- DOPO 50 GIORNI DI GALERA, IL MAGGIORDOMO DEL PAPA VERSO LA SCARCERAZIONE - PAOLETTO AVREBBE CANTATO COME UN CORVO, E INGUAIATO I PRESUNTI COMPLICI NEL FURTO DI DOCUMENTI RISERVATI - “HA CONFESSATO E OFFERTO PIENA COLLABORAZIONE” - LE STESSE FONTI PERO’ LO DESCRIVONO COME UN MATTO OSSESSIVO - QUALCOSA NON TORNA: COME FA A ESSERE “CREDIBILE” UN MALATO DI MENTE? E CHE VALORE PROCESSUALE POSSONO AVERE LE SUE CHIAMATE IN CORREITA’?…
Giacomo Galeazzi per La Stampa
PAOLO GABRIELE E BENEDETTO XVI
Al cinquantesimo giorno di detenzione dell'ex maggiordomo papale, il
quadro di «Vatileaks» sembra ormai completo. La sua ultima confessione è
ritenuta «soddisfacente» e Paolo Gabriele potrebbe ottenere presto gli
arresti domiciliari. Per lui, dopo una sempre più probabile perizia
psichiatrica, si profila il rinvio a giudizio e una condanna mite per
aver trafugato le carte segrete dall'Appartamento papale.
PAOLO GABRIELE Nel
furto di documenti riservati, però, Gabriele sarebbe stato aiutato da
due dipendenti laici della Segreteria di Stato e da un giornalista
amico. Appare quindi imminente la decisione sul destino processuale del
«corvo», arrestato il 23 maggio scorso. Proprio oggi scadono i termini
della custodia cautelare. Ma oltre che sull'attività dei magistrati,
l'attenzione si concentra sulle testimonianze acquisite attraverso le
audizioni della Commissione cardinalizia presieduta dal cardinale Julian
Herranz.
PAPA E PAOLO GABRIELEI
risultati di questo lavoro specifico saranno sintetizzati entro due
settimane nel rapporto conclusivo che verrà presentato a Joseph
Ratzinger. Parallelamente all'indagine dei tre porporati Herranz, Tomko e
De Giorgi, i magistrati vaticani hanno scandagliato la documentazione
sequestrata in casa all'ex maggiordomo. È in via di completamento
l'opera di riscontro e verifica con l'ascolto di persone sentite anche
nell'ambito del procedimento della commissione cardinalizia. Il fatto di
essere ascoltati come persone informate non significa essere sospettati
di qualcosa, però alcune certezze sono state ormai raggiunte.
IL PAPA E PAOLO GABRIELE jpeg
Dagli interrogatori è emerso il quadro delle persone con cui il
maggiordomo del Papa aveva contatti. Ci si è mossi, comunque,
nell'ambito vaticano, e finora non è stato utilizzato lo strumento della
rogatoria internazionale con l'Italia. Nel corso dell'inchiesta sono
state acquisite le testimonianze anche di altre persone, tra le quali
potrebbero esserci i nuovi indagati.
JULIAN HERRANZ DELL OPUS DEIIl
giudice istruttore Piero Antonio Bonnet ha ultimato nei giorni scorsi
gli interrogatori «formali» e, secondo quanto si apprende in Curia, ciò
che ha in mano gli consentirà di sciogliere presto la sua riserva sulla
richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Gabriele.
Considerato che la collaborazione dell'ex maggiordomo ha consentito alla
magistratura della Santa Sede di definire complicità e circostanze
della sottrazione delle carte riservate dall'appartamento di Benedetto
XVI, non dovrebbe essere necessario prorogare la custodia cautelare, che
secondo la procedura penale del Vaticano potrebbe durare fino a cento
giorni.
L'iter giuridico appare insomma definito. Ci si aspetta la chiusura formale della fase istruttoria tra luglio e agosto, con conseguente comunicazione da parte del giudice Bonnet circa il rinvio a giudizio o il proscioglimento di Gabriele. «Se si arriverà a un formale dibattimento pubblico - puntualizza il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - questo si svolgerà dopo l'estate, non prima di ottobre».
JOSEPH RATZINGER
Intanto, anche in ragione della collaborazione offerta dall'ex
maggiordomo («Collaborazione ora piena», si sottolinea), si rafforza
l'ipotesi che, a al termine del processo, il Papa lo potrebbe
beneficiare con un provvedimento di grazia.
La detenzione preventiva in un minuscola cella della Gendarmeria (dove è costantemente sotto l'occhio di una telecamera di sorveglianza) ha però prostrato psicologicamente l'ex aiutante di camera del Pontefice. Ultimamente l'uomo denota comportamenti ossessivi, quasi a far ritenere che sia stato fatto oggetto nel tempo di un «lavaggio del cervello». Qualcuno azzarda addirittura l'ipotesi che Paolo Gabriele sia rimasto vittima di una setta integralista: lo avrebbero convinto che la sua infedele condotta avrebbe giovato in una qualche fantomatica forma alla causa della fede.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/il-sacro-bordello-dopo-50-giorni-di-galera-il-maggiordomo-del-papa-verso-la-41402.htm
L'iter giuridico appare insomma definito. Ci si aspetta la chiusura formale della fase istruttoria tra luglio e agosto, con conseguente comunicazione da parte del giudice Bonnet circa il rinvio a giudizio o il proscioglimento di Gabriele. «Se si arriverà a un formale dibattimento pubblico - puntualizza il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - questo si svolgerà dopo l'estate, non prima di ottobre».
La detenzione preventiva in un minuscola cella della Gendarmeria (dove è costantemente sotto l'occhio di una telecamera di sorveglianza) ha però prostrato psicologicamente l'ex aiutante di camera del Pontefice. Ultimamente l'uomo denota comportamenti ossessivi, quasi a far ritenere che sia stato fatto oggetto nel tempo di un «lavaggio del cervello». Qualcuno azzarda addirittura l'ipotesi che Paolo Gabriele sia rimasto vittima di una setta integralista: lo avrebbero convinto che la sua infedele condotta avrebbe giovato in una qualche fantomatica forma alla causa della fede.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/il-sacro-bordello-dopo-50-giorni-di-galera-il-maggiordomo-del-papa-verso-la-41402.htm
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