ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 8 settembre 2012

Servi luciferiani


La cleromanzia e la regola del due nei seminari di Kiko

Cos'è la pratica divinatoria della cleromanzia? Tenendo presente che in realtà è Kiko ad avere l'ultima parola si "suoi" presbìteri, citiamo qui sotto ampi spezzoni di un intervento intitolato "I seminari Redemptoris Mater e la cleromanzia" originariamente pubblicato sul forum CattoliciRomani a firma di FrancescoVeritas, figlio di "catechisti" del Cammino, aggiungendo qualche nota e qualche immagine.

Da wikipedia: La  cleromanzia o sortilegio è una qualunque forma di divinazione il cui risultato sia determinato da mezzi che normalmente sarebbero considerati casuali, come per esempio l'estrazione a sorte di oggetti, simboli o frasi oppure il lancio di dadi, ossi o altri oggetti, ma che si presuppone possano rivelare la volontà divina. Ricordiamo che la Chiesa ha sempre proibito divinazioni, sortilegi, pratiche magiche, giochi d'azzardo...


In questa discussione vengono illustrati i seminari Redemptoris Mater e la liturgia della merkaba(Merkavah dall'ebraico מרכבה, "carro, biga") che allo stato pratico sembra essere un'arte divinatoria, la cleromanzia. [...]
Segue citazione propagandistica da Cathopedia:

[...] Il primo seminario Redemptoris Mater fu eretto a Roma nel 1988 su invito di papa Giovanni Paolo II [ndr: in realtà il decreto di erezione "ad experimentum per tre anni" è del 14 febbraio 1988, a firma di Ugo Poletti (1914-1997), cardinal vicario per la diocesi di Roma. Prima del termine dell'experimentum, il 1° ottobre 1990 Poletti confermava l'erezione del seminario: la fretta si spiega col fatto che il 17 gennaio 1991 Poletti avrebbe dato le dimissioni per raggiunti limiti di età]

Tale evento fu registrato dall'Osservatore Romano come "la rinascita di un istituto, quello dei seminari diocesani per la formazione di presbiteri missionari, che fino agli anni '50 era abbastanza comune a molte diocesi" [ndr: tale articolo dell'Osservatore Romano, pubblicato il 28 aprile 1998 a pag. 6, fu scritto dal neocatecumenaleGiuseppe Gennarini, famoso in tutto il mondo per le sue mistificazioni]
Ho conosciuto personalmente questi seminari e mi hanno dato un ottima impressione così come mi hanno dato un ottima impressione i seminaristi, che ho trovato molto seri, preparati e di grande generosità.

Tuttavia, per questi seminari viene utilizzata una liturgia assai discutibile, la cosiddetta merkavah, che mi ha lasciato molto perplesso perchè allo stato pratico sembrerebbe essere una vera e propria pratica divinatoria cioè la cleromanzia. Infatti, come già è stato riportato, i candidati, che iniziano il percorso per diventare sacerdoti, accettano la destinazione, salvo casi particolari, ad estrazione.

Al centro della Domus di Kiko, troneggia
non il Vangelo, ma la Toràh
In sostanza, questi giovani/uomini, candidati al sacerdozio, non entrano nel seminario più vicino alla propria diocesi, e nemmeno entrano in un seminario di una certa nazione, scelto con il discernimento dei propri superiori, bensì, tutti i candidati che devono iniziare il percorso di seminaristi si riuniscono in una convivenza (merkavah), e in una apposita liturgia avviene un sorteggio nella convinzione che quella città sorteggiata (una qualsiasi del mondo dove c'è un seminario Redemptoris Mater) sarebbe proprio quella città scelta appositamente dal Signore.

Una pratica del genere è di fatto un'arte divinatoria, cioè la cleromanzia. Posso dire con certezza che in questi candidati, e in questi sacerdoti, c'è la convinzione che il Signore guida il sorteggio ottenendo la città che rappresenterebbe la sua volontà.

Questa cleromanzia viene utilizzata anche per le famiglie neocatecumenali che vogliono partire in missione, infatti anche queste famiglie partecipano ad una convivenza, e nella liturgia avviene la cleromanzia, nella convinzione che le città sorteggiate per le famiglie missionarie rappresenterebbero quelle città scelte appositamente dal Signore. [...]

