ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 14 agosto 2012

Missio ad bagnantes:Ice church: con nuovi gusti balneari!

A MONOPOLI VA IN SCENA LA CHIESA "A SOFFIETTO" ("A SERVIZIO DEI VILLEGGIANTI")
Monopoli - Nuova chiesa di Santa Chiara
di Francesco Colafemmina

Una chiesetta senza ambizioni, anzi, a dire il vero, una chiesetta sguaiatamente squallida. La chiamano "chiesetta estiva" e in conformità con tale definizione potremmo intravvedere nelle sue forme quella di un miserando villino dei primi anni '90, senza ricerca, senza studio, senza la minima "cultura" architettonica chiesastica. Il problema è che di chiesette del genere se ne costruiscono in Italia centinaia ogni anno, funghi abusivi e caotici del nostro panorama urbanistico.
Una chiesa apri e chiudi...
In particolare questa "chiesetta" è stata realizzata in un sobborgo di Monopoli, città pugliese famosa per la sua cattedrale, il centro storico, e le straordinarie masserie e tenute rurali oggi rivalutate dal turismo. A nessuno è venuto in mente di "ispirarsi" alla mirabile architettura rurale dell'area compresa fra Conversano, Polignano e Monopoli. Sarebbe stato chiedere troppo (anche se fino al 1970 ci si sforzava ancora di percorrere questa strada - vedi sotto la chiesa dell'Assunta). E forse si sarebbe speso troppo poco... 
Il quotidiano Monopolilive riporta che gli spioventi della chiesetta-villino sarebbero pericolosi per i fedeli...
"Chiesetta a servizio dei villeggianti"
Ma lo stile anni '90, da "Bar Moderno" di quartiere, non è che l'ultimo degli appunti che si potrebbero fare ad una simile realizzazione. Il limite dell'assurdo viene invece superato dall'idea di realizzare - udite udite - una chiesa "a soffietto"!

Interno: presbiterio o palco della sala congressi di un hotel a 2 stelle?
Magia del soffietto: il luogo sacro è dentro ma anche fuori...
La presunta facciata di questo villino è infatti composta di pannelli mobili. Durante il periodo estivo, pertanto, si compattano i pannelli e l'esterno dove i fedeli seguono la messa su comode sedie di plastica comunica con l'interno. A tanto siamo arrivati! Alla Chiesa del Leroy Merlin, la Chiesa del bricolage, la Chiesa Ikea.
Stupisce - ma non poi così tanto - che a promuovere questo genere di iniziative e a benedirle sia lo stesso Mons. Domenico Padovano che tra un plauso ai Neocatecumenali e una bastonata al tradizionalismo ebbe modo mesi fa di affermare non solo che "il latino è una lingua straniera", ma che "il Signore lo dovremmo pregare in dialetto". Ecco, vorrei specificare a Mons. Padovano che il dialetto non è sciatta, trasandata mediocrità, volgare abbruttimento, limbo culturale e identitario: al contrario il dialetto è cultura, storia di un luogo e del suo popolo, identità. Invece il Monsignore è stato capace ancora una volta di dimostrarci che certo episcopato cattolico non solo manca di rispetto per la cultura cattolica, per la storia e la tradizione della Chiesa, ma ha in spregio le stesse radici popolari e locali del sacro, assorbite nel consumistico indifferentismo delle forme, nell'appiattimento a stelle e strisce di valori e identità. 
Veduta del Centro Storico di Monopoli (si scorgono i campanili della Cattedrale e del San Salvatore)
Cristo delle Zolle (contrada omonima) - Sec. XVII
(La chiesa di proprietà di un privato è stata restaurata di recente ed è oggi un teatro!)
San Michele in Frangesto (Contrada Frangesto) - XII sec.
San Gerardo (contrada San Gerardo) - 1909
Santuario di Maria Regina - 1950
Chiesa della Sacra Famiglia (Contrada Sicarico) - 1960
San Michele Arcangelo (Contrada Virbo) - XVIII sec.
Chiesa dell'Assunta (Contrada Assunta) - 1970
Chiesa dell'Addolorata (Contrada Impalata) - 1860 ca.
Chiesa dell'Immacolata (Contrada Gorgofreddo) - 1920 ca.

domenica 12 agosto 2012

LA CHIESA DI SAN GREGORIO AD AGRIGENTO: IL SACRO E LA SUA CARICATURA

La nuova chiesa di San Gregorio ad Agrigento, consacrata il 16 luglio scorso (copyright foto: Alessia Riccobono)
di Francesco Colafemmina

Non siamo più negli anni '50 quando il Padre Marie-Alain Couturier si scagliava dalle pagine dell'Art Sacré contro una Chiesa incapace di introdurre la modernità nell'arte e nell'architettura; quando il severo domenicano contava sul solo ricorso all'astrattismo quale via liberatoria dell'arte sacra a suo dire ingabbiata dal messaggio, dal tema dell'opera.
Eppure a distanza di quasi sessant'anni si ripropongono tematiche e teorie couturieriane in uno dei più recenti esempi di arretratezza e provincialismo in fatto d'arte e architettura cattolica: la chiesa di San Gregorio ad Agrigento.
Interno: notare i pannelli con i fumetti a forma di robot dell'artista Venezia (copyright foto: Alessia Riccobono)
Presbiterio: il solito Cristo sospeso e staccato dalla Croce (copyright foto: Alessia Riccobono)
Particolare della "facciata" (copyright foto: Alessia Riccobono)
Ricordate, cattolici: questa chiesa è stata finanziata con l'8 x mille
Questo "complesso parrocchiale", come oggigiorno si suol definire un luogo sacro che ha perduto la sacralità e mantenuto invece il suo carattere funzionale, è stato consacrato solo qualche settimana fa. Nulla si poteva tuttavia immaginare di più distante dalla sensibilità e dalla storia architettonica siciliana di un simile casermone in stile brutalista, impataccato dall'artista Enzo Venezia con i suoi personaggi-robot a metà strada fra infantilismo vignettistico e sfoghi da graffitaro.
Robot, pagliacci o allegoria del rincoglionimento del clero? (copyright foto: Alessia Riccobono)
Il robottino persino sull'altare: dopo la dissacrazione siamo alla fase della caricatura del sacro!
Si parlava di arretratezza. Sì, davvero arretrata un'opera ferma artisticamente agli anni '60, alle prime esperienze di un Kiko Arguello, e architettonicamente emula del Fuksas folignate, con inserti madrileni (Santa Monica). Naturalmente non mancano i riferimenti accademici a Le Corbusier (Ronchamp) nelle piccole incursioni della luce sulla parete. Ma, tutto sommato, si tratta della solita opera mediocre, scimmiottamento dei peggiori trends dell'architettura sacra, senza alcuna visione, alcuno studio di ricongiunzione del passato glorioso con un futuro che non sia mera esaltazione di un provvisorio presente, autentica caricatura dell'arte, dell'architettura e di quel brandello di sacro che per sbaglio è custodito da clero cattolico.
Agrigento - Cattedrale di San Gerlando
Agrigento - Chiesa di San Nicola
Agrigento - Chiesa di San Lorenzo

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