Molte persone mentono ripetutamente a se stesse prima che agli altri,
ed è disperante aspettarsi che tutti i culti e le tradizioni in guerra
fra di loro che confondono la mente della razza umana odierna possano
fondersi sotto la realizzazione dell'imperativa natura della condizione
umana come ho qui affermato. Una moltitudine non riuscirà mai a
realizzarlo. Pochi uomini sono in grado di mutare le loro idee primarie
dopo la metà dei trenta. Si fissano su di esse e vanno avanti così non
più intelligentemente degli animali guidati dai loro impulsi innati.
Morirebbero piuttosto di cambiare questa loro seconda personalità. Ed
una delle trappole di queste questioni secondarie dalle quali è più
difficile districarsi è quella creata dagli stupidi e persistenti
intrighi della Chiesa Cattolica Romana. [...] Tali attività incrociate
complicano, ritardano e possono anche sabotare efficacemente ogni sforzo
di risolvere il problema di un lucida collettivizzazione degli affari
globali, ma non alterano il fatto essenziale: soltanto attraverso una
razionalizzazione e una riunione di tutti i movimenti rivoluzionari
globali e un trionfo liberale sul dogmatismo della lotta di classe,
possiamo sperare di emergere dai rottami del nostro mondo odierno.
(Herbert George Wells, New World Order, 1940)
di Francesco Colafemmina
Disperate dei Vescovi, disperate della CEI? A meno che non vi sia un qualche cataclisma in grado di smuovere le coscienze, è inutile attendersi un cambio di rotta. Lo vediamo ormai da mesi: la Chiesa tace sulla crisi, tace sulla disperazione dei giovani senza lavoro, degli imprenditori tormentati da uno Stato invadente, tace sulla democrazia spazzata via con un colpo di spugna in Italia e in altre nazioni europee, tace sui progressi del grande fratello globale che ormai intercetta ogni angolo delle nostre vite e legge attraverso l'imperativo decadente ma superpotente del mercato persino i nostri desideri e li guida. Tace sul controllo dei nostri consumi, tace sul controllo dei nostri costumi, sull'imperante dominio dell'immoralità propagata in nome della libertà (da cosa?).
(Herbert George Wells, New World Order, 1940)
di Francesco Colafemmina
Disperate dei Vescovi, disperate della CEI? A meno che non vi sia un qualche cataclisma in grado di smuovere le coscienze, è inutile attendersi un cambio di rotta. Lo vediamo ormai da mesi: la Chiesa tace sulla crisi, tace sulla disperazione dei giovani senza lavoro, degli imprenditori tormentati da uno Stato invadente, tace sulla democrazia spazzata via con un colpo di spugna in Italia e in altre nazioni europee, tace sui progressi del grande fratello globale che ormai intercetta ogni angolo delle nostre vite e legge attraverso l'imperativo decadente ma superpotente del mercato persino i nostri desideri e li guida. Tace sul controllo dei nostri consumi, tace sul controllo dei nostri costumi, sull'imperante dominio dell'immoralità propagata in nome della libertà (da cosa?).
Il Santo Padre al contrario, continua ad incontrare periodicamente il
premier italiano non eletto, Monti, e recentemente ha anche affermato
che le presunte "primavere arabe" sarebbero "una cosa positiva", pur
ponendo l'accento sulla necessità della tolleranza (Come se le
"primavere arabe" fossero realmente tali, realmente movimenti spontanei
di popoli avidi di libertà e non macchinazioni violente del potere
globale che vuole estendere i propri tentacoli su di esse.).
Il Cardinal Bagnasco in una recente intervista a Tempi, oltre ad aver
ribadito la "buona volontà" del governo Monti, ha aggiunto che "non
pagare le tasse è peccato". Peccato però che il decreto attuativo
dell'IMU sulle attività promiscue della Chiesa Cattolica in Italia non
sia stato ancora presentato. Morale: la Chiesa non paga l'IMU, ma se ne
sta in silenzio in cambio di questa esenzione.
Nessuno si è stracciato le vesti quando Bersani ha affermato che nel
programma elettorale della sinistra italiana ci saranno i matrimoni
omosessuali. Tutti tacciono... E anche nei riguardi delle estreme (in
tutti i sensi) dichiarazioni del defunto Cardinal Martini se non si
fossero levate le voci di Socci, Agnoli e Giordano, ci saremmo dovuti
accontentare di un'intervista del Corriere a Ruini, intento peraltro a
promuovere il suo nuovo libro "Intervista su Dio".