Come abbiamo visto, nonostante viene utilizzata una terminologia ebraica come merkavah, la credenza di un sorteggio guidato dal Signore è un arte divinatoria denominata "cleromanzia".

In ebraico, merkavah sta per “il trono di Dio” e “il carro”, un mezzo appunto per condurre altrove il corpo. Si trova riferimento nella Bibbia, in Ezechiele dove troviamo il famoso Carro di fuoco (Ez 1,4-26) ed essa si configura come una specie di pellegrinaggio nel quale il pellegrino assume il ruolo di viaggiatore verso la sua casa in Dio.

Ovviamente in Ezechiele (Ez 1,4-26), nell' ebraismo, e nel cristianesimo delle origini, non troviamo nessun sorteggio e nessuna divinazione perchè l' immagine della merkavah è solo simbolica.

La cleromanzia, cioè la credenza che Dio guidi un sorteggio, essendo un arte divinatoria vecchia quanto il mondo, diverse volte è apparsa nella Chiesa Cattolica lungo il corso della storia, fu sempre duramente condannata dalla Chiesa. In modo particolare vorrei riportare la condanna della cleromanzia da parte di san Tommaso d' Aquino nel Volume 4 de La Somma Teologica, il quale cita anche le condanne da parte di altri santi come per esempio San Beda, Sant' Agostino, sant' Ambrogio.

Leggiamo:
tratto da:
La Somma Teologica, Volume 4 di San Tommaso d'Aquino.

Se ci si affida alla fortuna, e ciò può accadere solo nella sorte divisoria, l'azione sembra che non presenti altro vizio che quello di una certa leggerezza: come se alcuni, non riuscendo ad accordarsi nel dividere una certa cosa, decidessero di affidare la divisione al sorteggio, quasi affidando al caso la parte che ciascuno deve prendere.

Se invece si attende il giudizio del sorteggio da una causa spirituale, in certi casi c'è chi lo attende dai demoni: come si legge in Ezechiele (21,21): "Il re di Babilonia è fermo al bivio all' inizio delle due strade, per interrogare le sorti: agita le frecce, interroga gli dèi domestici, osserva il fegato". Ora questi sortilegi sono illeciti e proibiti dai Canoni.

Altre volte invece il giudizio è atteso da Dio, secondo le parole dei Proverbi (16,33): "Nel grembo si getta la sorte, ma la decisione dipende tutta dal Signore".
E tali sorteggi, come afferma S. Agostino (Enarr. in Ps. 30,16), non sono riprovevoli.

Tuttavia anche in questi casi in quattro modi può insinuarsi la colpa.

Primo, se si ricorre alle sorti senza necessità: poichè ciò si riduce a tentare Dio. Da cui le parole di S. Ambrogio (In Lc 1, su 1,8): "Chi viene eletto a sorte sfugge al giudizio umano".

Secondo, se uno, anche in caso di necessità, ricorre al sortilegio senza la debita riverenza. Da cui le parole di S. Beda (In Act. 1,26): "Se qualcuno stretto dalla necessità pensa di ricorrere a Dio mediante le sorti, sull' esempio degli Apostoli, osservi che gli apostoli si accinsero a ciò solo dopo aver radunato l' assemblea dei fratelli, e dopo aver pregato Dio".

Terzo, se i responsi divini vengono adoperati per gli interessi terreni. Infatti S. Agostino scrive (Epist. 55,20): "Quanto a coloro che traggono le sorti dalle pagine del Vangelo, sebbene sia preferibile far questo che consultare i demoni, tuttavia a me dispiace questa consuetudine di volgere i divini oracoli agli interessi terreni, e alla vanità della vita presente".

Quarto, se si ricorre al sorteggio nelle elezioni ecclesiastiche, che devono svolgersi sotto l' ispirazione dello Spirito Santo. Per cui S. Beda (I. cit.) nota che "Mattia, ordinato prima della pentecoste, fu scelto a sorte perchè nella Chiesa non era ancora infusa la pienezza dello Spirito Santo; in seguito invece i sette diaconi furono chiamati all' ordinazione non a sorte, ma mediante la scelta dei discepoli".
Diverso però è il caso delle cariche civili, che sono ordinate a disporre dei beni terreni, e nell' assegnazione delle quali spesso gli uomini ricorrono alle sorti, come anche nella spartizione dei beni temporali.

