PAOLO GABRIELE
C'è attesa per la decisione che riguarda Paolo Gabriele, accusato di aver sottratto documenti dallo studio papale.
Nella seconda parte della settimana il promotore di giustizia Nicola Picardi dovrà aver stilato la requisitoria e il giudice istruttore Piero Bonnet redatto la «sentenza», che sarà o di rinvio a giudizio o, meno probabilmente, di proscioglimento.
Nel primo caso si andrà ad un processo, con la pubblicità degli elementi e riscontri di indagine: una operazione di trasparenza che potrebbe chiarire le reali dimensioni di una vicenda in cui finora Gabriele è l'unico indagato, furto aggravato è l'imputazione.
Si sa che nel suo appartamento dentro le mura sono stati trovati documenti «sufficienti» ad arrestarlo, che il maggiordomo, - detenuto per oltre cinquanta giorni e ora agli arresti domiciliari - è stato interrogato tre volte dai giudici della magistratura vaticana e che ha manifestato volontà di collaborare alle indagini.
I magistrati hanno ascoltato una serie di persone ed ecclesiastici e che le stesse ed altre sono state sentite dalla commissione che è formata dai tre cardinali - Julian Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi - che Benedetto XVI ha incaricato di coordinare una inchiesta in tutti gli uffici e organismi vaticani sulla fuga di documenti riservati.
Il giornale tedesco "Die Welt" ha indicato nelle scorse settimane come ascoltati nell'ambito della inchiesta anche monsignor Josef Clemens, per molti anni segretario personale del cardinale Ratzinger, Ingrid Stampa, che ha collaborato per la stesura di documenti, saggi e libri, dattilografando i testi scritti in lingua tedesca e con calligrafia minuta di Joseph Ratzinger, e il cardinale italiano Paolo Sardi, già vicecamerlengo e anch'egli collaboratore per i testi del Papa. Il portavoce vaticano ha smentito che i tre siano indagati, e la Santa Sede li ha difesi dalle calunnie.
Esiste anche la possibilità che papa Ratzinger perdoni il maggiordomo infedele, dalla cui cerchia si fa trapelare che avrebbe commesso azioni tanto gravi convinto di farlo per il bene della Chiesa. Che poi sarebbero le motivazioni della fonte «Maria» utilizzata da Gianluigi Nuzzi per il suo libro «Sua Santità». Ma il perdono non è necessariamente la grazia giudiziaria, e verità e giustizia per papa Ratzinger camminano insieme.
Benedetto XVI segue gli sviluppi salienti delle indagini e il 27 luglio ha partecipato a una riunione con la commissione cardinalizia, i due magistrati vaticani, il sostituto alla Segreteria di Stato monsignor Angelo Becciu, (il cardinale segretario, Tarcisio Bertone, era in vacanza nel natio Piemonte), il segretario del Papa, Georg Gaenswein, il comandante della Gendarmeria Domenico Giani e il consulente per la comunicazione della Santa Sede, Georg Burke.
Nella riunione - alla quale era presente il segretario della commissione cardinalizia, don Luigi Martignani e della quale l'Osservatore Romando ha pubblicato una bella foto in prima pagina - il Papa ha incitato i magistrati a proseguire con «solerzia» nell'accertamento della verità.
PAOLO GABRIELE SOSIA DI GALEAZZO CIANOPAOLO GABRIELE E BENEDETTO XVI
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