Uno dei cambiamenti
più dirompenti introdotti dal Vaticano II nella dottrina
cattolica è certamentequello relativo all'insegnamento della Chiesa
sul popolo ebraico. Fino a quarant'anni fa, infatti, tutti i
teologi, poggiando saldamente sui Vangeli,
sull'insegnamento dei Padri della Chiesa e sul
Magisteroecclesiastico di quasi duemila anni, ritenevano che con
la venuta di Gesù Cristo e con l'avvento della Nuova
Alleanza suggellata con il Suo Sangue, il nuovo Israele di Dio
non fosse più il popolo dell'Antica Alleanza, ma tutti gli
uomini chiamati a far parte della Chiesa cattolica mediante il
battesimo. Era inoltreopinione comune che gli ebrei
contemporanei del Salvatore e quelli vissuti in seguito
(nella misura in cui condividevano il «crocifiggilo» dei loro
padri) fossero deicidi,
ossia che si fossero macchiati del
peggiore delitto: l'uccisione del
Figlio di Dio e il
rifiuto della Sua messianicità e divinità. Questo era
ciò che credevano tutti i cattolici almeno fino al 1965,
quando con l'approvazione del documento conciliare Nostra
Ætate venne introdotta
una nuova dottrina secondo la quale gli ebrei non erano
affatto responsabili della morte di Gesù (addossata
ingiustamente ai romani, semplici esecutori materiali
della crocifissione), e che dunque non dovevano
più essere ritenuti come maledetti da Dio per il
loro enormepeccato.
Proseguendo su questa linea di
pensiero e di azione si andò ben oltre proclamando
ancora in vigore l'Antica Alleanza tra Dio e il suo
popolo 1, e dunque sostenendo
di fatto che Dio non aveva rigettato Israele a causa del
suo rifiuto di Cristo e della salvezza offerta dalla
Redenzione da Lui operata sul Calvario 2;
che l'antisemitismo era un sentimento
alimentato nella popolazione dall'insegnamento
cristiano preconciliare 3, e che tale sentimento
sarebbe poi sfociato nella feroce persecuzione degli ebrei
messa in atto dal nazismo e nell'Olocausto, di cui,
dunque, la Chiesa sarebbe responsabile. Ed ecco che i
massimi rappresentati della Sposa di Cristo, senza macchia e senza
peccato, si sono prostrati e hanno chiesto perdono ai
successori di Caifa per il delitto commesso da «popoli
cristiani» (!?),
fomentati nel loro odio verso gli ebrei da una lettura
«distorta» dei Vangeli e dall'eccessiva foga
di alcuni oratori cristiani dei primi secoli. Sta di fatto
che questo documento conciliare - leggere per
credere - non è corredato da alcuna nota, e questo
perché questa strampalata tesi imposta ai fedeli di tutto
l'orbecattolico poggia sul nulla! Non un solo passo della Sacra
Scrittura, non un solo Santo, non un solo Papa - almeno fino al 1962
- ha mai sostenuto una simile teoria. Al contrario,
come risulta dalla lettura di questo agevole scritto,
tutti i Santi, tutti i Padri della Chiesa e tutti i
Papi hanno ribadito con fermezza la dottrina tradizionale.
Ciononostante, tranne qualche voce fuori dal coro
«politicamente scorretta» e quindi messa subito a
tacere, il popolo cristiano, lentamente avvelenato da
altre nuove dottrine partorite dal Concilio
(ecumenismo, libertà religiosa, riforma Liturgica ecc...), ha
accettato passivamente questodiktat e si
è allineato con le novità. In realtà, dietro alla facciata
dell'ecumenismo, il vecchio Israelecontinua a coltivare l'antico
desiderio di assorbire il cristianesimo (nell'impossibilità di
annientarlo) dopo averlo «purgato» dalla sua pretesa di
religione divina. In fondo, non si tratta di una novità: già
nell'era apostolica, la Chiesa dovette combattere la
prima eresia, quella giudaizzante,
la qualepretendeva che fosse imposta ai pagani
che aderivano al cristianesimo la legge di Mosè.
Tale eresia vennesolennemente condannata da
San Pietro e da San Paolo durante il primo
Concilio della Chiesa tenutosi a Gerusalemme (At 15,
1-21). Al di là di ogni calcolo umano, di ogni volontà di
compromesso e di qualsivoglia disegno di pace terrena,
noi crediamo che ogni tradimento della verità evangelica
sia un tradimento della fede che abbiamo ricevuto nel
battesimo e che vogliamo conservare intatta fino
alla nostra morte, anche se ciò
comportasse l'incomprensione dei nostri
fratelli e persino la persecuzione da parte di
alcuni di essi, certi come siamo che presto il
Signore ristabilirà la verità nella sua
pienezza....
ECCO
I FRUTTI DEL DOCUMENTO MASSONICO NOSTRA AETATE, gli eretici falsi
cristiani neocatecumenali e i Deicidi:
Il prestigioso auditorium Avery Fisher Hall di New York, ha visto, lo scorso 8 maggio, l'Orchestra e il Coro del Cammino Neocatecumenale esibirsi nella Sinfonia che vuole rendere omaggio alle vittime della Shoah, l'Olocausto degli ebrei.
“A
Symphonic Homage Prayer:
Una Preghiera Sinfonica di Omaggio” è, infatti, il titolo di
questa celebrazione in cui la Parola di Dio si è
intrecciata con la musica, attraverso la lettura del
profeta Ezechiele, del Vangelo di Luca e il sottofondo della
Sinfonia "La
sofferenza degli innocenti".
L’opera
è stata eseguita davanti a 3.000 persone, la maggior parte ebrei,
tra cui più di 30 rabbini e circa dodici vescovi e autorità
civili. Nel pubblico, inoltre, si contava la presenza di numerosi
sopravvissuti all'Olocausto e delle loro famiglie.
"La
sofferenza degli innocenti" è stata composta da Kiko Argüello,
iniziatore del Cammino Neocatecumenale, ed è stata eseguita da un
coro e un'orchestra di 180 professionisti, provenienti da questa
realtà ecclesiale.
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