Tuttavia nei casi di urgente necessità è lecito chiedere mediante le sorti, con la debita riverenza, il giudizio di Dio. Da cui le parole di S. Agostino (Epist. 228): "Se in tempo di persecuzione i ministri di Dio discutono su chi di essi debba rimanere e chi invece fuggire per evitare che la Chiesa rimanga abbandonata in seguito alla fuga o alla morte di tutti, se non si può finire diversamente la discussione, mi pare che si debba ricorrere al sorteggio, per stabilire chi deve fuggire e che invece rimanere". E altrove (De doctr. christ. 1,28) egli dice: "Se tu hai del superfluo da dare a chi non ha, e ti trovi nell'impossibilità di dare a due persone, nel caso che ti si presentassero due individui di cui nè l'uno nè l'altro può giusitificare la tua preferenza, sia per l'indigenza, sia per qualche legame con te, non potresti fare nulla di più giusto che tirare a sorte la persona da beneficare con l'offerta che non puoi dare a entrambi".
Dunque, leggendo san Tommaso d' Aquino, e tutta la Tradizione (padri della Chiesa), possiamo affermare che:

1- Affidarsi alla sorte per le cose di questo mondo non è peccato, infatti quest' azione circa il ricorrere all' estrazione per gli affari mondani può solo essere vista come una mancanza di virtù, perchè viene manifestata l' incapacità di accordarsi pacificamente. Tuttavia, per gli affari mondani, è pienamente lecito e si tratta di un sorteggio affidato al caso.

2- Affidarsi al sorteggio per le cose spirituali è lecito solo ed esclusivamente per casi eccezionali di urgente necessità, e sant' Agostino cita un esempio: S. Agostino (Epist. 228): "Se in tempo di persecuzione i ministri di Dio discutono su chi di essi debba rimanere e chi invece fuggire per evitare che la Chiesa rimanga abbandonata in seguito alla fuga o alla morte di tutti, se non si può finire diversamente la discussione, mi pare che si debba ricorrere al sorteggio, per stabilire chi deve fuggire e che invece rimanere". E altrove (De doctr. christ. 1,28)

3- Il gesto di ricorrere alle sorti, per cose spirituali, senza una grave urgenza, è da condannare poichè ciò si riduce a tentare Dio. Da cui le parole di S. Ambrogio (In Lc 1, su 1,8): "Chi viene eletto a sorte sfugge al giudizio umano".

4- L' unico caso di una elezione per sorteggio nel Nuovo Testamento lo abbiamo nella scelta dell' apostolo Mattia, ma san Beda precisa chiaramente che : "Mattia, ordinato prima della pentecoste, fu scelto a sorte perchè nella Chiesa non era ancora infusa la pienezza dello Spirito Santo; in seguito invece i sette diaconi furono chiamati all' ordinazione non a sorte, ma mediante la scelta dei discepoli".

Seminario neocatecumenale di
Medellìn: il Sacramento e il Libro
nel "tabernacolo a due piazze"
Bisogna dire che in tutti i seminari Redemptoris Mater, i seminaristi vengono scelti attraverso la cleromanzia, ed ho ascoltato io stesso un sacerdote di questi seminari che diceva:"In questo modo (estrazione) facciamo scegliere direttamente al Signore".

Adesso proviamo a ragionare.

Se la cleromanzia fosse vera, cioè se il Signore interviene realmente in una estrazione, inserita dentro una liturgia, ma allora per quale motivo bisogna sprecare il tempo per un Conclave? Anche in questo caso si potrebbe fare una veloce cleromanzia dentro una apposita liturgia e il Papa verrebbe scelto dal Signore senza sprecare troppo tempo.

Se la cleromanzia fosse vera, i vescovi diocesani potrebbero assegnare le parrocchie ai propri presbiteri tramite una veloce cleromanzia dentro una apposita liturgia, nella certezza che quelle assegnazioni rappresentano la volontà del Signore.