Il vero insegnamento da trarne è che la Chiesa, a dispetto di ogni
potenziale accusa di complottismo, sta diventando sempre più organica a
quel progetto di "nuovo ordine mondiale" che negli ultimi mesi ha subito
una imprevista accelerazione. Organica ideologicamente e organica
concretamente. Da forza di opposizione alle logiche del potere fine a se
stesso, dell'asservimento dell'uomo all'uomo, della disuguaglianza
quale unico criterio di organizzazione della società, la Chiesa finisce
silenziosamente per rendersi complice fattiva di questo progetto.
Gli uomini, asserviti alle logiche di un'oligarchia finanziaria, vivono
la fine della democrazia nell'Occidente e l'avvento di un nuovo governo dei pochi,
cooptati e non eletti, selezionati non perché "migliori", ma in quanto
sostenitori di un comune progetto di governance globale del mondo
contemporaneo. Su questa conversione epocale dell'Occidente, ben più
critica dell' '89, la Chiesa non ha nulla da dire. Guarda il suo
ombelico, vivacchia ormai consapevole d'essere in crisi, e continua a
bearsi di folle oceaniche radunate sotto un palco papale, mentre le
chiese si svuotano.
Mi piacerebbe sentir parlare un Vescovo o un Cardinale di massoneria, di
mondialismo, delle dinamiche occulte che governano quel che resta delle
nostre Nazioni. Ma, Mons. Negri a parte, nessuno parla di massoneria.
Come il gran maestro Monti, i Vescovi italici sembrano ripetere al
microfono di Lilli Gruber: "non sappiamo neanche cosa sia la
Massoneria". E dormono nella candida quiete dei bambini, paghi del loro
potere provvisorio. Si destano poi soltanto quando c'è da adeguare
liturgicamente una chiesa, quando c'è da demolire qualche devozione
popolare, da riorganizzare qualche processione, da costruire qualche
nuovo tempio dalle forme palesemente orrende. Non parliamo poi di tutto
il mondo dei religiosi che con la loro fede e la loro preghiera dovrebbe
supportare la struttura spirituale della Chiesa. Fatte le dovute
eccezioni, i più cazzeggiano. Come una suora spagnola che passa il tempo
a tweettare... Oggi, leggendo la news su Vaticaninsider.it le ho
scritto che forse farebbe meglio a pregare invece di perder tempo su
tweeter a citare Hemingway e la suffragetta socialista Helen Keller.
Sapete cosa mi ha risposto? Prima "faccio quello che mi dice il cuore"
(elegante alternativa a "faccio i cazzi miei") e poi al mio rammentarle
l'esigenza di religiosi che preghino invece di twettare: "non sono
monaca e non ho bisogno dei tuoi umili consigli" (salvo poi cancellare i
miei tweet dalla sua pagina con 8.000 followers). Questi sono i
religiosi del futuro!
Tutti agevolano così il programma mondialista il cui obiettivo primario è quello di sradicare le identità, nella convinzione che esse siano all'origine di guerre e divisioni. E sradicare la spiritualità autentica e non pneumatica, volatile, fatta di buone intenzioni, di frasette rubate qua e là, di "pensieri". E così pian piano cade lo schermo fra religione e religione e obliterato ogni ricordo di quella mentalità pre-rivoluzionaria considerata ormai "passato" (mentre in realtà è sempre attuale nel Vangelo), si allarga la divisione fra un prima e un poi, d'accordo con Wells che riteneva ormai impossibile la persistenza di mentalità tradizionali nell'imminente "nuovo ordine mondiale".
Tutti agevolano così il programma mondialista il cui obiettivo primario è quello di sradicare le identità, nella convinzione che esse siano all'origine di guerre e divisioni. E sradicare la spiritualità autentica e non pneumatica, volatile, fatta di buone intenzioni, di frasette rubate qua e là, di "pensieri". E così pian piano cade lo schermo fra religione e religione e obliterato ogni ricordo di quella mentalità pre-rivoluzionaria considerata ormai "passato" (mentre in realtà è sempre attuale nel Vangelo), si allarga la divisione fra un prima e un poi, d'accordo con Wells che riteneva ormai impossibile la persistenza di mentalità tradizionali nell'imminente "nuovo ordine mondiale".
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