ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 24 maggio 2012

Natale di Bontà

1- E’ IL 25 DICEMBRE 2011 E PIOVONO OFFERTE PER IL SANTO PADRE: BRUNO VESPA MANDA 10 MILA EURO PER LE OPERE PIE E COGLIE L’OCCASIONE PER CHIEDERE UN APPUNTAMENTO - 2- SOMME ARRIVANO ANCHE DAL VERTICE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO. C’È ABRAMO BAZOLI DI BANCA INTESA CHE INVIA 25.000 EURO COME “CONTRIBUTO PER LE SUE OPERE DI CARITÀ”, FACENDO INTESTARE L’ASSEGNO CIRCOLARE PROPRIO A MONSIGNOR GEORG - 3- C’È ANCHE IL “DONO SPECIALE PER IL SANTO PADRE” DALL’UNICREDIT DI RAMPL E GHIZZONI - 4- PAOLA BINETTI (UDC) SI SCAGLIA CONTRO LÌ AUTORE DEL LIBRO 'SUA SANTITA', "NUZZI VIOLA LA COSTITUZIONE, CI VUOLE PUNIZIONE ESEMPLARE. SPERO LIBRO VENGA RITIRATO" - 5- NUZZI AL CONTRATTACCO “DOV’ERA IL VATICANO QUANDO LA MAGISTRATURA ITALIANA CHIEDEVA COLLABORAZIONE SULLA ORLANDI? E SUL CASO CALVI? E SULLA TANGENTE ENIMONT RIPULITA DALLO IOR? SOLO ORA CHIEDONO AIUTO ALL’ITALIA? PER INCRIMINARMI” -

Estratto dal libro di Gianluigi Nuzzi "Sua Santità" - Edizioni Chiarelettere
È soprattutto alla vigilia del 25 dicembre che le offerte si fanno più consistenti e l'agenda del Santo Padre, che abbiamo potuto vedere, si infittisce. Basta prendere il dicembre del 2011 quando Benedetto XVI ha fissato in scaletta numerosi incontri e sul tavolo arrivano copiose offerte da ecclesiastici e laici di tutto il mondo.
Tra queste spicca la lettera con un assegno di 10.000 euro che il 21 dicembre Bruno Vespa, il giornalista televisivo più conosciuto in Italia, indirizza per le opere del papa: «Anche quest'anno, mi permetto di farle avere - scrive - a nome della mia famiglia una piccola somma a disposizione della carità del papa. Auguro a Sua Santità e a lei, caro don Giorgio, di trascorrere un sereno Natale e un nuovo anno di proficua missione».
Qualche riga in bianco e, dopo le indicazioni del numero e dell'importo dell'assegno, il giornalista aggiunge a mano una postilla: «Ps: Quando possiamo avere un incontro per salutare il Santo Padre? Grazie». Vespa manda una somma di denaro per le opere pie di Ratzinger e coglie l'occasione per chiedere un appuntamento. La segreteria del pontefice, probabilmente lo stesso padre Georg, verga sulla lettera un memo per il pontefice: «Mi faccio vivo al riguardo nel nuovo anno» per l'agognato appuntamento. Alla vigilia di Natale Benedetto XVI legge la missiva e chiede di ringraziare per l'obolo.
Sono giorni intensi, con somme che arrivano anche dal vertice del sistema bancario italiano. C'è Giovanni Bazoli, presidente del Consiglio di sorveglianza 94 Sua Santità di Intesa Sanpaolo e protagonista della finanza cattolica, che invia 25.000 euro come «contributo per le sue opere di carità », facendo intestare l'assegno circolare proprio a monsignor Georg Gänswein. C'è il «dono speciale per il Santo Padre» che Dieter Rampl e Federico Ghizzoni, presidente e ad di Unicredit, inviano al cardinale Bertone perché lo consegni al papa.
I banchieri colgono l'occasione, nella loro missiva, per sostenere la centralità della persona nella società di oggi, condividendo lo spirito dell'enciclica Caritas in veritate. E sottolineano la loro attenzione ai mercati finanziari dell'Est europeo, dove Unicredit è presente con filiali. I regali, almeno alcuni di quelli che il papa riceve, vengono poi ridistribuiti tra i dipendenti del piccolo Stato. È il caso della festa della befana per i dipendenti dei servizi di sicurezza, a iniziare dai 150 gendarmi.

«Per impreziosire la festa», il capo della gendarmeria Domenico Giani nel dicembre del 2010 ottiene che padre Georg destini alcuni doni all'appuntamento «che quest'anno avrà una particolare cornice con la presenza dei bambini e dei familiari», come gli scrive in un appunto. In Vaticano non arriva solo denaro ma regali di ogni tipo, anche beni alimentari, prosciutti, salumi e persino il pregiato prosciutto crudo spagnolo Serrano.
È proprio il tuttofare Giani che gira lo scatolone con il crudo a forma di violino e altre prelibatezze all'appartamento privato quando nel dicembre del 2010 riceve il pacco direttamente dal produttore. Si tratta del papà di Marisa Rodriguez, la corrispondente della tv pubblica spagnola Tve, che ci tiene a omaggiare il pontefice. Aggiungendo ovviamente una lettera: «La busta per il Santo Padre - scrive Giani in un biglietto di accompagnamento - è all'interno dello scatola».