Se la cleromanzia fosse vera, qualsiasi cattolico potrebbe scegliere la propria moglie, la propria università o il proprio mestiere, attraverso l' arte divinatoria della cleromanzia inserita in una liturgia, e in questo modo si lascerebbe scegliere direttamente al Signore evitando errori.

Mi sembra abbastanza ovvia l' irrazionalità della cleromanzia.

In realtà, lo Spirito Santo è Colui che mette davanti agli uomini le carte giuste da giocare, ed è il cristiano, in un clima di profonda preghiera e con l' aiuto dei direttori spirituali, a comprendere la volontà del Signore. Si può sbagliare nella scelta ma il Signore scrive comunque in modo dritto sulle nostre linee storte.

La cleromanzia dei seminari RM, siccome è un arte divinatoria, viene smentita dalla vita reale. Conosco infatti un seminarista che si sottopose alla cleromanzia convintissimo che quella destinazione, una città straniera di un certo continente, fosse la volontà del Signore, e sembrava davvero che in quella città ci fossero dei segni che confermassero questa volontà di Dio ma....in seguito, a causa di difficoltà molto grosse, costui fu richiamato in patria e dopo adeguato discernimento dei superiori fu mandato in un altro seminario. Indubbiamente in questi casi troviamo tanto tempo perso ma soprattutto l' evidente contraddizione dei superiori che devono intervenire per correggere le presunte scelte del Signore ottenute con la cleromanzia.

Dunque le ipotesi possono essere solo due: 1- Dio interviene nel sorteggio. 2- Dio non interviene nel sorteggio.

Analizziamole:

1- Dio interviene nel sorteggio. Questo caso è da escludere e lo spiega chiaramente san Tommaso nella Somma Teologica. Infatti, in tal caso, avremmo conseguenze irrazionali, perchè se la cleromanzia funzionasse realmente per questi seminaristi, allora deve funzionare per tutti e per tutto (conclave, nomine, scelte vocazionali ecc. ecc.) ma, come abbiamo visto, sarebbe anticristiano e irrazionale utilizzare una pratica del genere.

2- Dio non interviene nel sorteggio. In questo caso la domanda nasce spontanea: E' conveniente affidare la propria vita alla sorte, cioè ad un sorteggio dove il risultato non è volontà del Signore? San Tommaso e la Tradizione della Chiesa, nel testo sopra citato, condannano anche questa opzione.
Infatti sarebbe come se ci si affidasse al caso nella scelta della propria moglie o del proprio marito, oppure sarebbe come se un giovane, con una vocazione religiosa, si affidasse al caso per la scelta di un ordine religioso.

Occorre precisare che l' esistenza dei seminari missionari internazionali realizzano gli auspici del decreto conciliare Presbyterorum Ordinis. Però, non sarebbe più opportuno, razionale e cristiano, affidare la destinazione di questi seminaristi ad un discernimento e ad una collaborazione tra seminarista e superiori, evitando la cleromanzia?

Infatti, se per esempio un giovane italiano possiede particolari caratteristiche con una particolare attrazione per il Sudamerica, per quale motivo bisogna mandarlo in Asia tramite un sorteggio avvenuto a "casaccio"? Non sarebbe più opportuno che siano i superiori a scegliere le destinazioni tramite discernimento?

E' molto importante sottolineare che la cleromanzia avviene con certezza, nel senso che questo non è un articolo basato sul "sentito dire", perchè ho parlato personalmente con sacerdoti di questi seminari, pertanto l' estrazione dei nomi, all' interno di una liturgia, avviene con certezza. Allo stesso modo è certo che questi sacerdoti, seminaristi e famiglie missionarie, sono fermamente convinti che il Signore agisce tramite i sorteggi. (cleromanzia).

Inoltre, sembrerebbe che il Magistero della Chiesa non ha mai approvato questa pratica di estrazione dei nomi all' interno di una liturgia (con la credenza che il Signore gestisce i sorteggi), infatti nello Statuto del Cammino Neocatecumenale, approvato dal Magistero, non troviamo traccia dell' estrazione per seminaristi, sacerdoti e famiglie, e non troviamo nessuna traccia di estrazione (con la credenza che il Signore gestirebbe i sorteggi) nemmeno nello Statuto dei Seminari (Regola di Vita del "Seminario diocesano Redemptoris Mater" di formazione al presbiterato per la nuova evangelizzazione).

