ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 12 luglio 2012

PRECISAZIONI E DIVIETI DELLA CHIESA CATTOLICA CIRCA MEDJUGORJE


CARDINAL GIUSEPPE VERSALDI: 

Pontifex.Roma
Siccome anche nella diocesi di Alessandria alcuni fedeli e gruppi di fedeli sono interessati agli avvenimenti che capitano dal 1981 a Medjugorje e per questo vanno colà in pellegrinaggio e si incontrano qui per praticare la loro devozione mariana e poiché ultimamente in questi incontri a volte è  presente qualche presunta veggente e, si dice, sia avvenuta anche qualche apparizione della Madonna all'interno di una Chiesa, alla presenza di sacerdoti, ritengo opportuno chiarire il mio pensiero di Vescovo, responsabile della Chiesa locale. Due sono i livelli della questione: 1) Innanzitutto la posizione della Chiesa gerarchica sui fatti di Medjugorje, che  si può così riassumere: circa l'autenticità delle apparizioni della Madonna in quella località della ex-Jugoslavia, è stata recentemente costituita dalla S. Sede una Commissione per l'esame di questi avvenimenti, dopo che la Conferenza dei Vescovi di quella regione nel 1991 aveva dichiarato che“sulla base delle indagini finora condotte non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali”.
Su istanza di alcuni Vescovi, la Congregazione per la dottrina della fede è intervenuta due volte con lettere dell'allora Segretario S.E. Tarcisio Bertone:
nel 1996 per dire che, essendo ancora sospesa la valutazione della Chiesa, “i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine non possono essere organizzati né a livello parrocchiale né diocesano, poiché questo sarebbe in contraddizione con quanto affermato dai Vescovi della ex-Jugoslavia nella suddetta dichiarazione”.
Tuttavia, “i numerosi pellegrini che giungono a Medjugorje spinti dalla fede e da altri motivi richiedono l'attenzione pastorale del Vescovo della diocesi, ma anche di altri Vescovi, affinché a Medjugorie. possa essere incoraggiata una devozione verso la Beata Vergine Maria in armonia con l'insegnamento della Chiesa”.
In una seconda lettera del 1998 lo stesso Mons. Bertone precisava che la dichiarazione dei Vescovi della ex-Jugoslavia non poteva essere intesa come una pronuncia definitiva e tanto meno che essa esprimesse la prova  della falsità delle apparizioni (secondo l'opinione personale del Vescovo di Mostar) e concludeva che “per quanto riguarda i pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in maniera privata, questa Congregazione ritiene che sono permessi a condizione che non siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa”.
Da allora la situazione non è cambiata se non per il fatto che, come accennato, ora è stata costituita una Commissione da parte della S. Sede che sta operando il discernimento. Dunque, si deve ritenere che la Chiesa non ha ancora pronunciato una sua valutazione sull'autenticità né sulla falsità delle apparizioni a Medjugorje e, per quanto riguarda i pellegrinaggi sono leciti quelli privati purché non comportino un'autenticazione degli avvenimenti ancora sotto giudizio.
Pertanto i sacerdoti non possono organizzarli né a livello parrocchiale né a livello diocesano, ma possono assistere i fedeli che privatamente là si recano. E' ovvio che i sacerdoti, a maggior ragione, non possono in alcun modo pronunciarsi su quegli avvenimenti o fare gesti che implicitamente ne avvalorino l'autenticità prima che vi sia un pronunciamento ufficiale della Chiesa.
2) La seconda questione riguarda quanto è avvenuto e può avvenire nelle Chiese locale e, per quanto ci riguarda nella diocesi di Alessandria.
I documenti citati non dicono nulla circa gli incontri fuori da Medjugorje che invece si sono moltiplicati e, a volte, con la presenza delle presunte veggenti. Tuttavia, devono essere tenuti fermi gli stessi criteri: non si può proibire che dei fedeli privatamente si riuniscano per praticare la devozione mariana ed anche che sacerdoti li assistano e guidino nella medesima devozione “in armonia con l'insegnamento della Chiesa” purché non dicano o facciano gesti che possono essere considerati “come autenticazione degli avvenimenti in corso”
Come Vescovo ho tenuto e consigliato, finora privatamente, questa posizione. Pertanto non corrisponde a verità che io abbia “auspicato” incontri pubblici in presenza di una presunta veggente e tanto meno mi sia pronunciato circa una “apparizione” ivi avvenuta: il mio rifiuto all'invito di intervenire a tale incontro (anche se fatto in maniera cortese) dimostra inequivocabilmente la mia posizione in linea con i criteri della S. Sede.
Chiedo ai sacerdoti di attenersi alle medesime direttive e di evitare, anche in buona fede, di turbare la consolidata devozione mariana di questa Chiesa locale. Chiedo anche ai sacerdoti di non prestarsi  a raccolte di offerte durante celebrazioni all'interno delle nostre Chiese a favore di persone private (anche se presunte veggenti) e destinate ad opere private onde evitare strumentalizzazioni e sospetti.
In conclusione: bisogna evitare sia l'estremismo di chi dà per scontata l'autenticità delle apparizioni a Medjugorje e parla ed agisce come se la Chiesa ne avesse già ammessa l'origine soprannaturale sia l'estremismo opposto di chi vorrebbe impedire che dei fedeli si riuniscano e preghino la Madonna secondo l'insegnamento della Chiesa (preghiere, penitenza, digiuno, opere di carità) e che dei sacerdoti li possano assistere ed aiutare in questa pratica devozionale privata.
Ricordo, infine, che in ogni caso il centro della vita cristiana rimane Cristo e che l'autentica devozione mariana porta a Lui e non ha bisogno di altri avvenimenti straordinari per essere praticata ed incrementata. Solo così, qualunque sia il pronunciamento finale della Chiesa (che fa bene ad essere prudente e rigorosa) non saranno turbati gli animi dei fedeli e la pace nelle nostre comunità ecclesiali.
+ Giuseppe Versaldi
Vescovo di Alessandria
Alessandria, 16 giugno 2011

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