Il
Santo Padre, non solo pronunziò il noto discorso del 22 dicembre sull'
interpretazione del concilio ecumenico Vaticano II, che invitava a
compiere nel senso della riforma in continuità con la tradizione della
Chiesa (Ecclesia semper reformanda), ma lo ha pure messo in pratica
nella liturgia. In primis, facendo ricollocare il Crocifisso dinanzi a
sè sull'altare, in modo che la preghiera del sacerdote e dei fedeli sia
"rivolta al Signore".
Qui però, mi
soffermo sulla seconda 'innovazione' di Benedetto XVI: l'amministrazione
della S.Comunione ai fedeli, in ginocchio e in bocca. Dico
'innovazione', rispetto al noto indulto che in diverse nazioni consente
di riceverla sulla mano.Infatti, si ritiene da non pochi, che solo nella
tarda antichità-alto medioevo, la Chiesa d'Oriente e d'Occidente abbia
preferito amministrarla in tal modo. Allora, Gesù ha dato la Comunione agli Apostoli sulla mano o chiedendo di prenderla con le proprie mani?
Visitando
la mostra del Tintoretto a Roma, ho osservato alcune 'Ultime Cene' in
cui Gesù dà la Comunione in bocca agli Apostoli: si potrebbe pensare che
si tratti di una interpretazione del pittore ex post, un po' come la
postura di Gesù e degli apostoli a tavola nel Cenacolo di Leonardo, che
'aggiorna' alla maniera occidentale l'uso giudaico dello stare invece
reclinati a mensa. Però, riflettendo ulteriormente, l'uso di dare la S.Comunione direttamente in bocca al fedele, può essere ritenuto non solo di tradizione giudaica e quindi apostolica, ma anche risalente al Signore Gesù.
Gli ebrei e gli orientali in genere, avevano ed hanno ancor oggi
l'usanza di prendere il cibo con le mani e di metterlo direttamente in
bocca all'amata o all'amico. Anche in occidente lo si fa tra innamorati e
da parte della mamma verso il piccolo ancora inesperto. Si capisce
così il testo di Giovanni 13,26-27: "Gesù allora gli (a Giovanni)
rispose: 'E' quello a cui darò un pezzetto di pane intinto'. Poi,
intinto un pezzetto di pane, lo diede a Giuda di Simone Iscariota. E
appena preso il boccone il satana entrò da lui". Mons.Athanasius
Schneider ha compiuto ottimi approfondimenti nel suo libro Dominus est,
Lev 2009.
Che dire però dell'invito di Gesù: "Prendete e mangiate"..."Prendete e bevete" ?
Prendete (in greco: lavete; in latino: accipite), significa anche "ricevete".
Se il boccone è intinto, non lo si può prendere con le mani, ma
ricevere direttamente in bocca. Vero è che Gesù ha consacrato
separatamente pane e vino, ma, se durante il Mistico Convito - come lo
chiama l'Oriente - ossia l'Ultima Cena, i due gesti consacratori
avvennero, come sembra, in tempi diversi della Cena pasquale - quando
gli Apostoli, forse aiutati dai sacerdoti giudaici che si erano
convertiti (Atti 6,7) quali esperti diremmo così nel culto, li unirono
all'interno della grande preghiera eucaristica - la distribuzione del
pane e del vino consacrati fu collocata dopo l'anafora, dando origine al
rito di Comunione. Agli inizi, le comunità cristiane erano piccole e i
fedeli facilmente identificabili. Con l'estendersi della cristianità,
nacquero le esigenze di precauzione: affinchè le sacre specie fossero
amministrate con riverenza e evitando la dispersione dei frammenti, che
contengono il Signore realmente e interamente. Pian piano prende forma
la Comunione sotto le due specie, date consecutivamente o per
intinzione.
Infine in occidente, ordinariamente sotto la sola specie del pane, perchè la dottrina cattolica, garante san Tommaso, insegna che il Signore Gesù è tutto intero in ciascuna specie (Catechismo della Chiesa Cattolica 1377).
Però, dai sostenitori della Comunione sulla mano, si fa appello a san Cirillo di Gerusalemme,
il quale, chiedendo ai fedeli di fare della mano un trono al momento di
ricevere la Comunione, vuol dire che consegnava la specie del pane
sulla mano. Ritengo sommessamente che l'invito a disporre le mani
in tal modo, possa essere inteso non al fine di riceverla in esse, ma a
protenderle, anche inchinando il capo, in un unico atto di adorazione,
oltre che per prevenire la caduta di frammenti. Infatti, per
l'innato senso del sacro, molto forte in Oriente, si affermava sempre
più la riverenza verso il Sacramento con le precauzioni nell'assumere la
Comunione in bocca, per molteplici ragioni, tra cui quella di non poter
garantire mani pure e in specie la salvaguardia dei frammenti. Questo
nella Catechesi Mistagogica 21.
Ciò rende più comprensibile
la sentenza di sant'Agostino: "nemo autem illam carnem manducat, nisi
prius adoraverit; peccemus non adorando". Non si deve mangiare il Corpo
del Signore senza averlo prima adorato. Benedetto XVI l'ha richiamata
significativamente proprio nel suaccennato discorso sull'interpretazione
del Vaticano II e poi nell'Esortazione Apostolica Sacramentum Caritatis
67.
Dunque, non deve meravigliare il fatto
che la tradizione pittorica orientale e occidentale,dal V al XVI secolo
abbia raffigurato Cristo che fa la Comunione agli apostoli direttamente
sulla bocca.
Il Santo Padre, in continuità con la
tradizione universale della Chiesa, ha ripreso il gesto. Perchè non
imitarlo? Ne guadagnerà la fede e la devozione di molti verso il
Sacramento della Presenza, specialmente in un tempo dissacratorio come
quello odierno.
fonte: Scuola Ecclesia Mater
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