2- PAOLA BINETTI (Udc): "NUZZI? VIOLA LA COSTITUZIONE, CI VUOLE PUNIZIONE ESEMPLARE. SPERO LIBRO VENGA RITIRATO".
Da "Radio24" - "Se un sacerdote viene a sapere di un comportamento infame, come un atto pedofilo, in confessionale non è obbligato a denunciarlo". Lo dice Paola Binetti, deputato dell'Udc, alla Zanzara su Radio 24. "La penitenza - dice la Binetti - è qualcosa di sacro che vincola il sacerdote con il peccatore. Un fatto saputo in quel modo non va denunciato. Altra cosa è fuori dalla confessione". La Binetti, attacca poi Gianluigi Nuzzi, autore del libro 'Sua Santità': "Ha violato la Costituzione, che protegge la corrispondenza privata. Ci vuole una punizione esemplare, quando vengono pubblicate da tutti i giornali le lettere private di alcune persone al Santo Padre. Viene profanata la vita privata delle persone, i rapporti personali su cui non esiste il diritto di cronaca".
"E' giusto che vengano presi dei provvedimenti - dice ancora la Binetti A Radio 24 - e per me possono anche sequestrare il libro. Boffo per esempio aveva aperto la propria anima a una persona, il Papa, e vine pubblicato tutto intrufolandosi nella vita intima delle persone. Una cosa inaudita". "Chi l'ha scritto - sostiene Binetti alla Zanzara - non può pensare di cavarsela così. Va punito in modo esemplare e mi auguro con tutto il cuore che questo avvenga. Così nessuno si sentirà più autorizzato a entrare nella vita delle persone e a pubblicare certe cose. Una profanazione grave".
3- NUZZI, AUTORE DEL LIBRO 'SUA SANTITA', AL CONTRATTACCO "DOV'ERA IL VATICANO QUANDO LA MAGISTRATURA ITALIANA CHIEDEVA COLLABORAZIONE SULLA ORLANDI? E SUL CASO CALVI? E SULLA TANGENTE ENIMONT RIPULITA DALLO IOR? SOLO ORA CHIEDONO AIUTO ALL'ITALIA? PER INCRIMINARMI"
Da "Radio24" - "E' la prima volta che il Vaticano chiede aiuto alla magistratura italiana, per incriminarmi. Sono contento, hanno scoperto la collaborazione con le autorità italiane quando per decenni hanno latitato. Dov'erano quando l'Italia chiedeva la collaborazione su Emanuela Orlandi? E le rogatorie sul caso Calvi e la tangente Enimont ripulita per metà dallo Ior?
Parlano di atto criminoso perché ho dato delle notizie, che la gente ha diritto di sapere come la trattativa con Tremonti per non far pagare l'Ici alla Chiesa. E il Vaticano non ha nessuna credibilità quando parla di diritto; a me viene in mente che questi signori hanno introdotto il reato di riciclaggio a casa loro dal 2010, prima non c'era. E quindi lezioni di diritto me l'aspetto dai giuristi italiani non da chi ha introdotto da poco certe norme. Hanno una credibilità minima".
Lo dice Gianluigi Nuzzi, autore del libro Sua Santità, alla Zanzara su Radio 24. "La ricettazione - dice Nuzzi - vuol dire che è stato un furto, ma io non sono mai stato in Vaticano e io di sicuro non sono un ladro. Le persone che hanno deciso di fare uscire le carte sono una ventina, non uno o due. Io personalmente ho avuto a che fare con quattro, cinque persone. Questi non sono cardinali in guerra tra di loro ma sono i piccoli ingranaggi del Vaticano che hanno voglia di far sapere certe cose che altrimenti rimarrebbero nascoste. Chi mi ha passato le carte vuole cacciare i mercanti dal tempio".
Poi Nuzzi parla del caso Boffo, che gli ha dato del ricettatore: "L'ex direttore di Avvenire mi ha spedito questo sms: ‘Che galantuomo, saresti capace di uccidere tua madre'. Gli ho risposto così: 'Buongiorno Dino, non potevo in un libro sulle carte del papa lasciare fuori le tue lettere e credi mi dispiace crearti ancora dolore. Se le avessi messe da parte mi avrebbero dato del ricattatore, e non del giornalista, visto che anche Il Fatto Quotidiano le aveva individuate.
Nel libro vedrai che sono stato il più asciutto possibile. Ho sbagliato a non avvisarti e di questo mi scuso ma finalmente la verità emerge. Dino, non ucciderei mai mia madre per il semplice fatto che non ucciderei nessuno e mia mamma mi ha messo al mondo come la tua. Il denaro è poca cosa e il 50% dei diritti di Vaticano S.p.A. è andato in beneficenza, non so quanti altri autori lo fanno. Non me ne volere." Lui non ha più risposto. E poi mi ha dato del ricettatore, ma questo lo lasci decidere alla magistratura". 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.