Io non ho trovato questa pratica nei documenti approvati dalla Chiesa, pertanto sarebbe utile se qualcuno potesse fornire opportune delucidazioni, ed eventualmente fornire documenti approvati dal Magistero dove si parla in modo esplicito di questa presunta estrazione guidata dal Signore.

Sicuramente troviamo dure condanne al riguardo del sorteggio (con o senza cleromanzia) nella Somma Teologica di san Tommaso d' Aquino e nella Tradizione della Chiesa.

Trovo opportuno distinguere la cleromanzia con la biblomanzia, anche se sono pratiche divinatorie molto simili.

La bimah ebraica in un seminario
neocatecumenale "Redemptoris Mater"
Nella bibliomanzia, la Bibbia viene aperta a caso nella certezza che il Signore darà una precisa indicazione circa le azioni da compiere.
Esempio.
Una ragazza si chiede se deve sposarsi o entrare in monastero, dunque apre a caso la Bibbia e trova il vangelo delle nozze di Cana, pensando che il Signore vuole da lei il matrimonio. Questo è illecito perchè arte divinatoria inoltre è irrazionale perchè sarebbe del tutto impossibile trovare la precisa volontà del Signore con questa metodica. Infatti le nozze di Cana potrebbe anche significare il matrimonio tra il Signore e una sua sposa oppure qualcos' altro. Insomma una pratica illecita perchè divinatoria ma anche irrazionale.

Mentre invece, è del tutto lecito aprire a caso un vangelo in un contesto di preghiera e leggere un brano qualsiasi per trovare una illuminazione per la propria vita (come fecero anche san Francesco e sant' Agostino), magari con l' aiuto di un direttore spirituale, ma senza nessuna pretesa divinatoria.
Per quanto riguarda la biblomanzia se ne discute in un altro thread.
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Un altro aspetto dei seminari RM che mi ha lasciato un pò perplesso è la famosa regola del due, e il divieto dell' uso di internet per i seminaristi.

In questo caso non abbiamo nessuna pratica controversa, come quella della cleromanzia, perchè queste sono delle semplici regole perfettamente lecite, in quanto, ogni seminario ha il diritto di scegliere delle regole specifiche per i propri seminaristi. Però, queste regole mi lasciano perplesso per questi motivi:

1- La regola del due prevede che i seminaristi non possono vivere o muoversi da soli, bensì devono essere in coppia e questo avviene quasi sempre. Ad esempio, anche le camere da letto sono predisposte in coppia. Questa regola dovrebbe creare un maggior controllo, perchè ognuno viene controllato e, a sua volta, controlla l' altro.
Però bisogna dire che il prete diocesano può essere destinato a vivere da solo, o quasi.Domanda: E' davvero utile far abituare un giovane a vivere e dormire con un altra persona per tanti anni ed in seguito, quando diventerà sacerdote, mandarlo a vivere e dormire in solitudine?

2- Internet. Ai seminaristi del Redemptoris Mater non è permesso l' utilizzo di internet, e sembrerebbe che è vietato anche il cellulare. Si tratta di una regola utilizzata probabilmente anche in altri istituti e seminari.

A mio avviso, questa regola avrebbe un senso se si trattasse di aspiranti al monachesimo contemplativo, cioè religiosi che hanno la vocazione a vivere lontani dal mondo, ma i seminaristi diocesani devono diventare preti secolari cioè preti nel mondo, ed è un mondo dove esiste abbondantemente il computer ed internet, pertanto è assurdo voler vivere nel mondo escludendo una componente essenziale del mondo di oggi come internet.

Domanda: Anzichè vietare internet, non sarebbe più opportuno educare i seminaristi al giusto utilizzo di questi strumenti affinchè quando arriverà il giorno di utilizzarli in parrocchia c'è la capacità di utilizzarli con prudenza e discernimento?

Infatti, proviamo ad immaginare un seminarista a digiuno di internet che, dopo circa 8-10 anni, viene immesso in una parrocchia davanti ad internet, una realtà che in qualche modo deve essere capace di utilizzare con discernimento e prudenza.

