederla, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi.
La Commissione Cardinalizia si è insediata il 24 aprile corrente per stabilire metodo e calendario dei lavori.
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19 maggio 2012 – COMUNICATO DELLA SALA STAMPA A PROPOSITO DELLA NUOVA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENTI RISERVATI
La nuova pubblicazione di documenti della Santa Sede e di documenti privati del Santo Padre non si presenta più come una discutibile – e obiettivamente diffamatoria – iniziativa giornalistica, ma assume chiaramente i caratteri di un atto criminoso.
Il Santo Padre, ma anche diversi dei suoi Collaboratori e dei mittenti di messaggi a Lui diretti, hanno visto violati i loro diritti personali di riservatezza e di libertà di corrispondenza.
La Santa Sede continuerà ad approfondire i diversi risvolti di questi atti di violazione della privacy e della dignità del Santo Padre – come persona e come suprema Autorità della Chiesa e dello Stato della Città del Vaticano – e compirà i passi opportuni, affinché gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonché dell’uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia. Se necessario chiederà a tal fine la collaborazione internazionale.
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25 maggio 2012 – RISPOSTA ORALE DEL P. LOMBARDI A DOMANDE DI GIORNALISTI SULLE INDAGINI IN CORSO IN VATICANO
L’attività di indagine avviata dalla Gendarmeria secondo istruzioni ricevute dalla Commissione cardinalizia e sotto la direzione del Promotore di Giustizia ha permesso di individuare una persona in possesso di documenti riservati.
Questa persona si trova ora a disposizione della magistratura vaticana per ulteriori approfondimenti.
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26 maggio 2012 – DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA, P. FEDERICO LOMBARDI, S.I., SULLE INDAGINI CIRCA LA DIVULGAZIONE DI DOCUMENTI RISERVATI
Confermo che la persona arrestata mercoledì sera per possesso illecito di documenti riservati, rinvenuti nella sua abitazione in territorio vaticano, è il Sig. Paolo Gabriele, che rimane tuttora in stato di detenzione.
Si è conclusa la prima fase di “istruttoria sommaria” sotto la direzione del Promotore di Giustizia, prof. Nicola Picardi, e si è avviata la fase di “istruttoria formale” condotta dal Giudice istruttore, prof. Piero Antonio Bonnet.
L’imputato ha nominato due avvocati di sua fiducia, abilitati ad agire presso il Tribunale vaticano, e ha avuto la possibilità di incontrarli. Essi potranno assisterlo nelle successive fasi del procedimento. Egli gode di tutte le garanzie giuridiche previste dai codici penale e di procedura penale in vigore nello Stato della Città del Vaticano.
La fase istruttoria proseguirà fino a che non sia acquisito un quadro adeguato della situazione oggetto di indagine, dopodiché il Giudice istruttore procederà al proscioglimento o al rinvio a giudizio.

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/05/27/nero-wolfe-in-vaticano-un-mese-dindagini-per-un-maggiordomo/

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