ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 6 giugno 2012

Benedetto XVI, un complotto c'è davvero


Non un piano per uccidere il Papa, ma una strategia per far saltare ogni equilibrio in Curia

Ormai è chiaro. L’ultima lettera pubblicata da “Il Fatto Quotidiano” in cui si avvisa il Papa di un complotto che lo vuole morto entro un anno, dice in realtà molto di più di quello che potremmo immaginare.
Intanto i fatti: protagonista l’arcivescovo di Palermo, il Card. Romeo, ex nunzio in Italia e vicino al Card. Sodano, che durante un viaggio in Cina nel novembre 2011 avrebbe detto ad alcuni interlocutori cinesi diverse cose: 1) il Papa ha solo 12 mesi di vita, 2) il Pontefice sta lavorando alla sua successione e il prescelto è il Card. Scola, 3) Benedetto XVI “odia il Card. Bertone” e vorrebbe sostituirlo, ma non può, perché non c'è nessuno in grado di ricoprire quel ruolo.

Affermazioni pesanti, (smentite dallo stesso Romeo) che, tramite il Cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, informato dell’accaduto, sono arrivate sulla scrivania del Papa (e prima in Segreteria di Stato) sotto forma di un appunto, scritto in lingua tedesca. Dopo l’ennesimo polverone, seguito dalle relative smentite (Padre Lombardi: “Siamo alla follia”) e dopo il sospetto che si tratti in realtà della trama di una spy story, è il momento di riflettere e cercare di capire cosa stia succedendo davvero in Vaticano.
Questo è solo l’ultimo documento che esce dalla Segreteria di Stato e che viene consegnato a una certa stampa con l’obiettivo di destabilizzare gli equilibri della Curia, colpire il Papa (visto come un Pontefice solo e disinteressato del governo vaticano) e soprattutto colpire direttamente il suo più stretto collaboratore, il Card. Tarcisio Bertone. Prima le minacce di morte al Segretario di Stato (arrivate sulla sua scrivania sotto forma di lettere anonima), poi il caso di Mons. Viganò (in cui Bertone fa la parte del cattivo, che rimuove Viganò perché fa pulizia in curia), poi ancora l’affaire IOR e adesso la lettera in tedesco che contiene al suo interno (sembra quasi una forzatura, ma è la cosa che spicca di più) l’ennesimo colpo contro Bertone.
Documenti riservati e confidenziali, provenienti dagli uffici guidati dallo stretto collaboratore di Ratzinger e pubblicati con l’obiettivo forse di intimorire, forse di mandare dei segnali ben precisi. Una cosa è certa: la vecchia guardia, radicata da decenni in Segreteria di Stato, non ha mai digerito l’arrivo, pochi anni fa, della nuova “classe dirigente”, capeggiata dal Card. Bertone (qualche anno fa veniva attaccato dalla stampa anche per il solo fatto di esser salesiano, colpevole di scegliere collaboratori salesiani).
E così adesso tutti i nodi arrivano al pettine, "è la resa dei conti", dice qualcuno nei Sacri Palazzi, in vista di un futuro conclave (si spera il più lontano possibile) e per ottenere un cambio della guardia in Segreteria di Stato. Cosa che non succederà: nonostante gli attacchi, la campagna stampa e i bisbigli velenosi, il Papa, da buon tedesco, rimarrà fermo sulle sue posizioni, non si lascerà di certo intimorire. Nemmeno se si parla di complotto mortale.

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