ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 19 novembre 2012

Se sapessero cosa trovano...!? §

Episcopato rosa
La Chiesa Anglicana si prepara domani ad affrontare una delle sue sfide più grandi degli ultimi 20 anni: il voto sull'ordinazione delle donne vescovo, questione che divide da anni la chiesa di Inghilterra,scrive il Times online sottolineando che l'esito del voto è incerto dal momento che si profila un testa a testa tra favorevoli e contrari.
 Il voto si terrà durante il Sinodo Generale nel corso del quale prenderà la parola il neo Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. Appena nominato, il 9 novembre, Welby si è detto favorevole all'ordinazione delle donne vescovo. "Voterò a favore e unirò la mia voce alle tante altre che premono sul Sinodo perchè si attui il cambiamento", aveva dichiarato in una conferenza stampa a Londra in occasione della sua nomina. La Chiesa anglicana ha approvato l'ordinazione delle donne-preti nel 1992 e queste ad oggi costituiscono circa un terzo degli effettivi.Appena nominato, il 9 novembre, Welby si è detto favorevole all'ordinazione delle donne vescovo. "Voterò a favore e unirò la mia voce alle tante altre che premono sul Sinodo perchè si attui il cambiamento", aveva dichiarato in una conferenza stampa a Londra in occasione della sua nomina. La Chiesa anglicana ha approvato l'ordinazione delle donne-preti nel 1992 e queste ad oggi costituiscono circa un terzo degli effettivi. Voterò per l’ordinamento delle donne vescovo» , ha detto il nuovo arcivescovo di Canterbury Justin Welby, in una conferenza stampa a Lambeth Palace, nella residenza ufficiale. Il 56enne Welby, che sarà il 105esimo a ricoprire l’incarico di arcivescovo, giunge alla guida della chiesa anglicana in un momento di grande divisioni sulla questione, appunto, delle donne vescovo, e dei matrimoni tra omosessuali. Welby ha poi definito la sua nomina «sorprendente e emozionante».Intanto crescono senza sosta le conversioni al cattolicesimo favorite dall’istituzione, il 15 gennaio, dell’Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham. Varie decine di gruppi, sparsi nel territorio dell’intera Gran Bretagna, stanno entrando nella Chiesa cattolica. Dopo un cammino di preparazione all’ingresso ufficiale nella Chiesa cattolica, i convertiti vengono accolti ricevendo il sacramento della Cresima. La costituzione apostolica «Anglicanorum coetibus», pubblicata nel novembre 2009, ha aperto la strada all’ingresso di comunità anglicane nella Chiesa cattolica attraverso l’istituzione di ordinariati personali, con caratteristiche simili a quelle di una diocesi non territoriale, una nuova struttura canonica. In questo modo, è possibile riconoscere il primato del Papa, mantenendo elementi propri della loro tradizione liturgica e spirituale. Finora l’abbandono dei fedeli anglicani per passare alla Chiesa cattolica nell’apposito ordinariato voluto da Benedetto XVI, ha riguardato vescovi, preti e fedeli desiderosi anche di poter tornare all’antica liturgia della messa in latino. Secondo alcuni sondaggi, praticamente metà del gregge della Chiesa d’Inghilterra è favorevole ad un ricongiungimento con i «fratelli separati» cattolici. E il «contagio» si sta estendendo dagli anglicani ai luterani. Parecchi gruppi dell’America Settentrionale e della Scandinavia hanno chiesto alla Santa Sede di essere ricevuti nella Chiesa cattolica e quindi l’istituzione di un apposito Ordinariato per loro, sul modello di quello (intitolato a Nostra Signora di Walsingham) predisposto per gli ex anglicani. Un cammino di ritorno nella Chiesa cattolica che riguarda un crescente numero di chierici e laici in tutto il mondo. Nella Comunione anglicana non sono state finora individuate modalità efficaci per arrestare un trend che ha indebolito la leadership anglicana.L’iter sembra chiaro: prima l'episcopato , poi l’ordinazione di sacerdoti dichiaratamente gay. E’ la strada che il mondo anglicano ha deciso di percorrere incurante delle comunità sempre più numerose che proprio a motivo di questa svolta «liberal» scelgono la diaspora, ovvero il ritorno alla «casa madre» cattolica. La Santa Sede, in numerosi incontri, aveva avvertito del fatto che la decisione di consacrare donne vescovo avrebbe compromesso il dialogo ecumenico con la Chiesa cattolica. Tutte le Chiese del primo millennio, cattolica, orientali e ortodosse, affermano che solo gli uomini possono essere ordinati. Queste Chiese vedono l’ordinazione delle donne come un abbandono illegittimo della tradizione autentica. Con le donne vescovo la Comunione Anglicana abbandonerebbe quella che Roma considera la tradizione essenziale della Chiesa fin dalle origini. Due questioni, infatti, sono al centro delle tensioni dentro la Comunione anglicana e nei suoi rapporti con la Chiesa Cattolica: l’ordinazione delle donne e l’omosessualità. Il Vaticano contesta agli anglicani l’impossibilità di offrire una testimonianza comune della sessualità umana e del matrimonio. Inoltre, l’ordinazione delle donne all’episcopato bloccherebbe sostanzialmente e definitivamente un possibile riconoscimento degli ordini anglicani da parte della Chiesa cattolica. Per l’«episcopato rosa» è un macigno sulla strada della partecipazione comune alla mensa di Cristo. E così la «fuga» di anglicani verso Roma si intensifica.

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