E' come se qualcuno dicesse: "Nelle autoscuole bisogna abolire le guide, così evitiamo anche il pericolo di incidenti nel periodo della scuola".
A mio avviso un ragionamento del genere è assurdo, perchè se devi guidare un auto, allora c'è bisogno che qualcuno ti insegni a guidarla durante la scuola.
Allo stesso modo, se devi essere un prete secolare, cioè vivere nel mondo, è necessario che qualcuno ti insegni a vivere con le cose utili del mondo, dunque che non abolisca internet, bensì che ti aiuti ad utilizzarlo con prudenza e discernimento.

E' vero che un tempo i seminaristi diocesani della Chiesa venivano formati con una rigida separazione dal mondo, ma un tempo i preti non erano chiamati a padroneggiare con saggezza internet, perchè questa realtà non esisteva, mentre oggi esiste, ed è impossibile per un secolare non utilizzare questa componente del mondo contemporaneo.

In un seminario è sicuramente utile un certo periodo di silenzio e distacco dai mass-media di circa 6 mesi- 1 anno, per aiutare il discernimento e la preghiera, ma poi bisogna imparare ad utilizzare, con moderazione e discernimento, quei mezzi che un prete secolare, di fatto, deve per forza utilizzare. Infatti, nel mondo di oggi è impensabile una parrocchia dove non c'è l' email o dove non c'è la possibilità di fare una banale ricerca su google.

Voglio precisare che sono stato in molti conventi e monasteri, e nemmeno in questi luoghi c' era il divieto assoluto di computer/internet, bensì ogni religioso/a può accedere a computer/internet tramite apposite e giuste regole.

Bisogna riconoscere il fatto che nei numerosi seminari Redemptoris Mater non risulta che ci siano mai stati paricolari problemi o scandali, ma questo, a mio avviso, non è merito di queste due regole, bensì il merito è nel percorso spirituale che questi giovani hanno fatto. Voglio dire che questi giovani/uomini che entrano nei seminari RM hanno già alle spalle tanti anni di cammino di fede e discernimento, con dei catechisti che sanno tutto di loro, vita, morte e miracoli,pertanto i superiori dei seminari, contattando i catechisti di questi aspiranti sacerdoti, possono fare un' adeguata selezione.
Mentre invece nei seminari diocesani la selezione e il discernimento a volte lascia un pò a desiderare.

Dunque, io penso che non sono queste due regole ad ottenere risultati bensì l' esistenza di una precedente e lunga preparazione.
In effetti sarebbe un grave errore considerare internet come la sede di peccati, perchè i sette vizi capitali non si trovano in un luogo, nel computer o in televisione, bensì si trovano nell' uomo.
Personalmente non mi trovo d' accordo con queste tipo di regole.
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In risposta ad alcune accuse:

Questo messaggio mi lascia un pò perplesso, perchè sembrerebbe essere un pò confusionario e contraddittorio.

Infatti, se la destinazione è scelta a caso, non si capisce come ci si può affidare totalmente alla volontà del Signore.

Tuttavia nella merkabà avviene un sorteggio con la profonda convinzione che che le città sorteggiate rappresentano la volontà di Dio.

Chiunque può telefonare al seminario di Macerata, Firenze, Pinerolo, Lugano ecc. ecc. e chiedere un colloquio con il rettore.
Io ho parlato personalmente con uno dei rettori di questi seminari il quale mi ha detto, onestamente:
Noi facciamo il sorteggio così andiamo sul sicuro, perchè facciamo scegliere direttamente al Signore.
Ho ascoltato un catechista, dal vivo, che in riguardo alle famiglie sorteggiate diceva: "Andranno dove il Signore deciderà che devono andare".

Ho parlato personalmente con un seminarista che mi ha spiegato tutto della Merkabà e mi ha detto che il sorteggio manifesta la volontà di Dio. Non solo. Questo seminarista mi ha anche confidato che durante la merkabà, dopo aver sorteggiato la città, viene chiesto al seminarista se accetta o rifiuta questa destinazione. In caso di rifiuto, il seminarista viene fatto sedere e il suo futuro vocazionale diviene incerto.
[...]

