ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 26 agosto 2012

Il primo massone..?

Rebus Giuda
La «falsità» è «il marchio del diavolo», e fu questa la «colpa più grave» di Giuda. Lui, inoltre, voleva «vendicarsi» di Gesù, da cui si sentiva «tradito», perchè essendo uno zelota «voleva un Messia vincente, che guidasse una rivolta contro i Romani»."Lo zelota Giuda voleva un Gesù messia vincente e capo della rivolta. Per questo tradì: la falsità è il marchio del diavolo".
Ieri all'Angelus Benedetto XVI ha avallato la tesi che Giuda fosse un estremista politico e un non credente che "sì vendicò" di Cristo per la mancata liberazione dai romani, mentre una certa storiografia ebraica ne fa un personaggio positivo. "Era chiamato l'iscariota, cioè appartentente alla setta dei sicari,con un passato di violenza alle spalle", commenta il rabbino capo di Roma, Riccardo Di SegniGiuda «si sentiva tradito da Gesù», e «decise che a sua volta lo avrebbe tradito», niente meno che per «vendicarsi». E questo perchè «Giuda era uno zelota», e «voleva un Messia vincente che guidasse una rivolta contro i Romani»: ma Gesù «aveva deluso queste attese». Parlandone quasi 'en passant', commentando all'Angelus i brani evangelici sui discepoli che lasciarono il Cristo non credendo al suo essere «il pane vivo disceso dal cielo», Benedetto XVI ha esposto una tesi per nulla scontata sulla figura dell'apostolo diventato simbolo del tradimento. «Ecco perchè Giuda tradì», è come se avesse detto Ratzinger, avallando in modo esplicito il convincimento che l'Iscariota appartenesse al gruppo politico-religioso degli Zeloti, partigiani accaniti dell'indipendenza politica del regno ebraico, nonchè difensori dell'ortodossia e dell'integralismo ebraici: in altre parole ribelli contro la presenza romana in Palestina, considerati dai romani alla stregua di terroristi e criminali comuni. La «colpa più grave» di colui che tradì Gesù per 30 denari, comunque, resta per il Papa-teologo quella della «falsità», un vero e proprio «marchio del diavolo». «Gesù - ha detto il Pontefice ai fedeli riuniti nel cortile interno della residenza di Castel Gandolfo - sapeva che anche tra i dodici Apostoli c'era uno che non credeva: Giuda. Anche Giuda avrebbe potuto andarsene, come fecero molti discepoli, anzi, avrebbe dovuto andarsene, se fosse stato onesto». «Invece rimase con Gesù - ha proseguito -. Rimase non per fede, non per amore, ma con il segreto proposito di vendicarsi del Maestro». «Perchè? - si è chiesto papa Ratzinger - Perchè Giuda si sentiva tradito da Gesù, e decise che a sua volta lo avrebbe tradito. Giuda era uno zelota, e voleva un Messia vincente, che guidasse una rivolta contro i Romani. Ma Gesù aveva deluso queste attese». Secondo il Pontefice, «il problema è che Giuda non se ne andò, e la sua colpa più grave fu la falsità, che è il marchio del diavolo. Per questo Gesù disse ai Dodici: 'Uno di voi è il diavolo!»'. Il Papa ha quindi invitato a pregare perchè si possa «credere in Gesù» ed «essere sempre sinceri con Lui e con tutti». La tesi illustrata oggi era stata finora appena accennata da Ratzinger all'Angelus dello scorso 11 marzo, quando parlando della cacciata dei mercanti dal tempio aveva detto che essa «è stata anche interpretata in senso politico-rivoluzionario, collocando Gesù sulla linea del movimento degli Zeloti; questi erano appunto 'zelantì per la legge di Dio e pronti ad usare la violenza per farla rispettare». «Ai tempi di Gesù - aveva proseguito - attendevano un Messia che liberasse Israele dal dominio dei romani; ma Gesù deluse questa attesa, tanto che alcuni discepoli lo abbandonarono e Giuda Iscariota addirittura lo tradì». Ratzinger è quindi giunto oggi a sostenere in modo assertivo una tesi sul «mistero» del tradimento di Giuda che altre volte aveva esposto in maniera del tutto problematica. Come nel suo primo 'Gesù di Nazaret', in cui a proposito delle ribellioni degli Zeloti aveva scritto che «è possibile che uno o due dei dodici apostoli di Gesù - Simone lo Zelota e forse anche Giuda Iscariota - provenissero da quella corrente»). O come nell'udienza generale del 18 ottobre 2006, quando a proposito del tradimento di Giuda elencò diverse ipotesi, solo una delle quali era quella «messianica» della delusione per la mancata rivolta politico-militare per la liberazione della Palestina. E non è neanche un caso che Il Pontefice torni oggi sul tema del tradimento e su quello della falsità come «marchio del diavolo», in un momento come quello dei recenti scandali delle fughe di documenti, in cui egli stesso non può non sentirsi tradito dal comportamento «infedele» di persone a lui molto, molto vicine.
http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_articolo=6072&ID_blog=242&ID_sezione=524

 In Brasile: Messa per il Giorno del Massoni

Messa per “Il Giorno del Massone” Diocese di Pesqueira, Pernambuco, Brasile.

foto rilasciato della pagina “Maçonaria Notícias”  Messa celebrata per ocasione del “Giorno del Massoni” (20 di agosto), per il Padre Geraldo de Magela Silva, cura di Parrochia Nossa Senhora da Conceição, in Belo Jardim, diocese di Pesqueira, Pernambuco.
Avvicinato da un fedele, il vescovo diocesano, Dom José Luiz Ferreira Salles, C.Ss.R., si è scusato e ha detto semplicemente che ... appena arrivato di viaggio!
In ogni caso, sperando che Sua Eccellenza ha già si ricomposto dai loro viaggi estenuanti - missionario, naturalmente! - Proporre ai lettori la lista della spesa famoso dei contatti delle autorità ecclesiastiche:
VESCOVO  DIOCESANO DI PESQUEIRA
Don José Luiz Ferreira Salles, CSsR: domjosesales@gmail.comcuria@diocesedepesqueira.org;

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