ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 4 luglio 2012

In coena non Domini


Chi mangia del Segretario di Stato muore
Chi mangia del Segretario di Stato muore. E' la personale parafrasi di un detto spagnolo, “chi mangia del Papa muore”. Benedetto XVI ha confermato la sua fiducia al cardinale Tarcisio Bertone, che compirà 78 anni a novembre. Chi ha un minimo di esperienza di cose vaticane non è rimasto sorpreso.

Chi mangia del Segretario di Stato muore. E’ la personale parafrasi di un detto spagnolo, “chi mangia del Papa muore”. Benedetto XVI ha confermato la sua fiducia al cardinale Tarcisio Bertone, che compirà 78 anni a novembre. Chi ha un minimo di esperienza di cose vaticane non è rimasto sorpreso. Tarcisio Bertone è stato, negli ultimi mesi, bersaglio di tutta una serie di attacchi, esterni, grazie alle carte pubblicate da Nuzzi, Gabriele & C., e probabilmente anche interni, più o meno mascherati. La Santa Sede, nel momento in cui uno dei suoi personaggi pubblici è sotto attacco, ha come costume secolare quello di difenderlo.


Lo fece – e avrebbe ben potuto comportarsi diversamente – con Marcinkus, che è costato alle casse del Papa fior di miliardi. Figuriamoci se avrebbe abdicato a questo comportamento nel caso di Bertone, a cui si possono come a ciascuno rimproverare molte cose; ma non la fedeltà al Papa e la dedizione alla Chiesa. E dalla crisi attuale esce certamente rafforzato: persino due suoi “avversari” o presunti tali, come Sodano e Sandri, hanno scelto di fare pubbliche affermazioni di “serriamo i ranghi” di fronte alle aggressioni.

E l’argomento segretario di Stato è sempre pericoloso e scivoloso, per noi che scriviamo. Mi ricordo di un collega che qualche anno fa aveva previsto, e - ahimè per lui – scritto che nel giro di qualche mese Giovanni Paolo II avrebbe rinunciato ai servigi del card. Angelo Sodano. Il che, naturalmente, non avvenne; ma il direttore del giornale per cui l’imprudente collega scriveva dovette recarsi a pranzo dal porporato per presentargli le sue scuse per la sciocchezza pubblicata sul quotidiano da lui firmato. Un episodio che dovrebbe insegnare a tutti la virtù della prudenza; e quella ancora più utile della diffidenza. Errare humanum est….


La cartolina d’estate del papa a Bertone

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Questa che segue è la lettera che Benedetto XVI ha voluto scrivere al cardinale Tarcisio Bertone, suo segretario di Stato, prima di partire per Castel Gandolfo, dove si tratterrà fino all’autunno.
*
Al Venerato e Caro Fratello
il Signor Cardinale Tarcisio Bertone
Alla vigilia della partenza per il soggiorno estivo a Castel Gandolfo, desidero esprimerLe profonda riconoscenza per la Sua discreta vicinanza e per il Suo illuminato consiglio, che ho trovato di particolare aiuto in questi ultimi mesi.
Avendo notato con rammarico le ingiuste critiche levatesi verso la Sua persona, intendo rinnovarLe l’attestazione della mia personale fiducia, che già ebbi modo di manifestarLe con la Lettera del 15 gennaio 2010, il cui contenuto rimane per me immutato.
Nell’affidare il Suo ministero alla materna intercessione della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, mi è gradito inviarLe, insieme con il fraterno saluto, la Benedizione Apostolica, in pegno di ogni desiderato bene.
Dal Vaticano, 2 luglio 2012.
*
La precedente lettera del 15 gennaio 2010 citata dal papa era stata anch’essa resa pubblica a suo tempo.
In essa, il papa prendeva atto delle dimissioni a lui presentate da Bertone al compimento dei 75 anni di età.
E proseguiva spiegando perché l’aveva voluto nominare segretario di Stato e perché intendeva mantenerlo al suo posto:
“Ho sempre ammirato il suo ’sensus fidei’, la sua preparazione dottrinale e canonistica e la sua ‘humanitas’, che ci ha molto aiutato a vivere nella Congregazione per la Dottrina della Fede un clima di autentica familiarità, unita ad una decisa e determinata disciplina di lavoro. Tutte queste qualità sono state il motivo che mi ha portato alla decisione, nell’estate del 2006, di nominarLa mio Segretario di Stato e sono oggi la ragione per la quale, anche in futuro, non vorrei rinunciare a questa sua preziosa collaborazione”.
Il “contenuto” di quella lettera del 2010, scrive oggi il papa: “rimane per me immutato”.
Nel frattempo, però, le “qualità” che propiziarono a Bertone la nomina hanno avuto in lui dei cedimenti visibili a tutti, specie in questi ultimi tempi.
La “humanitas” è stata clamorosamente contraddetta, ad esempio, dall’inaudita brutalità con la quale lo scorso 24 maggio è stato cacciato Ettore Gotti Tedeschi dalla presidenza dell’Istituto per le Opere di Religione.
Quanto alla “disciplina di lavoro”, la continua fuga di carte riservate dagli uffici vaticani ne è la perfetta smentita.
“Humanitas” e “disciplina” sono piuttosto le virtù di cui Benedetto XVI sta dando somma prova, in questo suo affettuoso accompagnamento del cardinale Bertone verso la messa a riposo, dopo l’estate.


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