BOGOTÁ, 25 Sep. 12 / 12:04 pm (ACI).-
Manipolando le citazioni del Vangelo, gli insegnamenti conciliari e il
magistero di Papa Pio XII, il sacerdote gesuita “reverendo padre” (vedi
foto) Carlos Novoa ha espresso il suo personale appoggio alla proposta
di depenalizzazione totale dell’aborto in Colombia e ha attaccato la
posizione pro-life del Procuratore Generale della Nazione, Alejandro
Ordóñez.
Durante una recente puntata del programma “Dos puntos”
della rete televisiva colombiana RCN il Padre Novoa è stato presentato
come professore titolare dell’Università Saveriana, diretta dalla
Compagnia di Gesù (gesuiti) specializzato in Etica. Novoa ha condiviso
il tavolo degli ospiti con la lider abortista colombiana Monica Roa, che
già nell’ottobre dello scorso anno lo aveva elogiato per il suo
appoggio all’aborto.
Nel programma, che è stato ampiamente dedicato alla critica delle azioni di Alejandro
Ordóñez e alla possibile depenalizzazione totale dell’aborto in
Colombia, sulla quale il dibattimento è già in corso, Novoa ha ripetuto
più volte che “il Procuratore travalica l’esercizio della sue funzioni”,
poiché esse (le sue funzioni) “non sono di provocare discussioni etiche
della più alta complessità. Non spetta a lui, ma alla società civile.”
Per mettere in discussione il lavoro del Procuratore Ordóñez
– che ha obbedito all’ordine della Corte Costituzionale di rettificare
alcune sue recenti attuazioni e che lo scorso 19 settembre aveva
ribadito la sua scelta di difendere la vita dal concepimento alla morte
naturale – il Padre Novoa è arrivato a dichiarare che “la posizione
ufficiale della Chiesa è chiara: negli affari pubblici, della società
civile, non si possono imporre posizioni religiose. Non si può imporre
posizioni religiose in alcun ambito della vita”.
Il Padre Novoa non si è fermato a questo ma è andato oltre
criticando una proposta di Ordóñez: “il signor Procuratore sta
proponendo di indire un referendum per proibire l’aborto in qualsiasi
circostanza. Ciò – prosegue il P. Novoa – è assolutamente inadeguato. Molti settori della Chiesa Cattolica non sono d’accordo con questo”.
Senza menzionare a chi fa rifermento si è spinto ad
affermare che ci sono anche vescovi contrari a questa iniziativa, perché
un referendum per proibire l’aborto totalmente “l’unica cosa
che otterrebbe sarebbe di esacerbare gli animi. E già c’è tanta
esacerbazione degli animi nel paese”. Il Padre Novoa ha poi aggiunto che
“con buona pace del signor Procuratore, giacché egli si professa così
cristiano, vorrei ricordarle che l’affermazione della Corte
Costituzionale che l’aborto sia legittimo quando la salute della madre
sta in grave pericolo, è accettata anche dalla Chiesa Cattolica fin dal
1950 in una lettera alle famiglie di Pio XII”.
Anticipando le possibili critiche alla sua posizione , il
sacerdote ha affermato che “per non essere colto in fallo, sia chiaro
che io non sono d’accordo con l’aborto. Sto solo citando Pio XII”.
Alla domanda se sia giusto l’aborto quando la madre sia in
pericolo di vita, il papa Pio XII, di cui è in corso la causa di
beatificazione, aveva risposto che “è un errore formulare la
domanda con questa alternativa: o la vita del bambino o quella della
madre. No, ne la vita della madre, ne quella del bambino possono essere
sottomesse ad un atto di soppressione diretta. Sia per l’uno che per
l’altra l’esigenza può essere solo questa, fare ogni sforzo per salvare
la vita di entrambi, sia la madre sia il bambino”. Dovendo ammettere che
i vescovi colombiani non sono affatto d’accordo con la depenalizzazione
dell’aborto il padre Novoa ha affermato che “il Concilio Vaticano II
invita tutti i credenti a cogliere quelli che chiama i segni dei tempi e
il contributo della scienza. E questi segni dei tempi sono che vi è una
sensibilità sociale, una scienza medica, una scienza sociale che
chiamano alla depenalizzazione dell’aborto”.
Dopo aver affermato che “ci sono settori che amano manipolare ciò
che uno non ha mai detto”, il sacerdote gesuita ha risposto con una
sonora risata alla domanda del conduttore se il Procuratore fosse “più
papista del Papa” e ha ripetuto ancora che il funzionario “travalica i
limiti delle sue funzioni”.
Parlando sulla posizione dell’abortista Roa che conduce il
suo dibattito solo con argomentazioni di tipo costituzionale e
giuridico, il padre Novoa ha affermato di essere completamente d’accordo
con lei e che “questa è la posizione della Chiesa Cattolica”.
Per il sacerdote il Procuratore Ordóñez “sta brigando per imporre una
posizione etica. In una società multiculturale e multi religiosa l’etica
si costruisce con il consenso etico che realizziamo tutti insieme”.
Quando il conduttore del programma ha ricordato che “la rielezione del procuratore è un fatto”, il padre Novoa ha commentato: “purtroppo”.
Alla domanda diretta se appoggia o no la proposta di
depenalizzazione totale dell’aborto, il sacerdote ha risposto con due
citazioni del Vangelo: “non voglio la morte del peccatore ma
che si converta e viva” e ancora la risposta alla peccatrice adultera:
“nessuno ti ha condannata? Neppure io ti condanno, va e non peccare
più…” “Personalmente non sono d’accordo con l’aborto. È un problema
molto complicato. L’origine della vita è molto complicata”, ha
proseguito. “Ai miei cari pastori non è gradita la depenalizzazione
dell’aborto, però come il Vaticano II ci invita a considerare la
scienza, così io tengo a sottolineare che la soluzione all’aborto non
sta nei castighi” ha concluso il sacerdote.
Il padre Novoa non è nuovo a posizioni contrarie alla dottrina cattolica.
Lo scorso anno scrisse un articolo nel quale manipolava gli
insegnamenti non solo del Concilio Vaticano II ma persino quelli di
Giovanni Paolo II. Uno scritto che fu elogiato dalla Roa con una
sintetica ma forte affermazione: “un toccasana per l’aborto”. Novoa fece
anche scalpore nel 2007 quando difese la “crocifissione” della cantante
Maria Veronica Ciccone (cosiddetta in arte “madonna”) e arrivò ad affermare che il suo show era un “modello di evangelizzazione” anziché un opera blasfema, rivendicando anche l’uso del nudismo.
In Colombia l’aborto in caso di stupro, malformazione del
feto e pericolo di morte per la madre, è già depenalizzato dopo la
sentenza della Corte Costituzionale del 2006. Da allora la
lobby abortista capeggiata da Monica Roa, ha ingaggiato una campagna per
presentare all’opinione pubblica l’aborto come fosse un diritto. La
decisione della Corte, insieme ad una serie di sentenze che minano anche
il diritto all’obiezione di coscienza del personale medico, è stata
presa senza tenere in alcuna considerazione il fatto che l’80 per cento
dei colombiani si oppone all’aborto.
La Roa e la lobby abortista che continuano ad andare avanti nella
loro critica al Procuratore Generale Ordóñez per la sue posizioni
pro-life possono ora contare anche sulle affermazioni di padre Novoa…
Fonte: ACI-prensa
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