Tu parli di "decennale esperienza di questo metodo", senza sapere che la Chiesa negli ultimi anni è intervenuta per modificare, e in qualche caso ha letteralmente raso al suolo, trentennali seminari di Istituti o famiglie religiose. Se vuoi ti faccio i nomi.Questo accade perchè attorno alle Costituzioni approvate dal Magistero, i superiori o fondatori inseriscono, o fanno, molte cose che non hanno nulla a che fare con gli statuti e le costituzioni.

[...]

Quello che forse non riesci a comprendere è che il sorteggio per le cose spirituali, con o senza valenza divina, è oggettivamente illecito.
Infatti:

1- Se al sorteggio ci si associa una valenza divina abbiamo una vera e propria arte divinatoria. Un azione grave e illecita.

2- Se al sorteggio non si associa una valenza divina, abbiamo un azione più grave della cleromanzia, perchè nessun superiore serio e prudente getterebbe al caso il destino spirituale di un ragazzo a lui sottoposto.

Se poi diciamo che il Signore interviene in qualche modo nel sorteggio allora ritorniamo al primo punto: Cleromanzia.

Se invece diciamo che il Signore riparerà ad una eventuale destinazione non conforme alle caratteristiche del giovane, allora significherebbe dire "facciamo danni che poi ci pensa il Signore a riparare". Forse una pratica del genere è molto peggio della cleromanzia.

Non è vero che questa pratica funziona. Un mio amico seminarista è stato sballottato per il mondo senza concludere nulla, e solo dopo alcuni anni si resero conto che bisognava richiamarlo in Italia perchè manifestava enormi problemi. Vogliamo negare l' evidenza? In effetti anche in questo caso esiste una spiegazione: Il Signore ha permesso che venisse sballottato per il mondo per alcuni anni senza concludere nulla, senza studiare nulla, perchè voleva metterlo alla prova.

Utilizzando lo stesso criterio, sarebbe come se un vescovo sorteggiasse a casaccio le assegnazioni delle parrocchie in una diocesi, eppoi davanti ad un prete inadeguato per una certa parrocchia, il vescovo dicesse alla parrocchia: "Lo ha permesso il Signore per mettervi alla prova".

Con questa tecnica l' uomo può combinare casini, eppoi trasferire con tranquillità tutti i problemi al Signore: "E' stato il Signore, lo ha permesso Lui"

[...]

Ti sei accorto che metà di VOI [neocatecumenali, ndr] dice che la cleromanzia non esiste e non è praticata mentre l'altra metà dice che è praticata non si chiama così ed è pure giusta?




Per concludere, citiamo dal numero 12/1999 dei Quaderni di diritto ecclesiale un articolo assai favorevole ai seminari kikiani Redemptoris Mater, che però in conclusione, per onestà, è costretto a evidenziarne l'assoluta anomalia giuridica:
Si possono esprimere alcune forti riserve sul modo con cui si è arrivati alla Costituzione di questi seminari e al modo di condurli. Infatti a nessuno sfugge che, pur facendo riferimento ai numerosi interventi del magistero sull'universalità del ministero sacerdotale e di una migliore distribuzione del clero, il reale motivo che ha portato all'erezione di questi seminari è stata la necessità di fornire di presbiteri le varie Comunità Neocatecumenali. Nell'impossibilità al presente che il Cammino potesse incardinare dei sacerdoti si è ricorsi a quei vescovi che benevolmente si sono resi disponibili ad accettarli in un seminario diocesano loro affidato.Questo, come abbiamo visto, in contraddizione con quanto affermato dal can. 242 § 2 e dalla FPC 85, e soprattutto con la Ratio, n. 1: "Il diritto e il dovere di redigere il Piano di formazione sacerdotale e di approvare particolari esperienze nella propria nazione o regione, nel caso si ravvisi l'opportunità, spetta non ai singoli vescovi, ma alle conferenze episcopali". Nulla di tutto questo è avvenuto per esempio in Italia.
Inoltre, non poche perplessità suscita la figura del Consiglio Pastorale all'interno dello stesso seminario, visto il ruolo, riconosciuto a livello di diritto universale, del vescovo e del rettore.

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